Camilliani

Designazione popolare dei "ministri degli infermi", chierici regolari fondati nel 1586 da Camillo de Leilis.

Soldato di ventura, incline al vizio del gioco, ricevette un'impressione e un orientamento decisivi per la sua esistenza quando, recatesi a Roma in occasione dell'anno santo del 1575, incontrò Filippo Neri ( v. ), allora impegnato a curare gli infermi.

Decise anch'egli di dedicarsi al servizio degli ammalati, coinvolgendo in tale opera molti seguaci, chiamati appunto "ministri", servitori.

Oltre ai tradizionali voti di castità, povertà, ubbidienza, essi dovevano professarne un quarto che li legava alla loro specifica missione.

Una peculiare sollecitudine, insieme ad appropriate strutture, veniva dedicata dai "ministri" ai malati di peste molto diffusa nel
'500 e '600.

La storia dei camilliani si intreccia con quella delle grandi epidemie ( fino all'800, quando imperversò il colera ) e con le frequenti guerre, durante le quali per primi organizzarono soccorsi sui campi di battaglia e prestarono aiuti alle popolazioni civili.

La consistenza numerica dei camilliani rimase sempre contenuta, in media 500 "professi", ma conobbe tuttavia una decisa ripresa fra '800 e '900 giungendo a un migliaio di membri intorno al 1930.

La loro attività, nel quadro delle opere di assistenza, si segnala dunque per l'intensa applicazione ai problemi sanitari, espressa non solo nella diretta assistenza e nella creazione di molte infrastrutture ospedaliere, ma pure in una ricca letteratura sugli aspetti tecnici, psicologici ed etici della cura della malattia.