Padri/Agostino/EspSalmi/033_3.txt Salmo 33 (32) Discorso 2 1 - È faticoso sia annunziare che ascoltare la parola della verità. Ma sopportiamo di buon animo questa fatica, fratelli, se ci ricordiamo delle parole del Signore e della nostra condizione. Perché, fin dall'origine stessa del genere umano l'uomo ha udito, non da un uomo ingannatore né dal diavolo seduttore, ma dalla stessa verità, dalla bocca di Dio, le parole: Nel sudore del tuo volto mangerai il pane. ( Gen 3,19 ) Ebbene, se pane nostro è la parola di Dio, sudiamo nell'ascoltarla, se non vogliamo morire nel digiunare. Pochi versi delle prime parti di questo salmo sono stati spiegati or non è molto nella solennità delle trascorse vigilie; ascoltiamo quanto resta. 2 - La misericordia del Signore Da qui dunque comincia la parte che rimane e che abbiamo ora cantato. Della misericordia del Signore piena è la terra. Con la parola del Signore furono stabiliti i cieli. È come dire: Con la parola del Signore furono consolidati i cieli. Aveva detto precedentemente: Bene cantate a Lui nel giubilo: cioè cantate a Lui in modo ineffabile. Perché retta è la parola del Signore e tutte le sue opere nella fede. Niente promette che non dia; Egli si è fatto fedele debitore, sii tu un esigente esattore. Poi, dopo aver detto: Tutte le sue opere nella fede, aggiunge il perché: Egli ama la misericordia e il giudizio. Colui dunque che ama la misericordia, ha pietà. Ma Colui che ha pietà potrebbe promettere e non dare, quando avrebbe potuto dare anche senza promettere? Dunque, poiché ama la misericordia, necessariamente mantiene ciò che promette; e poiché ama il giudizio, necessariamente esige ciò che ha dato. Perciò lo stesso Signore dice a un certo servo: Tu avresti dovuto versare il mio denaro a credito, ed io, al mio ritorno, lo avrei riscosso con gli interessi. ( Lc 19,23 ) Ecco cosa dobbiamo ricordare per comprendere ciò che abbiamo ora ascoltato. Egli stesso infatti nel Vangelo, in un altro passo, dice: Io non giudico nessuno: la parola che ho detto loro, essa stessa li giudicherà nell'ultimo giorno. ( Gv 8,15; Gv 2,48 ) Non trovi scuse chi non vuole udire, quasi non vi sia nulla che da lui possa esigere il Signore; lo esigerà infatti ugualmente, perché costui non ha voluto ricevere quando gli era dato. Una cosa è infatti non poter ricevere, un'altra non volere; là vi è la scusa della necessità, qui una colpa volontaria. Dunque: Tutte le sue opere sono nella fede; egli ama la misericordia e il giudizio. Accogliete la misericordia, temete il giudizio, cosicché, quando egli verrà per chiederci conto, non ce lo chieda in modo da lasciarci a mani vuote. Perché egli chiede quanto dovuto; avutolo, dona l'eternità. Accogliete dunque la misericordia, fratelli, accogliamola tutti. Nessuno di noi dorma nell'accoglierla, se non vuole essere violentemente svegliato per restituire. Accogliete la misericordia; così a noi grida Dio, come se, in tempo di carestia, ci fosse detto: Accogliete il grano. Se tu udissi queste parole in tempo di carestia, sicuramente correresti, spinto dallo stimolo del bisogno; andresti di quà e di là, cercheresti donde ricevere quel che è stato detto di accogliere. E una volta trovatolo quanto indugeresti? Quale tempo perderesti: Così ora ci viene detto: Accogliete la misericordia. Perché Egli ama la misericordia e il giudizio. Quando l'hai accolta, usane bene; così potrai rendere un buon conto, quando giungerà il giudizio di Colui che ora in questa carestia ti elargisce misericordia. 3 - [v 5.] Non voglio che tu mi chieda: Donde la ricevo? dove devo andare? Ricordati che hai cantato: Della misericordia del Signore piena è la terra. Dov'è che ormai non viene annunziato il Vangelo? Dov'è che tace la parola del Signore? Dove viene meno la salvezza? Ma è necessario che tu voglia accoglierla: pieni sono i granai. Questa stessa pienezza ed abbondanza non hanno aspettato che tu venissi, ma esse stesse sono venute a te che dormivi. Non è stato detto: Si levino le genti e convengano in un medesimo luogo; ma queste cose sono state annunziato alle genti ove esse si trovavano, affinché così si compisse la profezia che dice: Lo adorerà ciascuno dal suo luogo. ( Sof 2,11 ) 4 - [v 6.] Della misericordia del Signore piena è la terra. E che diremo dei cieli? Ascolta. Non c'è bisogno della misericordia, laddove non c'è miseria. Nella terra abbonda la miseria dell'uomo, e sovrabbonda la misericordia di Dio; della miseria dell'uomo piena è la terra e piena è la terra della misericordia del Signore. I cieli dunque, dove non c'è misericordia, forse che, non avendo bisogno della misericordia, non hanno bisogno neppure del Signore? Tutte le cose hanno bisogno del Signore, sia le miserabili che le felici. Senza di lui il misero non si rialza, senza di lui il felice non si sostiene. Ebbene, perché per caso tu non ti chieda che accade dei cieli, avendo udito: Della misericordia del Signore piena è la terra, ascolta come anche i cieli abbiano bisogno del Signore: Con la parola del Signore furono consolidati i cieli. Non da se stessi si sono costruiti, né da se stessi i cieli si sono dati la propria stabilità. Con la parola del Signore furono consolidati i cieli e dallo Spirito della sua bocca tutta la loro forza. Nulla si sono dati da sé, ma tutto in sovrappiù hanno ricevuto dal Signore. Infatti dallo Spirito della sua bocca, non [ deriva ] una parte, ma tutta la loro forza. 