Corporazioni

… religiose

Denominazione generica di sodalizi di varia natura con carattere e finalità religiosi.

Il termine è applicabile anche ai gruppi laicali, numerosi nella storia del cristianesimo, indicati con l'appellativo di confraternite ( v. ) o con nomi equivalenti; ma propriamente la dizione designa sodalizi religiosi i cui membri, legati da voti "semplici", perpetui o temporanei, conducono vita fraterna in comunità.

La diversa natura del voto li ha distinti a lungo dagli ordini religiosi ( v. ) caratterizzati invece da voti solenni, comportanti cioè prerogative e conseguenze formalmente riconosciute dall'autorità ecclesiale.

Fino al sec. XII la Chiesa approvò solo istituti religiosi contraddistinti dalla solennità dei voti, ma in seguito omologò corporazioni, specie femminili, che divennero vivaci centri di richiamo per vocazioni e mostrarono notevole flessibilità di indirizzi.

In genere, simili corporazioni religiose si dedicarono all'insegnamento scolastico e alla cura degli infermi.

Grande sviluppo conobbero nel sec. XIX, sicché Leone XIII, con la costituzione Conditele a Christo ( 1900 ), ritenne necessario definire accuratamente la loro fisionomia.

Oltre alla finalità del perseguimento della perfezione cristiana, ogni corporazione religiosa tende ad assegnarsi missioni specifiche, soprattutto di collaborazione all'apostolato parrocchiale, di predicazione e di iniziativa per la presenza cristiana in campo culturale, ricreativo e in genere sociale.

Per l'evoluzione canonica in atto, soprattutto relativa alla solennità dei voti, si veda la parte finale della voce ordini religiosi.