Padri/Agostino/EspSalmi/044.txt Salmo 44 (43) Discorso al popolo 1 - [v 1.] Valore del martirio Questo salmo è chiamato per i figli di Core, come indica il suo titolo. Ma Core si traduce con calvizie oppure Calvario, e troviamo che nel Vangelo il Signore nostro Gesù Cristo è stato crocifisso appunto nel luogo del Calvario. ( Mt 27,33 ) È dunque chiaro che questo salmo si canta per i figli della sua Passione. Abbiamo peraltro anche la chiarissima e certissima testimonianza dell'apostolo Paolo; perché quando la Chiesa soffriva in mezzo alle persecuzioni dei Gentili, egli prese di qui un verso da intercalare ad esortazione e consolazione della pazienza. Qui infatti si dice ciò che egli scrisse nella sua epistola: Per cagione tua siamo dati a morte tutto il giorno e stimati come pecore da macello. ( Rm 8,36 ) Ascoltiamo dunque nel salmo la voce dei Martiri; e vedete quale buona causa abbia la voce dei Martiri; dato che egli dice: per cagione tua. Anche il Signore infatti proprio per questo ha aggiunto: a cagione della giustizia, quando dice: Beati coloro che subiscono persecuzioni a cagione della giustizia, ( Mt 5,10 ) affinché non cerchi gloria, chi subisce persecuzioni, solo per la pena, senza avere una buona causa. E dopo avere esortati i suoi, dice: sarete beati quando gli uomini vi faranno o vi diranno questo o quello, per cagione mia. Di qui dunque derivano le parole: per cagione tua siamo dati a morte tutto il giorno. 2 - Dio non abbandona mai nessuno È dunque di grande interesse e di grande profondità la decisione di Dio che strappò con mano fortissima i padri nostri, i Patriarchi e tutto quel popolo di Israele dall'Egitto e, sommergendo in mare i nemici che li perseguitavano, li guidò attraverso genti nemiche e, dopo aver debellati i loro avversari, li collocò nella terra della promessa, riportando straordinarie vittorie con uno scarso numero dei suoi contro la grande folla dei nemici. A Dio piacque poi quasi allontanare da sé il suo popolo, in modo che i suoi santi subissero stragi, uccisioni e morte senza che nessuno resistesse, nessuno si difendesse, e nessuno si opponesse; come se avesse allontanato il suo volto dai loro gemiti, si fosse dimenticato di loro, ed egli non fosse il Dio che con mano valida e braccio forte per la sua straordinaria potenza aveva liberato i nostri padri, cioè quel popolo, come ho detto, dall'Egitto, aveva vinto e scacciati dalla sua terra i Gentili e aveva costituito il regno, mentre tutti si stupivano perché spesso molti erano stati vinti dai pochi. È questo dunque che nel gemito della confessione si comincia a cantare nel presente salmo. Tutte queste cose sono accadute non senza motivo, purché si intenda per quale ragione si sono verificate. È chiaro che sono accadute ma dobbiamo profondamente ricercare il motivo. Per questo il titolo non reca soltanto: per i figli di Core; ma: per l'intelligenza dei figli di Core. Si ritrova questo anche in quel salmo il cui primo verso disse il Signore stesso mentre era appeso alla croce: Dio mio, Dio mio, guardami, perché mi hai abbandonato? Trasfigurandoci in ciò che diceva e nel suo corpo ( perché noi siamo il suo Corpo ed egli è il nostro Capo ), non parlò dalla croce con la voce sua, ma con la nostra. Perché, Dio mai lo ha abbandonato, né lui mai dal Padre si è allontanato; ma è per noi che disse tali parole: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Continua infatti: lontano dalla mia salvezza le parole dei miei delitti. E mostra nella persona di chi ha detto queste parole: perché in lui non si poté trovare delitto. Griderò a te, dice nello stesso salmo, di giorno, e non mi esaudirai; e di notte, ( è sottinteso che non mi esaudirai ), ma aggiunge: e non per rendermi Stolto, ( Sal 22,2.3 ) cioè, nel non esaudirmi avrai di mira non la mia stoltezza, ma l'intelligenza. Che significa il fatto che non mi esaudirai per l'intelligenza? Significa che non mi esaudirai nelle cose temporali, affinché io capisca che da te debbo desiderare le cose eterne. Dio insomma non ci abbandona, e quando sembra abbandonarci, ci toglie ciò che abbiamo desiderato di male, e ci insegna ciò che dobbiamo desiderare di bene. Se Dio sempre ci conservasse in condizioni di prosperità, in modo che ogni cosa abbondasse per noi, e non avessimo da soffrire in questo tempo della nostra mortalità alcuna tribolazione, alcuna strettoia e alcuna angustia, diremmo che questi sono i massimi beni che Dio dona ai suoi servi, e non desidereremmo da lui niente di più grande. Ebbene, è per questo che egli mescola alla dolcezza ingannevole di questa vita le amarezze delle tribolazioni affinché si cerchi un'altra vita che ha in sé una dolcezza salutare; cioè: secondo l'intelligenza per i figli di Core. Ascoltiamo infine il salmo, ed ivi vedremo meglio ciò che diciamo. 