Discorso

… della montagna

Così viene chiamato il discorso di Gesù riportato nei capitoli 5-7 del Vangelo di Matteo.

Una versione più breve si trova nel discorso della pianura di Luca 6,20-49 ( 30 versetti contro i 107 di Matteo ); gran parte del materiale del discorso della montagna tralasciato da quello della pianura si trova in altri passi del Vangelo di Luca.

Matteo presenta Gesù come nuovo Mosè che sale sul monte e reinterpreta la Torà, la legge data a Mosè sul Monte Sinai, riconducendo ogni singolo precetto alla sua intenzione originaria e condensandoli tutti nel comandamento dell'amore, la "regola d'oro", espressa in Matteo 7,12: "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti".

Una formulazione assai simile della regola d'oro, che conclude la sezione, si trova nel libro di Tobia 4,15 ( "Non fare a nessuno ciò che non piace a tè" ) ed era comune nel giudaismo ( rabbi Hillel, per esempio, la considerava una sintesi di tutta la Torà di Mosè ).

La struttura del discorso, tuttora oggetto di discussione, può basarsi su una divisione in cinque parti:

1. le beatitudini ( Mt 5,1-16 ) ( v. beatitudini );

2. il compimento della Torà ( Mt 5,17-48 ) che viene espresso mediante l'affermazione di un principio di carattere generale ( vv. 17-20 ), seguito da quattro esempi concreti con i quali Gesù fa emergere il significato ultimo della Torà;

3. la giustizia davanti al Padre, "le opere buone" ( Mt 6,1-18 ), che si esprime, per esempio, nell'elemosina, nella preghiera, nel digiuno;

4. la fiducia nel Padre ( Mt 6,19-7,12 ), esemplificata da una serie di detti;

5. la fede e le opere ( Mt 7,13-27 ) è il tema che accomuna i quattro piccoli brani conclusivi;

in tutti si propone un'alternativa, una scelta decisiva.

La parabola della casa sulla roccia ( Mt 7,24-27 ) chiude l'intero discorso.

Al cuore del discorso della montagna troviamo il Padre nostro: chi ha imparato a invocare Dio come padre, vive da figlio, vive nella logica del discorso della montagna.

Il rapporto filiale con il Padre che è nei cicli anima la sua vita, le sue relazioni con gli altri.

In ogni tempo queste pagine del Vangelo di Matteo hanno esercitato un grande fascino su uomini e donne credenti e non credenti.

Considerato da molti credenti ebrei un gioiello de] giudaismo ( P. Lapide, D. Flusser, S. Ben Chorin ), il discorso della montagna ha destato echi entusiasti anche tra gli induisti ( si pensi a Gandhi ) e i buddhisti.

v. Beatitudini

Summa Teologica

Dono del … II-II, q. 177