Padri/Agostino/EspSalmi/054.txt Salmo 54 (53) Discorso al popolo 1 - [vv 1. 2.] Saul e David, nella storia e nella tipologia Il titolo di questo salmo è piuttosto lungo; ma, a ben comprenderlo, reca un frutto copioso. E siccome il salmo è breve, potremo trattenerci a discuterne il titolo, rifacendoci, poi, nella rapidità con cui spiegheremo il salmo. Dal titolo, infatti dipende il senso di ogni versetto che si canta. Quando uno capisce che cosa è inciso sul frontone di una casa, entra sicuro e non si smarrirà quando sarà entrato, poiché già sulla porta è indicato come comportarsi per non sbagliare una volta entrati nell'interno. Dice, dunque, il titolo del salmo: Per la fine; negli inni; intelligenza, per David stesso, quando vennero gli zifei e dissero a Saul: Non è, forse, David nascosto presso di noi? Sappiamo perfettamente che Saul perseguitava quel sant'uomo di David; sappiamo che Saul raffigura allegoricamente quel regno temporale che dice relazione non con la vita ma con la morte; e ci ricordiamo di aver sottolineato tutto questo alla vostra Carità. Inoltre, dovete sapere e ricordarvi che, David stesso raffigura Cristo, o meglio il corpo di Cristo. Chi sono, allora, gli zifei? Zif era un villaggio, i cui abitanti erano gli zifei e nella loro regione si era nascosto David quando Saul voleva trovarlo e ucciderlo. Orbene questi zifei, quando vennero a conoscenza di ciò, lo denunziarono al re che lo perseguitava e dissero: Non è, forse, David nascosto presso, di noi? ( 1 Sam 23, 14. 15.19 ) Tale denunzia non arrecò loro, alcun giovamento né portò alcun danno a David. Da essa risulta chiaro, senza dubbio, che il loro animo era malevolo, ma Saul neppure dopo la loro denunzia poté catturare David. David, invece, quando gli fu data l'occasione di uccidere Saul, incontrandolo indifeso in una grotta di quella regione lo risparmiò e non fece ciò che facilmente avrebbe potuto: ( 2 Re 24,4-8 ) esattamente il contrario di Saul, il quale cercava di fare ciò che non poteva. Quanto agli zifei, vedano pure altri chi fossero costoro; noi cerchiamo di vedere qual sorta di persone ci descriva il salmo, prendendo lo spunto da loro. 2 - Le ricchezze dei mondani sono caduche Se ci chiediamo che cosa significhi la parola zifei, troviamo che significa " fiorenti ". Questi ignoti " fiorenti " erano, dunque, nemici del santo David: " fiorenti ", nemici di uno che stava nascosto. Occorrerà poterli identificare con qualche porzione del genere umano, se vogliamo intendere il salmo. Dapprima troviamo chi sia quel David nascosto, poi troveremo i suoi avversari fiorenti. Osserva David nascosto: Siete morti, dice l'Apostolo ai membri di Cristo, e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Questi che ora sono nascosti, quando saranno fiorenti? Continua l'Apostolo: Quando apparirà Cristo, vostra vita, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. ( Col 3, 3.4 ) Quando questi saranno fiorenti, allora gli zifei inaridiranno. Notate, infatti, a quale fiore è paragonata la loro gloria: Ogni carne è erba, e ogni gloria della carne è come fiore d'erba. Quale è la sua fine? L'erba è inaridita e il fiore è caduto. Dove sarà, allora, David? Nota ciò che segue: Ma la parola del Signore rimane in eterno. ( Is 40, 6.8 ) Si tratta, dunque, di due classi di uomini, che voi dovete distinguere e tra cui dovete scegliere. Che cosa ti gioverebbe, infatti, averli potuti identificare, se poi tu fossi pigro nella scelta? E la possibilità di scegliere esiste solo in questa vita; verrà il tempo in cui questa possibilità non ti sarà più concessa, poiché Dio non differirà più oltre la sua sentenza. Chi sono, dunque, questi fiorenti zifei, se non la stirpe di quel Doec idumeo, del quale già abbiamo parlato alla vostra Carità pochi giorni or sono e del quale è detto: Ecco l'uomo che non ha posto in Dio la sua fiducia, ma ha sperato nella moltitudine delle sue ricchezze e si è inorgoglito nella sua vanità? Sono questi i fiorenti figli del secolo, che ora dal Vangelo