Padri/Agostino/DisVari/354au.txt Discorso di Sant'Agostino Vescovo Sulla dignità del matrimonio 1 - Le letture della domenica, cioè la parola di Dio e l'autorità celeste che risiede nelle sacre Scritture or ora proclamate, esortano i componenti la famiglia umana a ricordarsi della loro mortalità, poiché [ per tutti ] ci sarà una fine. Questa fine per ciascun uomo, cioè per gli uomini presi ad uno ad uno, è vicina, anche se potrà essere remota la fine dell'intero genere umano. Orbene, la parola di Dio sembra richiamarci alla mente proprio questo, come io avevo cominciato a dirvi, che cioè ci ricordiamo della nostra condizione mortale in vista della fine che ha da venire. Si pensi dunque alla vita senza fine! Colui che si ricorda d'essere mortale meriterà di conseguire la vita immortale. 2 - Avete ascoltato come i farisei, volendo mettere alla prova il Signore, gli posero la domanda se fosse lecito licenziare la moglie per qualsiasi ragione. ( Mt 19,3 ) Egli, che è la Verità, rispose dicendo il vero. Quei tentatori non ottennero che il Signore diventasse un mentitore, dovendo imparare da lui la verità tanto chi crede quanto chi non crede. Perché venisse ammaestrato il fedele adoratore di Dio fu data al provocatore una risposta secondo verità. Dico questo perché nessuno creda che il Signore Dio abbia detto qualcosa che contrasti con la obiettività delle cose, per il fatto che quei farisei non lo interrogavano intenzionati a credere, ma perché volevano metterlo alla prova con la loro richiesta. A noi infatti non interessa sapere come la pensassero quelli che lo interrogavano, ma quale sia stata la risposta di Cristo; non come fosse l'uomo che percosse la roccia, ma quale acqua sia da lì scaturita. ( Nm 20,8-11; Es 17,5-6 ) Pertanto nella risposta del Signore hanno da imparare gli sposati, ma altrettanto possono fare i non ancora sposati e quelli che hanno rifiutato il matrimonio per un ideale di perfezione. Su queste parole del Signore ci invita a dire qualcosa anche il tempo [ in cui viviamo ], poiché, secondo una certa opinione, questo è il tempo della fine. 3 - Le parole dell'Apostolo si riferiscono molto a proposito a noi del nostro tempo, e vanno accolte con cura maggiore, con impegno più grande e con pietà più profonda [ che non presso gli antichi ]. Del resto, fratelli, il tempo si è fatto breve. D'ora in poi quelli che hanno moglie vivano come se non l'avessero, ecc.; quelli che comprano come se non comprassero; e quelli che godono come se non godessero e quelli che usano di questo mondo come se non ne usassero. Passa infatti la conformazione di questo mondo, e io vorrei che voi foste senza preoccupazioni. ( 1 Cor 7,29-32 ) E aggiunge: Chi non ha moglie pensa alle cose di Dio, come possa piacere a Dio; chi invece è sposato pensa alle cose del mondo, come possa piacere alla moglie. ( 1 Cor 7,32-33 ) Pensare alle cose di Dio e pensare alle cose del mondo: quale grande distanza! Impossibile quindi che il raggiungimento [ della meta ] unisca coloro che nel pensiero sono così divisi. Ma ecco che uno sposato si infiamma del desiderio di votarsi alla continenza. Costui guardi alla sua comparte e veda se lo sta seguendo. Se lo segue, la prenda per mano; se non lo segue, non l'abbandoni. ( 1 Cor 7,11 ) Può darsi che lui sia in grado [ di fare quella promessa ] e lei no; o può darsi che ne sia capace lei e lui no. Ricordino che sono una sola carne. Avete ascoltato a riguardo non un uomo ma lo stesso Signore degli uomini. Rispondendo ai giudei, egli dava precetti ai cristiani, e diceva: Non avete letto che agli inizi Dio li creò maschio e femmina, e disse: " Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne "? Pertanto non sono più due ma una sola carne. ( Mt 19,4-6 ) E concludeva: L'uomo non separi ciò che Dio ha congiunto. ( Mt 19,6 ) 4 - Un'esposizione più approfondita di questo argomento potrà sembrare una mancanza di pudore, ma noi