5 - In effetti, fratelli, considerate come la stessa opera sia del Figlio e dello Spirito Santo. Non dobbiamo per negligenza dimenticarlo, dietro l'influsso di certi che distinguono iniquamente e confondono in modo perturbatore. Perché in entrambi i casi si cade in errore. Costoro, distinguendo con malizia, confondono la creatura con il Creatore; e pur essendo lo Spirito di Dio creatore, lo annoverano tra le creature. Costoro distinguono e confondono; siano confusi, in modo che si convertano. Ascolta come unica sia l'opera del Figlio e dello Spirito Santo. Il Verbo, non v'è dubbio, è il Figlio di Dio, e lo Spirito della sua bocca è lo Spirito Santo. Col Verbo, cioè con la parola del Signore i cieli furono consolidati. Ma che cosa significa essere consolidati, se non avere stabile e solida fortezza? E dallo Spirito della sua bocca tutta la loro fortezza. Si potrebbe anche dire: con lo Spirito della sua bocca i cieli furono consolidati e dal Verbo del Signore tutta la loro fortezza. Perché tutta la loro fortezza è lo stesso che dire furono consolidati. Questo fanno il Figlio e lo Spirito Santo. Forse lo hanno fatto senza il Padre? Ma chi opera per mezzo del suo Verbo e del suo Spirito, se non Colui di cui è il Verbo e lo Spirito? Questa Trinità è dunque un solo Dio, adorato da chi sa adorare, e che ha ovunque chi a Lui si converte. Poiché non è Lui ad esser cercato dai lontani, ma Egli stesso chiama quanti si sono distolti [ da Lui ], perché a Lui si convertano. 6 - Lasciamo da parte, o fratelli, quei cieli superiori sconosciuti a noi che ci affatichiamo sulla terra e che cerchiamo di immaginarli in qualche modo con ipotesi umane; tralasciamo dunque tali cieli la cui conoscenza supera le nostre capacità e a cui tuttavia ci sforziamo di giungere [ per comprendere ] in qual modo siano tra loro sovrapposti, o quanti siano, o in qual maniera siano distinti, da chi siano abitati, da quali norme siano governati, in qual modo ivi un unico inno, che mai viene meno e cantato da tutti, innalzi lodi a Dio. Ivi è la nostra patria, della quale forse, per il lungo esilio, ci siamo dimenticati. La nostra voce infatti echeggia in quel salmo: Ohimé, quanto si è prolungata la mia peregrinazione! ( Sal 120,5 ) Perciò di quei cieli è per me difficile se non proprio impossibile trattare e per voi ascoltare. Chi mi ha prevenuto nella comprensione di queste cose, goda di avermi preceduto, e preghi per me affinché anch'io lo segua. Intanto, messi da parte questi cieli, ho in mente altri cieli di cui ora vorrei in qualche modo parlare, quei cieli a noi prossimi, che sono i santi Apostoli di Dio, annunziatori della parola di verità; da questi cieli noi siamo stati irrorati affinché la messe della Chiesa germini per tutto il mondo; sebbene per ora essa beva insieme con la zizzania la comune pioggia, non avrà tuttavia comune il granaio con la zizzania. 7 - Orbene, essendo stato detto: Della misericordia del Signore piena è la terra; ora quasi tu avessi chiesto in qual modo la terra è piena della misericordia del Signore, [ ti viene risposto ]: Innanzitutto sono stati mandati i cieli per diffondere la misericordia del Signore sulla terra, anzi su tutta la terra. Osserva infatti che cosa di tali cieli è detto altrove: I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento annunzia le opere delle sue mani. I cieli e il firmamento sono la stessa cosa. Il giorno passa la parola al giorno, e la notte alla notte annunzia la conoscenza. Annunzio incessante, che non tace. Ma dove hanno annunziato, e fino a dove sono giunti? Non vi sono parole, né discorsi, dei quali non si odano le voci. Ma questo si riferisce al fatto che hanno parlato le lingue di tutti in un solo luogo. ( At 2,4 ) Parlando le lingue di tutti, hanno adempiuto quanto è stato detto: Non vi sono parole né discorsi dei quali non si odano le voci. Ma domando fino a dove sarà giunta la loro voce che parla in tutte le lingue, fin dove avrà riempito la terra. Ascolta dunque quanto segue: In tutta la terra è uscita la loro voce, e sino ai confini della terra le loro parole. ( Sal 19,2-5 ) Di chi se non dei cieli che narrano la gloria di Dio? Orbene, se in tutta la terra è uscita la loro voce, e sino ai confini della terra le loro parole, chi li ha mandati ci indichi cosa ci hanno annunziato. Sicuramente ce lo indica e con fedeltà; perché Colui le cui opere sono tutte compiute nella fede ci ha preannunziato le cose future prima che accadessero. Infatti è risorto dai morti e, riconosciuto dai suoi discepoli al tocco delle sue membra, ha detto: Era necessario che Cristo soffrisse, e risorgesse dai morti nel terzo giorno, e che fosse in suo nome predicata la penitenza e la remissione dei peccati. Donde e fino a dove? Tra tutte le genti - dice - cominciando da Gerusalemme. ( Lc 24,46.47 ) Fratelli, quale più abbondante misericordia aspettiamo tutti dal Signore, se non la remissione dei nostri peccati? Ebbene, essendo la remissione dei peccati la immensa misericordia del Signore, ed avendo il Signore predetto che tale remissione dei peccati sarebbe stata annunziata a tutte le genti: della misericordia del Signore piena è la terra. Di che cosa è piena la terra? Della misericordia del Signore. Perché? Perché ovunque Dio rimette i peccati, avendo mandato i cieli ad irrorare la terra. 8 - Ed in qual modo questi stessi cieli hanno osato andare fiduciosamente [ per il mondo ], e divenire, da uomini infermi quali erano, cieli, se non perché per la parola del Signore i cieli furono consolidati? Donde avrebbero tratto tanta forza le pecore in mezzo ai lupi se non perché dallo Spirito della sua bocca [ procedette ] ogni loro virtù? Ecco - ha detto - vi mando come pecore in mezzo ai lupi. ( Mt 10,16 ) O Signore misericordiosissimo! Sicuramente tu fai questo perché della tua misericordia sia piena la terra. Se dunque sei così misericordioso da riempire la terra di misericordia, guarda chi mandi, osserva dove mandi. Dove mandi, ripeto, e chi mandi? Pecore in mezzo ai lupi. Chi resiste ad un lupo mandato in mezzo ad una folla di pecore? Chi non si turba [ alla sua vista ], se non fosse perché quello si sazia presto? Infatti divora ogni cosa. Tu mandi i deboli in mezzo ai crudeli? Li mando, dice, perché divengano cieli ed irrorino la terra. Come possono uomini infermi diventare cieli? Ma dallo Spirito della sua bocca ogni loro virtù. Ecco, i lupi vi cattureranno, vi trascineranno prigionieri, vi daranno in mano ai principi a cagione del mio nome. Ma già voi armatevi. Con la vostra virtù? Niente affatto. Non pensate a quello che dovete dire; non siete voi infatti che parlate, ma è lo Spirito del Padre che parla in voi, ( Mt 19,20 ) perché dallo Spirito della sua bocca ogni loro virtù. 