Abate

Dizionario

1) Superiore di un monastero, di un'abbazia o di un ordine monastico

Sinonimo: priore

2) In passato, titolo onorifico dato a chi vestiva l'abito da prete o godeva di un beneficio ecclesiastico


Deriva dalla voce aramaica « abba », nel senso di « padre ».

Il titolo di abate, la cui carica è elettiva, è dato al superiore di un monastero, per indicare la sua autorità paterna e venerabile.

Il termine, che nella sua radice aramaica (aba/abu ) designava il "padre", ha avuto la consacrazione di Gesù, il quale nell'angoscia del Getsemani si rivolse in preghiera al Padre invocandolo Abbà ( Mc 14,36 ), e di S. Paolo ( Rm 8,15: "Non avete ricevuto uno spirito di schiavitù … ma invece lo Spirito di figli adottivi, in forza del quale gridiamo: "Abbà, Padre!" ), che lo pose sulle labbra del fedele ormai diventato figlio adottivo di Dio.

Il vocabolo contiene, oltre al concetto, una sfumatura di tenerezza confidente ( papa ).

Tra i cristiani la denominazione fu assunta specificatamente dai monaci, che così chiamavano il loro direttore spirituale, sia privatamente come individui sia come comunità.

Il primo ad organizzare la vita associata dei monaci fu S. Pacomio ( tra 287 e 292-346 ), seguito da S. Basilio ( ca 330-379 ), che la perfezionò, e da S. Benedetto ( ca 480-ca 547 ), che la diffuse in tutto l'Occidente.

In queste famiglie monastiche "abate" indicò il superiore a cui erano conferite la missione e l'autorità di regolare le attività tanto spirituali che materiali.

Alla sua responsabilità corrispondeva nei singoli l'obbligo di un'obbedienza prestata in nome di Dio.

Di qui derivò l'appellativo di "padre" per i sacerdoti appartenenti ad ordini religiosi ed ora sempre più frequentemente anche per i vescovi.

Dalla parola affiora un'idea di trasmissione di vita che implica un legame misteriosamente sacro: il potere viene sublimato in una luce che lo depura da ogni scoria.

Il vocabolo "abate" è rimasto negli Ordini di filiazione benedettina, mentre in taluni paesi ( specie in Francia ) viene comunemente attribuito a tutti i sacerdoti e nel Piemonte ottocentesco sostituiva il "Don" per i sacerdoti di origine nobiliare.

Storia

In origine l'abate era il maestro o il padre spirituale, venerando per età e santità, alla cui direzione si affidava chi intendeva dedicarsi a vita ascetica.

Col formarsi di comunità, l'abate fu il capo di queste, con vera e propria autorità di preposito.

Secondo la regola benedettina, l'abate è il padre spirituale: egli regola e dirige tutta la vita, materiale e spirituale, del monastero, autonomo e autosufficiente.

In origine, l'abate poteva non essere presbitero; dal V secolo in Oriente, dal VII secolo in Occidente, fu però quasi sempre sacerdote.

Abuso frequente fu la nomina degli abati da parte di sovrani e signori; la riforma dell'XI secolo restituì ai monaci la libera elezione dell'abate.

Nei secoli XIV e XV, diminuito il numero dei monaci in molte abbazie, queste vennero spesso conferite come beneficio, cioè affidate in "commenda" ad abati commendatari, cardinali, vescovi, capitoli e anche semplici sacerdoti, specie in Francia, dove, con il Concordato tra Leone X e Francesco I ( 1516 ), quasi tutte le abbazie vennero conferite al re: onde si ebbero abati secolari, e abbé viene chiamato ogni sacerdote.


Codice Diritto Canonico

Presiede l'Abbazia territoriale 370
primate 620
locale è giudice di prima istanza 1427 §1
superiore, dirime il contenzioso tra due monasteri 1427 §2