non dobbiamo ritenerci talmente in buona salute da non doverci preoccupare di chi è malato. E poi, chi siamo noi in confronto con Paolo apostolo e la sua santità? Eppure egli, mosso da caritatevole umiltà, si permise d'entrare nelle stanze nuziali con la parola di salvezza, con la medicina di Dio. La sua santità lo fece avvicinare al letto dei coniugi e gli consentì di volgere l'occhio a chi vi stava coricato. Non depose la veste della santità e poté dare consigli all'umana fragilità. Disse: Il marito renda alla moglie il debito ( 1 Cor 7,3 ) [ coniugale ]. È un debito; quindi lo renda [ al creditore ]. Allo stesso modo la moglie [ lo renda ] al marito, poiché la moglie non ha potere sul suo corpo ma ce l'ha il marito. ( 1 Cor 7,3-4 ) Ciò non deve recare sorpresa. Infatti, è vero che la donna è sottoposta all'uomo e che nell'uomo c'è il potere decisionale, mentre nella donna la rispettosa condiscendenza. Tuttavia, per quanto nelle altre cose la donna sia al servizio dell'uomo, in questo campo dell'unione dei sessi, in questo campo - ripeto - c'è uguaglianza e parità. All'Apostolo non basta quindi dire: La moglie non ha potere sul suo corpo ma ce l'ha il marito ( per motivi di decenza chiama " corpo " gli organi del sesso, volendo evitare l'oscenità! ). Egli fa anche comprendere cosa intendesse dire con le parole: Non la moglie ha potere sul suo corpo, ma il marito. Allo stesso modo non è il marito che ha potere sul suo corpo, ma la moglie. ( 1 Cor 7,4 ) In questa materia il sesso è a discrezione della sposa. Appartiene all'altra: è dovuto alla donna. 5 - In base a ciò il marito non può di suo arbitrio dire: " Io sono in grado di praticare la continenza. Se ne sei capace, fa' anche tu quello che faccio io; se non sei capace, in nessun modo m'impedirai di fare quel che [ ho deciso ] essendomi possibile ". Ma cos'è questo? Tu, marito, vorresti che vada in perdizione la tua consorte? Se infatti costei, di natura più debole e carnale, non riuscirà a contenersi, la sua volontà fiacca si darà alla fornicazione e, fornicando, finirà col dannarsi. Impensabile che la sua condanna costituisca per te una corona. Ma ribatti: " Sei nell'inganno: le cose non andranno certamente così. Non c'è motivo per dirmi che la donna cadrà nella fornicazione e così si dannerà. È poi meglio lei sola anziché tutt'e due insieme! ". Se ragioni in questo modo, ti inganni. Noi infatti non condanniamo il matrimonio; non condanniamo ciò che Dio ha congiunto: basta che l'uomo non lo separi. ( Mt 19,6 ) Ora tu sei uomo: abbracciando la continenza senza il consenso della tua sposa, da uomo qual sei, vuoi separare ciò che Dio s'è degnato di congiungere. Replica: " Ma qui è Dio che separa, poiché io agisco per [ servire ] Dio ". Certamente, se in qualche testo scritturale si leggesse che Dio abbia detto: " Se ti unisci a tua moglie, io ti condannerò ", dovresti fare quello che tu vuoi perché non siate insieme condannati. Ma siccome da un apostolo di Cristo ti senti dire: La moglie non ha potere sul suo corpo ma ce l'ha il marito. Parimenti il marito non ha potere sul suo corpo ma la moglie. Non defraudatevi a vicenda … ( 1 Cor 7,4-5 ) 6 - Paolo usa la parola defraudare nel senso di " negare il debito coniugale ", non in quello di " commettere adulterio ". Sta infatti parlando dell'obbligo scambievole che hanno gli sposi di rendersi quel tal debito e li stimola energicamente a compiere questo dovere. Mai egli avrebbe permesso l'adulterio; eppure, dopo aver detto: Non defraudatevi a vicenda, nelle parole con cui prosegue aggiunge: Se non di comune accordo e per un certo periodo di tempo. ( 1 Cor 7,5 ) Se dunque ci fosse il comune accordo, sarebbe forse lecito commettere adulteri? Per chi ritiene che le parole: Non defraudatevi a vicenda riguardano l'adulterio, che senso avranno le altre: Se non di comune accordo? È certamente un'assurdità che marito e moglie si concedano