9 - Utilità delle persecuzioni e dei castighi Tutte queste cose sono accadute; gli Apostoli sono stati mandati ed hanno subito le persecuzioni. Forse che noi ora ne sopportiamo altrettante per udire queste cose, quante essi per seminarle? No di certo. Sarà dunque infruttuosa, fratelli, la nostra fatica? Neppure. Vedo la vostra ressa, ma anche voi vedete il nostro sudore. Se sopportiamo, con Lui regneremo. ( 2 Tm 2,12 ) Ecco, tutto questo è accaduto. Di quelle pecore mandate in mezzo ai lupi, noi celebriamo la memoria dei martiri. Questo luogo, quando il corpo del beato Martire fu colpito, era pieno di lupi; una sola pecora prigioniera ha vinto tanti lupi, e la pecora uccisa ha ricolmato di pecore il luogo. Incrudeliva allora il mare dei persecutori con i suoi enormi flutti, ed il cielo di Dio era sbattuto su un'arida spiaggia. Ma ora, grazie a ciò che hanno subìto coloro che spezzarono la schiera [ dei nemici ], il nome di Cristo è glorificato; ed ha fatto suoi anche gli stessi potenti, camminando sulle teste dei flutti rigonfi. E, poiché sono accadute queste cose, credete forse che anche ora non si dolgano, non fremano coloro che, ancora non credenti, vedono le nostre riunioni, le nostre celebrazioni, le nostre solennità, le lodi ormai manifeste e pubbliche che eleviamo al nostro Dio? Ma si adempie ora ciò che di costoro è stato detto: Il peccatore vedrà e si adirerà. Perché dunque, perché si adirerà? Non temere, o pecora, il lupo. Non temete ora le loro minacce e i loro complotti. Si adira; ma che cosa segue? Digrigna i denti e si consuma. ( Sal 112,10 ) 10 - [vv 7.9.] Ebbene, poiché ora l'acqua salata del mare, quella che è rimasta, non osa incrudelire contro i cristiani, ma l'occulto mormorio tra sé si rode e rinserrata nella pelle mortale freme la salsedine tenuta prigioniera, osservate quanto segue: Riunendo come in un otre le acque del mare. Prima il mare incrudeliva con i suoi flutti scatenati, mentre ora è esacerbato perché chiuso entro i petti mortali: a far ciò è stato Colui che ha vinto i flutti, che ha posto allora al mare dei confini, ( Pr 8,29 ) in modo che, rivolgendosi in se medesime, ne fossero ridotte le ondate. Egli stesso ha riunito l'acqua del mare come in un otre; la pelle mortale ricopre l'amaro pensiero. Temendo per la loro pelle, tengono dentro ciò che non osano gettar fuori. Perché identica è la loro amarezza; come hanno odiato, così augurano il male. Ma ciò che allora apertamente incrudeliva, ora trama di nascosto: che altro dirò di più di quanto è detto: Digrigna e si consuma? Proceda dunque la Chiesa, cammini; la via è stata tracciata, i nostri lastricati sono stati fortificati dall'Imperatore. Fervidamente affrettiamoci sulla via delle buone opere, perché questo è il nostro andare. E se talvolta si presenta l'urgere delle tentazioni là dove non ce lo aspettavamo, perché già come in un otre erano riunite le acque del mare, comprendiamo che il Signore fa ciò per educarci, per scuotere di dosso a noi la mal riposta sicurezza riguardo alle cose temporali, per dirigerci al suo Regno con sereno desiderio. Questo desiderio è suscitato ora dalle tribolazioni che dall'una e dall'altra parte ci colpiscono, affinché risuoniamo melodiosi alle orecchie del Signore, come duttili trombe. Infatti nei salmi è detto anche che dobbiamo lodare Dio in duttili trombe. ( Sal 98,6 ) La tromba è fatta duttile con il martello, e del pari il cuore cristiano si protende a Dio nel dolore delle angustie. 11 - Ricorderemo dunque, fratelli, che già in questi tempi, nei quali l'acqua del mare è riunita come in un otre, non manca a Dio di che insegnarci per correggerci, quando abbiamo bisogno di essere corretti. Per questo così prosegue: Ponendo gli abissi nei forzieri. Chiama forzieri di Dio il segreto di Dio. Egli conosce i cuori di tutti, sa che cosa dire al momento giusto, in che modo dirlo, quanto potere dare ai malvagi contro i buoni, onde sottoporre i malvagi al giudizio ed istruire i buoni. Sa come fare tutto questo Colui che pone gli abissi nei forzieri. Si compia dunque quanto segue: Tema tutta la terra il Signore. Non si glori la superba letizia con temeraria esultanza, dicendo: Ormai è già riunita come in un otre l'acqua del mare; chi mi farà qualcosa? chi oserà nuocermi? Non sai che Egli ha posto gli abissi nei forzieri, non sai come il Padre tuo proferirà quel che è necessario per castigarti? Colui che per la tua educazione possiede i tesori dell'abisso, con questi ti istruisca per i tesori del cielo. Torna dunque al timore, tu che già camminavi sicuro. Esulti la terra, ma anche tema. Esulti: perché? Perché della misericordia del Signore piena è la terra. Tema: perché? Perché tanto ha riunito nell'otre le acque del mare, da porre nei forzieri gli abissi. Si compia dunque riguardo a ciò quanto altrove è detto brevemente di ambedue le cose: Servite il Signore nel timore, ed esultate a Lui con tremore. ( Sal 2,11 ) 12 - Tema tutta la terra il Signore; e da Lui siano smossi tutti coloro che abitano l'orbe della terra. Non temano un altro al suo posto: Da lui siano smossi tutti coloro che abitano l'orbe della terra. Una fiera incrudelisce? Temi Dio. Il serpente ti insidia? Temi Dio. L'uomo ti odia? Temi Dio. Il diavolo ti aggredisce? Temi Dio. Perché ogni creatura è soggetta a Colui che ti si ordina di temere. Perché Egli ha detto e [ le cose ] sono state fatte; ha comandato e sono state create. Questo aggiunge il salmo. Dopo aver detto: Da lui siano smossi tutti coloro che abitano l'orbe della terra, affinché l'uomo non volga il suo timore verso qualcos'altro, e, allontanandosi dal timore di Dio, tema qualche creatura al suo posto ed adori ciò