avete udito essere, nella loro stirpe, più astuti dei figli della luce. Ti danno infatti, costoro, l'impressione che vogliano effettivamente provvedere al futuro: dove, però, neanche sanno se potranno giungere. Avete udito cosa fece al suo padrone quell'amministratore che voleva procurarsi una certa agiatezza con i beni del suo signore e perciò aveva fatto doni ai debitori di lui, affinché essi lo accogliessero nel caso fosse stato allontanato dal suo ufficio di amministratore. Sebbene avesse ingannato il suo padrone, questi tuttavia lodò il suo modo di agire, non per il danno subìto, ma per l'ingegnosità di lui. Ebbene, quanto più noi ( secondo l'esortazione del nostro Signore Gesù Cristo ) dobbiamo attirarci amicizie per mezzo dell'iniquo mammona? ( Lc 16, 8.9 ) La parola "mammona" significa ricchezze. Ma le nostre ricchezze sono là dove è la nostra casa eterna, nel cielo. Quanto agli altri, coloro cioè che non conoscono altra fioritura se non quella temporale e non intendono procurarsi, con i loro beni, amici per l'eternità, costoro non hanno la nozione della vera ricchezza e pertanto chiamano ricchezza gli stessi averi materiali. Solo questi beni, infatti, destinati a fiorire per un giorno, come il fieno, sono dagli iniqui stimati ricchezza. Costoro sono gli zifei, nemici di David, che fioriscono in questo mondo. 3 - La prosperità dei cattivi non scandalizzi i buoni Talvolta anche i figli della luce, nella loro debolezza, guardano a costoro e si sentono vacillare i piedi vedendo i malvagi prosperare nella felicità; e dicono tra sé: " A che cosa mi giova la giustizia? Che vantaggi mi procura il fatto che servo Dio, che rispetto i suoi comandamenti, che non opprimo, non derubo, non faccio del male a nessuno e do in prestito nei limiti del possibile? Ecco: io faccio tutte queste cose, e ho tanto da soffrire mentre loro godono ogni prosperità ". Ma come? anche tu vuoi essere uno zifeo? Essi fioriscono nel mondo ma inaridiranno nel giorno del giudizio, e, dopo essere inariditi, saranno gettati nel fuoco eterno. Vuoi che capiti così anche a te? Non sai che cosa ti ha promesso colui che è venuto a te? Quale mostra di valori ti ha fornito in se stesso? Se il fiore degli zifei fosse desiderabile forse che il Signore stesso non avrebbe cercato di fiorire in questo mondo? A lui non mancava certo la possibilità di star bene! Invece egli preferì tenersi nascosto in mezzo agli zifei e dire a Ponzio Pilato che lo interrogava ( quasi che anche lui fosse un fiore degli zifei ) ed aveva sospetti sul suo regno: Il mio regno non è, di questo mondo. ( Sal 19,6 ) Dunque, egli qui in terra si nascondeva; e tutti i buoni sono quaggiù nascosti, perché il loro bene è nell'intimo, è celato, è nel cuore, dove è la fede, dove è la carità la speranza e ogni loro tesoro. Forse che questi beni sono roba appariscente agli occhi del mondo? Tali beni sono nascosti, e altrettanto nascosta ne è la ricompensa. Ma, la gloria del mondo è, dunque, splendente? Splende per un momento; non splenderà per sempre. È un'erba che cresce d'inverno e verdeggia fino all'estate. Non alligni, dunque, nell'animo nostro, quell'atteggiamento che abbiamo trovato in un altro salmo. Mi riferisco a quel tale che confessa d'aver vacillato, d'esser quasi caduto. I suoi passi, mai allontanatisi dalla via di Dio, stavano per diventare insicuri al veder fiorire la felicità degli iniqui. In seguito, però conobbe ciò che Dio riserba loro alla fine, e che cosa ha promesso ai giusti che soffrono colui che non può ingannare. Rendendo allora grazie per questa conoscenza, dice: Quanto è buono il Dio d'Israele con i retti di cuore! Perché dice questo? Perché per poco i miei piedi non hanno inciampato. Per qual motivo? Per invidia verso i peccatori, vedendo la pace dei malvagi. Ma, i suoi passi divennero sicuri dopo che ebbe meditato sulla sorte che attende l'uomo alla fine. Nello stesso salmo, infatti, poco più avanti dice: È un tormento ai miei occhi. Cioè, mi è sorta nel cuore una grande questione: come mai gli uomini fanno il male e fioriscono nel mondo, mentre molti altri compiono il bene e in questa terra soffrono? Tale questione è grande dinanzi ai miei occhi, è difficile a sciogliersi. È un tormento per me, dice, finché io non entri nel santuario di Dio e non consideri la sorte finale di ognuno. ( Sal 73,1-17 ) Quale sarà questa sorte finale? Quale, se non quella che ci è stata già preannunziata nel Vangelo? Quando sarà venuto il Figlio dell'uomo si riuniranno dinanzi a lui tutte le genti; ed egli le separerà, come il pastore separa le pecore dai caproni: le pecore porrà a destra i caproni a sinistra. ( Mt 25,31-33 ) Ecco che quei tali zifei saranno separati; e alla separazione seguirà il fuoco. Dov'è il fiore di coloro che allora staranno a sinistra? Non gemeranno forse allora? Non saranno tormentati da tardivo pentimento e diranno: A che cosa ci ha giovato la superbia? A che cosa ci ha portato il vantarci delle ricchezze? Tutto è passato come un'ombra0. ( Sal 5,8 ) O zifei che state a sinistra, troppo tardi vi pentite d'aver fiorito nell'ombra! Perché non avete riconosciuto David, mentre era nascosto tra voi e voi lo denunziavate? Se vi foste corretti allora, non sarebbe stato senza frutto il vostro dolore. Perché c'è un dolore che dà frutti e un dolore che non ne dà. È dolore fruttuoso quando ti accusi, quando disapprovi i tuoi costumi malvagi e, dopo averli disapprovati, li combatti; quando rinunzi ai costumi che hai condannati e, dopo tale rinunzia, li muti, spogliandoti dell'uomo vecchio e rivestendoti del nuovo, preferendo l'obbrobrio di Cristo al fiore degli zifei. Ebbene, tu che possiedi nel segreto il tuo bene e stai celato in mezzo agli zifei, nascondendo la promessa della tua ricompensa, se ti capita qualche dignità del secolo non insuperbirtene perché, se andrai orgoglioso di tale dignità, cadrai come il fiore degli zifei. Vedi come si comportò, a questo riguardo, una santa donna, nata in seno all'antico popolo giudaico: Ester. Era sposa del re straniero, quando il suo popolo si trovò in tale pericolo che ella dovette scongiurare il re per salvare i suoi concittadini. Cominciò a pregare, e in questa preghiera confessò che tutte le insegne regali di cui era adorna erano per lei come stracci immondi. ( Est 4,16 ) Se tanto possono delle donne, non lo potranno gli uomini? E se a tanto poté elevarsi una donna giudea, non lo potrà la Chiesa cristiana? Questo, dunque, dirò alla vostra Carità: Se avete ricchezze in abbondanza, non vi attaccate il cuore. ( Sal 62,11 ) Anche se esse abbondano, anche se ti sorride la prosperità del secolo, non fidarti del mare, neppure quando è in bonaccia. Se le ricchezze affluiscono e abbondano, calpestale e aggrappati al tuo Dio. Perché, se le terrai sotto i piedi e ti terrai aggrappato a lui, non cadrai quando ti verranno sottratte. Che non ti capiti, per colpa dei malvagi pensieri ( pensieri tutt'altro che cristiani! ) ciò che sta scritto in un altro salmo, in cui, dopo essersi parlato del fiore di questi zifei, si esce in questa espressione: Troppo profondi sono i tuoi disegni. Ripeto: Troppo profondi sono i tuoi disegni ( dice ), e l'uomo imprudente non li conoscerà e lo stolto non li capirà. Che cosa non capirà? Che germogliano i peccatori come l'erba, e tutti i malfattori vogliono emergere ma poi saranno sterminati in perpetuo. ( Sal 92,6-8 ) Incantati dal fiorire dei malvagi, costoro si sono detti: " Ecco, i malvagi fioriscono, quindi Dio ama i malvagi "; e, allettati dal momentaneo fiorire degli ingiusti, si sono volti, anche loro, verso l'ingiustizia, ma per finire nella perdizione. E questa perdizione non sarà temporanea, come la fioritura degli empi, ma eterna. Perché tutto questo? Perché l'uomo privo di senno non conoscerà e lo stolto non capirà. Egli, infatti, non entra nel santuario di Dio per comprendere il destino ultimo degli uomini. D'altra parte, bisogna, pur dire che è piuttosto difficile questo " intelletto " con cui si apre il nostro salmo; come è anche