scambievolmente la facoltà di commettere adulteri. Cose come queste debbono tollerare non di rado matrone pudiche e pazienti: rientra infatti nell'ambito della castità femminile sopportare mariti di questo genere, ma non per questo il marito deve sentirsi sicuro. Anzi, deve stare molto attento perché non succeda che chi è stato prima sopportato, alla fine venga condannato. Ma la cosa che interessa noi è quanto mai chiara; le parole dell'Apostolo non hanno bisogno di spiegazioni. Quando dice: Non defraudatevi a vicenda lo dice nel senso che i coniugi non si debbono rifiutare nel rendersi a vicenda il debito coniugale, a meno che ciò non facciano se non di comune accordo e per un certo tempo, al fine - com'egli dice - di attendere all'orazione. ( 1 Cor 7,5 ) Vedete dunque come l'Apostolo prescriva una qualche continenza, o meglio un certo periodo di tempo, da viversi nella continenza, per favorire ed elevare [ a Dio ] le preghiere. Poi, mosso da quello zelo per cui non aveva esitato a portare a letto dei malati la completa salute, [ aggiunge ]: E poi tornate di nuovo insieme. ( 1 Cor 7,5 ) 7 - Dopo essere vissuti in continenza per un certo tempo al fine di attendere all'orazione, tornate di nuovo insieme. Questo comandi, o Apostolo? " Proprio questo ", risponde. Ma in questo modo, dove va a finire la pudicizia?, dove la riservatezza che promana da un'elevata santità? Risponde: " Ma io conosco il pericolo derivante dalla vostra debolezza "; e non omette d'indicare il motivo del suo suggerimento. Dice: " Vuoi sapere per qual motivo ho detto: Tornate di nuovo insieme? Perché satana non vi tenti per la vostra incapacità di contenervi ". ( 1 Cor 7,5 ) Con quel che segue vuol toglierci dalla mente l'idea che si tratti di un comando e non di una concessione. Infatti concedere una cosa a chi è debole è diverso dal comandarla come oggetto di fede. Ora egli dice: Questo dico per indulgenza. ( 1 Cor 7,6 ) Quanto vi dico, e cioè: Tornate di nuovo insieme, ve lo dico per indulgenza, non per comando. ( 1 Cor 7,5-6 ) Non lo impongo alla vostra castità, ma lo concedo alla vostra infermità [ spirituale ]. Non è una cosa da lodarsi ma da tollerarsi: è concessa per tolleranza. Infatti io vorrei che tutti fossero come me stesso, ma ciascuno ha da Dio il suo proprio dono, uno in un modo e un altro in altro modo. ( 1 Cor 7,6-7 ) Ragion per cui anche il Signore ebbe a dire: Chi può capire capisca. ( Mt 19,12 ) 8 - A questo punto qualcuno potrebbe chiedere: " Se l'Apostolo ha permesso il rapporto coniugale per indulgenza, ( 1 Cor 7,6 ) cioè per andare incontro alla debolezza umana, se ne deduce che sposarsi è un peccato. A chi infatti si concede indulgenza se non a chi ha peccato? ". Sicuramente quanto l'Apostolo concede come indulgenza alla debolezza umana, oso dire che è peccato, ma non sta lì la dignità del matrimonio. State dunque bene attenti, fratelli, nel distinguere le cose, e con la vostra attenzione venitemi in aiuto, mentre mi accingo ad affrontare questo difficilissimo testo e mi affatico dinanzi al Signore per il vostro bene. L'Apostolo dunque accorda indulgenza a chi compie quell'atto, e certamente si riferisce al rapporto carnale fra coniugi, non fra adulteri, eppure dice: Per indulgenza e non per comando. ( 1 Cor 7,6 ) " Lo tollero, non lo comando ". La persona sposata può sussumere: " O Apostolo, se mi usi indulgenza vuol dire che io pecco. Non accetto quindi che qualcuno, per affermare il valore del matrimonio, mi presenti argomentazioni di questo genere: " Le nozze sono un bene perché impediscono l'adulterio ". Io voglio che esse siano proprio un bene, non un male minore; ma colui che dice: " Ci dev'essere il matrimonio perché non ci siano adulteri, ed è per questo che esso è tollerato, che ad esso si usa indulgenza ", dice che tutt'e due le cose sono cattive. Non dice che una è buona, l'altra cattiva, ma che sono un male tutt'e due: l'una un male minore, l'altra un male maggiore ". 