Catari

Il termine ( dal greco kàtharoi: i puri ), affiora nel sec. XII a designare alcune tendenze religiose caratterizzate da un radicale impegno ascetico e da una visione fortemente dualistica, basata sull'esistenza di due principi originari, quello del Bene e quello del Male.

L'espansione dei catari, detti anche bulgari, concorezenses, publicani, patarini, albigesi, si verificò soprattutto a partire dal XII sec. in Italia settentrionale, in Toscana, in Svizzera, nella Francia meridionale, nelle Fiandre e in Germania.

La dottrina catara

Convinzioni basilari dei catari erano: l'idea di Dio considerato eterno e onnipotente, creatore di ogni cosa a partire non dal nulla ma dalla propria sostanza; il convincimento sulla presenza nel tempo di una radice del male in grado di inficiare ogni manifestazione originariamente buona; la persuasione circa la mancanza di libertà nella creatura e circa la negatività della materia, irrimediabilmente caduca e impura, specie nelle sue manifestazioni corporee; infine, l'interpretazione della figura di Cristo alla stregua di un angelo, adottato da Dio, che aveva assunto le parvenze umane, e la cui missione non consisteva nell'espiare i peccati e nel salvare il mondo, ma nel richiamare il principio della bontà presente nel cielo e del pari intrinseco in ogni uomo.

La traduzione associativa di simili idealità determinò una bipartizione in seno ai gruppi che in varia misura le condividevano.

Centrale restava, al loro interno, un'accolta di "perfetti" ( perfecti, bonhommes ), o apostoli, gerarchicamente distinti in vescovi e diaconi.

Essi erano incaricati della predicazione e dovevano condurre una vita ascetica, caratterizzata dalla rinuncia al matrimonio e alla proprietà dei beni e da rigorose interdizioni alimentari.

Un lungo periodo di addestramento precedeva l'ingresso tra i perfetti, celebrato mediante il rito del consolamentum, cioè con la solenne imposizione delle mani e con la consegna del Pater noster.

La massa dei credenti, detti auditores o credentes, non erano tenuti alle severe norme morali dei perfetti e inoltre potevano rimanere esternamente uniti alla Chiesa; ricevevano comunque, prima della morte, il consolamentum, indispensabile per la salvezza.

La repressione del movimento cataro

Le notevoli proporzioni assunte dal movimento nel sud della Francia, dove i catari vennero denominati albigesi, da Albi, il centro della loro più decisa affermazione, indussero vescovi e papi a impostare un'opera di contenimento, confutazione, repressione.

L'iniziativa di celebri predicatori, tra i quali spiccò s. Domenico, venne presto affiancata dall'intervento militare, che diede origine nel 1209 alla crociata, detta appunto albigese, nella quale motivi religiosi si intrecciarono a quelli politici.

L'aspro conflitto terminò dopo vent'anni con la sconfitta del moto cataro.

Esso tuttavia non si estinse, ma continuò a vivere in piccoli cenacoli, presi di mira dall'Inquisizione, che da allora si andò efficacemente organizzando.