che è stato creato trascurando Colui che ha creato, ci conferma nel timore di Dio, come se dicesse e ci rivolgesse queste parole: Perché avrai timore di qualcosa che appartiene al cielo, o alla terra, o al mare? Egli ha detto e [ le cose ] sono state fatte; ha comandato e sono state create. Colui che ha detto e le cose sono state fatte, ha comandato e le cose sono state create, quando comanda si muovono, quando comanda stanno in quiete. La malvagità degli uomini può ben avere un suo proprio desiderio di fare il male: ma non ne ha il potere se Egli non lo concede. Non c'è infatti potestà se non da Dio: ( Rm 13,1 ) indiscutibile è questa sentenza dell'Apostolo. Non ha detto: Non c'è desiderio se non da Dio. C'è infatti un malvagio desiderio, che non deriva da Dio; ma questo malvagio desiderio non fa male a nessuno, se Egli non lo permette. Non c'è - dice - potestà se non da Dio. Donde l'Uomo-Dio, ergendosi dinnanzi all'uomo, dice: Non avresti potere su di me se non ti fosse stato dato dall'alto. Quello giudicava, questi insegnava: mentre era giudicato insegnava, per giudicare coloro cui aveva insegnato. Non avresti - dice - potere su di me se non ti fosse stato dato dall'alto. ( Gv 19,11 ) Che significa? Soltanto l'uomo non ha potestà se non quando l'ha ricevuta dall'alto? Ma perché il diavolo stesso non ha osato togliere una sola pecorella al santo uomo Giobbe senza aver prima detto: Allunga la tua mano, cioè dammi il potere di farlo? Il diavolo voleva, ma il Signore non permetteva; quando il Signore permise, il diavolo poté. Dunque non lui ebbe potere, ma Colui che glielo permise. Perciò, bene ammaestrato, lo stesso Giobbe non ha detto, come noi siamo soliti dire: Il Signore ha dato e il diavolo ha tolto; ma ha detto: Il Signore ha dato e il Signore ha tolto; come al Signore è piaciuto, così è stato fatto; ( Gb 1,11.21 ) non: come al diavolo è piaciuto. State attenti dunque, fratelli miei, dato che con tanta fatica mangiate il salutare e necessario pane, state attenti a non temere nessuno che non sia il Signore. Al di fuori del Signore non temere nessun'altro, questo ti dice la Scrittura. Tema dunque tutta la terra il Signore, che ha posto gli abissi nei suoi forzieri. Da Lui infatti siano smossi tutti coloro che abitano l'orbe della terra. Perché Egli ha detto e [ le cose ] sono state fatte; ha comandato e sono state create. 13 - [v 10.] Ormai sono scomparsi i re malvagi, sono divenuti buoni; hanno creduto anch'essi, già portano sulla fronte il segno della croce di Cristo, segno più prezioso di qualsiasi gemma della loro corona; e coloro che incrudelivano sono stati annientati. Ma chi ha fatto tutto questo? Forse tu, tanto da inorgoglirtene? Il Signore sventa i disegni delle genti, manda a vuoto i pensieri dei popoli e respinge i progetti dei potenti. Essi dissero: Spazziamoli via dalla terra, non esisterà più il nome cristiano se così avremo fatto; e di conseguenza siano essi uccisi torturati, siano inflitti loro supplizi d'ogni sorta. Tutto questo fu detto, eppure tra tutte queste cose la Chiesa è cresciuta. Manda a vuoto i pensieri dei popoli e respinge i progetti dei potenti. 14 - [v 11.] Ma il disegno del Signore resta in eterno, i pensieri del suo cuore nei secoli dei secoli. È una ripetizione dello stesso concetto. Ciò che prima chiama disegno, chiama poi pensieri del cuore; e come prima dice resta in eterno, poi ripete nei secoli dei secoli. La ripetizione equivale ad una conferma. Ma non crediate, fratelli, che abbia detto pensieri del cuore come se Dio se ne stesse seduto a pensare sul da farsi e a valutare quale decisione deve prendere e quale scartare. Sono tue, o uomo, queste lentezze; velocissima corre la sua parola. Come può esservi ritardo di pensiero in quel Verbo, che è uno e abbraccia in sé tutte le cose? Si parla di pensieri di Dio affinché tu capisca, affinché tu osi, secondo le tue forze, elevare il tuo cuore almeno a delle parole comprensibili alla tua debolezza, dato che la verità in se stessa è molto al disopra di te. I pensieri del suo cuore nei secoli dei secoli. Quali sono i pensieri del suo cuore, e qual è il disegno del Signore che resta in eterno? Contro questo disegno perché le genti hanno mormorato e i popoli hanno tramato invano? ( Sal 2,1 ) Poiché il Signore manda a vuoto i pensieri dei popoli, e respinge i disegni dei potenti. In che senso dunque il disegno del Signore resta in eterno, se non perché ha già saputo e predestinato in anticipo riguardo a noi? ( Ef 1,4 ) Chi può negare la predestinazione di Dio? Prima della creazione del mondo ci ha visti, ci ha creati, ci ha corretti, ha mandato [ il Figlio suo ] a noi, ci ha redenti; questo è il suo disegno che resta in eterno, questo è il suo pensiero che rimane nei secoli dei secoli. Hanno mormorato allora le genti apertamente scatenate ed incollerite; tentino pure di contaminarci ora che sono come rinchiuse e raccolte in un otre; ebbero allora la libertà di agire temerariamente; abbiano pure ora micidiali e amari pensieri. Come possono distruggere ciò che egli ha pensato, e che rimane in eterno? 