9 - L'Apostolo al contrario non disapprova le nozze, che sono un bene, ma l'incontinenza, che è un male. Biasimava cioè il rapporto con la moglie in quanto eccede la procreazione dei figli. Sul fine per cui ti sposi, infatti, tu devi andar a leggere le tavole della tua legge, non basarti sui miei ragionamenti. Leggile con attenzione e, se sei andato oltre i limiti del lecito, vergognati. Leggi; ascolterò anch'io. Per il tuo bene è necessario che ascolti anch'io. Senz'altro vi leggi così: " Al fine di procreare i figli ". Se dunque qualcosa va oltre [ questo limite ], viene dal maligno. ( Mt 5,37 ) Guarda, controlla, esaminati! Se non fai nulla che vada al di là di quel che è lecito fare per procreare i figli, non hai alcun bisogno di condoni da parte dell'Apostolo. Se invece fai qualcosa che oltrepassa quel limite, la tua azione è cattiva: tu commetti un peccato. Ebbene, vuoi tu sapere quale grande bene sia il matrimonio? Per quel bene che appunto è il matrimonio, anche il male dell'incontinenza diventa veniale. Si è svegliata in te la concupiscenza e tu ne sei stato vinto: sei stato preso nella rete ma non ti sei allontanato dalla moglie. Essendo stato sconfitto dall'incontinenza, saresti incorso nella pena, se in tuo favore non fossero intervenute le nozze. Se pertanto sei coniugato e non vuoi che l'Apostolo abbia ad usarti indulgenza, non oltrepassare i confini imposti dalla tua [stessa] legge. 10 - Se ancora non sei allacciato, non cercare neppure quella cosa. Infatti colui che riesce ad usare della moglie solo per procreare figli può anche non usarne affatto. Ha riportato vittoria sulla libidine; è capace di dominare i moti della carne; tiene salde in pugno le briglie della temperanza; a quel moto della carne, come si fa con i cavalli, lascia quel tanto che può concedergli la volontà, senza lasciarsi sfuggire il diritto di controllarlo. Se sei così, cioè se non sei allacciato, né legato dal vincolo nuziale, ma sei sciolto dalla moglie, non cercarti una moglie. ( 1 Cor 7,27 ) Se infatti agli sposati si dice: Il tempo si è fatto breve; per quel che rimane coloro che hanno moglie vivano come se non l'avessero, ( 1 Cor 7,29 ) per qual motivo vuoi tu ammogliarti, quando, salva la continenza, puoi fare a meno della moglie? 11 - Che bisogno c'è, infatti, che davanti a Dio si sia anche oggi obbligati a propagare il popolo dal quale nasca il Cristo, salvezza delle genti? Quando stava sviluppandosi l'antico popolo eletto, anche coloro che erano capaci di continenza erano indotti ad ammogliarsi da un fattore religioso. E così i santi patriarchi generarono figli per un dovere di pietà, e per lo stesso dovere di pietà le sante donne li partorirono, anche se tutti erano capaci di continenza. Fu un servizio reso al popolo, che doveva crescere di numero; fu un dovere. Ai nostri giorni al contrario abbonda, e dovunque, il numero delle persone in seno alle quali vengono prescelti i figli secondo lo spirito e per opera delle quali si forma il popolo consacrato a Cristo mediante l'adozione alla vita immortale ordinata all'eredità celeste. ( 1 Pt 2,9-10 ) Pertanto, i tempi di allora erano i tempi di moltiplicare gli amplessi, i nostri sono i tempi in cui bisogna astenersi dagli amplessi. ( Qo 3,5 ) Lo dice un profeta: ascoltiamolo! Per ogni cosa c'è il suo tempo: ( Qo 3,1 ) il tempo degli amplessi, il tempo di astenersi dagli amplessi. ( Qo 3,5 ) Il tempo delle profezie, tempo degli amplessi; il tempo del Vangelo, tempo di astenersi dagli amplessi. Tempo di scagliare le pietre, tempo di raccoglierle. ( Qo 3,5 ) Tempo di scagliare le pietre era quello in cui occorreva che l'umanità si propagasse. Dio infatti è talmente potente da suscitare anche da queste pietre figli di Abramo. ( Mt 3,9; Lc 3,8 ) Ma adesso perché continuare a scagliarle? Si raccolgano piuttosto quelle che un tempo furono gettate lontano! Perché le pietre