Padri/Agostino/DisVari/376.txt Domenica, ottava di Pasqua 1 - L'entrare a porte chiuse è segno della divina onnipotenza del Risorto Voi, miei santi fratelli, avete udito dalla lettura del santo Vangelo che il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, dopo la sua risurrezione, entrò a porte chiuse presso i suoi discepoli. É un miracolo straordinario di cui però non ci stupiamo più se fissiamo il pensiero su Dio. La cosa stupirebbe se fosse stato solo un uomo a compierla, ma va attribuita all'onnipotenza di Dio, non a un sogno. Egli entrò a porte chiuse e, proprio per dimostrare a chi dubitasse che era carne vera, fece toccare le sue cicatrici. ( Gv 20,19-27 ) Qualcuno obietterà che è contro la natura fisica passare per una porta chiusa, come lo è anche camminare sulle acque del mare. Ma egli entrò per la porta chiusa, e mi si deve ammettere la consistenza del corpo; egli camminò sulle acque, e mi si deve ammettere il peso del corpo. Proprio per provare che questi erano segni della sua onnipotenza, egli concesse di fare lo stesso a Pietro. ( Mt 14,25-29 ) Diede ad altri la facoltà che volle dare, e mantenne per sé la facoltà che era sua propria; infatti come entrò vivo a porte chiuse, così era nato senza violare l'integrità della madre. Noi dunque, fratelli, stupendoci crediamo, credendo ubbidiamo, ubbidendo speriamo nel compimento delle promesse, se da parte nostra mettiamo in pratica i comandamenti; e a farci praticare i comandamenti ci aiuta quello stesso Signore da cui speriamo il compimento delle promesse.