15 - [v 12.] Ciò che rende l'uomo migliore Ma che significa questo? Beato il popolo. Chi, udendo queste parole, non presta attenzione? Tutti amano infatti la beatitudine; e perciò perversi sono gli uomini che vogliono essere malvagi, mentre non vogliono essere infelici; e siccome indivisibile compagna della malvagità è la miseria, tali perversi non solo vogliono essere malvagi ma non miseri, il che è impossibile, ma addirittura vogliono essere malvagi per non essere infelici. Che vuol dire quanto ho detto: Dunque vogliono essere malvagi, per non essere infelici? Applicate un po' queste parole a tutti gli uomini che compiono il male: sempre vogliono essere felici. Costui ruba: ti chiedi perché? Per fame, o per bisogno. Dunque, per non essere misero è malvagio; e perciò è ancora più misero, perché è malvagio. Orbene, per scacciare la miseria e ottenere la felicità, tutti gli uomini compiono sia il bene che il male: sempre infatti vogliono essere felici. Sia che vivano male, sia che vivano bene, vogliono essere felici, ma non capita a tutti essere ciò che tutti vogliono. Perché tutti vogliono essere felici, ma non lo saranno se non quelli che avranno voluto essere giusti. Ecco qui qualcuno che operando il male vuole essere felice. In che modo? Con il denaro, con l'argento e l'oro, con i poderi, con le proprietà, con le case, con gli schiavi, con la pompa del secolo, con gli onori effimeri e perituri. Possedendo qualcosa vogliono essere felici: tu cerca piuttosto ciò che è necessario per essere felice. Essendo felice sarai senza dubbio migliore di quando sei misero. Ma non può accadere che una cosa peggiore ti faccia migliore. Sei un uomo: è peggiore di te quanto desideri e con cui brami di essere felice. L'oro, l'argento, ed ogni cosa corporea che tanto brami acquistare, possedere, godere, sono inferiori a te. Tu sei migliore, tu sei preferibile; eppure vuoi essere migliore di quanto sei, dato che vuoi essere felice mentre sei misero. Infatti, essere felice è meglio che essere misero. Vuoi essere migliore di te stesso, e cerchi, ti dai da fare per divenirlo con quelle cose che di te sono peggiori. Tutto quanto cercherai in terra è peggiore di te. È questo che ogni uomo desidera per il suo amico, così lo scongiura: Sii veramente migliore, cosicché, vedendoti veramente migliore, possiamo veramente godere per te. E anch'egli vuole ciò che desidera per l'amico. Accetta il fedele consiglio. Tu vuoi essere migliore, lo so, tutti lo sappiamo tutti lo vogliamo: ebbene, cerca ciò che è migliore di te, per divenire migliore di quanto sei. 16 - È Dio che rende l'uomo migliore Guarda ora il cielo e la terra: non ti piacciano queste belle cose corporali tanto da voler essere felice in esse. Nella tua anima è ciò che cerchi. Vuoi essere beato: cerca nella tua stessa anima quel che è migliore. Infatti, essendo in te stesso anima e corpo e dato che di questi due è migliore quella che è detta anima, il tuo corpo può divenire migliore per mezzo di ciò che è migliore di lui: infatti il corpo è soggetto all'anima. Può dunque il tuo corpo farsi migliore per mezzo dell'anima tua, in modo che, se la tua anima sarà stata giusta, sia poi immortale anche il tuo corpo. Per l'illuminazione dell'anima, infatti, il corpo si meriterà l'incorruttibilità, per cui grazie al migliore anche l'inferiore sarà restaurato. Se dunque il bene del tuo corpo è la tua anima poiché è migliore del tuo corpo, quando cerchi il tuo bene cerca ciò che è migliore della tua anima. Ma che cos'è la tua anima? Stai bene attento, perché non avvenga che, disprezzando la tua anima, e ritenendola cosa vile e di poco conto, tu non cerchi cose di essa più vili con cui renderla felice. Nella tua anima è l'immagine di Dio; la mente dell'uomo la contiene. Ha ricevuto questa immagine e, piegandosi al peccato, l'ha scolorita. Ad essa è venuto come riformatore colui che prima fu il suo formatore: poiché per mezzo del Verbo tutte le cose sono state fatte, e per mezzo del Verbo tale immagine è stata impressa. È venuto il Verbo medesimo, come abbiamo udito dall'Apostolo: Trasformatevi nella novità della vostra mente. ( Rm 12,2 ) Non ti resta dunque che cercare ciò che è migliore della tua anima. E cosa sarà, di grazia, se non il tuo Dio? Non trovi altro che sia migliore dell'anima tua; perché quando la tua natura sarà perfetta, sarà uguagliata agli angeli. Al di sopra non c'è altro che il Creatore. Elevati dunque a Lui, non disperarti, non dire: È molto lontano da me. Ti è molto più difficile, probabilmente, l'avere l'oro che cerchi. Anche se desidererai l'oro, forse non l'otterrai: se invece desidererai Dio, lo otterrai; perché ancor prima che tu lo volessi Egli è venuto a te, sebbene la tua volontà si opponesse a Lui ti ha chiamato, quando ti sei convertito ti ha riempito di timore, e quando, atterrito, lo hai confessato, ti ha consolato. Colui che ti ha dato ogni cosa, che ti ha fatto esistere, che anche ai malvagi che ti circondano dona il sole, dona la pioggia, dona i frutti, le sorgenti, la vita, la salute e tanto grandi consolazioni, riserba per te qualcosa che non darà ad altri se non a te. E che cosa ti riserba se non se stesso? Chiedi un'altra cosa, se hai trovato di meglio: Dio ti riserba se stesso. O avaro, perché aneli al cielo e alla terra? Migliore è Colui che ha fatto il cielo e la terra: Lui stesso vedrai, Lui stesso possiederai. Perché cerchi di far tua questa villa, e dici, attraversandola: Beato chi la possiede? Così dicono moltissimi che passano attraverso essa; e tuttavia, dopo aver così detto ed esserle passati in mezzo, possono scuotere il capo e sospirare, ma possono forse anche possederla? Echeggia la cupidigia, risuona l'iniquità: ma tu non desiderare ciò che è del tuo prossimo. ( Dt 5,21 ) Beato chi ha quella villa, beato chi ha questa casa, chi ha questo podere. Reprimi l'iniquità, ascolta la verità: Beato il popolo che ha. Che ha che cosa? Già sai che cosa sto per dire. Desiderate dunque in modo da poter avere, allora finalmente sarete beati. Solo così sarete beati, se sarete migliori con ciò che è migliore di voi. Dio, ripeto, è migliore di te, Dio che ti ha creato. Beato il popolo che ha il Signore per suo Dio. Questo ama, questo possiedi, questo avrai se lo vuoi, e lo avrai gratuitamente. 