3 - [vv 2.3.] O Dio, con i nostri orecchi l'abbiamo udito; i nostri padri ce l'hanno annunziato, l'opera che hai compiuto nei loro giorni, nei giorni antichi. Meravigliandosi, come se in questi giorni Dio avesse abbandonato coloro che ha voluto mettere alla prova nelle tribolazioni; costoro ricordano le cose passate che hanno udito dai loro padri, e sembrano dire: non ci hanno tramandato i nostri padri le cose che noi ora soffriamo. Anche in quel salmo infatti ha detto: in te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai liberati; io sono un verme e non un uomo, ludibrio degli uomini e abiezione della folla. ( Sal 22,5.7 ) Quelli sperarono e tu li hai liberati; anch'io ho sperato e tu mi hai abbandonato. Forse inutilmente ho creduto in te e senza scopo il mio nome è scritto presso di te, anzi il tuo nome è scritto in me? Queste cose dunque ci hanno indicate i nostri padri: La tua mano ha disperse le genti, e vi hai insediato loro; indebolisti i popoli e li hai scacciati; cioè hai scacciato i popoli dalla loro terra per introdurvi costoro e insediarli a stabilire con la tua misericordia il loro regno. Queste cose le abbiamo udite dai nostri padri. 4 - [v 4.] I nostri occhi vedono solo gli effetti miracolosi dell'opera Ma forse essi hanno potuto compiere tutte queste cose perché erano forti, perché erano combattenti, invitti, allenati, bellicosi? No di certo. Non questo ci hanno narrato i nostri padri, non questo reca la Scrittura, ma che cosa reca, se non quanto segue? Non con la spada conquistarono la terra, né il loro braccio dette loro vittoria; ma la tua destra e il tuo braccio, e la luce del tuo volto. La tua destra, è la tua potenza; il tuo braccio, è il tuo stesso figlio. E la luce del tuo volto. Che significa questo? Significa che con tali segni ti manifestasti loro, da far capire che eri presente. Forse che quando Dio è presente a noi con qualche miracolo, vediamo il suo volto con i nostri occhi? Ma è con il suo miracolo che egli segnala agli uomini la sua presenza. Che dicono infine coloro che si stupiscono di fronte a miracoli di questo genere? Ho visto Dio presente. Ma la tua destra, e il tuo braccio, e la luce del tuo volto; perché in loro ti sei compiaciuto. Cioè con loro ti sei comportato in modo da compiacerti in essi, affinché chiunque osservasse il loro modo di agire, dicesse che veramente Dio è con loro, e Dio li muove. 5 - [v 5.] Presenza di Dio attraverso le creature Che dire dunque? Allora era uno, ed ora è un altro? Non sia mai. Che segue infatti? Tu sei lo stesso mio re e mio Dio. Tu sei lo stesso, non sei mutato. Vedo mutati i tempi, non muta il Creatore dei tempi. Tu sei lo stesso mio re e mio Dio. Tu sei solito guidarmi, tu reggermi, tu soccorrermi. Tu, che mandi la salute a Giacobbe. Cosa significa: che mandi? Anche se tu, per la tua sostanza e la tua natura per la quale sei ciò che sei, rimani occulto e quindi non ti manifesti ai padri in modo da farti vedere da essi faccia a faccia, tuttavia per mezzo di una qualche creatura tu mandi la salvezza a Giacobbe. La visione faccia a faccia è riservata ai fedeli liberati nella risurrezione. E anche quei padri del Nuovo Testamento, sebbene avessero visto rivelati i tuoi misteri, e sebbene avessero annunziato i segreti rivelati, tuttavia hanno detto che ti vedevano come in uno specchio e in immagine; e che la visione faccia a faccia era riserbata per il futuro, ( 1 Cor 13,12 ) quando accadrà ciò che l'Apostolo stesso dice: Voi, infatti, siete morti, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio; ma quando Cristo, vostra vita, si manifesterà allora anche voi vi manifesterete con lui nella gloria. ( Col 3,3.4 ) Ci è riservata dunque per allora quella visione faccia a faccia della quale anche Giovanni dice: Dilettissimi, siamo figli di Dio, e non ancora è manifesto ciò che saremo; sappiamo che, quando sarà manifesto, saremo simili a lui, perché lo vedremo qual è. ( 1 Gv 3,2 ) Ebbene anche se allora i nostri padri non ti hanno visto faccia a faccia così quale sei, anche se questa visione è riservata alla risurrezione, tuttavia, pur essendo presenti i tuoi angeli, tu mandi la salvezza a Giacobbe. Non solo sei presente da te, ma anche per mezzo di qualsiasi tua creatura, e tu mandi, in vista della salvezza dei tuoi servi, ciò che tu stesso per tuo mezzo compi; ed è per la salute dei tuoi servi che si compie ciò che essi fanno a coloro che tu mandi. Orbene dato che tu stesso sei il mio re e il mio Dio, e tu mandi la salvezza a Giacobbe, perché tutte queste sofferenze ora soffriamo? 