Adattamento

Dizionario

1) Capacità di adeguarsi a qualcosa

Sinonimo: adeguamento

2) Versione modificata di un'opera letteraria o musicale per renderla compatibile con un diverso strumento espressivo

Sinonimo: arrangiamento

3) ling. Modificazione subita da una parola quando passa come prestito da una lingua a un'altra


Spirito di adattamento

L'adattamento è movimento, cambiamento e soprattutto flessibilità.

L'arte di adattarsi ai cambiamenti non deve tradursi obbligatoriamente in un trauma, possono ottenersi straordinari vantaggi.

"Adattarsi o morire".

Molti di noi sono cresciuti con questo mantra, con l'idea che di fronte alle sfide dell'ambiente circostante si debba reagire con forza e che quella reazione, quel movimento, siano quasi sempre doloroso.

Diversamente rimarremmo indietro, relegati, condannati quasi all'involuzione.

Ma … è davvero così?

Cos'è esattamente la capacità di adattamento?

Ammettiamolo, in questo periodo storico niente è tanto decisivo quanto adattarsi ai cambiamenti che stiamo vivendo, all'incertezza, alla variabilità.

Siamo praticamente costretti ad affrontare queste realtà, e la mancanza di certezze ci fa sentire irrequieti.

Questa sensazione non è casuale: il cervello non ama i cambiamenti, poiché qualsiasi variazione nell'ambiente circostante viene percepita come una minaccia.

Pur così, la vita è un continuo cambiamento.

Come disse una volta Eraclito, "nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume, perché il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo".

Sapere come adattarsi a quel flusso costante è il segreto della salute e del benessere.

Ciò spiega perché negli ultimi anni nel campo della psicologia si è posto particolare interesse sulla capacità di adattamento dell'essere umano.

Che cos'è la capacità di adattamento?

Charles Darwin affermava che solo coloro che sono più adatti al cambiamento sopravvivono.

In qualche modo, abbiamo interiorizzato per lungo tempo questa idea classica.

In realtà, al giorno d'oggi quello della sopravvivenza è un problema di poco conto.

Molte persone "restano in vita" nonostante siano inflessibili; in tanti riescono ad andare avanti sebbene adottino una prospettiva psicologica rigida e inflessibile.

Oggi nessuno muore per non essersi adattato alle esigenze del mondo circostante, ma non farlo provoca sofferenza e un maggior rischio di soffrire di disturbi depressivi e d'ansia.

Questo perché il disadattamento fa soffrire, in quanto chi si rifiuta di cambiare avverte frustrazione e rabbia perché la realtà non corrisponde ai suoi desideri.

Ma questo concetto non si applica soltanto all'essere umano.

Le aziende e la società in cui viviamo sanno che per crescere bisogna investire in tre dimensioni:

capacità di apprendimento ( learnability ),

capacità di adattamento ( liquidity ) e

mobilità ( mobility ).

L'adattamento è l'unico meccanismo che ci permette di progredire in tutti i sensi.

Allineare emozioni, pensieri e comportamenti

L'American Psychological Association ( APA ) definisce questo concetto in modo molto semplice: è la capacità di dare risposte appropriate al mutare delle situazioni.

Ciò richiede, soprattutto, essere capaci di modificare comportamenti, pensieri ed emozioni.

È importante prima di tutto considerare un aspetto.

Se chiediamo a qualcuno che cos'è l'adattabilità, probabilmente ci risponderà che è l'abilità di modificare il nostro comportamento ai fini della sopravvivenza.

Questa definizione non è completa: sappiamo che l'adattamento richiede un cambiamento, ma esso non riguarda solo la condotta, richiede la creazione di nuovi schemi di pensiero e la riattivazione di determinate emozioni.

Perché senza il giusto stato d'animo non si avranno nuove idee, e senza pensieri innovativi, sicuri e audaci non si adotteranno i giusti comportamenti.

Adattarsi non significa rinunciare alla nostra personalità e a quello che amiamo.

Spesso ci capita di pensare che la cosa migliore da fare sia voltare pagina.

C'è persino chi pensa che il concetto di "adattarsi o morire" voglia dire ignorare la propria personalità per plasmare una nuove versione di sé.

È bene combattere molte convinzioni che, a lungo andare, risultano poco logiche o psicologiche.

Non bisogna ricominciare da zero, bensì partire dalla propria esperienza.