difficile capire perché mai David si sia nascosto in mezzo agli zifei, senza rallegrarsi per il fiorire degli zifei, preferendo anzi, essere umile tra costoro e conseguire la gloria occulta che gli era tenuta in serbo presso Dio. Che cosa si attribuisce a David nel titolo del "salmo? In vista della fine, negli inni: cioè nelle lodi. Quali lodi? Il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Come al Signore è piaciuto così è successo Sia benedetto il nome del Signore! ( Gb 1,21 ) Appariva inaridito, dopo aver perduto ogni sostanza? Niente affatto. Erano cadute le foglie, ma la radice viveva. Orbene: In vista della fine, negli inni. E che significa: Intelligenza, per David stesso? " Intelligenza " si contrappone alle altre parole: L'uomo, privo di senno non conoscerà e lo stolto, non capirà. Intelligenza, per David stesso, quando vennero gli zifei e dissero a Saul: Non è, forse, David nascosto presso di noi? Sia nascosto presso di voi, ma non fiorisca come voi. E ora ascoltane la voce. 4 - [v 3.] Dio salva e giudica Dio, salvami nel tuo nome e giudicami con la tua potenza. Dica questo la Chiesa, mentre è nascosta in mezzo agli zifei. Questo dica il corpo dei cristiani, che tiene celata la bontà dei suoi costumi e in segreto spera la ricompensa dei suoi meriti. Dica: Dio, nel tuo nome salvami e nella tua potenza giudicami. Sei venuto, o Cristo: sei apparso umile, sei stato disprezzato, flagellato, crocifisso, ucciso; ma nel terzo, giorno sei risorto, nel quarantesimo giorno sei asceso in cielo, siedi alla destra del Padre e nessuno ti vede più. Di lassù hai mandato il tuo Spirito, ricevuto da quanti ne erano degni: i quali, colmi del tuo amore, annunziarono alle nazioni per tutto il mondo la grandezza delle tue stesse umiliazioni. Vedo il tuo nome giganteggiare al di sopra degli uomini, ma tu ci fosti annunziato come un uomo debole. Anche il Dottore delle genti diceva di non voler sapere in mezzo a noi altro che Gesù Cristo e questi crocifisso ( 1 Cor 2,2 ): affinché scegliessimo la sua ignominia piuttosto che la gloria dei fiorenti zifei. Ciononostante, che cosa dice di lui? Certo, egli fu crocifisso nella sua debolezza, vive però per la potenza di Dio. ( 2 Cor 13,4 ) Venne, dunque, rivestito di debolezza perché potesse morire ( per giudicare verrà, invece, nella potenza di Dio! ), ma è stato attraverso la debolezza della croce che il suo nome ha conseguito la gloria. Chiunque non avrà creduto nel nome divenuto glorioso attraverso la debolezza si spaventerà dinanzi al giudice quando verrà nella potenza. Quando verrà da forte colui che un tempo era debole, non ci getti a sinistra col ventilabro! Ci salvi nel suo nome, e ci giudichi nella sua potenza! Ma potrà esserci un uomo tanto temerario da desiderare il giudizio e da dire a Dio: Giudicami? Non si dice agli uomini come maledizione: " Ti giudichi Dio "? Si tratta certamente di una maledizione, se egli giudica nella sua potenza senza averti prima salvato nel suo nome. Quando, invece, ti avrà prima salvato nel suo nome, successivamente mediante la potenza ti giudicherà a salvezza. Sta', dunque, sicuro: quel giudizio non sarà per te punizione, ma solo separazione. Anche in un altro salmo così sta scritto: Giudicami, Dio, e difendi la mia causa dalla gente non santa. ( Sal 43,1 ) Che significa: Giudicarmi? Significa: Separarmi dagli zifei in mezzo ai quali sono nascosto. Io ho sopportato la loro floridezza; sbocci ormai il mio fiore. Il loro fiore era temporale e cade quando lo stelo inaridisce. Invece che cosa sarà del mio fiore? Piantati nella casa del Signore, fioriranno negli atri della dimora del nostro Dio. ( Sal 92,14 ) C'è, dunque, un fiore anche per noi, un fiore che non cadrà ma sarà come la foglia di quell'albero piantato presso le acque, del quale è detto: E la sua foglia non cadrà. ( Sal 1,3 ) Orbene: Dio, salvami nel tuo nome, e nella tua potenza giudicami! 