Padri/Agostino/EspSalmi/064.txt Salmo 64 (63) Discorso al popolo 1 - Ininterrotta la tribolazione del corpo di Cristo Celebrando oggi la festa dei santi martiri, rallegriamoci nel loro ricordo. Pensiamo alle loro sofferenze e cerchiamo di capire l'ideale che brillava nella loro mente quando soffrivano. Non avrebbero infatti sopportato tante tribolazioni nella carne, se il loro spirito non si fosse già trovato in una grande pace. Esaminiamo dunque brevemente questo salmo alla luce di tale solennità. Molte cose ha ascoltate ieri la vostra Carità, tuttavia non possiamo negare il nostro ministero alla festività di quest'oggi. E allora cominciamo col dirvi che in questo salmo si parla - come argomento primario - della passione del Signore; né i martiri avrebbero potuto essere forti senza contemplare colui che per primo ha sofferto; come non avrebbero sopportato nel loro martirio sofferenze simili a quelle sopportate da Cristo, se non avessero sperato d'ottenere nella resurrezione il premio che egli aveva fatto loro antivedere in se stesso. La vostra Santità sa, peraltro, che il nostro capo è il Signore nostro Gesù Cristo, come pure sa che quanti sono uniti a lui costituiscono le membra di quel capo. Vi è ben nota ormai la sua voce: voce che parla non soltanto a nome del capo ma anche a nome del corpo, e le cui parole non significano o proclamano soltanto il Signore Gesù Cristo ( colui cioè che è già asceso al cielo ), ma si riferiscono anche alle sue membra, che seguiranno il loro capo. Nel nostro salmo, dunque, dovremo riconoscere non soltanto la voce di lui ma anche la nostra. E nessuno dica che oggi noi non soffriamo alcuna tribolazione. Sempre infatti vi ho detto che, mentre nei tempi passati la Chiesa era perseguitata quasi nella sua totalità, ora invece è tentata solo in alcune sue membra. Indubbiamente il diavolo è stato incatenato, né gli è permesso di fare tutto quello che potrebbe e vorrebbe. Tuttavia gli è consentito di tentare ancora, nella misura in cui le tentazioni giovano a farci progredire. Non sarebbe infatti un gran vantaggio essere senza tentazioni. Tanto è vero che, pregando il Signore, non lo preghiamo perché ci esenti da ogni tentazione, ma perché non ci lasci consentire ad essa. 2 - [v 2.] Timore di Dio e timore dei nemici Diciamo dunque anche noi: Esaudisci, o Dio, la mia preghiera mentre soffro; dal timore dei nemico libera l'anima mia. I nemici hanno infuriato contro i martiri; e che cosa chiedeva questa voce del corpo di Cristo? Chiedeva che fossero liberati dai nemici e che i nemici non potessero ucciderli. Forse che non sono stati esauditi, dato che essi sono stati uccisi? Ma allora Dio, che vedeva l'afflizione del loro cuore spezzato, avrebbe forse abbandonato i suoi servi e disprezzato coloro che speravano in lui? No, certamente. Chi, infatti, ha invocato il Signore ed è stato dimenticato? Chi ha sperato in lui ed è stato abbandonato? ( Sir 2,11.12 ) Dunque, erano esauditi ed erano uccisi. Così però venivano liberati dai nemici. Altri, impauriti, cedevano ai nemici e restavano in vita; ma ciò facendo erano divorati dai nemici. Gli uccisi venivano liberati, i viventi venivano divorati. A questo si riferisce quella voce riconoscente: Forse da vivi ci avrebbero divorati. ( Sal 124,3 ) Molti furono divorati, e divorati da vivi; molti altri furono divorati da morti. Coloro che stimavano la fede cristiana una insensatezza erano già morti quando venivano divorati. Coloro invece che, sapendo essere vera la predicazione del Vangelo e credendo che Cristo è Figlio di Dio e rimanendovi fedeli nel loro cuore, tuttavia cedettero ai tormenti e sacrificarono agli idoli, furono divorati da vivi. I primi sono stati divorati quando erano morti; gli altri, invece, sono morti perché si sono lasciati divorare. Una volta divorati infatti non potevano continuare a vivere, benché fossero vivi quando furono divorati. Per questo così prega la voce dei martiri: Dal timore del nemico libera l'anima mia. Non perché il nemico non mi uccida, ma perché io non tema il nemico che uccide. Nel salmo il servo prega che si adempia ciò che nel Vangelo ordina il Signore. Che cosa comandava il Signore nel brano letto or ora? Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di uccidere l'anima e il corpo nel fuoco dell'inferno. ( Mt 10,28 ) E ribadiva: sì, vi dico: lui temete. ( Lc 12,5 ) Chi sono coloro che uccidono il corpo? Sono i nemici. E che cosa comanda il Signore? Di non temerli. Preghiamo dunque affinché ci doni ciò che ci comanda. Dal timore del nemico libera l'anima mia. Liberami dal timore del nemico, e sottomettimi al tuo timore. Che io non tema colui che uccide il corpo; ma tema colui che ha il potere di uccidere e il corpo e l'anima nel fuoco dell'inferno. Non pretendo di vivere senza timore; fa' però che io sia un libero per quanto concerne il timore del nemico, ma sia un servo pieno di timore del Signore. 3 - [v 3.] Cristo capo e prototipo dei martiri Mi hai protetto dalla congiura dei malvagi, dalla folla di coloro che operano iniquità. Contempliamo il nostro Capo. Molti martiri, hanno sofferto tali cose; ma nulla è così fulgido quanto il Capo dei martiri. In lui vediamo meglio ciò che essi hanno esperimentato. È protetto dalla folla dei malvagi: lo protegge Dio; il Figlio di Dio, fattosi uomo, protegge lui stesso la carne che si era assunta. Egli, infatti, è Figlio dell'uomo e Figlio di Dio: Figlio di Dio per la forma di Dio, Figlio dell'uomo per la forma di servo; ( Fil 2,6.7 ) per cui egli ha in sé il potere di dare la vita e di riprenderla. ( Gv 10,18 ) Che cosa gli potevano fare i nemici? Uccisero il corpo, non l'anima. Ricordatelo bene. Sarebbe stato poco che il Signore avesse esortato i martiri con la parola, se non li avesse sostenuti con l'esempio. Sapete quale sia stata la congiura di quei malvagi giudei e quale fosse la folla di coloro che operavano ingiustizia. Quale ingiustizia? Quella di voler uccidere il Signore Gesù Cristo. Vi ho mostrato - diceva - tante opere buone: per quale di queste mi volete uccidere? ( Gv 10,32 ) S'era chinato su tutti i loro infermi, aveva curato tutti i loro malati, aveva annunziato il regno dei cieli, non aveva taciuto le loro colpe, affinché non del medico che li curava ma delle loro proprie colpe fossero dispiacenti. Ma essi, ingrati per tutto quanto egli aveva fatto, come nel delirio d'una febbre altissima, si misero a infuriare contro il medico che era venuto a curarli, e deliberarono di togliergli la vita. Volevano, quasi, esperimentare se egli fosse veramente uomo, e quindi soggetto a morte, o non fosse un qualche cosa di superiore agli uomini per cui la morte non gli fosse possibile. Riconosciamo le loro parole nella Sapienza di Salomone: Condanniamolo ad una morte vergognosa. Mettiamolo alla prova. Secondo le sue parole, egli troverà protezione. Se è veramente Figlio di Dio, Dio lo libererà. ( Sap 2,18-20 ) Vediamo dunque che cosa è accaduto. 4 - [v 4.] I giudei responsabili della morte di Cristo Hanno affilato come una spada le loro lingue. I figli degli uomini, i loro denti sono armi e frecce, e la loro lingua è una spada tagliente. ( Sal 57,5 ) Come si dice in un altro salmo, così qui: Hanno affilato come spade le loro lingue. Non dicano i giudei: " Noi non abbiamo ucciso Cristo ". Infatti, se lo consegnarono al giudice Pilato, fu proprio per apparire innocenti della sua morte. Quando Pilato disse loro: Uccidetelo voi, essi risposero: A noi non è permesso di uccidere nessuno. ( Gv 18,31 ) Volevano riversare l'iniquità del loro delitto sul giudice umano; ma potevano forse ingannare il giudice divino? Pilato pose certo delle azioni e, per quello che fece fu, sia pure in misura ridotta, responsabile del delitto; ma a paragone di costoro egli fu di gran lunga più innocente. Lo vediamo infatti insistere nei limiti del possibile per liberare Gesù dalle loro mani; e fu per questo che lo presentò loro dopo averlo fatto flagellare. Non lo flagellò per infierire su di lui, ma nel tentativo di soddisfare il loro