Padri/Agostino/DisVari/346.txt Nella vita terrena siamo pellegrini guidati dalla fede 1 - Morte, non vita è la nostra vita terrena: vita vera è quella eterna Sono certo presenti a voi, fratelli dilettissimi, come a me, le parole dell'Apostolo: Finché abitiamo nel corpo, siamo lontano dal Signore: camminiamo nella fede, non ancora in visione. ( 2 Cor 5,6-7 ) Il nostro Signore Gesù Cristo che dice: Io sono la via, la verità e la vita, ( Gv 14,6 ) ha voluto che noi camminassimo attraverso lui, cioè appunto sulla via, e verso di lui, cioè verso la verità e la vita: s'intende verso la vita eterna, la sola che si può dire propriamente vita. In paragone con essa la vita mortale, che noi viviamo ora, si può definire piuttosto morte, poiché è soggetta a incessanti mutamenti, priva di ogni stabilità e limitata entro un brevissimo corso. Rispondendo a quel ricco che gli aveva chiesto: Maestro buono, che cosa devo fare per ottenere la vita eterna?, il Signore dice: Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti. ( Mt 19,16-17 ) Non dice vita eterna, ma solo vita, benché si rivolga a un vivo, non a un cadavere. Poiché era stato interrogato sul modo come conseguire la vita eterna, egli risponde: Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti, volendo far intendere che solo la vita eterna è la vera vita, mentre non si può neanche dire vita la vita che non è eterna. In modo analogo l'Apostolo, volendo raccomandare di ammonire i ricchi a fare le elemosine, scrive: Siano ricchi di opere buone, generosi e pronti a mettere in comune quel che possiedono, preparandosi così per il futuro un tesoro sicuro, per ottenere la vita vera. ( 1 Tm 6,18-19 ) Egli dice vita vera la vita eterna, la sola che si possa dire vita in quanto è la sola beata. Certo quei ricchi ai quali voleva s'insegnasse ad acquistare la vita vera, godevano di questa nostra vita nell'abbondanza delle loro ricchezze, ma se l'Apostolo avesse ritenuto che quella loro vita fosse la vera, non li avrebbe esortati a prepararsi un tesoro sicuro per il futuro, per ottenere la vita vera. Egli vuole che essi sappiano che la loro vita non è la vera vita, anche se gli stolti arrivano a dirla beata. Non può certo essere beata se non quella che è la vera vita, e non è vita vera se non quella eterna. É chiaro che i ricchi ancora non possiedono tale vera vita, anche se abbondano di tanti piaceri; per questo vengono esortati a procurarsela con le elemosine, perché possano sentirsi dire alla fine: Venite, voi che siete i benedetti dal Padre mio; ricevete in eredità il regno che è stato preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare. ( Mt 25,34-35 ) Il regno di cui si parla è la vita eterna, come risulta da quello che ancora il Signore dice a conclusione di questo passo: Se ne andranno quelli alla punizione eterna, e i giusti alla vita eterna. ( Mt 25,46 ) 2 - Il nostro cammino di pellegrini nella fede Fino al momento in cui entriamo in quella vita, noi camminiamo lontano dal Signore: viviamo nella fede, non ancora nella visione. ( 2 Cor 5,6-7 ) Egli dice: Io sono la via, la verità e la vita: ( Gv 14,6 ) la via finché viviamo nella fede, la verità e la vita quando avremo la visione. Ora vediamo come in uno specchio in modo confuso - e questa è la fede -, poi vedremo faccia a faccia: ( 1 Cor 13,12 ) e sarà la visione. In modo analogo lo stesso Apostolo scrive: Il Cristo abita nella fede interiormente nei vostri cuori, ( Ef 3,16-17 ) e questa è la via, quando la nostra conoscenza è limitata; ma subito aggiunge: Avere la conoscenza dell'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, per essere colmi di tutta la pienezza di Dio: ( Ef 3,19 ) in questa pienezza quando si avrà il compimento perfetto, sparirà quello che è imperfetto ( 1 Cor 13,10 ) e avremo la visione. E ancora: Voi siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio: questa la fede. E aggiunge: Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria: ( Col 3,3-4 ) quella sarà la visione. Anche Giovanni scrive: Carissimi, fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato: è la fede. Ma aggiunge subito: Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui perché lo vedremo così come egli è: ( 1 Gv 3,2 ) quella sarà la visione. Perciò quello stesso Gesù che aveva detto: Io sono la via, la verità e la vita, rivolgendosi a quei Giudei che avevano aderito a lui con la fede, dice: Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi. ( Gv 8,31-32 ) L'evangelista precisa: Gesù parlava a coloro che avevano creduto in lui. Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli: conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi. Poiché avevano creduto, avevano già cominciato a camminare sulla via che è Cristo, e quindi egli li esorta a restare con lui per giungere a quella verità che li farà liberi. Sarà, s'intende, la liberazione dalla mutevolezza delle cose vane, dalla corruzione delle cose mortali; sarà dunque la vera vita, la vita eterna, che ancora non abbiamo finché siamo pellegrini lontano da Dio, ma che raggiungeremo, poiché con la fede camminiamo entro il Signore stesso, se resteremo costantemente fedeli alla sua parola. L'espressione: Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete miei discepoli, corrisponde a: Io sono la via, mentre alla verità e alla vita si riferisce il seguito della frase: Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi. In questo nostro cammino di pellegrini che è ora la nostra via, via nella fede, io vi esorto, o fratelli, ancora con le parole dell'Apostolo: Dal momento che abbiamo queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, per portare a compimento la santificazione vivendo nel timore di Dio. ( 2 Cor 7,1 ) Solo chi vive nella fede con cuore puro potrà contemplare la luce purissima e immutabile della verità: Beati i puri di cuore perché vedranno Dio. ( Mt 5,8 ) Coloro che aspirano a ricevere tale luce prima di credere, sono come uomini ciechi che bramano vedere prima la luce naturale di questo sole per guarire dalla cecità, mentre solo quando fossero guariti, potrebbero vederla.