17 - Beato il popolo che ha il Signore per suo Dio. È nostro Dio! Di chi infatti non è Dio? Sicuramente però non è di tutti nello stesso modo. È di più nostro, di noi che viviamo di Lui come del nostro pane. È la nostra eredità, il nostro possesso. O forse ci esprimiamo in modo temerario, dicendo che Dio è nostro possesso, dato che è il Signore, ed è il Creatore? questa non è temerarietà, ma slancio del desiderio, e dolcezza della speranza. Dica l'anima, dica con tutta sicurezza: Tu sei il mio Dio, che dici alla nostra anima: Io sono la tua salvezza. ( Sal 35,3 ) Lo dica, lo dica sicura; non commetterà ingiustizia così dicendo; o piuttosto la commetterà se non dirà così. Volevi possedere degli alberi con i quali essere beato? Ascolta la Scrittura che parla della Sapienza: Albero di vita è per tutti coloro che la posseggono. Ecco che la Sapienza è detta nostro possesso. Ma perché tu non creda che tale Sapienza, che la Scrittura definisce tuo possesso, sia qualcosa di inferiore a te, prosegue aggiungendo: E protegge coloro che ad essa si appoggiano come sul Signore. ( Pr 3,18 ) Ecco che il tuo Signore è diventato per te come un bastone; sicuro l'uomo [ su Lui ] si appoggia, perché Egli non cade. Di' dunque tranquillo che è tuo possesso; la Scrittura ha detto per coloro che la posseggono, ed ha riempito di fiducia il tuo dubbio; dillo sicuro, ama sicuro, spera sicuro. Tue siano anche quelle parole del salmo: Il Signore è la parte della mia eredità. ( Sal 16,5 ) 18 - Beato chi possiede Dio Saremo dunque beati, possedendo Dio. Ma come? Noi lo possederemo, ed Egli non ci possiederà? Perché allora Isaia dice: Signore, possiedici? ( Is 26,13 sec. LXX ) Ebbene, egli ci possiede ed è posseduto, ed è interamente per noi. Poiché Egli non possiede noi per essere beato, così come è posseduto da noi affinché noi siamo beati in Lui: Egli ci possiede ed è posseduto per niente altro se non perché noi siamo beati. Lo possediamo ed Egli possiede noi: noi lo adoriamo ed Egli ci coltiva. Noi lo adoriamo come Signore Dio, egli ci coltiva come sua terra. Nessuno dubita che noi Lo adoriamo; chi ci mostra però che Egli ci coltiva? Egli stesso, dicendo: Io sono la vite, voi siete i tralci, il Padre mio l'agricoltore. ( Gv 15,1.5 ) Ecco che anche in questo salmo ci viene detta l'una e l'altra cosa, l'una e l'altra cosa ci è mostrata. Già ha detto che noi lo possediamo: Beato il popolo che ha il Signore per suo Dio. Di chi è questa proprietà? Di Lui. Di chi quella? Di Lui. Di chi è questa? Diciamo di Dio, diciamo di chi è. E come, quando noi chiediamo notizie di qualche podere o di qualche proprietà terriera grande e molto bella, ci viene solitamente risposto: C'è un tale senatore, chiamato così e così, e sua è questa proprietà; e noi ribattiamo: Beato quell'uomo!, allo stesso modo se chiediamo: Di chi è questo Dio? Beata è quella gente cui egli appartiene: infatti il Signore è il suo Dio. E non come quel senatore possiede il suo fondo ma non è posseduto dalla sua proprietà, così è il Dio di questa gente. Per essere di Lui, dobbiamo lavorare: però ci possediamo scambievolmente: avete sentito che tale gente lo possiede: Beato il popolo che ha il Signore per suo Dio. Sentite ora che anche Egli la possiede: Il popolo che il Signore si è scelto per sua eredità. Beata è la gente nel suo possesso, beata l'eredità per il suo possessore, il popolo che il Signore si è scelto per sua eredità. 19 - [v 13.] Il Signore ha guardato dal cielo, ha visto tutti i figli degli uomini. Intendi qui tutti, in modo però che per membri di quel popolo intenda tutti coloro che posseggono quell'eredità, e anzi costituiscono quella eredità. Tutti questi sono infatti l'eredità di Dio. E il Signore ha guardato tutti costoro dal cielo, li ha visti Colui che ha detto: Quando eri sotto l'albero di fico ti ho visto. ( Gv 1,48 ) Lo ha visto perché ha avuto compassione di lui. Ecco perché spesso, chiedendo misericordia, noi diciamo all'uomo: Guardami. E che dici di colui che ti disprezza? Non mi guarda, dici. Esiste dunque una certa vista propria di Colui che ha pietà, non di colui che punisce. La vista rivolta ai peccati è biasimo; e colui che non vuole che siano visti i suoi peccati dice: Distogli il tuo volto dai miei peccati. ( Sal 51,11 ) Quel che vuole che sia perdonato non vuole che sia guardato: Distogli - dice - il tuo volto dai miei peccati. Ebbene, quando avrà distolto il suo volto dai tuoi peccati non ti vedrà? E perché allora altrove dice: Non distogliere il tuo volto da me? ( Sal 27,9 ) Distolga dunque il suo volto dai tuoi peccati, ma non lo distolga da te; ti guardi, abbia di te compassione, ti soccorra. Il Signore ha guardato dal cielo, ha visto tutti i figli degli uomini, che appartengono al Figlio dell'uomo. 20 - [v 14.] Dalla sua dimora preparata, perché per sé l'ha preparata. Ci ha visto dagli Apostoli, ci ha visto dai predicatori della verità, ci ha visto dagli Angeli che ha mandato a noi. Tutti costoro sono la sua casa, tutti costoro sono la sua dimora; perché tutti questi sono i cieli che narrano la gloria di Dio. Ha visto tutti i figli degli uomini; dalla sua dimora preparata ha guardato tutti coloro che abitano la terra. Essi stessi sono, suoi sono, quella gente beata che ha il Signore per suo Dio; è quel popolo che il Signore ha scelto per sua eredità; perché è per ogni terra, non soltanto in una parte. Ha guardato tutti coloro che abitano la terra. 21 - [v 15.] Egli che ha plasmato i loro cuori uno per uno. Con la mano della sua grazia, con la mano della sua misericordia ha formato i cuori, ha plasmato i nostri cuori, li ha formati ad uno ad uno, dando un cuore a ciascuno di noi, senza tuttavia spezzare l'unità. Allo stesso modo in cui tutte le membra sono state formate ad una ad una, e ciascuna ha il suo compito, ma tuttavia vivono nell'unità del corpo: la mano fa ciò che non fa l'occhio, l'orecchio è capace di fare ciò che né l'occhio né la mano possono fare e tuttavia tutti operano unitariamente, e la mano, l'occhio e l'orecchio fanno cose diverse ma non si oppongono fra loro; così anche nel Corpo di Cristo i singoli uomini, come le membra particolari del corpo, godono ciascuno dei propri doni, poiché, Colui che ha scelto il popolo per sua eredità, uno per uno ha plasmato i loro cuori. Forse che infatti sono tutti apostoli? forse che sono tutti profeti? forse tutti dottori? forse tutti hanno il dono delle guarigioni? forse tutti parlano le