Non possiamo spogliarci della nostra pelle per indossarne un'altra, andrebbe contro la nostra essenza, quanto imparato, i nostri valori e la nostra identità.

La capacità di adattamento consiste nel rilevare quelle abilità che ci hanno permesso di avanzare fino al momento presente, accantonare quelle che non funzionano e apprenderne di nuove.

Ciò richiede un corretto esercizio di introspezione.

Se uno dei nostri punti di forza è la fiducia in noi stessi, è bene mantenerla.

Potremmo tuttavia essere incapaci di pensare in modo più creativo e riconoscere le opportunità nel mezzo alla tempesta.

Vale la pena di migliorare questi aspetti senza perdere la propria essenza.

La capacità di adattamento e la tolleranza all'incertezza

Andrew J. Martin, professore di psicologia dell'educazione all'Università di Sydney in Australia, studia da molti anni l'adattamento umano.

In una delle sue ricerche sottolinea che se educassimo i nostri studenti alla tolleranza all'incertezza e all'adattamento ai cambiamenti vedremmo dei miglioramenti nei loro risultati accademici.

Saper accettare l'incerto, elaborarlo senza ansia, senza paura o resistenza non solo facilita un migliore adattamento.

È il segreto per riconoscere le opportunità tra le difficoltà.

Avere flessibilità mentale non fa male, bensì arricchisce

Avere capacità di adattamento non fa male, perché chi si adatta non perde né si arrende.

Allena la flessibilità emotiva e cognitiva che gli consente di adattarsi alle nuove realtà con migliori risorse, equilibrio e intuizione.

Ciò che fa male è l'inflessibilità, la mente rigida che si oppone ai cambiamenti e li combatte inutilmente. Per concludere, ora più che mai è necessario affinare queste competenze che tutti portiamo dentro di noi. È giunto il momento di ampliarle e renderle nostre alleate.


Per il rapporto fra la natura e la missione della Chiesa, il Concilio Vaticano II rappresenta un momento di svolta.

In particolare, l'organizzazione delle Chiese di recente fondazione e l'adattamento sono state due aree tematiche rilevanti nel tempo della preparazione conciliare, che hanno per così dire cristallizzato le grandi questioni missionarie in un'epoca di indubbio cambiamento.

Adattamento liturgico

I beni culturali ecclesiastici non si possono considerare solo come un patrimonio culturale intangibile da conservare con criteri museali.

A loro modo essi sono realtà vive, in continuo cambiamento secondo le esigenze della liturgia della chiesa, la quale, volendo mantenersi in dialogo con la società, è in stato di adattamento permanente.

Il concilio ecumenico Vaticano II ha avviato una profonda riforma liturgica e pastorale con notevoli riflessi nel campo dei beni culturali ecclesiastici.

L'adeguamento liturgico delle chiese è una precisa richiesta conciliare che deve essere attuata con la necessaria prudenza, nel rispetto delle indicazioni del concilio e delle norme postconciliari e nel quadro della disciplina canonica.

Ogni progetto che prevede la modifica delle chiese in conformità alla riforma liturgica riguardante il presbiterio, il battistero, i confessionali, le immagini e l'apparato decorativo, sia accuratamente e pazientemente studiato dai singoli enti, d'intesa con i competenti organismi diocesani, e sia avviato a realizzazione solo dopo che si siano ottenute le debite autorizzazioni canoniche e civili.

Gli architetti, gli artisti e gli artigiani incaricati di progettare e attuare gli adattamenti delle chiese siano scelti tenendo conto delle loro provate ed elevate capacità artistiche e professionali e siano sostenuti dal consiglio di validi liturgisti e teologi.

I progetti di adattamento liturgico che necessitano di autorizzazione da parte della soprintendenza sono presentati ai competenti uffici statali dall'organo diocesano che li ha previamente approvati.

Nell'esaminare tali progetti le soprintendenze operano secondo il disposto di legge oltre che nello spirito dell'art. 12 degli Accordi concordatari del 18 febbraio 1984.

Nuove opere

La chiesa si sente impegnata non solo a conservare, ma anche ad accrescere il proprio patrimonio di arte sacra.

Sia in occasione degli adattamenti liturgici sia in altre occasioni, le comunità cristiane potranno dunque inserire nelle chiese, comprese quelle soggette a tutela statale, nuove opere d'arte, purché queste siano di adeguato livello artistico e l'iniziativa sia autorizzata dalle competenti autorità.