6 - [v 6.] Ma forse si sono narrate soltanto le cose del passato, mentre di quelle future non c'è da sperare altrettanto. Al contrario c'è proprio da sperarlo. In te vaglieremo i nostri nemici. I padri nostri ci hanno indicate le opere che tu hai compiuto nei loro giorni e nei tempi antichi, che la tua mano ha disperso le genti, che hai scacciato i popoli e li hai piantati. Queste sono cose passate, ma nel futuro che cosa accadrà? In te vaglieremo i nostri nemici. Verrà il tempo in cui tutti i nemici dei cristiani saranno passati al vaglio come paglia, come polvere saranno soffiati via e scacciati dalla terra. Dunque se le cose passate ci sono così narrate, e le future ci sono in tal modo preannunziate, perché ci affatichiamo in mezzo alle cose presenti, se non per l'intelligenza dei figli di Core? In te vaglieremo i nostri nemici, e nel tuo nome disperderemo i nostri assalitori. Questo per quanto si riferisce al futuro. 7 - [v 7.] Non spererò infatti nel mio arco, allo stesso modo in cui i nostri padri non hanno sperato nella loro spada. E la mia spada non mi salverà. 8 - [v 8.] Il futuro per Iddio è come se fosse passato Ci hai salvati infatti da coloro che ci affliggevano. E questa immagine del passato si riferisce al futuro; ma è detta come se si riferisse al passato, perché il futuro è tanto sicuro come se già fosse accaduto. Comprendete perché i profeti si esprimono per lo più come se parlassero del passato quando preannunziano fatti che dovevano ancora accadere, non già accaduti. Nello stesso modo viene preannunziata la futura Passione del Signore dicendo: Hanno trafitto le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa; e non: trafiggeranno e conteranno. Ma essi mi hanno osservato e mi hanno guardato; non: mi osserveranno e mi guarderanno. Si sono divisi le mie vesti, ( Sal 22,17.19 ) non: se le divideranno. Tutte queste cose sono dette come se fossero già avvenute, mentre sono future; perché per Dio il futuro è tanto certo come se già fosse passato. Per noi le cose che sono passate, sono sicure; mentre le future sono incerte. Noi sappiamo infatti che qualcosa è accaduto e non può essere che non sia successo ciò che è accaduto. Dammi un profeta che sia tanto certo del futuro quanto tu lo sei del passato; e come per te ciò che ti ricordi essere accaduto non può darsi che non sia accaduto, così per lui ciò che accadrà, non può darsi che non accada. Con sicurezza perciò si annunziano come se fossero passate quelle cose che ancora dovranno accadere. Questo dunque speriamo. Ci hai salvati infatti da coloro che ci affliggevano e coloro che ci odiano tu hai confusi. 9 - [v 9.] In Dio ci glorieremo ogni giorno. Vedete in qual modo mescola verbi passati e futuri, affinché tu intenda che anche le cose passate sono dette come predizioni del futuro. In Dio ci glorieremo ogni giorno; e il tuo nome confesseremo nei secoli. Perché: ci glorieremo? Perché: confesseremo? Perché ci hai liberati da tutti coloro che ci affliggevano, perché ci darai il regno eterno, perché in noi si adempiranno le parole: beati coloro che abitano nella tua casa, o Signore, ti loderanno nei secoli dei secoli. ( Sal 84,5 ) 10 - [v 10.] Le persecuzioni predette ai cristiani Se le cose future sono certe per noi, e quelle passate le abbiamo udite dai nostri padri, che dice del presente? Ma ora ci hai respinti e ci hai confusi. Ci hai confusi non nella nostra coscienza, ma al cospetto degli uomini. Vi era infatti un tempo in cui i Cristiani erano perseguitati, in cui dovevano fuggirsene lontani e l'espressione: È un Cristiano, veniva considerata come un insulto ed una ingiuria. Dov'è dunque quel Dio nostro, quel nostro re che manda la salvezza a Giacobbe? Dove è Colui che ha fatto tutte le cose che ci hanno narrato i padri nostri? Dove è Colui che farà tutte le cose che ci ha rivelate per mezzo del suo Spirito? Forse è mutato? Ma per l'intelligenza dei figli di Core ( Sal 44,1 ) tutte queste cose accadono. Dobbiamo infatti capire perché ci ha voluto far soffrire tutte queste cose in questa epoca intermedia. Quali cose? Ma ora ci hai respinti e ci hai confusi; e non esci, Dio, con i nostri eserciti. Marciamo contro i nostri nemici, e tu non marci con noi; li vediamo, essi vincono, e noi siamo sconfitti. Dove è quella tua forza, dove è la tua destra e la tua potenza? Dove è il mare prosciugato, dove sono gli Egiziani persecutori sommersi dai flutti? ( Es 14,21.27 ) Dove è Amalec che resiste, ed è vinto nel segno della croce? ( Es 17,11 ) Tu non esci Dio con i nostri eserciti. 