Padri/Agostino/EspSalmi/045.txt Salmo 45 (44) Discorso 1 - [v 1.] Imitare l'innocenza dei piccoli dell'uomo Vi chiedo di esaminare attentamente con noi questo salmo che noi abbiamo cantato esultando con voi. È il cantico nuziale dello sposo e della sposa, del re e del popolo, del Salvatore e di coloro che debbono essere salvati. Colui che viene alle nozze con la veste nuziale, cercando la gloria dello sposo, non la sua, non soltanto ascolta volentieri, come sono soliti fare gli uomini desiderosi di vedere uno spettacolo, ma non di mostrare proprie azioni; ma comanda anche al suo cuore che non stia ivi ozioso, ma germogli, si sviluppi, cresca, si perfezioni, sia assunto. È necessario che noi siamo i figli di Core, per i quali viene cantato questo salmo, come reca il titolo del salmo. Erano costoro certamente uomini; pur tuttavia ogni titolo delle Scritture divine insinua qualcosa per chi sa capire e non vuole essere un semplice ascoltatore ma vuol penetrarne il significato. Indaghiamo la parola ebraica e vediamo che cosa significhi Core; e, come ogni parola della Scrittura ha una interpretazione, figli di Core significa figli del Calvo. E non intendete in senso derisorio questo nome, per non far la figura dei fanciulli simili a quelli di cui leggiamo nel libro dei Regni, che insultavano il santo profeta Eliseo, e gridavano dietro di lui: Sali calvo, sali calvo. Tali fanciulli infatti, stoltamente cicalanti e maldicenti a loro danno, furono mangiati dalle belve uscite dalla selva. ( 2 Re 2,23.24 ) Tutto questo sta scritto, e noi abbiamo menzionato dove; coloro che ricordano, lo riconoscano; coloro che non ricordano, leggano; coloro che non hanno letto, credano. E che questo sia accaduto in immagine del futuro non ci deve sorprendere. In quei fanciulli sono raffigurati gli uomini stolti, che sono ignoranti; e l'Apostolo non vuole che noi siamo così, quando dice: non siate fanciulli quanto a intelletto. ( 1 Cor 14,20 ) E poiché il Signore ci aveva invitati a imitare i bambini, quando pose dinanzi a sé un fanciullo e disse: Chi non sarà come questo fanciullo, non entrerà nel regno dei cieli; ( Mt 18,2.3 ) anche l'Apostolo, prudente dopo averci messo in guardia contro l'intelletto puerile, ci invita di nuovo ad imitare i fanciulli dicendo: Non siate fanciulli quanto a intelletto, ma siate bambini per la malizia, in modo da essere maturi di mente. ( 1 Cor 14,20 ) Chi trova piacere nell'imitare il fanciullo, non imiti la sua ignoranza, ma la sua innocenza. È per ignoranza che quei bambini insultavano il calvo santo di Dio, e gridavano dietro di lui: Calvo, calvo. Capitò loro di essere divorati dalle belve; e nell'allegoria raffigurarono gli uomini che con lo stesso intelletto puerile deridevano un certo calvo; poiché appunto nel luogo del Calvario quello fu crocifisso. Costoro sono stati preda delle belve, cioè dei demoni, del diavolo e dei suoi angeli, che agisce nei figli della malafede. Erano bambini di questo genere coloro che, stando in piedi dinanzi al sacro legno, scuotevano il capo, e dicevano: Se è figlio di Dio, discenda dalla croce. ( Mt 27,33.39.40 ) Quanto a noi siamo figli di costui, perché siamo figli dello sposo; ( Mt 9,15; Lc 5,34 ) e per noi è intitolato questo salmo, il cui titolo dice: Per i figli di Core, per le cose che saranno mutate. 2 - Il rinnovamento interiore dell'uomo Come spiegherò il significato delle parole: Per le cose che saranno mutate? Che dirò? Chiunque è mutato le conosce. Chi sente queste parole: Per le cose che saranno mutate, veda che cosa era e veda che cosa è ora. E dapprima si renda conto come è mutato il mondo; prima adorava gli idoli, ora adora Dio; prima serviva le cose che aveva fatto, ora serve colui dal quale è stato fatto. E vedete anche quando sono state dette le parole: Per le cose che saranno mutate. Ora i pagani rimasti temono le cose che sono cambiate; e coloro che non vogliono mutare, vedono le chiese piene, e i templi deserti; vedono qui la folla e là solitudine. Si stupiscono per le cose che sono cambiate; ebbene, leggano le profezie, prestino orecchio a colui che ha promesso, credano a colui che ha compiuto. Ma, fratelli, anche ciascuno di noi è mutato dal vecchio uomo nel nuovo: da infedele è divenuto fedele; da ladro, generoso donatore; da adultero, casto; da malvagio, degno. Si cantino dunque per noi le parole: Per le cose che saranno mutate, e si cominci così a narrare per opera di chi sono state mutate. 3 - Cristo e la Chiesa, lo Sposo e la Sposa Continua infatti: Per le cose che saranno mutate, ai figli di Core, per l'intelligenza, cantico per il diletto. Infatti quel diletto è stato visto dai suoi persecutori, ma senza comprenderlo. Se lo avessero conosciuto, mai avrebbero crocifisso il Signore della gloria. ( 1 Cor 2,8 ) Egli stesso spingeva gli occhi degli altri a questa intelligenza, dicendo: Chi vede me, vede anche il Padre. ( Gv 14,9 ) Canti dunque lui questo salmo: rallegriamoci nelle nozze, e saremo insieme a coloro che compiono le nozze, che sono invitati alle nozze; e gli stessi invitati sono la sposa. Infatti la sposa è la Chiesa, lo sposo Cristo. I retori sono soliti cantare certi carmi che si chiamano epitalami; a quelli che si sposano tutto quanto in essi si canta è in onore dello sposo e della sposa; forse che in queste nozze alle quali siamo invitati non c'è il talamo? E come è che allora in un altro salmo si dice: Nel sole ha posto la sua tenda, ed egli stesso come sposo che esce dal suo talamo? ( Sal 19,6 ) È unione nuziale quella tra il Verbo e la carne: il talamo di questa unione è il seno della Vergine. Infatti la carne stessa si è unita al Verbo; per cui si dice anche: Non più due, ma una sola carne. ( Mt 19,6; Ef 5,32 ) La Chiesa è tratta dal genere umano, affinché il capo della Chiesa sia la carne stessa unita al Verbo, e gli altri credenti siano le membra di quel Capo. Vuoi vedere infatti chi verrà alle nozze? In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. ( Gv 1,1 ) Si rallegri la sposa amata da Dio. Quando amata? Quando era ancora deforme. Perché tutti hanno peccato - dice l'Apostolo - e hanno bisogno della gloria di Dio. ( Rm 3,23 ) E di nuovo: Infatti Cristo è morto per gli empi. ( Rm 5,6 ) Deforme è amata, affinché non resti deforme. Non è amata infatti perché deforme, in quanto non è la deformità che è amata; se fosse amata, verrebbe conservata; ha eliminata la deformità, e ha creato la bellezza. A chi è venuto, e chi ha formato? Venga ormai egli stesso nelle parole della profezia; ecco, lo stesso sposo avanzi verso di noi: amiamolo; oppure, se avremo trovato in lui qualcosa di deforme, non amiamolo. Egli invece ha trovato molte deformità; e ci ha amato; al contrario noi non dobbiamo amarlo se troviamo in lui qualcosa di deforme. Perché anche nel fatto che si è rivestito della carne, cosicché si dicesse di lui: Lo abbiamo visto, e non aveva bellezza né decoro, ( Is 53,2 ) se considererai la misericordia nella quale si è fatto uomo, ivi è bello. Il profeta pertanto parlava a nome dei Giudei, quando diceva: Lo abbiamo visto, e non aveva bellezza né decoro. Perché? Perché lo vedevamo senza comprendere. Ma per coloro che capiscono, E il Verbo si è fatto carne ( Gv 1,14 ) è di una sublime bellezza. Dice uno degli amici dello sposo: Lungi da me gloriarmi, se non nella croce del nostro Signore Gesù Cristo. ( Gal 6,14 ) È poco non arrossire della croce, se non te ne glorierai. Perché dunque non ebbe bellezza né decoro? Perché Cristo crocifisso, per i Giudei fu scandalo, e stoltezza per i Gentili. Ma perché anche nella croce aveva bellezza? Perché la follia di Dio è più sapiente degli uomini; e la debolezza di Dio è più forte degli uomini. ( 1 Cor 1,23.25 ) A noi dunque, che crediamo lo Sposo si presenti sempre bello. Bello è Dio, Verbo presso Dio; bello nel seno della Vergine, dove non perdette la divinità e assunse l'umanità; bello il Verbo nato fanciullo, perché mentre era fanciullo, mentre succhiava il latte, mentre era portato in braccio, i cieli hanno parlato, gli angeli hanno cantato lodi, la stella ha diretto il cammino dei magi, è stato adorato nel presepio, cibo per i mansueti. ( Lc 2,8-14; Mt 2,1 ) È bello dunque in cielo, bello in terra; bello nel seno, bello nelle braccia dei genitori: bello nei miracoli, bello nei supplizi; bello nell'invitare alla vita, bello nel non curarsi della morte, bello nell'abbandonare la vita e bello nel riprenderla; bello nella croce, bello nel sepolcro, bello nel cielo. Ascoltate il cantico con intelligenza, e la debolezza della carne non distolga i vostri occhi dallo splendore della sua bellezza. Suprema e vera bellezza è la giustizia; non lo vedrai bello, se lo considererai ingiusto; se ovunque è giusto ovunque è bello. Venga a noi per farsi contemplare dagli occhi dello spirito descritto da questo suo profeta che lo loda. Ecco che comincia: 