furore, affinché divenissero più miti e desistessero dal volerlo uccidere vedendolo flagellato. ( Gv 19,1-5 ) Anche questo egli fece. Ma, seguitando gli altri a reclamarne la condanna, egli - come sappiamo - si lavò le mani e disse che non era lui a compiere il delitto e che si considerava innocente della sua morte. ( Mt 27,24 ) Tuttavia il delitto lo commise. Ma, se è colpevole uno che al delitto concorse contro voglia, saranno forse innocenti coloro che ve lo costrinsero? Certamente no. Ma lui pronunziò la sentenza contro il Signore e diede l'ordine di crocifiggerlo, e così, in certo qual modo, fu lui che personalmente lo uccise. Ma anche voi, o giudei, lo avete ucciso! ( At 3,14.15 ) E con che cosa lo avete ucciso? Con la spada della lingua: avete infatti affilato le vostre lingue. E quando lo avete colpito, se non quando gridaste: Crocifiggilo, crocifiggilo. ( Lc 23,21 ) 5 - L'ora della crocifissione Affinché nulla vi venga a turbare nella lettura dei Libri sacri, non dobbiamo passare sotto silenzio, ora che mi viene in mente, il fatto che un evangelista dice che il Signore fu crocifisso all'ora sesta ( Gv 19,14 ) e un altro all'ora terza. ( Mc 15,25 ) Veramente, se non capiamo bene, potremmo rimanerne turbati. Uno dice che Pilato sedette in tribunale all'inizio dell'ora sesta, mentre, in verità, doveva essere l'ora sesta quando il Signore fu inchiodato alla croce. L'altro, però, mirando all'animo dei giudei, che volevano apparire innocenti della morte del Signore, nella sua narrazione mostra come essi fossero i veri responsabili del crimine. Dice infatti che il Signore fu crocifisso all'ora terza. Se consideriamo tutte le circostanze della narrazione e tutti i fatti che poterono verificarsi quando il Signore era accusato dinanzi a Pilato, al fine di farlo crocifiggere, troviamo che poteva essere proprio l'ora terza, quando i giudei gridarono: Crocifiggilo, crocifiggilo. Effettivamente, essi lo uccisero in quel preciso istante, quando gridarono. Gli esecutori della sentenza lo crocifissero all'ora sesta; i violatori della legge gridarono all'ora terza. Ciò che i primi eseguirono con le mani all'ora sesta, i secondi avevano già perpetrato con la lingua all'ora terza. E questi che incrudelivano gridando sono certo più colpevoli di quelli che obbedendo eseguivano la sentenza. È questa tutta l'astuzia giudaica; questa è la loro grande trovata: " Uccidiamolo, però non uccidiamolo; uccidiamolo in modo da non essere ritenuti suoi assassini ". Hanno affilato come una spada le loro lingue. 6 - [v 5.] Cristo agnello immacolato Hanno teso l'arco, oggetto velenoso. Chiama " arco " le insidie. Perché chi combatte da vicino con la spada, combatte apertamente; chi invece scaglia una freccia ferisce a tradimento. La freccia infatti colpisce prima che ci si accorga di essere feriti. Ma, a chi sono nascoste le insidie del cuore umano? Forse anche al Signore nostro Gesù Cristo, il quale non aveva bisogno che alcuno gli rendesse testimonianza riguardo all'uomo, poiché sapeva che cosa c'è nell'uomo, come attesta l'Evangelista? ( Gv 2,25 ) Ascoltiamoli tuttavia e vediamo come lavorino per attuare ciò che hanno tramato, quasi che il Signore non sapesse niente. Hanno teso l'arco, attrezzo velenoso, per scagliare di nascosto le frecce contro l'innocente. Le parole: Hanno teso l'arco, sottintendono le altre: Di nascosto. E significano: Tendono insidie per ingannare. Voi sapete infatti di quali inganni essi si sono serviti: come corruppero con il denaro il discepolo che seguiva il Signore affinché lo consegnasse nelle loro mani; ( Mt 26,14.15 ) come si procurarono dei falsi testi; quali tranelli e quali inganni insomma usarono per scagliare di nascosto le frecce contro l'innocente. Grande delitto! Ecco, di nascosto viene la freccia che colpisce l'innocente: un innocente che non aveva la benché minima macchia, nemmeno così grossa che vi si potesse conficcare la punta della freccia! Egli infatti era l'agnello immacolato, tutto immacolato, sempre immacolato. Né immacolato perché gli erano state tolte le macchie, ma proprio perché non aveva mai contratto alcuna macchia. Perdonando i peccati egli ha fatto sì che molti fossero immacolati; ma, quanto a lui personalmente, egli era immacolato perché mai aveva avuto peccati. Per scagliare di nascosto le frecce contro l'innocente. 