Molinismo

Corrente teologica che si ispira alla dottrina del gesuita spagnolo Luis de Molina ( 1536-1600 ).

Prendendo posizione contro la visione pessimista dei protestanti e loro seguaci ( tra cui Baio, condannato nel 1567 ), Molina difende come autentica la libertà dell'uomo.

Certo Cristo dice: "Senza di me non potete fare nulla" ( Gv 15,5 ), ma, secondo il concilio di Trento, la libertà dopo il peccato originale non è distrutta, ma solo indebolita e ferita.

Molina afferma le possibilità spirituali dell'uomo dopo la colpa e il necessario "concorso" della grazia all'esercizio della libertà nel suo trattato Concordici liberi arbitrii cum gratiae donis ( Concordia del libero arbitrio con i doni della grazia, 1588 ).

Al contrario, la scuola domenicana capeggiata allora da D. Bànez, accentuava il dominio assoluto di Dio - mediante la grazia "intrinsecamente efficace" - sulle azioni della creatura libera, fin quasi compromettendo la verità della libertà.

Nel 1607 Paolo V arrestò d'autorità la lunga controversia de auxiliis ( controversia sugli aiuti ), considerando le due posizioni conciliabili con la fede.

Oggi si giudicano entrambe le posizioni troppo segnate da antropomorfismi, in una visione che distingue meglio il piano divino da quello umano.

La grazia rispetta e promuove la libertà.

Dio agisce nel cuore dello stesso libero arbitrio, "suscita in noi il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni" ( Fil 2,13 ).

v. Grazia; Libertà