5 - [v 4.] Preghiera esaudita e non esaudita O Dio, esaudisci la mia preghiera; ascolta le parole della mia bocca. Giungano alle tue orecchie le parole della mia bocca, perché io non desidero da te il fiore degli zifei. Ascolta le parole della mia bocca: pensa tu ad ascoltarmi, perché gli zifei, anche se giunge ai loro orecchi la mia preghiera, non la odono perché non sono in grado di capire. Essi trovano la loro gioia nelle cose del mondo e non sanno desiderare i beni eterni. Giunga a te la mia preghiera, che guizza come saetta dal desiderio che nutro per i tuoi beni eterni. Io la innalzo al tuo orecchio: aiutala, affinché ti raggiunga e non venga meno a metà della sua corsa, né ricada a terra o vada perduta. Anche se per ora non mi vedo arrivare i beni che chiedo, sono tranquillo, perché so che verranno più tardi. Si narra di un tale che, gravato da colpe, si mise a pregare Dio ma non venne esaudito. Questo, però, tornò a suo bene. Desideri terreni lo avevano spinto a pregare; in preda alle tribolazioni di questo mondo, aveva desiderato che esse avessero fine e tornasse quella prosperità che è come il fiore dell'erba. Ed era uscito in quelle parole: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? È la parola stessa di Cristo: quella che lui diceva in nome dei suoi membri. Ti ho fatto intendere la voce dei miei delitti, diceva, ho gridato tutto il giorno e non mi hai esaudito; tutta la notte, e non fu a mia confusione. ( Sal 22, 2.3 ) Cioè: io gridavo anche di notte e tu non mi esaudivi; tuttavia, anche questi tuoi dinieghi nell'esaudirmi non erano per confondermi ma per rendermi più saggio: perché io capissi ciò che ti avrei dovuto chiedere. Ti pregavo, infatti, per delle cose che, se le avessi ricevute, sarebbe stato a mio danno. Chiedi le ricchezze, o uomo? Quanti uomini sono stati rovinati dalle loro ricchezze! Come fai a sapere che le ricchezze ti gioveranno? Moltissimi poveri, che se ne stavano tranquilli e sicuri nell'ombra, una volta divenuti ricchi e quando il loro fasto cominciò a splendere, furono preda dei più forti. Quant'era meglio che fossero rimasti nascosti e ignorati, invece di diventare oggetto dell'altrui cupidigia, non per quello che erano ma per quello che possedevano! Orbene, fratelli, vi ammoniamo e vi esortiamo nel Signore a non fissarvi su delle richieste particolari quando pregate per gli affari di questo mondo, ma chiedete quanto Dio sa che vi convenga. Voi ignorate completamente ciò che vi è utile. Talvolta ciò che credete possa giovarvi vi danneggia; e ciò che credete vi danneggi, invece, vi giova. Voi siete ammalati; non spetta a voi suggerire al medico le medicine che egli ha intenzione di prescrivervi. Se il dottore delle genti, l'apostolo Paolo, dice: Non sappiamo domandare quello che conviene, ( Rm 8,26 ) quanto meno lo sappiamo noi! Egli stesso, senza dubbio, credeva di pregare con saggezza quando chiedeva d'essere liberato dal pungiglione della carne, dall'angelo di satana che lo trafiggeva perché non si inorgoglisse della grandezza delle sue rivelazioni. Ma che cosa si sentì rispondere dal Signore? Ottenne forse ciò che voleva? No! Sarebbe accaduto ciò che a lui era più utile. Quale fu, dunque, la risposta del Signore? Dice l'Apostolo: Tre volte pregai il Signore perché lo allontanasse da me, ma egli mi ha risposto: Ti basti la mia grazia, perché la virtù diviene perfetta attraverso la debolezza. ( 2 Cor 12,7-9 ) Sono stato io ad applicare la medicina sulla tua ferita; io so quando l'ho messa e so quando dovrò ritirarla. Non si allontani, l'ammalato, dalle mani del medico; non dia consigli al medico. Tutte le cose di questo mondo sono così. Sono tribolazioni? Se la tua religiosità è genuina, sai che Dio conosce ciò che giova al bene di ciascuno. Sono prosperità? Sta' bene in guardia, affinché esse non corrompano il tuo animo e non ti allontanino da colui che te le ha donate. Proprio come dice il nostro autore, da persona veramente intelligente: O Dio, esaudisci la mia preghiera! Ascolta le parole della mia bocca. 