11 - [v 11.] Ma ci fai voltare le spalle davanti ai nostri nemici, in modo che essi sono avanti e noi indietro; essi vincitori e noi sconfitti. E coloro che ci odiano saccheggiano: chi se non noi? 12 - [v 12.] Ci hai esposti come pecore da macello, e tra le nazioni ci hai disperso. Dalle nazioni siamo stati mangiati. Essi intendono che hanno sofferto tanto da passare infine nel corpo dei Gentili. La Chiesa infatti li piange, come fossero membra sue divorate. 13 - [v 13.] Hai venduto il tuo popolo senza prezzo. Abbiamo visto infatti coloro che hai dato, ma non abbiamo visto ciò che hai ricevuto. E la folla non accorse alle loro feste di giubilo. Forse che quando i Cristiani fuggivano di fronte alle persecuzioni dei nemici idolatri, si tenevano solennità e feste di giubilo per Dio? Si cantavano forse nelle chiese di Dio gli inni che di solito si cantano nei periodi di pace, e risuonano in un dolce concerto di fraternità alle orecchie di Dio? E la folla non accorse alle loro feste di giubilo. 14 - [vv 14.15.] Ci hai esposti al ludibrio dei nostri vicini, al sogghigno e alla derisione di coloro che ci stanno intorno. Ci fai essere la favola di paragone fra le nazioni. Che significa: una favola di paragone? Quando gli uomini maldicenti fanno un paragone riguardo a chi detestano, dicono: Così morirai, così sarai punito. Quante cose di questo genere si dissero allora: così sarai crocifisso! E non mancano oggi nemici di Cristo, quegli stessi Giudei, i quali ci dicono, quando difendiamo Cristo contro di loro: morirai così come Egli è morto. Non ci minaccerebbero infatti di quella morte, se non avessero profondo orrore di quel modo di morire e se potessero comprendere quale mistero contiene. Il cieco quando viene curato, non vede il collirio nella mano del medico. La croce di fatto è stata posta anche per i persecutori. Per questo poi sono stati risanati e hanno creduto in lui, quegli stessi che lo uccisero. Ci hai fatti favola di paragone per le nazioni, e dinanzi a noi crollano il capo i popoli: è per insultare che si crolla il capo. Hanno parlato con le labbra, ed hanno crollato il capo. ( Sal 22,8 ) Questo hanno fatto al Signore, e questo hanno fatto a tutti i suoi santi, alcuni dei quali hanno potuto perseguitare, altri incarcerare, altri deridere, altri consegnare, altri tormentare, ed altri infine uccidere. 15 - [vv 16.17.] Liberazioni dei cristiani nella vittoria finale di Cristo Tutto il giorno la mia vergogna è dinanzi a me, e il rossore mi ricopre il volto per la voce di chi mi insulta e mi oltraggia: la voce cioè di coloro che mi insultano e mi rinfacciano il delitto per quel nome nel quale ogni mia colpa sarà distrutta. Per la voce di chi mi insulta e mi oltraggia, cioè parla contro di me. Davanti al nemico e al persecutore. E che significa? Le cose che abbiamo detto come passate non si compiono in noi; quelle che speriamo nel futuro, non si manifestano. Ecco le cose passate: nella tua grande gloria il popolo è stato portato via dall'Egitto, liberato dai persecutori, condotto attraverso le nazioni, collocato nel regno dopo che da esso furono espulse le genti. Quali sono gli eventi futuri? Il popolo dovrà essere portato via da questo Egitto del mondo, sotto la guida di Cristo che apparirà nella sua gloria; i santi saranno posti a destra, gli ingiusti a sinistra e gli ingiusti saranno condannati insieme con il diavolo alla pena eterna; e Cristo entrerà in possesso del regno insieme con i Santi per l'eternità. Queste sono le cose future, quelle le passate. In mezzo che cosa c'è? Le tribolazioni. Perché? Perché si manifesti l'animo di colui che adora Dio, e sia chiaro quanto lo adora, affinché si veda se adora gratis colui dal quale ha ricevuto gratis la salvezza. Se Dio infatti ci dicesse: che cosa mi hai dato perché io ti creassi? Certo se, una volta creato, hai meritato da me, niente hai meritato prima che ti creassi. Che diremo a Lui che per primo gratuitamente ci ha creati, perché è buono, non perché qualcosa abbiamo meritato? E poi che gli diremo dello stesso nostro riscatto, della nostra seconda nascita? È per i nostri meriti che quella perpetua salvezza ci è stata mandata dal Signore? Certamente no. Se i nostri meriti contassero qualcosa, Egli sarebbe venuto per la nostra dannazione. Non è venuto per indagare sui nostri meriti, ma per rimettere i nostri peccati. Non eri e sei stato creato; che cosa hai dato a Dio? Eri malvagio, e sei stato liberato; che cosa hai dato a Dio? Che cosa non hai ricevuto gratuitamente da lui? Giustamente si chiama grazia, perché è data gratuitamente. Si esige dunque da te che anche tu lo adori gratuitamente, non perché elargisce doni temporali, ma perché dona quelli eterni. 