Padri/Agostino/DisVari/395.txt L'Ascensione del Signore 1 - La speranza cristiana Oggi celebriamo l'Ascensione al cielo del Signore. Cerchiamo di non ascoltare invano [ l'invito ]: " In alto il cuore " e con tutta l'anima saliamo con lui secondo l'ammaestramento dell'Apostolo che dice: Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo seduto alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. ( Col 3,1-2 ) In terra ci sia la necessaria operosità, ma in quanto al cielo volontà di ascensione. Qui la speranza, lì la realtà. Ma verrà tempo in cui questa realtà sarà presente. Quando la realtà sarà presente lì non ci sarà più la speranza, né qui né lì. Non perché la speranza sia vana, ma perché essa è finita quando si è compiuta nella realtà. Infine ascoltate quello che dice l'Apostolo sulla speranza: Nella speranza - dice - noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, una volta che è raggiunto, non è più speranza; infatti ciò che uno già vede come potrebbe sperarlo? Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. ( Rm 8,24-25 ) Osservate nel campo delle stesse cose umane e riflettete che se qualcuno spera di avere una moglie è segno che ancora non ce l'ha. Infatti, se l'avesse, a che pro spererebbe? Ha infatti sposato la donna che sperava e ormai non spera più. La speranza dunque finisce con gioia quando si realizza ciò che si sperava. Un pellegrino spera di ritornare in patria; vi spera finché non vi giunge; una volta giunto ha finito di sperare. La realtà infatti è successiva alla speranza. Felicemente finisce la speranza quando si ottiene ciò che si sperava. Ora dunque, carissimi, a proposito dell'invito che vi è stato fatto di tenere in alto il cuore, questo significhi che noi proprio col cuore solleviamo i pensieri a quella futura vita. E cerchiamo di vivere bene qui per poter vivere là. 2 - Il corpo mistico Ecco dunque quanto è grande la condiscendenza del Signore nostro! Egli ci ha fatto e poi è disceso fino a noi perché noi eravamo caduti lontano da lui. E per venire fino a noi egli è disceso, non è anche lui caduto. Se dunque è disceso ci ha innalzato. Egli, il nostro capo, ci ha sollevato in quanto siamo suo corpo: dove è lui seguiranno anche le membra. Perché dove precede il capo vengono dietro le membra. Egli è il capo, noi siamo le membra. Egli è in cielo, noi in terra. É forse lontano da noi? No di certo. Se interroghi gli spazi, è lontano, se interroghi l'amore è con noi. Se non fosse con noi non direbbe, nel Vangelo: Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo. ( Mt 28,20 ) Se non è con noi saremmo bugiardi quando vi diciamo: " Il Signore è con voi ". E se non fosse con noi non avrebbe gridato dal cielo, quando Saulo perseguitava non lui ma i suoi santi, i suoi servi, o, per dirla più familiarmente, le sue membra: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ( At 9,4 ) Ecco, io sono qui in cielo, tu in terra, fra i persecutori. Perché dice: mi? Perché mie membra: e, attraverso le mie membra, ci sono io lì. Se soltanto un piede ti viene calpestato, non per questo la lingua tace. Colui dunque da cui fu fatto il cielo e la terra, discese sulla terra per colui che creò dalla terra e, partendo da qui, sollevò al cielo la terra. Quello dunque che è avvenuto in precedenza in lui, speriamolo per noi per la fine dei secoli. Ci darà quello che ha promesso: ne siamo sicuri, ci ha fatto garanzia, lo ha fatto scrivere nel Vangelo; manterrà la promessa. Ma è ancor più quello che ha speso per noi. Chi già ci ha dato la sua morte non pensiamo che ci darà anche la sua vita? Ha sopportato per noi le umiliazioni della sua passione, le ingiurie, le contumelie, tutti gli affronti più indegni, sulla terra; non ci darà il regno, la felicità, l'immortalità, l'eternità? Ha sopportato i nostri mali. Non ci darà i suoi beni? Andiamo sicuri verso questa speranza, perché chi promette è verace. E viviamo in modo da potergli dire a fronte alta: " Abbiamo fatto ciò che hai comandato, ricambia quello che hai promesso ".