6 - [v 5.] Perché gli stranieri si sono sollevati contro di me. Quali stranieri? Non era forse David giudeo della tribù di Giuda? Ma anche il villaggio di Zif, che apparteneva alla tribù di Giuda, era territorio giudaico. In che senso, dunque, erano stranieri? Non per la città, non per la tribù, non per la parentela, ma per il loro " fiorire ". Vuoi conoscere questi stranieri? In un altro salmo sono detti figli stranieri quei tali la cui bocca dice delle cose insulse e la cui destra è destra d'ingiustizia. E descrive poi il fiore - i costumi - di questi zifei: I loro figli sono come piante novelle, gagliarde nella loro giovinezza; le loro figlie sono agghindate e adorne a somiglianza del tempio; le loro dispense, piene, traboccanti di questo e di quello; le loro pecore sono feconde, moltiplicano i loro parti; i loro bovi son grassi; non c'è breccia nel muro che cinge le loro dimore, non c'è passaggio; nessun grido nelle loro piazze. Osserva questi zifei; squadra bene questi individui, destinati a fiorire solo per breve tempo. Costoro cantano: Beato il popolo cui appartengono queste cose. Sono davvero figli stranieri! Ma tu che dici, tu che sei nascosto in mezzo agli zifei? Beato il popolo il cui Dio è il Signore. ( Sal 144,7-15 ) Da questo sentimento nasce la preghiera rivolta al Signore: Ascolta le parole della mia bocca, perché gli stranieri si sono levati contro di me. 7 - Nella prova si scoprono i veri e i falsi cristiani E i potenti hanno attentato alla mia vita. Miei fratelli, coloro che ripongono speranza nei beni della terra, tutti d'accordo hanno trovato un nuovo sistema per far scomparire la stirpe dei santi e di quanti non sperano nelle cose di questo mondo. Oh! certamente le due categorie di persone nascono insieme e vivono insieme, ma sono terribilmente in contrasto tra di loro: l'una pone la speranza soltanto nelle cose del mondo e nella felicità temporale; l'altra, invece, pone con fermezza la sua speranza nel Signore Dio suo. Ebbene, anche se questi zifei sono d'accordo, noni credere troppo alla loro volontà di concordia: è perché mancano le tentazioni. Quando sopraggiungerà una qualche tentazione e qualcuno di loro sarà rimproverato per il suo fiorire mondano, non ti dico che si metterà in urto con il vescovo, ma non vorrà neppure avvicinarsi alla chiesa, temendo che gli tocchi perdere qualcosa della sua erba. Perché ho detto queste cose, fratelli? Voi mi state ascoltando volentieri nel nome di Cristo e in qualche modo, certo, comprendete tutti a che cosa mi riferisco, se acclamate alle mie parole; e certamente non applaudireste se non aveste capito. Bene! Questa vostra comprensione deve, però, essere fruttuosa. E sarà la tentazione a comprovare il vostro profitto. Non deve accadere che, dopo esservi dichiarati nostri, di fronte alla prova siate trovati, in realtà, stranieri, e si abbia a dire di voi: Gli stranieri si sono levati contro di me e i potenti hanno attentato alla mia vita; e nemmeno quello che segue: Non hanno posto Dio dinanzi a sé. Come, infatti, potrà avere Dio dinanzi a sé colui che si preoccupa soltanto degli interessi terreni? Egli pensa al modo di accumulare denaro sopra denaro, di moltiplicare i greggi, di riempire le dispense, sì da poter dire all'anima sua: Ecco, tu possiedi molti beni: rallegrati, banchetta, saziati! Pone, forse, Dio al suo cospetto colui che così si gloria e splende come fiore degli zifei, e al quale il Signore dice: Stolto! ( cioè uomo privo d'intelligenza e di saggezza ) questa notte morrai; e di chi saranno tutte queste cose che hai preparate? ( Lc 12,20 ) Non hanno posto Dio dinanzi a sé. 8 - [v 6.] La coscienza è l'intimo gaudio dei buoni Ecco, Dio mi aiuta. E coloro in mezzo ai quali sono nascosto non lo sanno. Se, al contrario, avessero anche loro Dio dinanzi a sé, comprenderebbero come Dio mi aiuti. Tutti i santi sono aiutati da Dio, ma nell'intimo, dove nessuno vede. Come la cattiva coscienza è una grande tortura per gli empi, così la buona coscienza è la grande gioia dei giusti. Dice l'Apostolo: Questa è la nostra gloria: la testimonianza della