Padri/Agostino/DisVari/372.txt Nella natività del Signore 1.1 - Le due nascite di Cristo La vostra fede, carissimi, che ha radunato qui questa grande moltitudine, sa che oggi è nato per noi il Salvatore. Dal Padre è una nascita perenne, dalla madre è nato una volta sola. Dal Padre senza bisogno del sesso; dalla madre senza che se ne facesse uso. Presso il Padre mancò il grembo che lo concepiva, presso la madre mancò l'unione che lascia il seme. Con la prima nascita assunse la natura del Padre, con la seconda dalla madre diffuse la grazia. Quella conservò la maestà della sostanza divina, questa assunse la condivisione della mortalità umana: in questa è venuto per diventare ubbidiente fino alla morte, ( Fil 2,6-8 ) e per vincere, morendo, la morte. Ambedue queste nascite sono ineffabili, l'una l'altra sono mirabili. Quale animo umano infatti può comprendere, quale lingua può esprimere il fatto che perennemente Cristo nasce da Dio e che d'altra parte è nato nel tempo poco fa, da una donna? Chi può capire un Padre coeterno al figlio, chi può farsi intendere se parla di una madre vergine? Quello generante senza inizio e senza fine, questa che concepisce senza sensualità e partorisce senza consumo. Ognuna delle due nascite è meravigliosa perché è divina. Sia che la mente umana consideri l'una, sia che consideri l'altra, giustamente è detto: Chi narrerà la sua generazione? ( Is 53,8 ) E noi che faremo, fratelli? Forse perché non siamo capaci di parlarne in modo adeguato dovremmo tacere? No certo. Lungi da me che la lingua del tuo servo taccia quando è il natale del Signore. Diciamo dunque quello che possiamo, quello che leggiamo. 1.2 - Lo sposo Cristo e il banchetto nuziale Il beato Davide, parlando di Cristo, dice nei Salmi: Pose la sua tenda per il sole e uscì come uno sposo dalla stanza nuziale; esultò come un gigante. ( Sal 19,6 ) Oggi uscì dal sacro talamo cioè dal nascosto e incorrotto interno delle beate viscere verginali, si fece avanti il figlio della Vergine, sposo di vergine: figlio dico di Maria e sposo della Chiesa. A tutta la Chiesa infatti parlava l'Apostolo quando diceva: Vi ho promesso ad un unico sposo per presentarvi quale vergine casta a Cristo. ( 2 Cor 11,2 ) 2.2 - Sposo e gigante A tali nozze con Cristo il padre dello sposo invitò anzitutto il popolo dei Giudei. Ma che cosa dice il Vangelo? Quelli che erano stati invitati non erano degni. ( Mt 22,8 ) Fu allora invitata la moltitudine di tutte le genti: essa riempì la Chiesa; e non ricevette dalla mensa del suo Signore vili pietanze o vini scadenti, ma gustò la carne e il sangue dello stesso pastore, dello stesso Cristo immolato. Fu ucciso alle sue nozze lo stesso Agnello innocente; fu ucciso alle nozze e cibò con la sua carne tutti quelli che aveva invitato. Ucciso preparò il banchetto; risorto celebrò le nozze. Subì volontariamente passione e uccisione. Risorto ebbe la sposa prestabilita. Nel seno della Vergine ricevette la carne umana come un pegno e sulla croce versò il suo sangue come una preziosissima dote; nella sua risurrezione e ascensione rinsaldò i suoi patti di eterno connubio. Ascese in alto infatti conducendo prigioniera la schiavitù e diede agli uomini doni. ( Sal 68,19 ) Quali doni? Lo Spirito Santo, per mezzo del quale, diffusasi la carità negli animi degli uomini, la Chiesa aderì inseparabilmente a Cristo come a suo sposo. Venne avanti oggi come sposo dal sacro talamo suo e, come segue nel Salmo, esultò come gigante che percorre la via. ( Sal 19,6 ) Venne avanti come uno sposo, esultò come un gigante. Bello e forte: bello come uno sposo, forte come un gigante. Bello per essere amato, forte per essere temuto; bello per piacere, forte per vincere. Dove si trova scritto nelle sacre Scritture che questo sposo è bello? Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo. Sulle tue labbra è diffusa la grazia. ( Sal 45,3 ) Dove si trova che ha la forza di un gigante? Il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia. ( Sal 24,8 ) Isaia aveva visto e capito in lui l'una cosa e l'altra, la bellezza e la fortezza, quando disse: Chi è costui, che viene da Edom, da Bozra con le vesti tinte di rosso, così splendido nella sua veste, nella pienezza della sua forza? ( Is 63,1 ) Questo è il profeta che è stato detto bello e forte, interpretato come sposo e gigante. 3.3 - La vita come torrente. Cristo salva dal torrente Dunque, miei carissimi, esultò come un gigante che percorre la via. ( Sal 19,6 ) Quale via se non quella mortale che si è degnato di avere in comune con noi? É la stessa via per cui passa il genere umano. Transitano per questa via quelli che vengono al mondo dalla nascita fino alla morte, fino a quando se ne allontanano. E questo fiume che è il genere umano scorre continuamente, dalle occulte vene della natura, dal suo inizio, fino alla fine. A questo fiume rapido e tumultuoso si è degnato abbeverarsi Cristo. Avete udito poco fa nel Salmo: Lungo il cammino si disseta al torrente. ( Sal 110,7 ) Questo torrente ci ha fatto venire alla nascita, ci ha condotto alla morte. Come da una segreta sorgente, Cristo sollevò l'abisso del mare. Per noi tutte e due le cose fece: nascere e morire. E perché gli uomini che si trovano nel mezzo del torrente spesso si lasciano prendere dalle attrattive e dalle lusinghe del mondo che sono avvolte dentro al fango melmoso di questo torrente e sommergono nel profondo dell'inferno coloro che, mentre passando si dissetano avidamente a queste onde, trovano la morte perché vogliono restare in un torrente che va a precipizio, e vogliono fissare il loro cammino in un terreno che sfugge loro sotto i piedi. Ma il Signore lungo il cammino si dissetò al torrente. Che cosa vuol dire che il Signore si dissetò lungo il cammino? Vuol dire che passando bevve; bevve e passò, non si fermò. Non rimase nella via dei peccatori. Ugualmente gli uomini temono la morte; perché è necessario essere precipitati nell'impeto [ tumultuoso ] di questo torrente. Cristo invece non poteva temere la morte che aveva affrontato spontaneamente. Perciò è detto: Esultò come un gigante che percorre la via. Discese [ sulla terra ] e corse. Ascese e rimase. Voi lo sapete perché siete soliti professare: " Dopo la risurrezione ascese al cielo, siede alla destra del Padre ". Della corsa di questo gigante ha detto in modo conciso e bellissimo il beato Ambrogio nell'inno che avete ora cantato. Parlando infatti di Gesù Cristo così dice: La sua uscita dal Padre, il suo ritorno al Padre, la discesa agli inferi, l'ascesa alla sede di Dio. Se noi indaghiamo perché sono state fatte queste cose, noi troveremo, miei carissimi, che sono state fatte per noi. É disceso infatti perché noi ascendessimo, è morto perché vivessimo; è risorto perché risorgessimo. É asceso al cielo perché imparassimo a sottovalutare le cose terrene e a sollevare il cuore in alto. Infine per innalzare la nostra speranza al suo seguito, sollevò anzitutto la sua carne, e perché sperassimo che questo sarebbe toccato anche a noi, ci precedette con quella natura umana che aveva assunto da noi.