Ambrosiano

Dizionario

1) agg. Di sant'Ambrogio vescovo di Milano tra il 369 e il 397

rito a., liturgia stabilita da sant'Ambrogio di Milano osservata nell'arcidiocesi milanese

2) estens. Di Milano: biblioteca a.


Rito …

È la liturgia propria della comunità ecclesiale milanese: è detta "ambrosiana" in quanto quella chiesa riconosce in s. Ambrogio ( 339-397 ) quasi un padre fondatore.

La liturgia ambrosiana è ora usata dalla città e dalla diocesi di Milano, come pure da alcune parrocchie della diocesi di Novara.

Eccone alcuni tratti caratteristici odierni:

l'Avvento ( il periodo precedente il Natale ) ha la durata di sei settimane ( la liturgia romana ne conta quattro );

la Quaresima non inizia con il Mercoledì delle ceneri, bensì dalla prima domenica quaresimale;

lungo il tempo quaresimale nei giorni di venerdì non viene celebrata la messa;

particolari e differenti dal rito romano sono anche le celebrazioni della Settimana Santa.

Origine

Il rito ambrosiano deriva dalla tradizione che si è stratificata nella liturgia dell'arcidiocesi di Milano e che viene fatta risalire all'opera del vescovo Ambrogio, ma in alcuni tratti è addirittura precedente.

Quando papa Gregorio I, alla fine del VI secolo, modificò, riordinò ed estese a tutta la chiesa latina la liturgia romana, il rito ambrosiano riuscì a sopravvivere alla soppressione insieme al rito mozarabico e ad altri riti locali.

La sua sopravvivenza vide molti critici, quando vennero soppressi altri riti locali, dopo il concilio di Trento ( come il rito patriarchino, a cui erano legate le città di Monza e Como e i patriarcati di Aquileia, di Grado e di Venezia ).

La sua legittimazione definitiva si ebbe comunque con il Concilio di Trento ( occorre tener conto che il papa Pio IV era milanese e che l'anima del Concilio fu l'arcivescovo di Milano san Carlo Borromeo ) e ribadita dal Concilio Vaticano II.

Caratteristiche della liturgia

Le caratteristiche della liturgia ambrosiana sono un forte cristocentrismo, derivante dalla lotta contro l'eresia ariana al tempo di Ambrogio, e una vicinanza con le liturgie orientali, prese da Ambrogio stesso come modello per la Chiesa milanese, seppur facendo sempre riferimento agli usi della Chiesa di Roma come fonte normativa.

Celebrazione della messa

La celebrazione della messa presenta gli stessi elementi del rito romano, ma alcuni di essi sono disposti diversamente o sono leggermente differenti:

¤ Nei riti iniziali, l'atto penitenziale tipico della liturgia ambrosiana è la triplice invocazione Kyrie eleison ( Signore pietà ) senza il Christe eleison ( Cristo, pietà ) presente nel rito romano.

C'è da sottolineare che l'acclamazione Kyrie eleison viene sempre proclamata nell'originale greco e mai in italiano.

¤ Quando i lettori si accingono a proclamare le letture bibliche ( Lettura ed Epistola, non il salmo ) durante la liturgia della parola, chiedono e ricevono una benedizione dal sacerdote celebrante.

Mentre nel rito romano ciò avviene solo quando un diacono proclama il Vangelo, nel rito ambrosiano chiunque proclami la Parola di Dio durante la liturgia deve ricevere la benedizione da chi presiede la celebrazione.

Una particolarità del rito ambrosiano è anche l'incensazione dell'arcivescovo prima dell'omelia, in segno di devozione profetica.

¤ La professione di fede ( il Credo ) non è recitata subito dopo l'omelia come nel rito romano, ma è posticipata dopo l'offertorio.

Subito dopo il Vangelo ( o dopo l'omelia, se questa ha luogo ), si recita invece un'apposita antifona che è chiamata "dopo il Vangelo", durante la quale si prepara la mensa stendendovi il corporale e deponendovi sopra il calice, così da sottolineare, maggiormente che nel rito romano, il legame tra la liturgia della parola e la liturgia eucaristica.

¤ Nella messa di rito ambrosiano, sia che venga proclamata la preghiera dei fedeli, sia che venga omessa, la liturgia della Parola termina sempre con un'orazione del celebrante con la quale si conclude la prima parte della messa; nella messa di rito romano invece, se non viene proclamata la preghiera dei fedeli, subito dopo il Vangelo inizia l'offertorio.

¤ Lo scambio della pace non è immediatamente prima della Comunione, come nel rito romano, ma viene anticipato al termine della Liturgia della Parola, prima della preparazione dei doni.

Ciò rispecchia l'antica tradizione ( che si è conservata anche nelle liturgie orientali ) secondo cui si obbedisce al precetto evangelico ( Mt 5,23-24 ) che impone la riconciliazione fraterna prima di compiere l'offerta rituale sull'altare.