si scagliassero fu detto: Maledetto colui che non mette al mondo discendenti d'Israele. ( Is 31,9 ) Perché le pietre vengano raccolte si dice: Il tempo si è fatto breve; per quel che rimane, coloro che hanno moglie siano come coloro che non l'hanno. ( 1 Cor 7,29 ) È adesso che colui che può capire capisca. ( Mt 19,12 ) Nei tempi di prima anche chi poteva capire non si assumeva l'obbligo della continenza, pur avendone in cuore la virtù. Essi infatti stavano con la moglie per piacere a Dio. Possiamo infatti credere che, se ad Abramo fosse stato chiesto di vivere in continenza, la sua grande virtù e pietà avrebbero vacillato? Come mai allora, al comando del Signore seppe offrire in sacrificio lo stesso suo erede, che Dio gli aveva dato perché diventasse adulto? Il loro tempo era dunque diverso dal nostro! 12 - Nessuno dunque dal loro operato tragga norme per sé; nessuno pensi che si estenda anche a lui l'obbligo di fare lo stesso. Chi può capire capisca! " Ma io non posso ", replica. Non puoi davvero? " No, non posso ". Ti prende in braccio, come una nutrice, l'autorità dell'Apostolo, secondo il quale, se non ce la fanno a contenersi, si sposino. ( 1 Cor 7,9 ) Facciano almeno qualcosa per arrivare ad ottenere indulgenza, quell'indulgenza che impedisce di precipitare nella pena eterna. Compiano quel che è lecito, perché venga loro perdonato quel che non è lecito. A questo alludono le parole con cui il testo prosegue: È preferibile sposarsi piuttosto che bruciare. ( 1 Cor 7,9 ) Dice: " Concedo qualcosa alla vostra incontinenza perché temo conseguenze più gravi: temo la pena eterna, temo ciò che attende ed è preparato per gli adùlteri ". Ad ogni modo, anche gli sposi che, vinti dalla passione, usano dei loro corpi oltre quel che richiede la necessità di procreare figli, pongano i loro comportamenti fra le cose per le quali preghiamo ogni giorno: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. ( Mt 6,12 ) Quelli poi che possono capire capiscano, ( Mt 19,12 ) e preghino per poter capire. La fede ottiene anche la continenza. Sapendo, dice la Scrittura santa, sapendo che nessuno può essere continente se Dio non glielo concede, e che era dono della sapienza anche il sapere da chi proviene un tal dono. ( Sap 8,21 ) Tu temi la continenza ritenendola quasi una punizione; eppure non bussi per impetrare la grazia. Non ritenerla una punizione! Quando sarai riuscito ad averla, non ti sarà un aggravio. Te ne farà dono Colui dal quale si debbono impetrare tutti i beni gratuiti. Bussa e riceverai; domanda, chiedi e troverai. ( Mt 7,7-8; Lc 11,9-10 ) La fonte versa sempre; la fede non si adagi nella pigrizia. Comunque, chi può capire capisca; ( Mt 19,12 ) quelli che non riescono a capire, se non ce la fanno a contenersi si sposino. ( 1 Cor 7,9 ) 13 - Amatevi scambievolmente! Il marito riesce a contenersi, la moglie no? Non chiedere il rapporto, ma concedilo. Tu che puoi fare a meno di chiederlo, se di fatto non lo chiedi ma lo concedi, con ciò eserciti la misericordia. Oso dirlo con assoluta sicurezza: tu compi un'opera di misericordia. Infatti, se tu non lo concedessi, la tua sposa, vinta dalla concupiscenza, potrebbe diventare adultera; e se tu, moglie, ti rifiutassi, tuo marito, vinto dalla concupiscenza, potrebbe cadere nell'adulterio. Non voglio che tu esiga per te stessa un rispetto che ti renda complice della dannazione di lui. Che dire poi se tu non pretendi il rapporto pur essendo disposta a concederlo? Questo rientra nella sfera della continenza. Infatti non lo si richiede per impulso libidinoso, ma lo si concede per misericordiosa condiscendenza. Con franchezza di' al tuo Dio: " Signore, tu conosci come in me c'è quel privilegio che tu mi hai donato, ma io ho anche ascoltato la tua parola ammonitrice, secondo la quale sei stato tu a creare e me e il coniuge, e tuo volere è che nessuno [ dei due ] vada in perdizione ". Rivolti al Signore …