Ecclesiologia

È la riflessione metodica e critica sulla Chiesa ( v. ), la quale, vivendo nella storia, subisce trasformazioni che richiedono di essere giustificate in rapporto sia al suo momento sorgivo e fondativo, mediato dai testi del Nuovo Testamento, sia alle situazioni storiche.

L'illustrazione delle trasformazioni si realizza mediante modelli, immagini, concetti, categorie, mutuati dalla cultura circostante, scelti per esplicitare la coscienza che la Chiesa ha della sua realtà in un determinato tempo.

Sussiste così una circolarità tra riflessione e vita.

Nel processo storico può accadere che una riflessione servita nel periodo precedente a esprimere la coscienza ecclesiale continui a essere riproposta, inducendo così un blocco della vita ecclesiale.

In tal caso l'ecclesiologia, come riflessione metodica e critica, e quindi non ideologica, interviene a mostrare l'incongruenza di quei modelli, immagini, concetti, categorie, e a prospettare percorsi di vita ecclesiale meno soggetti alle congiunture passate e più consoni all'esperienza attuale della Chiesa, oltre che alla descrizione normativa di essa che si ricava dalla Sacra Scrittura.

L'evoluzione dei modelli ecclesiologici

Osservando la storia si possono individuare diversi modelli ecclesiologici, la diversificazione dei quali si amplia con il costituirsi delle confessioni cristiane.

Se nei primi secoli del cristianesimo, in forza della fondamentale concezione della Chiesa come mistero, prevalgono modelli simbolici mutuati dalla Sacra Scrittura ( per esempio: la Chiesa è sposa, madre, tempio, arca nella quale tutti devono entrare se vogliono salvarsi nel diluvio del giudizio; oppure: la Chiesa è la luna che unita alla rugiada fa germogliare la vita, è Raab, la prostituta che accoglie nella sua casa gli annunciatori e viene da questi salvata ), nel Medioevo, insieme alla ripresa dell'immagine tipica di s. Paolo della Chiesa corpo di Cristo, si impone gradualmente una concezione societaria, in seguito alla lotta per l'indipendenza della Chiesa dalle pretese dei principi e alla discussione sull'origine del potere.

Sarà questa concezione societaria che, nella riflessione cattolica, diventerà dominante a partire dalla Controriforma: per richiamare, in contrasto con le istanze estreme dei riformatori - le quali tendevano a identificare la Chiesa con la riunione dei santi, che solo Dio conosce -, la dimensione visibile della Chiesa, si rimarcherà il suo parallelo con la società civile, fino a dichiarare la Chiesa la società perfetta.

Il comune richiamo alle fonti della vita ecclesiale ha prodotto nel '900 un riavvicinamento delle posizioni; contestualmente, un recupero della dimensione misterica della Chiesa, da parte dei cattolici, e della dimensione visibile, da parte dei protestanti.

Se nel contesto ecumenico, grazie anche all'influsso del pensiero ortodosso, tende ora a diffondersi la descrizione della Chiesa come comunione, nel contesto cattolico, soprattutto grazie alla autorevole scelta del concilio Vaticano II ( 1962-65 ) assume rilevanza quasi programmatica la descrizione della Chiesa come popolo di Dio.

Il valore di questa sta nel richiamo alla storicità della Chiesa, al suo legame con il popolo dell'Antica Alleanza, alla sua dimensione escatologica.

È lo studio della realtà della Chiesa, che ne esamina sia gli aspetti visibili ( strutture, storia, legge, culto, ecc. ), sia soprattutto quelli misterici ( ossia ciò che la Chiesa è ed è chiamata ad essere nel piano di Dio ).

Ecclesiologico

Con questo termine ci si intende riferire ad una riflessione ( « logos » significa « discorso » ) sulla vita e sull'esperienza della Chiesa.