Giustino

Martire e Padre della Chiesa, santo ( Flavia Neapolis, odierna Nablus, ca 100 - Roma ca 165 ); festa: 1 giugno.

Aderì in età adulta al cristianesimo e ne favorì il processo di adattamento alla cultura greca.

Giustino racconta il suo itinerario spirituale come un dialogo entusiasta e laborioso con le diverse proposte filosofiche elaborate dalla tradizione greco-ellenistica ( Dialogo con Trifone 1-8 ).

È all'interno di questo impegno che egli incontra la sorpresa della proposta cristiana: nella vita e nella persona di Gesù Cristo verità e maestro coincidono: la verità si presenta esponendosi alla prova dell'esistenza umana.

La sapienza di Dio si rivolge a noi come la Parola che crea tutte le cose e le guida al compimento.

In Gesù ( Sapienza e Parola di Dio pienamente svelata e accessibile ) la ricerca filosofica e la profezia non sono abolite; trovano anzi il loro massimo apprezzamento.

È nella totalità del disegno di Dio che è possibile riconoscersi fratelli: "fratelli noi ci chiamiamo" ( Apologia 65,1 ).

Questo approdo sollecita Giustino all'apologia, non solo come difesa della fede, ma come impegno a pensarla, vigilando sulla rettitudine dei percorsi della ragione che riflette.

Come la ricerca ha l'andamento di un dialogo che si apre alla sorpresa cristiana, così la fede si espone al dialogo, non si sottrae alle domande dell'esistenza e dell'intelligenza che vuole comprendere.

Infine il martirio sigilla il valore della fede trovata e annunciata: segno del supremo disinteresse e della non addomesticabilità della verità, che non ha altra ambizione che quella di illuminare e avvalorare gratuitamente la libertà.