4 - [v 2.] Tutto Dio fece per mezzo del Verbo Erompe dal mio cuore la buona parola. Chi dice questo, il Padre o il profeta? Alcuni hanno creduto che sia la voce del Padre che dice: Erompe dal mio cuore la buona parola, per magnificare a noi la nascita ineffabile. Affinché tu non creda per caso che Dio abbia preso qualcosa per generare il Figlio ( allo stesso modo in cui l'uomo prende qualcosa per generare i suoi figli, la moglie, ad esempio, senza la quale l'uomo non può procreare la prole ) ebbene, affinché tu non creda che Dio abbia bisogno di unirsi con qualcuno per generare il Figlio, erompe - dice - dal mio cuore la buona parola. Oggi il tuo cuore, o uomo, concepisce un disegno, e non ha bisogno della moglie; per mezzo del disegno nato dal tuo cuore tu costruirai qualcosa; e quella costruzione prima di esistere nella realtà è nel tuo pensiero e ciò che stai per realizzare è già nel progetto per il quale compirai la tua opera. Tu lodi la costruzione che non esiste ancora, la lodi non nella bellezza della realizzazione, ma nel progetto che hai in mente; né altri loda il tuo disegno, se tu non glielo avrai indicato, oppure se non avrà visto ciò che tu hai fatto. Orbene, se per mezzo del Verbo tutte le cose sono state fatte, e se il Verbo è da Dio, guarda l'opera compiuta per mezzo del Verbo e da questo edificio ammira il pensiero. Qual è questo Verbo per cui è stato fatto il cielo e la terra, e tutta la bellezza del cielo, tutta la fecondità della terra, l'estensione del mare, il diffondersi dell'aria, il fulgore delle stelle, la luce del sole e della luna? Tutte queste cose si vedono: passa oltre queste cose; pensa agli Angeli, ai Principati, ai Troni, alle Dominazioni, alle Potestà: tutte queste cose sono state fatte per mezzo di lui. ( Col 1,16 ) Perché dunque sono state fatte tutte queste cose buone? Perché proruppe ciò per cui dovevano essere fatte: il Verbo buono. È buono dunque il Verbo; allo stesso Verbo infatti è stato detto: Maestro buono. E lo stesso Verbo risponde: Perché mi interroghi sul bene? Nessuno è buono, solo Dio. È stato detto: Maestro buono, e dice: Perché mi interroghi sul bene? E aggiunge: Nessuno è buono, solo Dio. ( Mt 19,17; Mc 10,18 ) Come dunque egli stesso è buono se non perché è Dio? Ma non è Dio da solo, è unico Dio insieme con il Padre. Dicendo infatti: Nessuno è buono, solo Dio, non si è separato, ma si è unito. Erompe dal mio cuore il Verbo buono. Dirà ciò Dio Padre, del suo Verbo buono e autore del nostro bene, per mezzo del quale unico bene noi possiamo in qualche modo essere buoni. 5 - L'eterna generazione del Verbo Continua: Io dico la mia opera al re. Parla ancora il Padre? Se è ancora il Padre che parla, indaghiamo e comprendiamo secondo la vera e cattolica fede le parole: Io dico la mia opera al re. Se infatti il Padre dice la sua opera al suo Figlio nostro re, quale opera dirà il Padre al Figlio, dato che tutte le opere del Padre sono state fatte per mezzo del Figlio? Oppure nelle parole: Io dico la mia opera al re, quel "dico" indica la generazione del Figlio? Temo un po' che tutto questo non possa essere capito dai più tardi. Pur tuttavia lo dirò; mi segua chi può, dato che non potrebbe seguirmi chi può, se io non lo dicessi. In un altro salmo leggiamo: Una sola volta ha parlato Dio. ( Sal 62,12 ) Tante volte ha parlato per mezzo dei Profeti, tante volte per mezzo degli Apostoli, e oggi parla per mezzo dei suoi santi e dice: Una sola volta ha parlato Dio. In che modo ha parlato, se non perché pronunciò una sola Parola? Ma, come nelle parole: Erompe dal mio cuore la buona parola, comprendiamo che si tratta della generazione del Figlio, così mi sembra che nelle seguenti parole ci sia una ripetizione, per cui ciò che ha detto prima: Erompe dal mio cuore una buona parola equivale a ciò che dice ora: Dico. Che significa: Dico? Significa proferisco una parola. E donde Dio proferisce una parola, se non dal suo cuore, dal suo intimo? Tu non dici niente che non derivi dal tuo cuore; la tua parola che echeggia e passa, non deriva da altro luogo che non sia il tuo cuore; e ti stupisci che Dio parli così? Ma il dire di Dio è eterno. Tu dici qualcosa ora, perché poco prima tacevi; ecco, non ancora hai proferito la parola, ma quando avrai cominciato a proferirla, spezzi in un certo qual modo il silenzio, e generi la parola che prima non era. Non così Dio ha generato la Parola: il dire di Dio è senza inizio e senza fine; e tuttavia dice una sola Parola. Ne dica un'altra, se ciò che ha detto è passato. Ma siccome colui che ha detto resta, e ciò che è stato detto resta, e una sola volta è detto e non è finito, ciò stesso che è stato detto è senza inizio né viene detto due volte, perché non passa ciò che è stato detto una sola volta. Insomma: Erompe dal mio cuore la buona parola, equivale a: Io dico la mia opera al re. Perché dice dunque: Io dico la mia opera? Perché nel Verbo stesso sono tutte le opere di Dio. Perché tutto ciò che Dio avrebbe fatto nella creazione, era già nel Verbo; e non sarebbe nelle cose, se non fosse nel Verbo; allo stesso modo in cui in te non sarebbe nella realtà, se essa non fosse nel pensiero. È detto nel Vangelo: Ciò che è stato fatto in lui era vita. ( Gv 1,3.4 ) Già dunque esisteva ciò che è stato fatto, ma nel Verbo; e tutte le opere di Dio ivi erano, e le opere non erano ancora; ma il Verbo era, e questo Verbo era Dio, ed era presso Dio, ed era Figlio di Dio, ed era insieme con il Padre l'unico Dio. Io dico la mia opera al re. Ascolti queste parole colui che capisce il Verbo; e veda insieme con il Padre l'eterno Verbo, nel quale sono tutte le cose che saranno e nel quale non vengono meno le cose che sono passate. Queste opere di Dio nel Verbo, sono nel Verbo, sono nell'Unigenito, sono nel Verbo di Dio. 6 - L'incarnazione del Verbo Che cosa dice in seguito? La mia lingua è penna di scriba veloce. Che rapporto ha, fratelli miei, la lingua di Dio con la penna dello scriba? Che rapporto ha la pietra con Cristo? ( 1 Cor 10,4 ) Che rapporto ha l'agnello con il Salvatore, ( Gv 1,29 ) il leone con la forza dell'Unigenito? ( Ap 5,5 ) Pur tuttavia tutte queste cose sono dette; e se non fossero dette, noi non avremmo conosciuto in qualche modo l'invisibile per mezzo delle cose visibili. Noi non facciamo nostro il paragone tra questa umile penna e l'eccellenza di lui, ma tuttavia neppure lo respingiamo. Cerco perché ha detto che la sua lingua è penna di scriba veloce? Ma scriva velocemente quanto vuole lo scriba, non lo si potrà paragonare a quella velocità della quale un altro salmo così dice: Velocissima corre la sua parola. ( Sal 147,15 ) Mi sembra però, se tanto osa l'umana intelligenza, che si possano intendere dette dalla voce del Padre le parole: La mia lingua è penna di scriba. Perché ciò che la lingua dice, risuona e passa; ciò che è scritto resta; e poiché Dio dice il Verbo, e il Verbo che è detto non risuona e passa, ma è detto e resta, Dio ha preferito paragonare il suo Verbo alle cose scritte, e non alle parole. Dicendo poi: Che velocemente scrive, ha spinto la mente a comprendere; ma non resti pigra, guardando i copisti oppure qualche veloce scriba; se guarderà costoro, resterà lì. Pensi velocemente a quel velocemente; e veda perché è detto: velocemente. Il velocemente di Dio è tale che non c'è niente di più veloce. Nello scrivere infatti si scrive lettera dopo lettera, sillaba dopo sillaba, parola dopo parola; e non si passa alla seconda parola, se non è stata scritta completamente la prima. Ivi invece niente è più veloce, poiché le parole non sono molte né tuttavia qualche cosa è omesso, in quanto in una sola sono tutte. 