Presbiteriani

Con questo termine si è soliti indicare nel mondo anglosassone le Chiese e i cristiani che in Europa sono detti "riformati", quelli cioè che si rifanno alla riforma di Zwingli e Calvino.

A rigore, "presbiteriano" si riferisce non a persone o istituzioni ma all'ordinamento ecclesiastico: è "presbiteriano" quello che da un lato valorizza il ministero del "presbitero" ( termine greco che significa "anziano" ) con funzioni soprattutto di governo a livello locale, secondo le indicazioni di diversi passi del Nuovo Testamento; e dall'altro trova nel "presbiterio" ( organo collegiale responsabile di un gruppo di comunità vicine ) la sua struttura unitaria di base.

L'ordinamento presbiteriano si sviluppa dal basso attraverso una serie di assemblee fino a quella "generale" o "nazionale" chiamata "sinodo".

È un ordinamento che occupa una posizione intermedia tra il congregazionalismo ( v. ), che afferma l'autogoverno di ogni Chiesa locale e non riconosce alcun tipo di autorità centrale o generale sovrapposto a quella locale, e l'episcopalismo anglicano, che assegna al vescovo una funzione eminente ( anche se tutt'altro che esclusiva ) nel governo della Chiesa.

Le Chiese riformate ritengono che l'ordinamento presbiteriano-sinodale, i cui elementi costitutivi si trovano nelle Ordonnances ecclésiastiques di Calvino ( 1541 ), abbia salde radici nell'ecclesiologia neotestamentaria.