16 - La speranza della ricompensa futura Ma stai attento a non pensare in modo errato degli stessi beni eterni, sì da finire col non adorare più gratuitamente Dio, pensando in modo carnale all'eternità. Che significa? Se infatti ami Dio perché ti ha dato una proprietà, cesserai di amarlo perché ti toglie tale proprietà? Ma forse tu dici: io adoro Dio perché mi darà una villa, ma non una villa temporale. Ma anche così la tua mente è corrotta; perché non lo ami di un amore puro, in quanto desideri da lui la ricompensa. Vuoi avere nella vita futura ciò che qui devi necessariamente lasciare; vuoi modificare il piacere carnale, non tagliarlo via. Non è un digiuno lodevole quello di chi riserba vuoto il suo ventre per una cena luculliana. Spesso infatti gli uomini sono invitati ad un grande banchetto, e siccome vogliono andare ad esso desiderosi di mangiare, digiunano: questo digiuno è forse mosso dalla continenza, o non piuttosto dalla intemperanza? Non sperare dunque che Dio ti dia le cose che qui egli ti ordina di disprezzare. Questo è ciò che speravano i Giudei, e perciò erano turbati di fronte a quella questione. Anch'essi sperano nella risurrezione, ma sperano di risorgere per quelle voluttà del corpo che qui amano. Perciò, quando fu loro proposta dai Sadducei, che non credono alla risurrezione, la questione di quella donna che sposò sette fratelli uno dopo l'altro, per sapere di quale di costoro essa sarebbe stata moglie nella risurrezione, esitavano, e non erano in grado di rispondere. Ma quando tale questione fu proposta al Signore, dato che a noi è promessa una risurrezione nella quale non si ripetono i piaceri di questo mondo, ma nella quale le gioie eterne sono preparate dallo stesso Dio, egli rispose dicendo: sbagliate perché non conoscete le Scritture, e nemmeno la potenza di Dio: nella risurrezione infatti né si sposeranno, né prenderanno moglie; poiché non possono più morire. Cioè non si cerca il successore là dove non ci sarà chi muore. E che cosa ci sarà? Ma saranno - disse - uguali agli angeli di Dio. ( Mt 22,29.30; Lc 20,35.36 ) A meno che tu non creda che gli angeli si rallegrino in quotidiani banchetti e nel vino in cui tu ti ubriachi, oppure tu creda addirittura che gli angeli prendano moglie. Niente di tutto questo c'è presso gli angeli. E di che cosa si rallegrano gli angeli se non di ciò che dice il Signore: Non sapete che i loro angeli vedono sempre il volto del Padre? ( Mt 18,10 ) Orbene se gli angeli si rallegrano vedendo il volto del Padre, preparati a tale gioia, oppure trovi qualcosa di meglio del vedere la faccia di Dio? Temi del tuo amore se tu credi che vi sia qualcosa di più bello di Colui dal quale deriva ogni bellezza; esso ti possiede al punto tale che tu non meriti neppure di pensare a quello. Il Signore era nella carne e appariva uomo agli uomini. Come appariva? Già l'ho detto, appariva uomo agli uomini. Che cosa di grande appariva? Appariva carne alla carne. Che cosa aveva di straordinario Colui del quale è detto: Lo abbiamo visto, e non aveva bellezza né decoro? ( Is 53,2 ) Chi non aveva bellezza né decoro? Colui del quale altrove è detto: bello al di sopra dei figli degli uomini. ( Sal 45,3 ) Come uomo, non aveva bellezza né decoro; ma era bello di quella bellezza che è al di sopra dei figli degli uomini. Ebbene, mostrando quella carne deforme agli occhi di coloro che lo guardavano, che cosa disse? Colui che mi ama osserva i miei comandamenti; e colui che mi ama è amato dal Padre mio, ed io lo amerò e mi mostrerò a lui. ( Gv 14,21 ) Lo vedevano, ed egli prometteva che si sarebbe mostrato loro. Che cosa significa questo? È come se dicesse: vedete la forma del servo, la natura di Dio è nascosta; per mezzo di questa vi proteggo, per mezzo di quella vi servo; con una vi nutro come bambini, con l'altra vi pascolo come grandi. Orbene, affinché la nostra fede nella quale siamo purificati ti prepari alle cose invisibili, cioè a ciò che è secondo l'intelligenza per i figli di Core ( Sal 44,1 ), tutte queste cose sono accadute, in modo che sia tolto ai santi tutto ciò che essi avevano, e sia tolta loro la stessa vita temporale; affinché adorino Dio eterno, non per queste cose terrene, ma sopportino nel casto amore di lui tutte le cose che nel tempo debbono soffrire. 