7 - [v 3.] Ecco che, una volta detto questo Verbo, eterno, coeterno dall'eternità, verrà lo sposo. Bello al di sopra dei figli degli uomini. Dice: Al di sopra dei figli degli uomini. Perché non anche al di sopra degli angeli? Perché ha preferito dire: Al di sopra dei figli degli uomini, se non perché è uomo? Affinché tu non creda che Cristo uomo sia un uomo qualsiasi, dice: Bello al di sopra dei figli degli uomini. Anche come uomo è al di sopra dei figli degli uomini; anche tra i figli degli uomini è al di sopra dei figli degli uomini; anche come uno dei figli degli uomini, è al di sopra dei figli degli uomini. Diffusa è la grazia sulle tue labbra, aggiunge. La legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità si è compiuta per mezzo di Gesù Cristo. ( Gv 1,17 ) Diffusa è la grazia sulle tue labbra. Giustamente sono stato soccorso perché mi diletto nella legge di Dio secondo l'uomo interiore. Ma un'altra legge nelle mie membra si oppone alla legge del mio spirito, e mi trascina prigioniero nella legge del peccato, che è nelle mie membra. Me misero uomo, chi mi libererà dal corpo di questa morte? La grazia di Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. ( Rm 7,22-25 ) Orbene: Diffusa è la grazia sulle tue labbra. È venuto a noi con la parola della grazia, con il bacio della grazia. Che cosa è più dolce di questa grazia? A chi spetta questa grazia? Ai beati le cui ingiustizie sono rimesse, e i cui peccati sono celati. ( Sal 32,1 ) Se il giudice venisse severo, e non portasse questa grazia diffusa sulle sue labbra, chi potrebbe sperare nella salvezza? Chi non temerebbe per sé ciò che era dovuto al peccatore? Egli venendo con la grazia, non esige ciò che gli era dovuto e scioglie ciò che non doveva. Forse che il peccatore non doveva la morte? E a te, peccatore, che cosa era dovuto se non il supplizio? Ha rimesso i tuoi debiti e ha pagato ciò che non doveva. Grande grazia. Perché grazia? Perché gratuita. Perché a te conviene rendere grazie, non restituire; non potresti. Colui che cercava qualcosa da restituire disse: Che cosa restituirò al Signore per tutte le cose che mi ha dato? E come se avesse trovato qualcosa, aggiunse: Prenderò il calice della salvezza, e invocherò il nome del Signore. ( Sal 116,12.13 ) Questo gli restituisci, prendendo il calice della salvezza e invocando il nome del Signore? Chi ti ha dato quello stesso calice salutare? È rimasto nell'azione di grazie, perché nella corresponsione è venuto meno. Ho trovato che cosa potrai dare a Dio, che da lui non hai ricevuto; e gli renderai grazia. Ma stai attento, mentre cerchi che cosa dargli che tu non abbia ricevuto da lui, di non trovare il tuo peccato. Quello da lui non l'hai ricevuto certamente, ma neppure lo devi dare a lui. È ciò che gli hanno dato i Giudei, che restituirono il male per il bene; avevano ricevuto da lui la pioggia, e non hanno dato il frutto, ma le spine delle sofferenze. Ebbene, qualunque cosa buona che in te stesso tu vorrai dare a Dio, troverai che non l'hai ricevuta da nessun altro se non da Dio. Questa è la grazia di Dio diffusa sulle labbra. Ti ha fatto, e gratis ti ha fatto. Non aveva alcun dovere verso nessuno prima di creare. Ti eri perduto, ti ha cercato; e dopo averti trovato ti ha richiamato. Non ha imputato le cose passate, ha promesso quelle future. 8 - Veramente diffusa è la grazia sulle tue labbra Per questo - dice - Dio ti ha benedetto in eterno. È faticoso riuscire a intendere queste parole come dette ancora da Dio Padre: Per questo Dio ti ha benedetto in eterno. Sembra più facile intenderle come dette dalla persona del profeta. Nei Santi Libri delle Scritture si trovano, e del tutto all'improvviso, repentini cambiamenti di persona, per chi vi presta attenzione, piene ne sono le pagine divine. Signore, libera la mia anima dalle labbra ingiuste, e dalla lingua ingannatrice; e subito: Che cosa ti è dato o che cosa ti è aggiunto contro la lingua ingannatrice? Là era una persona che parlava, qui un'altra; là uno che chiede, qui che soccorre. Acute le frecce del potente, con carboni devastatori. Un'altra persona è quella che dice: Che cosa ti ha dato, o che cosa ti è aggiunto; e nelle parole che seguono diventa un'altra: Ahimé! perché lungo è diventato il mio esilio. ( Sal 120,2-5 ) Un così frequente cambiamento di persone in pochi versi stimola l'intelligenza; non è indicato il luogo ove avviene il cambiamento; non è detto: questo ha detto l'uomo, questo ha detto Dio; ma dalle stesse parole ci viene fatto comprendere che cosa compete all'uomo e che cosa a Dio. È sì un uomo che diceva: Erompe il mio cuore la buona parola, io dico la mia opera al re. Un uomo le diceva, le diceva colui che ha scritto il salmo; ma diceva queste parole nella persona di Dio. Poi ha cominciato a parlare in nome proprio: Per questo Dio ti ha benedetto in eterno. Dio aveva detto infatti: Diffusa è la grazia sulle tue labbra, a colui che aveva fatto bello tra i figli degli uomini, l'uomo che Dio aveva generato prima di ogni cosa, eterno e coeterno. Ricolmo di gioia ineffabile è dunque il profeta, il quale, guardando ciò che Dio Padre ha rivelato agli uomini del suo Figlio, ha potuto dire queste cose nella persona di Dio. Dice: Per questo Dio ti ha benedetto in eterno. Perché? Per la grazia. Questa grazia, infatti, dove conduce? Al Regno dei Cieli. Il primo Testamento aveva promesso la terra; e uno era il premio o la promessa per coloro che erano posti sotto la legge, un altro per coloro che erano posti sotto la grazia. La terra dei Cananei era per i Giudei posti sotto la legge, il Regno dei Cieli per i Cristiani posti sotto la grazia. Ne consegue che ciò che spettava a coloro che erano posti sotto la legge, il regno, la terra, tutto ciò passò; il Regno dei Cieli che spetta a coloro che sono posti sotto la grazia, non passa. Per questo qui ha detto: Dio ti ha benedetto - non nel tempo - ma in eterno. 9 - Non vi è opera maggiore per l'uomo che lodare Dio Non sono mancati coloro che hanno preferito intendere come dette dalla persona del profeta tutte le parole sin qui spiegate; che sia cioè stato il profeta a dire: Erompe dal mio cuore la buona parola, come se dicesse un inno. ( Chiunque infatti dice un inno a Dio, fa uscire dal suo cuore la buona parola, come, chi bestemmia contro Dio, lascia prorompere dal suo cuore una parola malvagia ). Così quanto segue: Io dico la mia opera al re, l'hanno inteso in questo modo: la somma opera dell'uomo è soltanto lodare Dio. Nella sua bellezza egli vuole esserti gradito, e a te spetta lodarlo rendendogli grazie. Se la tua preoccupazione non sarà lodare Dio, allora incominci ad amare te stesso; e farai parte di coloro dei quali l'Apostolo dice: Saranno uomini che amano se stessi. ( 2 Tm 3,2 ) Sii sgradito a te stesso, ti sia gradito colui che ti ha fatto; perché così ti sarà sgradito ciò che tu hai fatto a te medesimo. La tua opera sia la lode di Dio, prorompa il tuo cuore in una buona parola. Di' dunque: l'opera tua al re; perché tu la dica il re ti ha fatto, ed egli stesso ti ha dato di che offrire a lui. Restituiscigli ciò che è suo: non andartene lontano, presa la parte del tuo patrimonio, a dissiparlo con prodigalità in compagnia delle meretrici, e a pascere i porci. Ricordatevi di questo dal Vangelo. Ma anche per noi è detto: Era morto, ed è risuscitato; si era perduto ed è stato ritrovato. ( Lc 15,32 ) 10 - La mia lingua è penna di scriba, che velocemente scrive. Non sono mancati coloro che hanno inteso che il profeta abbia detto le cose che scriveva, e perciò abbia paragonato la sua lingua alla penna dello scriba. Essi ritengono che poi abbia detto che velocemente scrive, per intendere che egli scriveva le cose che sarebbero accadute velocemente, per cui scrivere velocemente significherebbe scrivere cose veloci, cioè scrivere cose che non tarderanno a verificarsi. Non ha tardato infatti Dio a manifestare Cristo. Quanto rapidamente ci si accorge di ciò che è passato, quando si sa che è accaduto! Ricordati delle generazioni che ti hanno preceduto, e troverai Adamo come se fosse stato creato ieri. Così leggiamo tutte le cose compiute fin dall'inizio; dunque, velocemente si sono compiute. Velocemente verrà il giorno del giudizio: previeni la sua velocità; velocemente verrà e tu sii più veloce nel convertirti. Sarà presente il volto del giudice, ma ricordati ciò che dice il profeta: Preveniamo il suo volto nella confessione. ( Sal 95,2 ) Diffusa è la grazia sulle sue labbra, per questo Dio ti ha benedetto in eterno. 11 - [v 4.] La forza dell'amore di Dio Cingi la tua spada al fianco, o potentissimo. La tua spada che cosa è se non la tua parola? Con quella spada ha abbattuto i nemici, con quella spada ha diviso il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera. Leggiamo nel Vangelo: Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. E ancora: Saranno in una stessa casa cinque divisi tra di loro, due contro tre, e tre contro due saranno divisi, cioè il figlio contro il padre, la figlia contro la madre, la nuora contro la suocera. ( Mt 10,34.35; Lc 12,51-53 ) Questa divisione con quale spada è stata fatta, se non con quella che Cristo ha portato? E di nuovo, fratelli, vediamo tutto questo anche nella vita di ogni giorno. A un giovane piace servire Dio, ma a suo padre non piace; sono divisi tra loro: uno promette l'eredità terrena, l'altro ama quella celeste; una cosa questo promette, un'altra cosa quello sceglie. Non creda il padre che gli sia fatta ingiuria; Dio solo a lui è preferito; e tuttavia litiga con il figlio che vuole servire Dio. Ma quella spada spirituale che separa, è più forte della natura carnale che unisce. E ciò accade anche nella figlia che si trova contro la madre, e molto di più nella nuora che si trova contro la suocera. Infatti, spesso, si trovano in una stessa casa la nuora e la suocera, e l'una è eretica e l'altra cattolica. E là dove con forza si riceve questa spada, non temiamo la ribattezzazione. La figlia è divisa da sua madre, e non può la nuora esserlo dalla suocera? 