¤ A conclusione della presentazione dei doni, manca la monizione con la quale il sacerdote chiede all'assemblea di pregare, che invece è presente nel rito romano ( « Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre Onnipotente », a cui l'assemblea risponde « Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio, a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua Santa Chiesa » ).

Inoltre il lavabo è facoltativo: di fatto esso viene compiuto solo nelle solennità.

¤ Nella messa ambrosiana il prefazio fa parte del proprio, quindi ogni celebrazione ha un proprio prefazio.

Per talune celebrazioni, ad esempio nelle domeniche di Quaresima, sono addirittura previsti più prefazi tra i quali il sacerdote può scegliere.

¤ La preghiera eucaristica I presenta delle varianti significative rispetto all'analoga del rito romano.

¤ Il rito ambrosiano ha due preghiere eucaristiche particolari ( la V e la VI ) che devono obbligatoriamente essere usate rispettivamente per la messa in cena Domini e per la Veglia Pasquale.

Possono essere anche usate in altre celebrazioni: la V per le celebrazioni che hanno come tema l'eucaristia, la Passione e gli eventi sacerdotali, la VI nel tempo pasquale e nelle messe per i battezzati e quelle rituali per l'iniziazione cristiana.

¤ Prima del Padre nostro il sacerdote compie la frazione del pane consacrato, mentre i fedeli recitano o cantano un'apposita antifona che si chiama "allo spezzare del pane"; mentre nel rito romano, al termine della preghiera eucaristica si recita subito il Padre nostro.

¤ Nella messa ambrosiana manca la triplice invocazione « Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi » ( Agnus Dei ), durante la quale nel rito romano si compie la frazione del pane, dopo la preghiera per la pace e lo scambio di pace.

Nel rito ambrosiano infatti dopo la preghiera per la pace, si passa subito alla comunione, perché lo scambio di pace è già stato fatto prima dell'offertorio e la frazione del pane ( con la sua antifona ) è stata compiuta prima del Padre nostro.

¤ Il saluto augurale, dopo la preghiera per la pace e prima della comunione, nella messa ambrosiana è diverso dal corrispondente della messa romana, e recita: « La pace e la comunione del Signore nostro Gesù Cristo siano sempre con voi ».

¤ Al termine della messa in rito ambrosiano, la benedizione finale è preceduta dalla triplice invocazione Kyrie eleison, e successivamente alla monizione del celebrante « andiamo in pace », l'assemblea risponde « nel nome di Cristo », anziché « rendiamo grazie a Dio » come nel rito romano.

Il canto ambrosiano

Un elemento fondamentale del rito e della liturgia ambrosiana è costituito dal canto "ambrosiano".

Fu Sant'Ambrogio stesso che, per la prima volta in assoluto nella liturgia della Chiesa, introdusse nel 386 l'uso di canti non derivanti dai salmi ( gli unici fino ad allora cantati durante le messe ).

Questa sua innovazione si diffuse presto anche nelle Chiese di altro rito.

Ambrogio è stato definito il "più musicale dei Padri", in quanto ha personalmente composto testi e musiche dei suoi inni, innovando anche lo stile, grazie all'introduzione della metrica classica al posto di quella libera che era simile alla salmodia ebraica.

Scelse per i suoi inni il dimetro giambico e introdusse l'antifonia, elemento fondamentale per consentire a tutta la massa di fedeli una maggiore partecipazione al rito, grazie ad un canto collettivo eseguito da un'ala maschile e da un'altra ala composta da donne e bambini.

Per agevolare il popolo alla declamazione, Sant'Ambrogio realizzò versetti facili da recitare ed eliminò sia il ruolo del solista sia la presenza dei vocalizzi, rendendo tutto l'insieme più armonico.

Come il canto gregoriano, anche il canto ambrosiano fu naturalmente modificato nel corso dei secoli dalla sua elaborazione da parte di Ambrogio, ma non di meno oggi lo si definisce il più antico corpus musicale occidentale.

Per preservare questo patrimonio insostituibile è stato istituito il PIAMS ( Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra ) consociato con il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma.

Secondo una dichiarazione del sinodo diocesano del 1994, esso è il soggetto incaricato dell'educazione al canto ed alla musica nell'arcidiocesi di Milano.

I testi liturgici musicali e canori ambrosiani sono contenuti nei volumi Antiphonale Missarum iuxta ritum Sanctae Ecclesiae Mediolanensis ( 1935 ) e Liber Vesperalis ( 1939 ), editi dal musicologo benedettino spagnolo Gregorio Maria Suñol.


Concilio Ecumenico Vaticano II

La Chiesa considera come uguali in diritto e in dignità tutti i riti legittimamente riconosciuti SC 4

Magistero

Enciclica Pio XII - Musicae sacrae disciplina 25-12-1955

Catechismo della Chiesa Cattolica

Le tradizioni liturgiche, o riti, attualmente in uso nella Chiesa sono … ma anche i riti di certe Chiese locali, come il rito ambrosiano 1203