17 - [vv 18.19] Riceve il premio chi non cede alle tentazioni e vive di carità Infine, poiché queste cose hanno capito i figli di Core, che dicono costoro? Tutte queste cose sono venute su di noi, e noi non ci siamo dimenticati di te. Che significa: e noi non ci siamo dimenticati di te? E non abbiamo agito ingiustamente nei confronti del tuo patto; non si è tratto indietro il nostro cuore, e tu hai piegato i nostri sentieri alla tua via. Ecco l'intelligenza, perché non si è tratto indietro il nostro cuore, perché non ci siamo dimenticati di te, perché non ci siamo comportati ingiustamente nei confronti del tuo patto pur essendo in mezzo a grandi tribolazioni e pur essendo perseguitati dalle genti. Hai piegato i nostri sentieri alla tua via. I nostri sentieri erano infatti nei piaceri del secolo; i nostri sentieri erano nella prosperità delle cose temporali; tu hai costretto i nostri sentieri entro la tua via, e ci hai mostrato quanto stretta e angusta sia la via che conduce alla vita. E hai piegato i nostri sentieri alla tua via. Che significa: hai piegato i nostri sentieri alla tua via? È come se si dicesse: voi siete in mezzo alle tribolazioni, soffrite molto, avete perduto molte di quelle cose che amavate in questo secolo; ma non vi ho abbandonato in mezzo alla via, a questa via angusta che vi insegno. Cercavate i lieti sentieri; ed io che vi dico? Di qui si va alla vita eterna; nella via in cui voi volete camminare, giungete alla morte. Quanto larga e spaziosa è la via che conduce alla morte, e quanti sono coloro che camminano per essa! E quanto stretta e angusta è la via che porta alla vita, e come sono pochi coloro che su di essa camminano! ( Mt 7,13.14 ) Chi sono questi pochi? Sono coloro che sopportano le tribolazioni, che superano le tentazioni, che non vengono meno in mezzo a tutte queste angustie; coloro che non si rallegrano per la parola di Dio solo per un momento, e che nel tempo della tribolazione inaridiscono come se fosse sorto il sole, ( Mt 13,20.21.23 ) ma hanno le radici della carità, così come ci è stato letto or ora nel Vangelo. ( Mc 4,16.17.20; Lc 8,13.15 ) Abbi, ripeto, la radice della carità, in modo che, quando sarà sorto il sole, non ti brucerà, ma ti nutrirà. Tutte queste cose sono venute su di noi, e noi non ci siamo dimenticati di te; e non abbiamo agito ingiustamente nei confronti del tuo patto: e non si è tratto indietro il nostro cuore. Ma poiché tutte queste cose abbiamo compiuto in mezzo alle tribolazioni, mentre già camminavamo nella via angusta, tu hai piegato i nostri sentieri alla tua via. 18 - [v 20.] Perché ci hai umiliato nel luogo della debolezza. Dunque ci esalterai nel luogo della forza. E ci ha coperto l'ombra della morte. E questa condizione mortale è soltanto l'ombra della morte. La vera morte è la dannazione insieme con il diavolo. 19 - [v 21.] Se ci siamo dimenticati del nome del Dio nostro. Questa è l'intelligenza dei figli di Core. E se abbiamo steso le nostre mani ad un Dio straniero. 20 - [v 22.] Conoscenza di Dio Forse Dio non ricercherà queste cose? Egli stesso infatti conosce i segreti del cuore. Conosce, e ricerca; se conosce i segreti del cuore perché ricerca? Forse Dio non ricercherà queste cose? Conosce in sé, ricerca per noi. Infatti per questo Dio ogni tanto ricerca, e dice di conoscere ciò che fa conoscere a te. Ti manifesta la sua opera, non la sua conoscenza. Noi diciamo spesso: un giorno lieto, quando il tempo è sereno; forse che il giorno si rallegra? Ma noi diciamo che si rallegra perché fa rallegrare noi. Diciamo ancora: Cielo triste. Certamente non c'è alcun sentimento di tristezza nelle nubi; ma, poiché gli uomini si rattristano vedendo il cielo con un volto così scuro, lo chiamano triste, in quanto esso ci rende tristi. Così si dice che Dio conosce, quando fa sì che noi conosciamo. Dio dice ad Abramo: Ora ho saputo che tu temi Dio. ( Gen 22,12 ) Forse che prima non lo sapeva? Ma era Abramo che non lo sapeva, ha imparato nella tentazione a conoscere se stesso. La maggior parte degli uomini infatti crede di potere ciò che non può, oppure di non potere ciò che può; lo raggiunge la domanda che discende dal disegno divino, e per mezzo di tale domanda gli