12 - L'opera redentiva di Cristo Questo accade, generalmente, tra gli uomini: il figlio è contro il padre. Fummo infatti un tempo figli del diavolo. Così agli infedeli si dice: Voi avete per padre il diavolo. ( Gv 8,44 ) E tutta la nostra infedeltà, donde deriva se non dal padre diavolo? Non è padre perché ci ha creato, ma noi siamo figli suoi perché lo imitiamo. Vediamo il figlio diviso dal padre. È venuta quella spada, ha rinunziato al diavolo, ha trovato un altro padre, ha trovato un'altra madre. Quello mostrandosi per essere imitato, generava per la perdizione; i due genitori che abbiamo trovato generano per la vita eterna. Il figlio è diviso dal padre. Anche la figlia è divisa dalla madre: quella folla che, pur facendo parte dei Giudei, credette, è divisa dalla Sinagoga. Divisa è la nuora dalla suocera: la folla venuta dai Gentili è chiamata nuora, perché è sposa di Cristo figlio della Sinagoga. Donde è nato infatti il Figlio di Dio secondo la carne? Da quella Sinagoga. Colui che abbandonò il padre e la madre e si unì alla sua sposa, affinché fossero due in una sola carne, ( Gen 2,24 ) non è una nostra invenzione, ma lo attesta l'Apostolo dicendo: questo è un grande sacramento, ma io lo dico in ordine a Cristo e alla Chiesa. ( Ef 5,32 ) Abbandonò infatti in certo qual modo il Padre, non per lasciarlo, ma per accettare la carne umana. In qual modo lo abbandonò? Perché pur essendo in forma di Dio, non stimò una rapina l'essere uguale a Dio, ma annientò se stesso prendendo forma di schiavo. ( Fil 2,6 ) In qual modo abbandonò anche la madre? Abbandonando la gente giudea, quella Sinagoga che si teneva stretta ai vecchi riti. A questo si vogliono riferire le parole che dicono: Chi è mia madre, o chi sono i miei fratelli? ( Mt 12,48 ) Perché egli all'interno insegnava, mentre essi stavano al di fuori. Vedete un po' se non sono proprio così i Giudei: Cristo insegna nella Chiesa, essi stanno al di fuori. E chi è dunque la suocera? La madre dello sposo. La madre dello sposo, del nostro Signore Gesù Cristo è la Sinagoga. Per questo la sua nuora, la Chiesa, che, venendo dalle genti, non ha acconsentito alla circoncisione carnale, si è divisa dalla suocera. Cingi la tua spada. Della potenza di questa spada abbiamo parlato, dicendo queste cose. 13 - Il giudizio di Dio è diverso da quello dell'uomo Cingi la tua spada, cioè la tua parola; al tuo fianco, o potentissimo perché al tuo fianco hai la spada. Che vuol dire: al tuo fianco? E che significa il fianco? La carne. Per questo è detto: Non verrà meno il principe da Giuda, e il capo dai suoi fianchi. ( Gen 49,10 ) E lo stesso Abramo, cui era stata promessa una discendenza nella quale dovevano essere benedette tutte le genti, quando mandò il suo servo a cercare e a portare la sposa per il suo figlio ( donde sarebbe venuta quella discendenza nella quale tutte le genti sarebbero state benedette ), riserbando in quella fede e nella umiltà del seme la grandezza del nome, cioè il Figlio di Dio che doveva venire ai figli degli uomini per mezzo del seme di Abramo, non lo fece giurare così? Poni la tua mano sotto il mio fianco - gli disse - e così giura ( Gen 12,3; Gen 24,2.3; Gen 26,4 ) È come se dicesse: Poni la tua mano sull'altare, oppure sul Vangelo, oppure sul profeta, o su qualcosa di santo. Sotto il mio fianco, disse, poni la mano; dimostrando fiducia; non ossequiando qualche turpitudine, ma comprendendo la verità. Per questo cingi la tua spada al fianco, o potentissimo. Potentissimo anche nel fianco; perché ciò che è debole in Dio è più forte degli uomini. ( 1 Cor 1,25 ) O potentissimo. 14 - [v 5.] Nella tua bellezza e nella tua leggiadria. Ricevi la giustizia nella quale sei sempre leggiadro e bello. E avanza, e maestoso procedi e regna. Forse che non lo vediamo? Certamente questo è già accaduto. Osservate il mondo: avanza maestoso, procede, e regna; a lui sono soggette tutte le genti. Che significa vedere tutto questo in spirito? Ciò che ora significa sperimentarlo nella verità. Quando queste cose erano dette, non ancora regnava Cristo, non ancora avanzava, non ancora procedeva: era soltanto annunziato. Tutto si è manifestato, ora lo tocchiamo con mano; molte cose già Dio ci ha reso, solo in poche è ancora nostro debitore. Avanza, e maestoso procedi e regna. 15 - Il Figlio perfettamente uguale al Padre Per la verità e la mansuetudine e la giustizia. La verità è stata donata quando germogliò dalla terra, e la giustizia riguardò dal cielo. ( Sal 85,12 ) Cristo si è presentato all'attesa del genere umano, affinché nel seme di Abramo fossero benedette tutte le genti. È stato predicato il Vangelo; è la verità. E la mansuetudine? I martiri hanno sofferto, e quindi molto avanzò e si diffuse tra tutte le genti il Regno di Dio; perché i martiri soffrivano, non venivano meno né si opponevano; dicendo tutto, nulla nascondendo, preparati a tutto, niente rifiutando. Grande mansuetudine! Il Corpo di Cristo tutto questo ha fatto, lo ha appreso dal suo Capo. Egli, per primo, come pecora al macello è stato condotto alla morte, e come agnello di fronte al tosatore non ha aperto la sua bocca; ( Is 53,7 ) mansueto fin al punto da dire, mentre era appeso alla croce: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. ( Lc 23,34 ) E che dire della giustizia? Verrà, verrà per giudicare e darà a ciascuno secondo le sue opere. ( Rm 2,6 ) Ha detto la verità, ha rimosso l'ingiustizia, porterà l'equità. E mirabilmente ti condurrà la tua destra. Noi saremo guidati dalla destra di lui, egli dalla sua destra. Perché egli è Dio, noi uomini. Dalla sua destra è condotto, cioè dalla sua potenza. Infatti la potenza che ha il Padre, ce l'ha anche lui ed anche l'immortalità del Padre, la divinità del Padre, l'eternità del Padre, la virtù del Padre. Mirabilmente lo condurrà la sua destra: compiendo opere divine, sopportando i dolori umani, abbattendo con la sua bontà le malvagità degli uomini. Anche ora è condotto là dove non è ancora e la sua destra lo conduce. Ciò che lo conduce è ciò che egli stesso ha donato ai suoi santi. Mirabilmente ti condurrà la tua destra. 16 - [v 6.] È l'amore che rende l'uomo amico di Dio Le frecce tue acute, potentissime. Sono le parole che trafiggono il cuore, e suscitano l'amore. Per questo è detto nel Cantico dei Cantici: Perché io sono ferita d'amore. ( Ct 2,5; Ct 5,8 ) Dice di essere ferita d'amore, cioè dice di amare, di anelare, di sospirare lo sposo dal quale ha ricevuto la freccia della parola. Le frecce tue acute, potentissime che trafiggono e sono efficaci: acute, potentissime. I popoli sotto di te cadranno. Chi è caduto? Chi è stato colpito è caduto. Vediamo i popoli soggetti a Cristo, ma non li vediamo cadere. Spiega perciò ove cadono: nel cuore. Ivi si levavano contro Cristo, ivi cadono dinanzi a Cristo. Saulo bestemmiava Cristo, era in piedi; supplica Cristo, è caduto, si è prostrato; ucciso è il nemico di Cristo, affinché viva il discepolo di Cristo. Dal cielo è partita una freccia, Saulo è stato colpito al cuore, non Paolo, ancora Saulo, ancora eretto, non ancora prostrato; ha ricevuto la freccia, è caduto nel cuore. Non quando era prostrato col volto a terra era caduto nel cuore ma quando dice: Signore, che cosa mi ordini di fare? ( At 9,6 ) Dianzi andavi per incatenare i Cristiani e condurli al supplizio; e ora dici a Cristo: Che cosa mi ordini di fare? O freccia acuta, potentissima, ricevuta la quale Saulo è caduto per diventare Paolo! Come Saulo così i popoli; osservate le genti, vedete che sono soggette a Cristo. Orbene: I popoli sotto di te cadranno, nel cuore dei nemici del re; cioè nel cuore dei tuoi nemici. Infatti egli lo chiama re e come tale lo riconosce. I popoli sotto di te cadranno, nel cuore dei nemici del re. Erano nemici; hanno ricevuto le tue frecce, sono caduti dinanzi a te. Da nemici sono diventati amici; i nemici sono morti, gli amici vivono. ( Sal 45,1 ) Cioè: le cose che dovranno cambiare. Cerchiamo di intendere ogni parola, ogni verso; indaghiamo in modo tale che nessuno dubiterà che queste parole trattano di Cristo. I popoli sotto di te cadranno, nel cuore dei nemici del re. 17 - [v 7.] Conformità alla volontà divina Il tuo trono, Dio, nei secoli dei secoli. Poiché Dio ti ha benedetto in eterno, a cagione della grazia diffusa sulle tue labbra. Ma c'era anche il trono temporale del regno giudaico, che apparteneva a coloro che erano sotto la legge, non a coloro che erano sotto la grazia; egli è venuto per liberare coloro che erano sotto la legge, e porli sotto la grazia. Il suo trono nei secoli dei secoli. Perché? Perché quel primo trono del regno era temporale. E perché ora il trono è nei secoli dei secoli? Perché è di Dio. Il tuo trono, Dio, nei secoli dei secoli. O divinità eterna! Non può Dio infatti avere un trono temporale. Il tuo trono, Dio, nei secoli dei secoli. Scettro di rettitudine, scettro del tuo regno. È lo