Padri/Agostino/DisVari/376a.txt Domenica, ottava di Pasqua 1 - Il velo dei neobattezzati, segno della libertà. L'uomo vecchio e l'uomo nuovo Questa giornata è detta " Ottava dei nuovi nati "; a questi si toglie oggi dal capo il velo in segno della libertà da loro acquistata. Infatti la nascita spirituale comporta la libertà, mentre la nascita corporale comporta la servitù. Due sono le nascite dell'uomo: il nascere e il rinascere; la prima ci fa nascere alla fatica e alla miseria, l'altra ci fa rinascere alla pace e alla felicità eterna. Hanno oggi la loro festa i bambini: questi infanti, questi piccoli, lattanti ancora attaccati alle poppe materne, i quali, in quanto infanti, non conoscono, come vedete, quale grande grazia viene loro data oggi; ma anche tutti costoro - vecchi, uomini maturi, giovani - sono nuovi nati. L'infanzia dei primi è quella della vita vecchia dell'uomo, l'altra quella della vita nuova. Quelli che voi vedete neonati, sono nati vecchi perché l'Adamo da cui tutti nasciamo, è stato detto il nostro uomo vecchio, mentre il Cristo da cui rinasciamo, è l'uomo nuovo. Costoro dunque sono sia neonati sia rinati a una vita nuova e con il loro nascere portano in sé, se così si può dire, una vecchiezza giovane. 2 - Non sono da imitare i cattivi che, nella Chiesa, sono mescolati ai buoni Oggi i nostri nuovi nati si riuniscono agli altri fedeli e volano per così dire fuori dal nido. Ci dobbiamo rivolgere a loro mentre li generiamo alla vita nuova; dobbiamo fare come le madri dei rondinotti e dei passerotti che volano strepitando intorno ai loro piccoli, quando questi cominciano a volare fuori dal nido, e con i loro gridi li avvertono amorosamente dei pericoli. Sappiamo di molti che sono detti fedeli, ma vivono male e non fanno corrispondere la loro vita alla grazia che hanno ricevuta; lodano Dio con la loro voce, lo bestemmiano con la loro vita. Sappiamo che, tra questi molti che formano per così dire un'abbondante paglia, si trovano altri che gemono come chicchi sotto la macina, ma si consolano con la speranza del granaio. Sappiamo che nella Chiesa vi sono questi due generi di persone: è nostra speranza il vaglio nel giorno del giudizio, è nostro desiderio il raccolto del grano nella risurrezione, è nostra ardente attesa l'entrata nel granaio della vita eterna. Là non ci sarà più paglia, né ci sarà grano nella geenna. Dunque noi, fratelli, sappiamo che nella Chiesa ci sono due categorie di persone: i pii e gli empi, i buoni e i malvagi, i timorosi di Dio e gli spregiatori; ma non sappiamo a quale di queste due categorie apparterranno questi nostri nuovi nati. Loro conoscono bene che cosa auspichiamo, ma poiché l'ignoranza umana ci impedisce di sapere se quello che ci auguriamo per loro, si compirà, siamo tormentati da angustia e talora anche siamo presi da errati sospetti. Questo ci serve a imparare, qui su questa terra dove non si vive senza tentazioni. Io dunque rivolgo il mio ammonimento a voi, germogli santi, a voi che siete tenere piante nel campo del Signore; non si deve poter dire di voi quello che fu detto della vigna della casa di Israele: Speravo che facesse grappoli, ma produsse spine. ( Is 5,2 ) Dovete farvi trovare grappolo da Colui che come grappolo fu pigiato per voi. Producete uva, vivete bene; l'Apostolo dice: Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, mitezza, fedeltà, dominio di sé, castità. ( Gal 5,22 ) Questo deve trovare in voi alla sua venuta l'Agricoltore di cui siamo gli operai; è lui che vi fa crescere dentro, mentre noi sappiamo solo piantare e irrigare da fuori. Dice l'Apostolo: Né chi pianta né chi irriga è qualcosa, ma Dio che fa crescere. ( 1 Cor 3,7 ) Egli ora vede dentro in qual modo voi siete disponibili ad ascoltare, egli vede dentro come temete, o se già cominciate ad avere il timore. Quando verrà il nostro Agricoltore deve trovare in voi quello che disse l'Apostolo: Mia gioia e mia corona, voi che rimanete saldi nel Signore. ( Fil 4,1 ) 3 - Dovere di resistere alla insidie. Aiuto che viene da Dio e dai poveri Fratelli miei, figli dolcissimi, figli carissimi, prendete a modello i buoni e tenetevi lontano dai cattivi. So che persone cattive vi accosteranno, cercando d'indurvi al vizio del bere. Diranno che anche loro bevono e anche loro sono fedelissimi. So che questo avverrà, e già ne soffro e temo. Ma quando uno di voi sarà tentato, dovrà controbattere con fermezza così: Fratello, vorrei che neppure tu facessi quello che fai, ma se non riesco a tirare te verso il bene che io seguo, non voler tirare tu me a seguire il tuo male. Guai incombono sul capo di codeste persone, come già è avvenuto. Se poi un vicino o una vicina vi diranno che c'è qui un incantatore, o un guaritore, o che c'è, dove che sia, un astrologo, dichiarate che, in quanto cristiani, rifiutate come illecite tali pratiche. E se quelli ribattono di essere cristiani anche loro, rispondete che voi però vi conservate fedeli. Certo quelli che vi tentano diranno di aver ricevuto anche loro il battesimo. Ma potete rispondere che diventano strumenti del diavolo anche membra di Cristo: chi è posseduto dal nemico cerca di trascinare anche altri. É importante che chi ci tende queste insidie, ci trovi pronti. Per questo io parlo e presento testimoni, non intendo tacere; scuoto le mie vesti e quindi mi ritengo libero da responsabilità davanti al tribunale di Dio. Dirò a Dio: Signore, non ho taciuto, non ho riposto, nascondendolo, il talento che mi hai dato, ma l'ho impiegato. Poiché appunto lui potrebbe dire: Servo malvagio, tu avresti dovuto impiegarlo, e io lo esigerei, ( Mt 25,26-27 ) ecco - dirò - Signore, l'ho impiegato, e tu ora esigilo Nel caso poi che siate tentati da una cattiva abitudine della vita precedente, non vi manca a chi rivolgervi, ed è un amico più potente del vostro nemico. Per questo a lui vi rivolgete pregando e piangendo, e dite: Non indurci in tentazione. E vi invito a osservare anche quello che è detto prima: Rimetti a noi i nostri debiti, e mettere in pratica anche quello che è detto poi: così come noi li rimettiamo ai nostri debitori. ( Mt 6,13 ) Fate elemosina, e riceverete elemosina. Perdonate, e sarete perdonati. Donate, e vi sarà donato. Ascoltate Dio che dice: Perdonate e vi sarà perdonato, date e vi sarà dato. ( Lc 6,37-38 ) Dovete avere ben presenti nella vostra mente i poveri. Lo dico a tutti: Fate elemosina, fratelli, fatela e non andrà perduta. Fidatevi di Dio. Non dico solo che non andrà perduto quello che fate per i poveri, ma vi dico addirittura che solo questo non va perduto, mentre va perduto tutto il resto. Vediamo se oggi sapete rallegrare i poveri. Voi siete per loro come granai: possa Dio darvi di che dare. E vi perdoni se mai pecchiate. Riponete elemosine nel cuore dei poveri, e diventeranno preghiere per voi al Signore. ( Sir 29,15 ) A lui onore e gloria nei secoli. Amen.