buona coscienza. ( 2 Cor 1,12 ) È una gloria tutta interiore quella che prova il salmista, una gloria che non si manifesta nello splendore esterno degli zifei, se egli afferma: Ecco, Dio mi aiuta. Oh, senza dubbio! Sebbene siano lontane, nel futuro, le cose che egli mi promette, oggi per me è dolce e presente il suo aiuto. Nella gioia del mio cuore oggi trovo che, effettivamente, senza alcun motivo certa gente si chiede: Chi ci mostrerà il bene? In noi, infatti si riflette l'impronta luminosa del tuo volto, o Signore; tu hai infuso la gioia nel mio cuore. ( Sal 4, 6.7 ) Non nella mia vigna, non nel mio gregge, non nella mia coppa non sulla mia mensa, ma nel mio cuore. Dio mi aiuta. In qual modo t'aiuta? Il Signore è il sostegno della mia vita. 9 - [v 7.] Fa' ricadere il male sui miei nemici. Per quanto ora verdeggino, per quanto fioriscano, sono destinati al fuoco. Nella tua potenza disperdili. Essi ora gioiscono e germogliano come erba. Rifletti, e non essere tu stesso così insensato e stolto da andare in perdizione per l'eternità per esserti preoccupato di queste cose. ( Sal 92,7-8 ) Fa' ricadere il male sui miei nemici. Infatti, se tu apparterrai alla stirpe di David, Dio nella sua potenza disperderà costoro, non te. Essi fioriscono della felicità del mondo, ma periranno per la potenza di Dio. E non come fioriscono, così periranno: fioriscono infatti, per breve tempo, ma periranno in eterno; fioriscono per dei beni falsi, periranno in mezzo a tormenti veri. Nella tua potenza disperdili, cioè, disperdi coloro che nella tua condiscendenza hai sopportati. 10 - [v 8.] Amare e lodare Dio disinteressatamente Spontaneamente sacrificherò a te. Nessuno può comprendere questo bene del cuore ascoltando le parole di un altro; deve gustarlo personalmente. Che cosa significa: Spontaneamente sacrificherò a te? Voglio dirne qualcosa: capisca chi può e come può; chi non può, creda, e preghi onde riuscire a comprendere. E che? dovremmo, forse, trascurare questo versetto, dispensandoci d'inculcarvelo? No. Ne parlerò alla vostra Carità poiché l'amore di Dio mi spinge vigorosamente a dirvi qualcosa al riguardo; e rendo grazie a Dio perché mi ascoltate attentamente. Se vedessi che mi state a sentire annoiati, mio malgrado tacerei di questo versetto: senza tacere, tuttavia, nel mio cuore, per quanto il Signore si degna concedermi. Venga, dunque, sulle labbra ciò che è custodito nella mente. Diciamo come possiamo che cosa significa: Spontaneamente sacrificherò a te. Di quale sacrificio si tratta, fratelli? Che cosa sarà degno d'essere offerto al Signore per la sua misericordia? Cercherò le vittime nel gregge delle pecore? sceglierò un ariete? prenderò qualche toro nell'armento? porterò l'incenso dalla terra dei sabei? Che cosa farò? Che cosa offrirò, se non ciò che egli dice: Mi onorerà il sacrificio della lode? ( Sal 50,23 ) Perché dice Spontaneamente? Perché gratuitamente amo colui che lodo. Lodo Dio e mi allieto nella stessa lode. Mi rallegro lodandolo; non arrossisco, per averlo lodato. Non come viene lodato dagli appassionati delle vanità teatrali l'auriga o il cacciatore, o un qualsiasi istrione; né come questi esaltati invitano gli altri, e li esortano affinché anche loro acclamino; e molte volte, dopo che tutti lo hanno acclamato, devono poi arrossire perché il loro idolo è sconfitto. Non così è il nostro Dio. È con un atto della volontà che lo si loda; come lo si ama in virtù della carità. Sia, dunque, amato e lodato gratuitamente. Che significa " gratuitamente "? Significa amarlo e lodarlo per se stesso, non per qualcosa di estraneo a lui. Se lodi Dio affinché egli ti dia qualcos'altro, non ami più gratuitamente Dio. Ti rincrescerebbe se tua moglie ti amasse per le ricchezze e se, diventato tu per caso povero, lei pensasse all'adulterio. Ebbene, tu che vuoi essere amato gratuitamente da tua moglie, amerai Dio per qualcosa di estraneo a lui? Quale premio riceverai da Dio, o avaro? Non ti serba la terra, ma se stesso, colui che ha fatto il