scettro di rettitudine che dirige gli uomini. Erano curvi, erano distorti, desideravano regnare, si amavano, prediligevano le loro cattive azioni; non sottomettevano la loro volontà a Dio, ma volevano sottomettere la volontà di Dio alle loro brame. Si adira infatti il peccatore e l'ingiusto con Dio, perché non piove; e non vuole che Dio si adiri con lui perché vacilla e cade. E a questo scopo si riuniscono quasi ogni giorno gli uomini, per disputare contro Dio: doveva fare questo - dicono -; questo non l'ha fatto bene. Tu vedi che cosa fai, ed egli non lo sa? Tu sei distorto, egli è retto. Il distorto ed il retto quando si uniscono? Non possono allinearsi. Come se in un pavimento livellato tu ponessi una tavola curva; non si congiunge, non si adatta, non trova il suo posto nel pavimento; ovunque il pavimento è livellato; ma quella tavola è curva, e non si adatta con ciò che è dritto. Dunque la volontà di Dio è dritta, la tua è curva; per questo a te sembra curva quella, perché tu non sei capace di adattarti ad essa. Raddrizzati sull'esempio di quella, non pretendere di curvarla secondo i tuoi criteri; poiché non lo puoi, tenti inutilmente: essa è sempre retta. Vuoi unirti ad essa? Correggiti. Sarà la verga di lui che ti regge, la verga della rettitudine. La parola re deriva dal verbo reggere. Ma non regge chi non corregge. Per questo il nostro re è re di tutti i reggitori. Allo stesso modo in cui il sacerdote è tale perché ci santifica, così il re è tale perché ci regge. Che cosa dice in un altro passo? Con il santo sarai santo, con l'uomo innocente sarai innocente, con l'eletto sarai eletto e con il perverso sarai perverso. ( Sal 18,26.27 ) Non perché Dio è perverso, ma perché i perversi lo considerano loro pari. Se ti piace il bene, Dio è buono; se ti dispiace, Dio ti appare quasi malvagio. Dio ti appare curvo, ma è la tua stortura che te lo fa sembrare tale; infatti la sua rettitudine rimane sempre retta. Ascolta ciò che dice in un altro salmo: Quanto è buono il Dio di Israele con i retti di cuore! ( Sal 73,1 ) 18 - [v 8.] L'amicizia di Dio in noi e l'odio per il peccato Scettro di rettitudine è lo scettro del tuo regno. Hai amato la giustizia e odiato l'iniquità. Osserva lo scettro di rettitudine: Hai amato la giustizia e odiato l'iniquità. Avvicinati a questo scettro, sia Cristo re per te: ti regga questa verga se non vuoi che ti spezzi. Perché quello scettro è ferreo, inflessibile. E che cosa è detto di esso? Li reggerai con verga ferrea, e come vasi di argilla li stritolerai. ( Sal 2,9 ) Alcuni regge, altri stritola: regge gli spirituali, stritola i carnali. Avvicinati dunque a questa verga. Che cosa temi in essa? La verga tutta intera è in queste parole: Hai amato la giustizia e odiato l'iniquità. Che cosa temi? Ma forse tu eri ingiusto; hai udito il tuo re, e, perché egli odia l'iniquità, lo temi. Ma c'è qualcosa che puoi fare. Che cosa odia? L'iniquità; forse che odia anche te? Ma in te c'è l'iniquità? Dio odia quella, odiala anche tu e allora odierete ambedue la stessa cosa. Sarai infatti amico di Dio, se odierai quello che egli odia. Del pari amerai ciò che egli ama. Ti sia sgradita la tua ingiustizia, e ti sia gradita la sua creatura. Perché tu sei un uomo ingiusto. Ho detto due parole: due nomi, uomo e ingiusto; di questi due nomi uno si riferisce alla natura, l'altro alla colpa; uno lo ha fatto Dio, l'altro lo hai fatto tu: ama ciò che ha fatto Dio, e odia ciò che tu hai fatto, perché anche lui odia ciò che tu hai fatto. Vedi come già cominci a unirti con lui, poiché odi ciò che egli odia. Il peccato dovrà essere punito, perché lo scettro di rettitudine è lo scettro del suo regno. Ma potrebbe non punire il peccato? Non può; il peccato deve essere punito; se non dovesse esser punito, non sarebbe neppure peccato. Previenilo; se non vuoi che egli ti punisca, punisciti da te. Per questo infatti egli ancora ti risparmia, rimanda la punizione, trattiene la mano, tende l'arco, cioè ti minaccia. Griderebbe tanto che ti ferirà se volesse ferirti? Se egli trattiene la sua mano dinanzi ai tuoi peccati; non trattenerla tu. Convertiti per punire i tuoi peccati, perché i peccati non possono restare impuniti. Dovrai essere punito, o da te stesso oppure da lui; non ti risparmiare, affinché egli ti perdoni. Osserva l'esempio in quel salmo della penitenza: Distogli il tuo volto dai miei peccati. ( Sal 51,11 ) Ha detto forse: distogli il tuo volto da me? Infatti in un altro passo più apertamente dice: Non distogliere il tuo volto da me. ( Sal 27,9 ) Dice dunque: Distogli il tuo volto dai miei peccati, cioè non voglio che tu veda i miei peccati, perché vedere per Dio significa rendersi conto. Per questo si dice che anche il giudice si rende conto di ciò che punisce, cioè considera attentamente la colpa, e si avvia a punirla, in quanto è giudice. Così anche Dio è giudice. Distogli il tuo volto dai miei peccati. Tu non distogliere il tuo volto dalle tue colpe, se vuoi che Dio distolga da essi la sua faccia. Osserva in qual modo offre tutto questo a Dio nello stesso salmo: Il mio delitto io conosco, e il mio peccato è sempre dinanzi a me. ( Sal 51,5 ) Non vuole che sia dinanzi a Dio, ciò che vuole che sia dinanzi a sé. Scettro di rettitudine, scettro del tuo regno. Nessuno si illuda troppo sulla misericordia di Dio; è scettro di rettitudine. Diremo forse che Dio non è misericordioso? Che cosa è più misericordioso di lui, che perdona in modo tale ai peccatori da non curarsi del passato di coloro che a lui si convertono? Vedi in questa luce la sua misericordia, se vuoi essere nella verità; la misericordia infatti non può togliergli la giustizia, né la giustizia togliergli la misericordia. Frattanto, finché egli rimanda la punizione, non rimandarla tu; perché è scettro di rettitudine, scettro del suo regno. 19 - Divinità ed umanità di Cristo Hai amato la giustizia e odiato l'iniquità; per questo ti ha unto Dio, il tuo Dio. Per questo ti ha unto, perché tu amassi la giustizia e odiassi l'iniquità. Osserva in qual modo dice: Per questo ti ha unto, Dio, il tuo Dio. O Dio, ti ha unto il tuo Dio. Dio è unto da Dio. Infatti in latino tanto il primo che il secondo nome sono allo stesso caso: Deus tuus; in greco invece evidentissima è la distinzione, perché uno è quello che subisce l'azione, e l'altro quello che la compie: Ti ha unto, Dio. Quindi: O Tu che sei Dio, ti ha unto il tuo Dio, è come se dicesse: per questo unse te, o Dio, il tuo Dio. Così intendete, così comprendete, così in greco è chiarissimo. Chi è dunque il Dio unto da Dio? Ce lo dicono i Giudei. Queste Scritture sono ben note. Dio è unto da Dio: quando senti dire l'unto, comprendi che è Cristo. Perché Cristo deriva da crisma; questo nome, Cristo, significa unzione. In nessun altro luogo si ungevano i re e i sacerdoti, se non in quel regno ove Cristo era profetato ed era unto, e donde doveva venire il nome di Cristo; assolutamente in nessun altro luogo, in nessun altro popolo, in nessun altro regno accadeva così. Orbene Dio è unto da Dio; con quale olio se non con quello spirituale? Infatti l'olio visibile è nel simbolo, l'olio invisibile è nel sacramento, l'olio spirituale è nell'intimo. Dio è unto per noi, ed è mandato a noi; e lo stesso Dio, per essere unto, era uomo. Ma era uomo in modo tale da essere Dio; ed era un Dio che non disdegnava di essere uomo: vero uomo, vero Dio, né nell'uno né nell'altro caso ingannatore o falso; perché in ambedue i casi veritiero, sempre verità. È dunque Dio uomo, e perciò Dio unto, perché è uomo-Dio, ed è divenuto Cristo. 