La procedura da seguire e i criteri generali ai quali ispirarsi sono gli stessi che sono stati previsti al numero precedente.

Anche l'edificazione di nuovi complessi parrocchiali deve ispirarsi a criteri di bellezza e di funzionalità, in stretta osservanza delle indicazioni in materia date dalla conferenza episcopale.


Concilio Ecumenico Vaticano II

Della Chiesa alle necessità dei tempi e dei luoghi OE 2
Dovere della Chiesa GS 4
  PO 8
compiuto nella sua storia GS 44
Delle Chiese particolari nei paesi di missione AG 20
  AG 22
Della liturgia, favorito dall'amore per la Bibbia SC 24
da farsi secondo l'indole e le tradizioni dei popoli: principi e norme SC 37-40
… dei riti sacramentali SC 62
… del Battesimo SC 65
  SC 68
… della Cresima SC 71
… del Matrimonio SC 77
… dei riti funebri e relativo colore liturgico SC 81-82
… dell'anno liturgico SC 107
Organi dell'… SC 44
  SC 77
… del ministero sacerdotale PO 22
… dei religiosi ai nostri tempi PC 2
  PC 20
.. degli istituti religiosi alle esigenze dell'apostolati PC 8
… nelle missioni: … della vita cristiana AG 22
… dei missionari AG 25
… dei religiosi contemplativi AG 40
… dell'apostolato alle esigenze moderna CD 17
  AA 32
… della catechesi CD 14
… della predicazione GS 44
… dell'insegnamento cristiano, con nuove indagini GS 62
Capacità di … richiesta agli educatori GE 5

Bibbia

… pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti … 1 Cor 9,19-27

Determinazione e spirito di adattamento

L'apostolo, in questo brano, si paragona ad un atleta che, pur di raggiungere l'obiettivo prefissato, si sacrifica, determina di condizionare tutta la sua vita in vista di conseguirlo, autocontrolla il proprio corpo piegandolo, forzandolo fino a fargli ottenere le "performance" necessarie.

Non vive "in modo incerto" e casuale, non "gira a vuoto", ma impegna tutta l'energia del "motore" per arrivare al traguardo ed arrivarci primo!

La nostra generazione è pronta a farlo per lo sport, per il profitto economico, per le vacanze ( c'è chi attraversa deserti e giungle tropicali per una vacanza "un po' diversa" e "più eccitante" ).

È più raro che si dia tanto da fare "per il Signore".

Per il calcio accetta di essere un "fan sfegatato", per "la religione" ha paura di apparire fanatico e settario!

Strana epoca la nostra, dove si dice che "non è più tempo per martiri ed eroi" ma dove si rovinano vite, famiglie, salute per follie d'ogni genere!

Non confondiamo le cose: è vero che siamo salvati per grazia mediante la fede nell'opera di Cristo, ma questo non vuol dire che "poi" si debba stare con le mani in mano senza dedicarci anima e corpo al Signore!

C'è una differenza qui: io sudo e fatico non per conquistarmi la salvezza, ma affinché Dio sia glorificato e per mostrargli la mia riconoscenza per ciò che Egli ha fatto per me ( finendo inchiodato su una croce )!

Per Paolo, inoltre, è così importante guadagnare anime per Cristo, che è pronto ( momentaneamente ) ad adattarsi ad ogni mentalità, cultura, esigenza, ad accettare certe limitazioni pur di "far passare l'Evangelo".

Attenzione, però, adattarsi non vuol dire compromettere la sostanza dell'Evangelo per renderlo più gradito alla gente!

L'Evangelo non può essere alienato ed alterato per nulla al mondo ( anche se alcuni lo fanno, giungendo a stravolgerlo per – così dicono – renderlo più accettabile "ai nostri contemporanei" ).

Adattarsi alla cultura ed alle mentalità, non vuole dire stravolgere l'Evangelo come un naso di cera.

Significa adattarsi alle persone ed alle situazioni per condurre ognuno allo stesso obiettivo: la dovuta sottomissione alla signoria di Cristo.

La Bibbia dice che "Cristo è ( e rimane ) lo stesso, ieri, oggi e in eterno".

Spesso invece oggi Cristo è una maschera di gomma che assume l'aspetto che a ciascuno piace ed è più comodo.

Si tratta però ancora del Cristo verace che le Scritture ci annunciano o qualcos'altro?