Icona

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È trascrizione dal greco eikón, il quale proviene da una radice che indicava "rassomiglianza" e significa quindi "immagine", "figura", specie "statua" o "quadro".

In ambito religioso designò gli antichi dipinti portatili orientali con raffigurazioni sacre, molti dei quali andarono distrutti durante l'accanimento iconoclastico.

Furono spesso restaurati per l'uso cultuale; dalla fine del '400 alla metà del '700 operò a Venezia una scuola di pittori cretesi che si distinsero in questa specialità; attualmente assistiamo ad una riviviscenza della loro richiesta e confezione.

Le icone rispondono alla naturale esigenza umana di concretizzare i concetti astratti e particolarmente di visualizzare gli oggetti dei propri affetti: ritratti, disegni, monumenti occupano un ampio spazio nella vita privata, didattica, sociale.

Dal 725 all' 843 infuriò l'iconoclastia ( da klao, "spezzo" ) che portò alla distruzione ed allo sfregio di molte immagini sacre: pare l'abbiano stimolata influssi giudaici ed islamici, eresie, abusi del loro culto.

L'iconoclastia fu sostenuta dagli imperatori isaurici ( specie Leone III e Costantino V ), che si proposero, tra l'altro, di contrastare l'autorevolezza dei monaci, incrementata dalla devozione popolare per le icone dei loro santuari.

Eccessi di tale culto ed eventuali degenerazioni di trasferire la venerazione dal personaggio alla figura non giustificano la soppressione di un'esigenza naturale e legittima ( iconodulia ).

L'immagine richiama, concentra, trasferisce.

L'iconoclastia fu condannata dal II Concilio di Nicea ( 787 ), che rettificò e riabilitò l'uso illuminato delle rappresentazioni figurate.

Dipinto portatile su tavola con immagini sacre, diffuso particolarmente in area orientale e bizantina.

La pittura di icone, già attestata durante i secc. IV-V, si protrae nel mondo russo e balcanico fino a oggi, secondo uno schema costante di intonazione bizantina.

Talora le icone, dipinte a encausto o a tempera su tela incollata su legno, o direttamente su tavola, vengono ricoperte di lamine d'oro o d'argento, che lasciano liberi solo il volto e le estremità delle immagini, e arricchite di smalti e pietre preziose.

Esse vanno intese come un'opera teologica espressa tramite l'immagine.

Dal punto di vista compositivo le icone si possono distinguere in icone ritratto, in cui i personaggi non sono coinvolti in un'azione, e in icone sceniche nelle quali domina l'azione.

Icone ritratto

Cristo pantocratore

Ritratto umano di Cristo a mezzo busto o a figura intera generalmente seduto su un trono, più raramente in piedi.

La mano destra è atteggiata in segno di benedizione e la sinistra sorregge un libro aperto o chiuso.

Salvatore acheropita

Immagine del Cristo "non dipinta da mano umana" considerata, secondo la tradizione, la più fedele perché impressa da Cristo stesso su un panno.

Generalmente questa icona reca l'immagine del volto di Cristo su un telo di lino sorretto ai lati da due angeli.

Madre di Dio della tenerezza

Ritratto della Vergine che reca in braccio il Bambino poggiando la propria guancia su quella del Figlio.

La tradizione vuole che nel gesto di intenso affetto Cristo sveli alla Madre il mistero della morte e della risurrezione.

Madre di Dio odigitria

Raffigurata a mezzo busto, frontalmente, la Vergine tiene il Bambino sul braccio sinistro e con quello destro mostra agli uomini il re del mondo.

Quest'ultimo benedice con la mano destra e nella sinistra tiene il rotolo con i testi del Vangelo.

Madre di Dio del segno

La madre di Dio leva le mani al cielo in preghiera e porta l'effigie del Salvatore sul petto.

Icone dei santi

Le figure sono presentate frontalmente, in piedi o a mezzo busto.

Icone sceniche

Crocifissione

Può essere di tre tipi: con tre personaggi ( Cristo sulla croce, Maria e s. Giovanni ai lati che si tengono il viso con una mano per esprimere la sofferenza ); con più figure ( accanto alla croce sono rappresentati Maria, s. Giovanni, le tre Marie e uno o più centurioni ); con più scene della Passione e della sofferenza di Cristo.

Deesis

Composizione in cui Cristo si trova al centro, con la Vergine e s. Giovanni Battista ai lati.

Accanto troviamo l'arcangelo Michele e s. Pietro su un lato, l'arcangelo Gabriele e s. Paolo sull'altro.

Tra le numerose icone sceniche si ricordano inoltre: icona della Trinità, icona della nascita della Madre di Dio, icona della natività, icona della presentazione del Signore al Tempio, icona del battesimo del Signore, icona della risurrezione di Lazzaro, icona dell'ingresso in Gerusalemme, icona della trasfigurazione di Cristo, icona della Risurrezione, icona dell'Ascensione, icona della Pentecoste, icona della dormizione della Vergine, icona dell'Annunciazione, icona della discesa agli inferi, icona del giudizio universale ecc.

Dal greco « eikón », « immagine ».

L'icona è una immagine sacra, che rappresenta Cristo, la Madonna o i santi, e che è venerata nella liturgia nell'Oriente cristiano, come segno visibile della presenza della gloria di Dio.