20 - La visione di Giacobbe Questo era raffigurato nella pietra che Giacobbe aveva posto a capo del letto e su cui dormiva. ( Gen 28,11 ) Il patriarca Giacobbe dunque aveva posto questa pietra a capo del letto; ma dormendo, poggiando la testa su tale pietra, vide dai cieli aperti una scala dal cielo fino alla terra, e gli angeli che salivano e che discendevano. Visto tutto questo si svegliò, unse la pietra e se ne andò. Vide Cristo in quella pietra, e perciò la unse. Vedete fin da quando è stato annunziato Cristo. Che cosa significa l'unzione di quella pietra, soprattutto presso i patriarchi che adoravano un solo Dio? Giacobbe compì l'unzione come figura e se ne andò. Non unse la pietra, e venne poi lì sempre ad adorarla, e a fare sacrifici su di essa. Il mistero fu manifestato, non ebbe inizio il sacrilegio. E osservate questa pietra: La pietra che i costruttori hanno respinta, è divenuta pietra angolare. ( Sal 118,22 ) E poiché Cristo è il capo dell'uomo, ( 1 Cor 11,3 ) per questo quella pietra si riferisce al capo. Prestate attenzione al grande mistero: la pietra è Cristo. Dice Pietro: la pietra viva respinta dagli uomini ma eletta da Dio. ( 1 Pt 2,4 ) La pietra si riferisce al Capo, perché il Capo dell'uomo è Cristo. ( 1 Cor 11,3 ) E la pietra è unta perché Cristo è così chiamato da crisma. E sono state viste le scale, grazie alla rivelazione di Cristo, dalla terra fino al cielo, o meglio dal cielo fino alla terra, e su di esse gli Angeli che salivano e discendevano. ( Gen 28,12; Gv 1,51 ) Che cosa significhi tutto questo lo vedremo meglio quando parleremo della testimonianza resa nel Vangelo dal Signore stesso. Sapete che Giacobbe è lo stesso che Israele. A lui infatti, dopo aver lottato con l'angelo ed aver vinto, e dopo essere stato benedetto da colui che aveva vinto, fu cambiato il nome e fu chiamato Israele; ( Gen 32,28 ) nello stesso modo il popolo di Israele vinse su Cristo tanto da crocifiggerlo; e tuttavia il popolo fu benedetto in coloro che in Cristo credettero, da colui stesso che era stato vinto. Ma molti non credettero e per questo Giacobbe zoppicava. Fu benedetto e zoppicava. Benedetto in coloro che avevano creduto; sappiamo infatti che, dopo, molti di quel popolo credettero. Ma zoppicava in coloro che non credettero. E poiché molti non credettero e solo pochi credettero, tanto che prese a zoppicare, toccò l'ampiezza del suo femore. Che significa l'ampiezza del suo femore? Significa la folla dei discendenti. Osservate dunque quella scala: il Signore allorché vide Natanaele nel Vangelo disse: Ecco un vero Israelita, in cui non vi è inganno. ( Gv 1,47 ) La stessa cosa è detta di Giacobbe: e Giacobbe stava senza inganno abitando nella casa. ( Gen 25,27 ) Ricordandosi di questo il Signore, vedendo Natanaele stare senza inganno in quel popolo e in quella gente, disse: Ecco un vero israelita, in cui non vi è inganno. Lo chiamò israelita, in cui non era inganno, a cagione di Giacobbe. E Natanaele gli rispose: Dove mi hai conosciuto? E il Signore dice, vedrete il cielo aperto, e gli Angeli di Dio salire e discendere sopra il Figlio dell'uomo. ( Gv 1,48-51 ) Salgano gli angeli di Dio e discendano da quella scala; si compia questo nella Chiesa. Gli angeli di Dio sono annunziatori di verità: salgano,e vedano: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e Dio era il Verbo. Discendano e vedano che il Verbo si è fatto carne, ed ha abitato tra noi. ( Gv 1,1.14 ) Salgano per innalzare i grandi; discendano, per nutrire i piccoli. Osserva Paolo che sale: Se siamo andati fuori di noi, è per Dio. Osservalo quando discende: Se siamo temperanti, è per voi. ( 2 Cor 5,13 ) Osservalo che sale: Ho parlato di sapienza tra i perfetti. Osservalo quando discende: Vi ho dato da bere il latte, non il cibo solido. ( 1 Cor 2,6; 1 Cor 3,2 ) Questo accade nella Chiesa: salgono e discendono gli angeli di Dio sopra il Figlio dell'uomo; perché in alto è il Figlio dell'uomo al quale essi salgono con il cuore, cioè il suo Capo; e in basso è il Figlio dell'uomo, cioè il suo Corpo. Le sue membra sono qui, il Capo è in alto; si ascende al Capo, si discende alle membra. Cristo è là, Cristo è qui. Se fosse soltanto là, e non qui, donde verrebbero quelle parole: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ( At 9,4 ) Che cosa infatti lo perseguitava in Cielo? Nessuno, né i Giudei, né Saulo, né il diavolo tentatore; nessuno lo perseguitava lassù; ma grida come grida la lingua nell'unità del corpo umano quando gli viene pestato un piede. 21 - Hai amato la giustizia e odiato l'iniquità; per questo ti ha unto Dio, il tuo Dio. Abbiamo parlato di Dio unto, cioè di Cristo. Il nome di Cristo non può essere più chiaramente spiegato che col dire Dio unto. Allo stesso modo in cui era bello al di sopra dei figli degli uomini, così è unto con olio di letizia al di sopra dei suoi compagni. Chi sono i suoi compagni? I figli degli uomini; perché anche egli, in quanto Figlio dell'uomo, è fatto partecipe della loro mortalità, per fare essi partecipi della sua immortalità. 22 - [v 9.] Cristo, la Chiesa i santi, gli eletti Mirra, aloè e cassia olezza dai tuoi abiti. Buoni profumi salgono dai tuoi abiti. Le sue vesti sono i suoi santi, i suoi eletti, tutta la sua Chiesa, che egli presenta come una veste senza macchia né ruga; ( Ef 5,27 ) la macchia l'ha lavata nel sangue, per la ruga si è disteso sulla croce. Da qui deriva il buon profumo che è indicato con gli aromi menzionati. Ascolta, quel Paolo, minimo [ fra i santi ], che è una frangia dell'abito che toccò la donna che soffriva di flusso di sangue e fu risanata; ( Mt 9,20 ) ascoltalo quando dice: Siamo il buon odore di Cristo in ogni luogo, e in coloro che sono salvati, e in coloro che periscono. ( 2 Cor 2,15 ) E non ha detto: siamo il buon odore in coloro che sono salvati, e il cattivo odore in coloro che periscono. Ha detto invece: Per quanto ci concerne, siamo il buon odore e in coloro che sono salvati e in coloro che periscono. Non è certo improbabile né incredibile che l'uomo sia salvato nel buon profumo; ma è irragionevole pensare che l'uomo perisca nel buon odore. Grande forza, grande verità; anche se non la si può capire, così è. Infatti, affinché sappiate che è difficile a capirsi, subito aggiunge: E chi è capace di tanto? Chi può capire che gli uomini muoiono nel buon profumo? Tuttavia qualcosa vi dirò, fratelli. Ecco, Paolo predicava il Vangelo; molti lo amavano come predicatore del Vangelo, molti lo invidiavano. Coloro che lo amavano si salvavano nel buon profumo; coloro che lo invidiavano perivano nel buon profumo. Perciò anche per coloro che periscono siamo il buon odore, non il cattivo odore. Tanto più, anzi, quelli lo invidiavano, perché in lui si manifestava una grazia straordinaria: nessuno infatti invidia un miserabile. Era dunque ricolmo di gloria nella predicazione del verbo di Dio e nel vivere secondo la norma di quella verga della rettitudine; e lo amavano coloro che in lui amavano Cristo, e seguivano il buon profumo. La stessa sposa amava l'amico del suo sposo, la sposa che dice nel Cantico dei Cantici: Corriamo dietro l'odore dei tuoi profumi. ( Ct 1,3 ) Ma costoro, quanto più lo vedevano nella gloria della predicazione del Vangelo e nella vita senza colpe, tanto più erano tormentati dalla invidia, ed uccidevano se stessi nel buon profumo. 23 - [v 10.] I santi templi regali di Dio Mirra, aloè e cassia olezza dai tuoi abiti, dalle dimore di avorio, dalle quali ti rallegrarono le figlie dei re. Scegli quale vuoi, le case di avorio, le dimore grandi, i palazzi reali, da essi le figlie dei re hanno rallegrato Cristo. Vuoi intendere in senso spirituale le dimore d'avorio? Intendi le grandi case, le grandi tende di Dio, i cuori dei santi, gli stessi re che reggono la carne, che sottomettono a sé le folle degli umani sentimenti, che castigano i corpi, che li riducono in servitù, poiché è da essi che le figlie dei re lo hanno rallegrato. Infatti tutte le anime che sono nate da coloro che predicavano ed evangelizzavano, sono figlie dei re; e le chiese figlie degli Apostoli, sono figlie dei re. Perché egli è il re dei re ( Ap 19,16 ), mentre essi sono i re dei quali è detto: Siederete sopra dodici troni, per giudicare le dodici tribù di Israele. ( Mt 19,28 ) Hanno predicato la parola della verità ed hanno generato le chiese, non per sé, ma per lui. A questo mistero si riferisce quanto sta scritto nella legge: Se sarà morto il fratello, il fratello suo prenda la sua sposa, e susciti una discendenza al suo fratello. ( Dt 25,5 ) Prenda la sposa il suo fratello, e susciti la discendenza, non per sé, ma per il fratello. Ha detto Cristo: Di' ai miei fratelli. ( Mt 28,10 ) Ha detto nel salmo: narrerò il tuo nome ai miei fratelli. ( Sal 22,23 ) Cristo è morto, è risorto, è asceso in cielo, non è più presente col corpo: i suoi fratelli hanno preso la sua sposa, per generare figli attraverso la predicazione del Vangelo, non per loro mezzo ma per mezzo del Vangelo, e nel nome del fratello. Dice l'Apostolo: Perché in Cristo Gesù, per mezzo del Vangelo, io vi ho generato. ( 1 Cor 4,15 ) Perciò generando la discendenza per il loro fratello, hanno chiamato Cristiani tutti coloro che hanno generato, non paoliani o petriani. Guardate se questo significato non appare anche in questi versi. Dopo aver detto: Dalle dimore d'avorio, ha parlato dei palazzi reali, grandi, belli, delicati come sono i cuori dei santi, ed ha aggiunto: dalle quali ti hanno rallegrato le figlie dei re, in tuo onore. Le figlie dei re sono le figlie dei tuoi Apostoli, ma in tuo onore perché essi hanno suscitato la discendenza per il loro fratello; perciò Paolo, vedendo correre dietro al suo proprio nome coloro che aveva generato per il suo fratello, esclamò: forse che Paolo è stato crocifisso per voi? Che dice infatti la legge? Il nato porti il nome del morto. Nasca per il morto, e sia chiamato con il nome del morto. Paolo osserva questo dettato della legge; siccome essi sì volevano chiamare con il nome suo, li rimprovera: Forse che Paolo è stato crocifisso per voi? Volgete l'occhio verso il morto: Forse che Paolo è stato crocifisso per voi? E che diremo allora? Quando li hai generati, hai forse imposto loro il tuo nome? No di certo. Ha detto infatti: oppure siete stati battezzati nel nome di Paolo? ( 1 Cor 1,13 ) Ti hanno rallegrato le figlie dei re in tuo onore. Rispettate, osservate le parole in tuo onore. Questo significa portare la veste nuziale, cercare l'onore di lui, la gloria di lui. Intendete anche nelle figlie dei re, le città che credettero in Cristo, e che furono fondate dai re; e nelle parole: dalle dimore d'avorio intendete dai ricchi, dai superbi, dagli orgogliosi. Le figlie dei re ti hanno rallegrato in tuo onore perché non hanno cercato l'onore dei loro padri, ma hanno cercato il tuo onore. Mi si mostri a Roma tanto onore per il tempio di Romolo, quanto io ve ne mostro per la memoria di Pietro. Chi è onorato in Pietro, se non colui che è morto per noi? Siamo infatti Cristiani, non petriani; anche se siamo nati per opera del fratello del morto, tuttavia siamo chiamati con il nome del morto. Siamo nati per opera di Pietro, ma siamo nati per Cristo. Roma, Cartagine, e tutte le altre città sono le figlie dei re; e hanno rallegrato il re in suo onore; e di tutte queste una sola è la regina. 