diventano note le sue possibilità; si dice allora che Dio ha conosciuto ciò che egli ha fatto sì che noi conosciamo. Forse Pietro conosceva se stesso quando disse al medico: sono con te fino alla morte? ( Mt 26,35 ) Il medico avendogli tastato il polso comprese cosa si trovava nell'intimo del malato, ma il malato non lo sapeva. Si presentò la tentazione: il medico provò la verità della sua sentenza, mentre il malato perdette la sua presunzione. Così dunque Dio conosce e ricerca. Conosce. In qual modo ricerca? Ricerca per te, affinché anche tu conosca te stesso, e tu renda grazie a colui che ti ha creato. Forse Dio non ricercherà queste cose? 21 - Dio vede le sofferenze nascoste e i loro motivi Egli stesso infatti conosce i segreti del cuore. Che significa: conosce i segreti? Quali segreti? Perché per te siamo dati a morte tutto il giorno e siamo stimati come pecore da macello. Tu puoi vedere che l'uomo è dato a morte, ma perché sia dato a morte non sai; Dio lo sa; la ragione è segreta. Ma qualcuno mi dice: ecco, per il nome di Cristo costui è tenuto in prigione, e confessa il nome di Cristo. Perché, non confessano forse anche gli eretici il nome di Cristo e tuttavia non muoiono per tale nome? E nella stessa Chiesa, preciso, nella Chiesa cattolica, credete che sia mancato, o che possa mancare ora, chi soffre per ottenere gloria umana? Se mancassero uomini di questo genere, l'Apostolo non direbbe: Se dessi il mio corpo a bruciare, ma non ho carità, a niente mi giova. ( 1 Cor 13,3 ) Sapeva dunque che vi possono essere alcuni che fanno questo per vanagloria, non per amore. Ma ciò rimane nascosto; Dio solo lo vede, noi non possiamo. Egli solo può giudicare, egli che conosce i segreti del cuore. Perché per te siamo dati a morte tutto il giorno e siamo stimati come pecore da macello. Già l'ho detto, di qui anche l'apostolo Paolo ha tratto una testimonianza per esortare i martiri, affinché non vengano meno nelle tribolazioni accettate per il nome di Cristo. 22 - [v 23.] Giudei videro la morte di Cristo ma non credettero alla sua resurrezione Risvegliati, perché dormi, o Signore? A chi dice? E chi è che dice queste parole? Non sarebbe più opportuno dire che dorme e che spira colui che tali parole proferisce: risvegliati, perché dormi, o Signore? Ti risponderà: so quello che dico; so che non dorme colui che custodisce Israele; ( Sal 121,4 ) ma tuttavia i martiri esclamano: risvegliati, perché dormi, o Signore? O Signore Gesù! Sei stato ucciso, hai dormito nella passione e già per noi sei risorto. Sappiamo infatti che per noi sei risorto. Perché sei risorto? I Gentili che ci perseguitano ti ritengono morto, e non credono che tu sia risorto. Risvegliati dunque per loro. Perché dormi, non per noi, ma per essi? Se essi infatti già credessero alla tua risurrezione, di certo non potrebbero perseguitare coloro che credono in te. Ma perché perseguitano? Distruggi e uccidi certi uomini che credono che tu sia morto non so di quale male. Per costoro ancora tu dormi; risvegliati affinché capiscano che sei risorto, e trovino pace. È accaduto infine che, mentre muoiono i martiri e dicono queste cose, costoro dormono e scuotono Cristo veramente morto nel loro sonno; e Cristo è risorto in un certo qual modo nei Gentili, cioè essi hanno creduto che egli è risorto; così a poco a poco anch'essi, credendo, si sono volti a Cristo ed hanno finito col costituire un grande numero, tanto che i persecutori ne hanno avuto timore ed hanno cessato le persecuzioni. Perché? Perché Cristo è risorto nei Gentili, Cristo che prima dormiva per essi, quando non credevano. Risvegliati, e non respingerci fino alla fine. 23 - [v 24.] Perché distogli la tua faccia, come se tu non fossi presente, ma come se ti fossi dimenticato di noi. Ti sei dimenticato della nostra miseria e della nostra tribolazione. 24 - [v 25.] Perché la nostra anima si è umiliata nella polvere. Dove si è umiliata? nella polvere, cioè la polvere ci perseguita. Ci perseguitano coloro dei quali tu hai detto: non così gli empi, non così; ma come polvere che il vento spazza dalla faccia della terra. ( Sal 1,4 ) L'anima nostra si è umiliata nella polvere; è attaccato alla terra il nostro ventre. Mi sembra che sia espressa la pena della più grande umiliazione che possa esistere, quando si dice di uno che distendendosi aderisce con il ventre alla terra. Quando infatti uno si umilia sino a piegare il ginocchio, ha ancora di che umiliarsi; ma quando uno si umilia tanto da distendere a terra il suo ventre non ha più di che umiliarsi. Se volesse umiliarsi ancora, non ne avrebbe modo, a meno che si ponesse sottoterra. Proprio questo forse ha voluto dire: troppo ci siamo umiliati in questa polvere, e non abbiamo più di che umiliarci; già siamo giunti alla massima umiliazione, venga finalmente la commiserazione. 