cielo e la terra. Spontaneamente sacrificherò a te: non per necessità. Se lodi Dio per motivi estranei a lui, lo lodi per necessità. E, se tu avessi ciò che ami, non lo loderesti più. Osserva quanto dico. Tu lodi Dio, ad esempio, perché ti dia più denaro. Se tu potessi ottenere tale denaro da altri che non da Dio, loderesti, forse, Dio? Ebbene, se lodi Dio in vista del denaro, non sacrifichi spontaneamente a Dio, ma gli sacrifichi per necessità, perché ami un qualcosa che è al di fuori di lui. Ecco perché è detto: Spontaneamente sacrificherò a te. Disprezza tutto il resto, guarda a lui! Ricorda che le stesse cose che egli ti ha donate sono buone per la bontà del donatore. Senza dubbio, è lui che dà questi beni temporali e ad alcuni li dona a loro vantaggio, mentre ad altri a loro danno, secondo l'altezza e l'imperscrutabilità dei suoi giudizi. Di fronte all'abisso di questi giudizi l'Apostolo, spaventato, diceva: O profondità delle ricchezze della sapienza e della scienza di Dio! Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi, e sconosciute le sue vie! Chi conoscerà infatti le sue vie, o chi comprenderà i suoi disegni? ( Rm 11, 33 ) Egli sa quando dare e a chi dare, quando togliere e a chi togliere. Quanto a te, chiedi nel tempo ciò che ti giova nel futuro: chiedi ciò che ti sia d'aiuto per l'eternità. Ma lui, amalo gratuitamente: perché da lui non puoi avere niente di meglio che lui stesso. Se trovi qualcosa di meglio, oh, allora chiedilo pure! Spontaneamente sacrificherò a te. Perché spontaneamente? Perché gratuitamente. E che cosa significa " gratuitamente "? Loderò il tuo nome, Signore, perché è buono: per niente altro, se non perché esso è buono. Dice forse: "Loderò il tuo nome, Signore, perché mi doni fertili poderi, perché mi dài oro e argento, perché mi dài grandi ricchezze, molto denaro, una elevatissima dignità "? No. Perché allora? Perché buono è il tuo nome. Non trovo niente di meglio che il tuo nome; perciò loderò il tuo nome, Signore, perché è buono. 11 - [v 9.] La tribolazione affina i cuori Perché mi hai liberato da ogni tribolazione. Nella tribolazione ho capito che è buono il tuo nome. Se fossi riuscito a capire questo prima che venisse la prova, non avrei forse creduto alla necessità della medesima; ma la tribolazione mi fu mandata come richiamo, e questo richiamo mi ha portato a lodarti. Non mi sarei, infatti, reso conto della mia condizione se non mi fosse stata mostrata in modo convincente la mia debolezza. Orbene, da tutte le tribolazioni tu mi hai liberato. E sopra i miei nemici ha guardato il mio occhio: il mio, occhio ha guardato sopra quei tali zifei. Nel profondo del mio cuore sono andato oltre il loro, fiorire e sono giunto a te, e di qui ho guardato al di sopra di loro e ho visto che ogni carne è erba, e ogni gloria dell'uomo è come fiore di erba. ( Is 40,6 ) O, come è detto altrove: Ho visto l'empio esaltarsi ed elevarsi come i cedri del Libano; sono passato, ed ecco non era più. Perché Non era più? Perché tu eri passato oltre. Che cosa significa: " Eri passato oltre "? Significa che non hai udito senza utilità le parole " in alto il cuore! ". Significa che non sei rimasto in terra a imputridire, ma hai sollevato la tua anima verso Dio. Significa che sei passato oltre i cedri del Libano e, da quell'altezza, hai guardato. Ed ecco non era più. Lo hai cercato, e non si è trovato il suo posto. ( Sal 37, 35.36 ) Ormai non c'è più fatica dinanzi a te: tu sei entrato nel santuario di Dio, ed hai compreso i nuovissimi ( la sorte ultima ). ( Sal 73, 16.17 ) Così anche il salmista conclude: E sopra i miei nemici ha guardato il mio occhio. È questo, o fratelli, ciò che anche voi dovete realizzare nel vostro animo. Innalzate i vostri cuori! Acuite lo sguardo del vostro spirito, e imparate ad amare gratuitamente Dio e a disprezzare il mondo presente. Imparate a offrire spontaneamente a Dio il sacrificio della lode, affinché, trascendendo il fiore dell'erba, possiate guardare al di sopra dei vostri nemici.