lingue? forse tutti le interpretano? Ad uno grazie allo Spirito è data la parola della Sapienza, ad un altro la parola della scienza, ad un altro la fede secondo lo stesso Spirito, ad un altro ancora i doni delle guarigioni. ( 1 Cor 12,8.9.29.30 ) Perché? Perché ha plasmato uno per uno i loro cuori. Nello stesso modo, insomma, in cui nelle nostre membra diverse sono le funzioni ma una sola è la salute del corpo, così in tutte le membra del Cristo diversi sono i doni, ma una sola è la carità. Egli che ha plasmato i loro cuori uno per uno. 22 - Che discerne tutte le loro opere. Che significa discerne? Significa che vede nel più segreto e nel più intimo. Leggi nel salmo: Intendi il mio grido. ( Sal 5,2 ) Non che vi sia bisogno di voci perché qualcosa giunga all'orecchio di Dio. Si chiama discernimento la segreta visione. È detto più chiaramente che se dicesse: Vede tutte le loro opere. Potresti in questo caso credere che queste loro opere sono viste nel modo in cui anche tu vedi l'opera dell'uomo. L'uomo vede l'azione dell'uomo grazie al movimento del corpo di lui, Dio invece vede nel cuore. È perché dunque vede nell'intimo che qui è detto: discerne tutte le loro opere. Supponiamo che due persone donino ai poveri: una ricerca la ricompensa celeste, l'altra la lode umana: tu vedi nelle due persone una sola azione, Dio invece ne discerne due; discerne nell'intimo, nell'intimo conosce, vede il fine di ciascuno, vede le intenzioni stesse. Che discerne tutte le loro opere. 23 - [v 16.] Non sarà salvo il re nella moltitudine della sua forza. Tutti verso il Signore, tutti in Dio. La tua speranza sia Dio, la tua fortezza, la tua stabilità. Egli sia la tua preghiera, Egli sia la tua lode, Egli sia il fine in cui riposi, Egli sia il tuo aiuto quando ti affatichi. Ascolta la verità: Non sarà salvo il re nella moltitudine della sua forza, né sarà salvo il gigante nella grandezza del suo vigore. Il gigante è il superbo che si leva contro Dio, come se fosse qualcosa in sé e per sé. Non si salverà costui nella moltitudine della sua forza. 24 - [vv 17.18.] Ma possiede un grande cavallo, forte, robusto, veloce; può questo cavallo, se qualcosa lo sovrasta, rapidamente liberarlo dal pericolo? Non si illuda, ascolti quanto segue: Fallace è il cavallo per la salvezza. Avete capito perché si dice: Fallace è il cavallo per la salvezza? Non ti prometta la salvezza il tuo cavallo, se te l'avrà promessa, mentirà. Perché se Dio lo avrà voluto, sarai liberato; se Dio non avrà voluto, precipitando il cavallo, da più alto cadrai. Non crediate dunque che le parole fallace è il cavallo per la salvezza, significhino che il giusto è fallace per la salvezza, come se i giusti mentiscano nel promettere la salvezza. Non sta infatti scritto equo, che deriva da equità; ma cavallo, animale a quattro zampe. Così indica il codice greco. E sono riprovati come cattivi destrieri gli uomini che ricercano per sé occasioni di menzogne, quando la Scrittura dice: La bocca che mente uccide l'anima; ( Sap 1,11 ) e Perderai tutti coloro che dicono menzogna. ( Sal 5,7 ) Che significa dunque: Fallace è il cavallo per la salvezza? Significa che ti mente il cavallo quando promette la salvezza. Forse che il cavallo parla con qualcuno e promette la salvezza? Ma quando tu vedi un cavallo ben fatto, dotato di eccellenti forze, capace di correre ottimamente, tutte queste qualità è come se ti promettessero che esso può darti la salvezza; ma ti ingannano, se Dio non protegge, perché fallace è il cavallo per la salvezza. Intendi in senso figurato per cavallo qualsiasi grandezza di questo secolo, qualsiasi onore su cui erigerti superbo; quanto più in alto sali, non crederti di conseguenza soltanto più elevato, ma anche sempre meno sicuro. Perché non sai in qual modo ti possa precipitare, tanto più gravemente fracassato, quanto più in alto ti eri sollevato. Fallace è il cavallo per la salvezza; nell'abbondanza del suo vigore non si salverà. E in che modo sarà salvo? Non per il vigore, non per le forze, non per l'onore, non per la gloria, non per il cavallo. E come? Dove andrò? Dove troverò di che salvarmi? Non cercare a lungo, non cercare lontano. Ecco gli occhi del Signore sopra coloro che Lo temono. Vedete, sono quegli stessi che Egli ha guardato dalla sua dimora. Ecco gli occhi del Signore sopra coloro che lo temono, che sperano nella sua misericordia, non nei loro meriti, non nella loro virtù, non nella loro forza, non nel cavallo, ma nella sua misericordia. 25 - [v 19.] Ora siamo nell'indigenza Per strappare dalla morte le loro anime. Promette la vita eterna. E in questo esilio? forse li abbandoni? Vedi quanto segue: E alimentarli nella fame. Ora è il tempo della fame, poi verrà il tempo della sazietà. Colui che non ci abbandona nella fame di questa corruzione, in qual modo ci sazierà quando saremo divenuti immortali? Ma, finché dura il tempo della fame, dobbiamo sopportare, dobbiamo soffrire, dobbiamo perseverare sino alla fine. Già si deve correre tutto il cammino perché la via è diritta, e dobbiamo riflettere su che cosa portiamo con noi. Ancora forse alcuni spettatori impazziscono nell'anfiteatro, e seggono al sole; anche se pure noi vi siamo, tuttavia sediamo all'ombra, e più vantaggiose e più belle sono le cose che guardiamo. Contempliamo le cose belle, e saremo contemplati da Colui che è bello. Contempliamo con la mente le cose che sono dette nelle frasi delle divine Scritture, e allietiamoci in tale spettacolo. Ma il nostro spettatore, chi è? Ecco: gli occhi del Signore sopra coloro che lo temono, che sperano nella sua misericordia, per strappare dalla morte le loro anime e alimentarli nella fame. 26 - [v 20.] Ma, per resistere durante il pellegrinaggio finché dura la fame, e affinché, mentre aspettiamo sulla via per essere ristorati, non veniamo meno, che cosa ci viene imposto, o che cosa dobbiamo confessare? L'anima nostra spera paziente nel Signore. Sicura essa aspetterà che Colui che misericordiosamente ha promesso, misericordiosamente e veracemente mantenga; e finché non avrà mantenuto, che cosa facciamo? L'anima nostra spera paziente nel Signore. E se non perdurassimo in tale pazienza? Certamente resisteremo: perché Egli è nostro aiuto e protettore. Ti aiuta nella battaglia, ti protegge dalla calura, non ti abbandona; sopporta, persevera. Colui che avrà perseverato sino alla fine, sarà salvo. ( Mt 24,13 ) 27 - [v 21.] E quando avrai perseverato, quando sarai stato paziente, quando sarai giunto alla fine, che ci sarà per te? Per quale ricompensa soffri? e perché tanto a lungo sopporti così dure tribolazioni? Perché in Lui si allieterà il nostro cuore, e nel suo santo nome abbiamo sperato. Spera in terra per allietarti in cielo; soffri qui la fame e la sete, per saziarti lassù. 