Clarisse

È chiamato così il secondo ordine francescano, fondato da s. Francesco e da s. Chiara d'Assisi ( v. ).

Si distinse per l'impulso iniziale a uno stile di vita comunitaria improntato alla povertà più stretta, ricevendo l'approvazione ( 1228 ) da parte di Gregorio IX e la successiva conferma di Innocenzo IV.

Lo sviluppo e la propagazione delle clarisse si verificarono in parallelo con il ramo maschile.

La loro caratteristica era di vivere esclusivamente di elemosine e del lavoro delle proprie mani.

Non accettavano la dote da parte delle loro postulanti e non possedevano rendite fisse.

Il contributo delle doti e le proprietà di rendite in comune, introdotti da s. Bonaventura per il monastero di Longchamp, fondato da una sorella del re di Francia s. Luigi IX, furono estesi in seguito a tutto l'ordine, per volere di Urbano IV nel 1264.

Ma s. Bernardino da Siena e s. Colette di Gorbie auspicarono il ripristino del rigore primitivo ( francescane riformate ).

Nel '500, una parte delle clarisse accedette alla riforma di Matteo da Bascio, assumendo il nome di "cappuccine".

I tre rami coesistono ancora l'uno accanto all'altro.

Ogni casa è indipendente ed è subordinata alla propria superiora.

La regola prevede una vita dedita alla contemplazione, in ambito claustrale; sono prescritti digiuni severi, il silenzio quasi continuo, l'alzarsi di notte per l'ufficio del coro, lo svolgimento di lavori manuali.

Si occupano delle relazioni con l'esterno le suore converse che appartengono al terzo ordine.