25 - Fedeltà a Cristo persecuzioni Oppure, fratelli, la Chiesa piange con questa voce coloro che i persecutori hanno costretto a passare dalla parte dell'empietà, tanto che quelli che sono rimasti ben saldi nella virtù, così dicono: l'anima nostra si è umiliata nella polvere. Cioè tra le mani di questa polvere, tra le mani degli empi e dei persecutori, l'anima nostra si è umiliata nella polvere e per questo noi ti invochiamo affinché tu ci dia l'aiuto nella tribolazione; perché il ventre nostro si è attaccato alla terra, cioè ha ceduto alla empietà di questa polvere il nostro ventre. Questo infatti significa la parola: si è attaccato. Perché se quando ami e ardi di carità giustamente dici a Dio: l'anima mia si è stretta dietro a te; ( Sal 63,9 ) e ancora: per me è buono l'essere attaccato a Dio, ( Sal 73,28 ) perché allora tu sei unito a Dio, in quanto acconsenti a Dio; ebbene non senza motivo si dice che questo ventre si è attaccato alla terra, in quanto essi, non sopportando le persecuzioni, hanno ceduto agli ingiusti, e in questo modo si sono attaccati alla terra. Sono chiamati ventre perché sono carnali: e quindi la bocca della Chiesa sono i santi, gli uomini spirituali, mentre il ventre della Chiesa sono gli uomini carnali. Per questo la bocca della Chiesa sta in alto; il ventre invece è nascosto, come qualcosa di più molle e di più debole. Questo intende in un certo passo la Scrittura laddove l'evangelista dice di aver ricevuto il libro: e il libro era dolce nella mia bocca e amaro nel mio ventre. ( Ap 10,10 ) Che significano queste parole se non che i maggiori precetti che gli uomini spirituali ricevono non sono accolti dagli uomini carnali, e che di ciò di cui si rallegrano gli uomini spirituali si rattristano invece gli uomini carnali? Fratelli, chi possiede questo libro? Vendi tutto ciò che hai, e donalo ai poveri. Quanta dolcezza c'è nella bocca della Chiesa! Essa si attua in tutti gli uomini spirituali. Ma all'uomo carnale tu dirai: fa' questo, ed egli più facilmente si allontanerà da te triste come quel ricco si allontanò dal Signore ( Mt 19,21.22 ) piuttosto che fare ciò che il Signore gli aveva detto. Ma perché si allontana triste, se non perché quel libro è dolce nella bocca, e amaro nel ventre? Hai dato non so quanto oro e argento; ed è venuto il momento in cui, per non perdere niente, forse commetti qualche peccato, forse arrechi ingiuria alla Chiesa, oppure sei costretto a bestemmiare; e, posto nell'alternativa angosciosa di perdere o il denaro o la giustizia, ti viene detto: perdi piuttosto il denaro, ma non perdere la giustizia. Ma tu, che ignori la dolcezza della giustizia e sei ancora debole in quelle membra che la Chiesa ritiene siano nel ventre, rattristato, preferisci perdere qualcosa della giustizia, piuttosto che una sola moneta del denaro, e sei colpito da un danno più grave, riempi la tua borsa, ma annienti il tuo cuore. Probabilmente dunque di costoro ha detto: si è attaccato alla terra il nostro ventre. 26 - [v 26.] L'aiuto della grazia divina Svegliati, o Signore, aiutaci. E veramente, cari fratelli, si è svegliato e ci ha aiutato. Infatti quando si è svegliato, cioè quando è risorto e dalle genti è stato riconosciuto, mentre cessavano le persecuzioni, anche quelli che erano stretti alla terra si sono sollevati dalla terra, si sono pentiti, e sono tornati al Corpo di Cristo, sebbene deboli, sebbene imperfetti, perché quel corpo si completasse in essi: i tuoi occhi mi hanno visto imperfetto, e nel tuo libro tutti sono scritti. ( Sal 139,16 ) Svegliati, Signore, aiutaci, e riscattaci per il tuo nome. Cioè riscattaci gratuitamente: per il tuo nome, non per i miei meriti; perché tu ti sei degnato di fare, non perché io sia degno che tu operi per me. Infatti anche se noi non ci siamo dimenticati di te, e non si è voltato indietro il nostro cuore, e non abbiamo steso le nostre mani verso il Dio straniero, se tu non ci avessi aiutati come avremmo potuto? Di che cosa saremmo capaci se tu non parlassi entro di noi, e tu non ci esortassi, e, tu non ci abbandonassi? Riscattaci dunque sia quando soffriamo nelle tribolazioni sia quando ci rallegriamo nella prosperità; non per i nostri meriti, ma per il tuo nome.