24 - Moltitudine ed unità di fede E qual è il carme nuziale? Ecco che tra i cantici, ricolma di gioia avanza anche la stessa sposa. Veniva infatti lo sposo, era descritto, verso di lui tendeva tutta la nostra attenzione; avanzi anche la sposa. La regina è presente alla tua destra. Colei che è alla sinistra non è la regina. Sarà infatti qualcuno anche alla sinistra, al quale sarà detto: Va' nel fuoco eterno. A destra invece starà colui al quale sarà detto: Venite benedetti del Padre mio, ricevete il regno che è stato preparato per voi sin dall'inizio del mondo. ( Mt 25,34.41 ) La regina è presente alla tua destra nella veste dorata, variamente adornata. Che cos'è la veste di questa regina? È preziosa, e varia: i misteri della dottrina infatti sono espressi in tutte le varie lingue. Alcuni nella lingua africana, altri nella siriaca, altri in greco, altri in ebraico, altri in questa o in quella lingua: tutte queste lingue compongono la varietà della veste di questa regina. Ma allo stesso modo in cui la varietà si armonizza nell'unità della veste, così anche tutte queste lingue si armonizzano nell'unica fede. Ci sia varietà nella veste, ma non vi sia divisione. Ecco, noi comprendiamo la varietà delle diverse lingue e comprendiamo la veste a cagione della sua unità; ma nella stessa varietà, che cos'è l'oro? È la sapienza. Sia quanta volete la varietà delle lingue, uno solo è l'oro che è predicato: non un oro diverso, ma la varietà dell'unico oro. Tutte le lingue infatti predicano la stessa sapienza, la stessa dottrina e la stessa disciplina. La varietà è nelle lingue, l'oro nel contenuto. 25 - [v 11.] Unione dei cristiani del Corpo Mistico Il profeta canta a questa regina ( volentieri infatti egli canta di lei ) e a ciascuno di noi; se sapremo dove siamo e ci sforziamo di appartenere a quel Corpo, con la fede e la speranza saremo uniti alle membra di Cristo. Parla infatti a noi: ascolta figlia, e vedi. Parla a lei come uno dei padri, perché esse sono figlie dei re; anche se è il profeta che parla, anche se è l'apostolo, sempre parla alla figlia ( infatti noi chiamiamo nostri padri i Profeti, nostri padri gli Apostoli; e se noi li consideriamo padri, essi ci considerano figli ), e con l'unica voce paterna parla all'unica figlia: ascolta figlia, e vedi. Prima ascolta, e poi vedi. È venuto infatti a noi con il Vangelo, e ci è stato predicato ciò che non vediamo ancora, e udendo crediamo, credendo vedremo. Così dice lo stesso sposo secondo il profeta: il popolo che non ho conosciuto, mi ha servito; con orecchie intente mi ha obbedito. ( Sal 18,45 ) Perché: con orecchie intente? Perché non ha veduto. Hanno veduto i Giudei, e hanno crocifisso; non hanno veduto i Gentili e hanno creduto. Venga la regina dalle genti nella veste dorata con ogni varietà di ornamenti; venga dalle genti, venga adornata di tutte le lingue, nell'unità della sapienza; e a lei si dica: Ascolta figlia, e vedi. Se non avrai ascoltato, non vedrai. Ascolta per purificare nella fede il cuore, come dice l'apostolo [ Pietro ] negli Atti degli Apostoli: Purificando con la fede i loro cuori. ( At 15,9 ) Per questo infatti ascoltiamo ciò che crediamo prima di vederlo, affinché credendo possiamo purificare il cuore in modo da poter vedere. Ascolta per credere e purifica con la fede il cuore. E quando avrò purificato il cuore che cosa vedrò? Beati i puri di cuore perché essi vedranno Dio. ( Mt 5,8 ) Ascolta figlia, e vedi; e china il tuo orecchio. Poco è ascoltare, ma devi ascoltare umilmente: china il tuo orecchio. E dimentica il tuo popolo e la casa del padre tuo. Vi era un tal popolo e una certa casa del padre, nella quale tu sei nata, il popolo di Babilonia che ha per re il diavolo. Da qualunque parte sono venute le genti, sono venute dal padre diavolo; ma hanno rinunciato al padre diavolo. Dimentica il tuo popolo e la casa del padre tuo. Egli ti ha generato deforme, quando ti ha fatto peccatrice; questi che giustifica l'empia ti ha rigenerato bella. Dimentica il popolo tuo e la casa del padre tuo. 26 - [v 12.] Perché il re ha bramato la tua bellezza. Quale bellezza, se non quella che egli stesso ha fatto? Ha bramato la bellezza. La bellezza di chi? Della peccatrice, dell'ingiusta, dell'empia, quale era presso il padre diavolo e presso il suo popolo? No, ma quella della quale è detto: Chi è costei che sale resa candida? ( Ct 8,5 ) Dunque prima non era candida, poi lo è diventata. Perché se i vostri peccati saranno come la porpora, li renderò bianchi come neve. ( Is 1,18 ) Il re ha bramato la tua bellezza. Quale re? Perché egli stesso è il tuo Dio. Guarda se non devi già abbandonare quel tuo padre, e quel tuo popolo, e venire a questo re, tuo Dio: è il tuo Dio, è il tuo re. Il tuo re è anche tuo sposo. Tu sposi il re Dio, da lui hai ricevuto la dote, da lui sei stata abbellita, da lui riscattata, da lui risanata. Tutto ciò che in te fa piacere a lui, da lui l'hai avuto. 27 - [v 13.] L'amore del prossimo E lo adorerano le figlie di Tiro con i doni. Lo stesso tuo re e tuo Dio adoreranno le figlie di Tiro con i doni. Le figlie di Tiro sono le figlie delle genti: una parte esprime il tutto. Tiro, vicina a questa terra ove era pronunziata la profezia, significava le genti che avrebbero creduto in Cristo. Di lì veniva quella cananea che in un primo tempo fu paragonata al cane. Infatti affinché sappiate donde essa era, così dice il Vangelo: Se ne andò nelle contrade di Tiro e di Sidone, ed ecco una donna cananea che gridava uscita dai confini di quelle terre, con quel che segue che ivi è narrato. Colei che dapprima era un cane presso il padre suo e nel suo popolo, gridando e venendo a questo re, è fatta bella credendo in lui, e che cosa ha meritato di ascoltare? O donna, grande è la tua fede. ( Mt 15,21-28 ) Il re ha bramato la tua bellezza. E lo adoreranno le figlie di Tiro con i doni. Con quali doni? Questo re vuole che a lui si venga così, vuole che siano riempiti i suoi forzieri; egli stesso ha donato di che riempirli, e voi dovete riempirli. Vengano - dice - lo adorino con i doni. Che significa con i doni? Non nascondetevi i tesori in terra, dove la tignola e la ruggine li distruggono, e dove i ladri scavano e rubano; ma ammassate i vostri tesori in cielo, dove né il ladro né la tignola corrompono. Dove infatti sarà il tuo tesoro, ivi sarà anche il tuo cuore. ( Mt 6,19-21 ) Venite con i doni: donate elemosine e tutto è purificato per voi. ( Lc 11,41 ) Venite con doni a colui che dice: voglio misericordia più che sacrificio. ( Os 6,6; Mt 9,13 ) A quel tempio che era l'ombra del futuro, si veniva con tori e arieti e caproni, con qualsiasi animale adatto al sacrificio, in modo che con quel sangue si compiva una cosa e se ne significava un'altra. Ma ormai quel sangue, che tutte quelle cose raffiguravano, è venuto; è venuto il re stesso, e vuole i doni. Quali doni? le elemosine. Perché egli stesso giudicherà e imputerà a ciascuno i doni. Venite, benedetti del padre mio - dice - ricevete il regno che è preparato per voi fin dall'inizio del mondo. Perché? Ho avuto fame, e voi mi avete dato da mangiare; ho avuto sete, e mi avete dato da bere; ero nudo, e mi avete vestito; esule e mi avete accolto; malato, in carcere e mi avete visitato. Questi sono i doni con i quali le figlie di Tiro adorano il re; perché allorché gli dicono: quando ti abbiamo visto? Egli che è in alto e in basso, per coloro che ascendono e discendono, risponde: Ciò che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. ( Mt 25,34-40 ) 28 - Stretta unione tra Cristo e la Chiesa Lo adoreranno le figlie di Tiro con i doni. E quali sono queste figlie di Tiro, e in qual modo lo adoreranno con i doni, ce lo