28 - [v 22.] Ci ha esortato ad ogni cosa, ci ha ricolmato del gaudio della speranza, ci ha proposto che cosa dobbiamo amare, in che cosa e per che cosa soltanto dobbiamo confidare; dopo tutto questo pronunzia una breve e salutare preghiera: sia la tua misericordia, o Signore, su di noi! E per quale merito nostro? Così come noi abbiamo sperato in te. Sono stato pesante per alcuni di voi, me ne rendo conto; ma per altri ho terminato troppo presto il discorso, ed anche di questo mi rendo conto. Ebbene perdonino i più deboli ai più forti, e preghino i più forti per i più deboli. In un solo Corpo tutti siamo membra, dal nostro Capo riceviamo la vita; ed in Lui è la nostra speranza, in Lui è la nostra fortezza. Non esitiamo a esigere misericordia dal Signore Dio nostro; Egli vuole che noi gliela chiediamo. Non si turberà quando gliela chiediamo, e tanto meno si angustierà, come colui cui si chiede ciò che non ha, oppure che ne ha poco ed ha paura a darne per non restare con meno. Vuoi sapere in qual modo Dio ti elargirà la misericordia? Tu dona la carità; vediamo se ne trovi la fine mentre la elargisci. Ebbene, quanta abbondanza vi sarà dunque nella sublimità stessa se tanta ve ne può essere nella immagine? 29 - Fraternità universale Dunque, fratelli, soprattutto vi esortiamo a questa carità, non soltanto verso voi stessi, ma anche verso coloro che stanno fuori, sia ancora Pagani e che ancora non credono nel Cristo, sia se sono divisi da noi, se confessano con noi il Capo ma dal Corpo sono separati. Fratelli, proviamo dolore per loro, come per nostri fratelli. Lo vogliano o no, sono nostri fratelli. Cesseranno di essere nostri fratelli, allorché avranno cessato di dire: Padre nostro. ( Mt 6,9 ) Ad alcuni ha detto il Profeta: A coloro che vi dicono: Non siete nostri fratelli, voi dite: Siete nostri fratelli. ( Is 66,5 sec. LXX ) Guardatevi attorno per vedere di chi così ha potuto parlare il Profeta: forse dei Pagani? No, perché non li chiamiamo nostri fratelli secondo le Scritture e secondo il modo di esprimersi della Chiesa. Forse dei Giudei che non hanno creduto nel Cristo? Leggete l'Apostolo, e vedete che quando l'Apostolo dice fratelli senz'altra aggiunta, non vuole intendere altri se non i Cristiani: Non è schiavo - dice - in tal caso il fratello o la sorella. ( 1 Cor 7,15 ) Parlando del matrimonio chiama fratello o sorella il cristiano o la cristiana. Del pari dice: Ma tu, perché giudichi tuo fratello, e tu perché disprezzi tuo fratello? ( Rm 14,10 ) E altrove: Voi - dice - fate torto e ingannate, e questo ai fratelli. ( 1 Cor 6,8 ) Dunque coloro che dicono: Non siete nostri fratelli, non intendono i Pagani. Ecco perché ci vogliono ribattezzare, affermando che noi non abbiamo ciò che essi danno. Di qui deriva il loro errore, tanto che negano che noi siamo loro fratelli. Ma per quale motivo il Profeta ci ha detto: Voi dite loro: Siete nostri fratelli, se non perché noi riconosciamo in essi ciò che non reclamiamo da loro? Essi dunque, non riconoscendo il nostro battesimo, negano che noi siamo loro fratelli, noi invece, non richiedendo il loro battesimo ma riconoscendolo nostro, diciamo loro: Siete nostri fratelli. Ci dicano costoro: Perché ci cercate, perché ci volete? Rispondiamo loro: Siete nostri fratelli. Ci dicano: Andatevene da noi, non abbiamo parte con voi. Ebbene, noi invece abbiamo parte con voi: confessiamo l'unico Cristo, dobbiamo quindi essere in un solo Corpo, sotto un unico Capo. Perché dunque mi cerchi - può dirmi uno di loro - se sono perduto? Grande assurdità, enorme stoltezza. Perché mi cerchi, se sono perduto? Perché dovrei cercarti, se non perché sei perduto? Se sono perduto, aggiunge, in qual modo sono tuo fratello? Perché mi si dica di te: Il tuo fratello era morto, ed è risuscitato; si era perduto, ed è stato ritrovato. ( Lc 15,32 ) Vi scongiuriamo, fratelli, per le stesse viscere della carità, dal cui latte siamo nutriti, dal cui pane siamo fatti forti, per Cristo nostro Signore, per la sua mansuetudine, vi scongiuriamo ( è tempo infatti di usare nei loro confronti grande carità, ed una infinita misericordia nel pregare Dio per loro, affinché dia finalmente ad essi il buon senso onde tornino sui loro passi, vedano se stessi, dato che assolutamente non hanno alcun argomento da opporre alla verità, ed è loro rimasta soltanto la debolezza dell'animosità la quale tanto più è fiacca quanto più crede di avere maggiori forze ); in favore degli infermi [ vi scongiuriamo ], di coloro che sanno secondo la carne, degli uomini animali e carnali, e tuttavia in favore dei fratelli nostri, che celebrano gli stessi sacramenti, anche se non con noi, ma tuttavia gli stessi [ che noi celebriamo ]; che rispondono con l'unico Amen, anche se non con noi, ma tuttavia con lo stesso Amen. Versate per loro a Dio le viscere della vostra carità. Qualcosa infatti per la loro salvezza abbiamo fatto nel Concilio, ma non basta oggi il tempo per parlarvene. Vi esortiamo perciò a venire ancor più alacri e più numerosi ( lo sappiano da voi i nostri fratelli che oggi non sono presenti ) domani alla basilica dei Tricliari.