ha voluto dire più chiaramente: pregheranno il tuo volto i ricchi del popolo. Queste figlie di Tiro che adorano con i doni, sono i ricchi del popolo, coloro dei quali così dice l'amico dello sposo: raccomanda ai ricchi di questo mondo di non essere superbi, né di sperare nelle incerte ricchezze; ma nel Dio vivo che ci dà ogni cosa con abbondanza perché ne godiamo; siano ricchi nelle opere buone, con facilità donino, siano generosi. Adorano con i doni, ma non li perdono; sicuri li pongono ove sempre li possono trovare. Accumulino per sé un buon capitale per l'avvenire, per acquistare la vera vita. ( 1 Tm 6,17-19 ) Adorando con i doni, pregheranno il tuo volto. Accorrono infatti alla Chiesa, ed ivi compiono le elemosine. Non le compiano fuori cioè non le compiano mentre stanno fuori: le facciano nella Chiesa. Perché il volto di questa sposa e regina sarà benigno con chi fa elemosine. Per questo coloro che vendevano le loro cose, venivano con i doni pregando il volto di questa regina; e ciò che portavano deponevano ai piedi degli Apostoli. ( At 4,34 ) Ferveva l'amore nella Chiesa, la Chiesa era il volto della regina, era il volto della regina l'omaggio delle figlie di Tiro, cioè dei ricchi che adorano con i doni. Pregheranno il tuo volto i ricchi del popolo. Coloro che pregheranno il volto, e il volto di colui che essi pregheranno, tutti insieme saranno una sola sposa, tutti una sola regina, madre e figli insieme tutti appartenenti a Cristo, appartenenti al Capo. 29 - [vv 14.15.] Nel fare bene attendiamo solo da Cristo la ricompensa Ma poiché queste opere e queste elemosine si compiono per vantarsene dinanzi agli uomini, dice il Signore stesso: guardatevi dal compiere la vostra giustizia al cospetto degli uomini per essere visti da loro. ( Mt 6,1 ) Ma siccome queste cose debbono anche essere compiute pubblicamente ad onore del volto della sposa, dice: Splendano le vostre opere al cospetto degli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli. ( Mt 5,16 ) Non perché cerchiate la vostra gloria nelle opere buone che fate pubblicamente, ma la gloria di Dio. Ma chi sa - dice qualcuno - se io cerco la gloria di Dio, o la mia gloria? È chiaro che io dò al povero; ma con quale animo dò, chi lo vede? Ti basti Colui che vede; ti vede Colui che ti ricompensa. Ama nell'intimo colui che vede nell'intimo; ama nell'intimo, sia amato nell'intimo Colui che ha fatto questa stessa interiore bellezza. Non cercare diletto negli sguardi terreni, in quanto ti vedono e sei lodato; stai attento a quanto qui segue: Ogni gloria della figlia del re è interiore. Colui che ha amato la bellezza di lei, sa che la veste dorata e varia è bella non soltanto esteriormente, ma nell'intimo. Qual è questa interiore bellezza? Quella della coscienza. Ivi Cristo vede, ivi Cristo ama, ivi Cristo parla, ivi Cristo punisce, ivi Cristo corona. Sia dunque nascosta la tua elemosina perché ogni gloria della figlia del re è interiore. È vestita di un abito a vari colori, con frange d'oro. La bellezza è intima; ma nelle frange d'oro sta la varietà delle lingue, la leggiadria della dottrina. Tutto questo a che giova se non c'è quella interiore bellezza? 30 - Sono presentate al re le vergini dopo di lei. Così è veramente accaduto. La Chiesa ha creduto, la Chiesa si è diffusa in tutte le genti. In qual modo ora le vergini desiderano essere gradite a quel re? Donde sono incitate? Perché la Chiesa le precede. Sono presentate al re le vergini dopo di lei; le sue vicine sono presentate a te. Non sono estranee coloro che gli sono portate, ma sono sue vicine, sono sue amiche. E dopo aver detto: al re, voltatosi verso di lui ha detto: a te. Le sue vicine sono presentate a te. 31 - [v 16.] Sono presentate in letizia ed esultanza, sono condotte nel tempio del re. Il tempio del re è la Chiesa, e la stessa Chiesa entra nel tempio. Di che cosa è costituito il tempio? È costituito dagli uomini che entrano nel tempio. Chi sono le pietre vive, se non i fedeli di Dio? Sono condotte nel tempio del re. Vi sono delle vergini che si trovano fuori del tempio, sono le vergini consacrate eretiche; anche loro sono vergini ma a che gioverà loro se non saranno condotte nel tempio del re? Il tempio del re è nell'unità; il tempio del re non sta nelle rovine, non è spezzato, non è diviso. La calce che tiene unite le pietre viventi è la carità. Sono condotte nel tempio del re. 32 - [v 17.] Appello agli eretici perché rientrino nell'unità della Chiesa Per sostituire i tuoi padri ti sono nati i figli. Niente di più chiaro. Osservate questo stesso tempio del re che parla per mezzo dell'unità diffusa in tutto il mondo; quelle che hanno voluto essere vergini, non possono piacere allo sposo se non sono condotte nel tempio del re. Per sostituire i tuoi padri ti sono nati i figli. Ti hanno generato gli Apostoli: essi sono stati mandati, hanno predicato, essi furono i nostri padri. Ma forse essi hanno potuto essere sempre corporalmente con noi? Uno di essi ha detto: desidero essere dissolto, ed è molto meglio essere con Cristo; ma è necessario restare nella carne per il vostro bene. ( Fil 1,23.24 ) Ha detto certamente queste parole, ma quanto a lungo ha potuto restare qui? Forse fino a questa epoca? Forse fino all'epoca futura? E per la loro morte è rimasta dunque deserta la Chiesa? Certo che no. In sostituzione dei tuoi padri ti sono nati i figli. Che significa: In sostituzione dei tuoi padri ti sono nati i figli? Gli Apostoli sono stati mandati come padri e per sostituire gli Apostoli ti sono nati i figli, e sono stati costituiti vescovi. Oggi infatti i vescovi che sono diffusi in tutto il mondo, donde sono nati? La Chiesa stessa li chiama padri, essa li ha generati, ed essa li ha costituiti nelle sedi dei padri. Non ti considerare quindi abbandonata, perché non vedi Pietro, perché non vedi Paolo, perché non vedi coloro per i quali sei nata: dalla tua prole per te è cresciuta la paternità. In sostituzione dei tuoi padri ti sono nati i figli; li costituirai principi sopra tutta la terra. Osserva quanto ampiamente è diffuso il tempio del re; le vergini che non sono condotte nel tempio del re, sappiano che non appartengono a queste nozze. In sostituzione dei tuoi padri ti sono nati i figli; li costituirai principi sopra tutta la terra. Questa è la Chiesa cattolica: i suoi figli hanno preso il posto dei padri. Riconoscano questo coloro che sono divisi, vengano all'unità, siano condotti nel tempio del re. Dio ha collocato ovunque il suo tempio, ha stabilito ovunque le fondamenta dei Profeti e degli Apostoli. La Chiesa ha generato i figli, e li ha costituiti al posto dei suoi padri quali principi sopra tutta la terra. 33 - [v 18.] La Chiesa città di Dio, pellegrinante verso la gloria futura Si ricorderanno del tuo nome di generazione in generazione. Per questo i popoli ti confesseranno. Che giova infatti confessare, se si confessa al di fuori del tempio? Che giova pregare, se non si prega sul monte? Con la mia voce - sta scritto - ho gridato verso il Signore, e mi ha esaudito dal suo santo monte. ( Sal 3,5 ) Da quale monte? Da quello di cui è detto: Non può nascondersi la città posta sopra il monte. ( Mt 5,14 ) Di quale monte si tratta? di quello che vide Daniele crescere da una piccola pietra, e spezzare tutti i regni della terra, e riempire tutta la faccia della terra 100. ( Dn 2,35 ) Ivi adori colui che vuole ricevere, ivi chieda colui che vuole essere esaudito, ivi confessi colui che vuole essere perdonato. Per questo i popoli ti confesseranno in eterno e nei secoli dei secoli. Nella vita eterna non vi sarà più il gemito dei peccatori, ma nelle divine lodi della sublime ed eterna città non mancherà la continua confessione di una sì grande felicità. Loderanno quella città, cui un altro salmo canta: gloriose cose si dicono di te, o città di Dio; ( Sal 87,3 ) loderanno la stessa sposa di Cristo, la regina figlia del re e moglie del re; perché i suoi principi sono memori del suo nome di generazione in generazione, cioè, per quanto duri questo secolo, per quanto siano numerose le generazioni che si succedono portando per lei la cura dell'amore, affinché liberata da questo secolo, in eterno regni insieme con Dio. Per questo la loderanno i popoli in eterno, quando i cuori di tutti saranno rivelati e manifesti, luminosi nella perfetta carità, in modo che riconosca chiaramente di essere universale colei che qui in molte sue parti è nascosta a se medesima. Per questo l'Apostolo ci ammonisce a non giudicare niente prima del tempo, finché venga il Signore, e illumini i segreti delle tenebre e manifesti i pensieri del cuore, e sia ciascuno lodato da Dio. ( 1 Cor 4,5 ) Perché la stessa santa città in un certo qual modo loderà se stessa, quando i popoli di cui consta, loderanno la città in eterno; affinché nessuna parte di lei sia segreta, non abbia nulla in sé di nascosto.