7 - [v 6.] D'improvviso scaglieranno le frecce contro di lui e non avranno timore. Oh, durezza di cuore! Voler uccidere un uomo che risuscitava i morti! D'improvviso, cioè, insidiosamente, inopinatamente, senza preavviso. Il Signore si diportava come uno che non sapesse nulla, in mezzo a quella gente che realmente ignorava che cosa egli sapesse e che cosa non sapesse, o meglio, che non sapeva come egli niente ignorava e tutto sapeva, ed era venuto proprio perché gli facessero ciò che essi credevano di potergli liberamente fare. D'improvviso scaglieranno le frecce contro di lui e non avranno timore. 8 - I nemici di Cristo danneggiarono se stessi Si sono confermati nella parola malvagia. Si sono confermati: tanti miracoli erano stati compiuti, ma non se ne lasciarono impressionare, anzi si ostinarono nella decisione della malvagia parola. Egli era già trascinato dinanzi al giudice. Trema il giudice, e non tremano coloro che lo hanno tradotto dinanzi al giudice; trema l'autorità, e non trema la scelleratezza; quello vuole lavarsi le mani, e questi avvelenano le lingue. Ma perché? Perché si sono confermati nella parola malvagia. Quante cose cercò di fare Pilato? Quante ne escogitò per frenarli? Che cosa non disse? Che cosa non fece? Ma essi si sono confermati nella parola malvagia: Crocifiggilo, crocifiggilo! La ripetizione indica conferma della parola malvagia. Vediamo come si sono confermati nel la parola malvagia. Crocifiggerò il vostro re? Risposero: Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare! ( Gv 19,15 ) Hanno confermato la parola malvagia. Il giudice offriva loro come re il Figlio di Dio; essi ricorrevano all'uomo: degni di aver questo e di non aver quello. Ascolta ancora in qual modo si sono confermati nel la parola malvagia. Non trovo niente in quest'uomo - dice il giudice - che sia degno di morte. ( Lc 23,14.22 ) Ma essi, che hanno confermato la parola malvagia, risposero: Il suo sangue sopra di noi e sopra i nostri figli! ( Mt 27,25 ) Hanno confermato la parola malvagia. L'hanno confermata non contro il Signore, ma contro loro stessi. Come non l'hanno confermata a loro proprio danno, se dicono: Sopra di noi e sopra i nostri figli? sì, veramente, ciò che hanno confermato l'hanno confermato a tutto loro danno. Come in un altro passo afferma la stessa voce: Hanno scavato dinanzi a me una fossa e vi sono caduti. ( Sal 57,7 ) La morte non uccise il Signore; fu anzi lui ad uccidere la morte; ma i suoi nemici furono uccisi dall'iniquità. Quell'iniquità che essi non vollero uccidere in se stessi. 9 - La lotta interiore dell'uomo Non v'è dubbio, fratelli, è sicuro: o tu uccidi l'iniquità o sei ucciso da essa. Guardati però dall'uccidere l'iniquità come se fosse un qualcosa al di fuori di te. Guarda in te stesso e vedi che cosa nel tuo intimo combatta contro di te. Sta' poi attento che non ti vinca la tua iniquità. Essa è la tua nemica e, se tu non la ucciderai, [ ti ucciderà ]. È roba tua, è la tua stessa anima che si ribella contro di te; non è qualcosa di esteriore. Per una parte tu sei unito con Dio; per un'altra parte trovi piacere nel mondo: ciò che ti spinge a godere del mondo è in lotta contro lo spirito che è unito a Dio. Stia unito a Dio! Oh, sì, gli stia unito! Non venga meno, non si lasci andare: dispone di un grande aiuto. Se persevera nel combattimento, vincerà i moti ribelli dell'anima. C'è il peccato nel tuo corpo, ma non vi regni. Dice l'Apostolo: Non regni il peccato nel vostro corpo mortale, sì che voi obbediate ai suoi desideri. ( Rm 6,12 ) Se non gli obbedisci, per quanto ti persuada, per quanto ti attiri al male, col tuo rifiuto ad obbedirgli, già ottieni che ciò che è in te non regni in te; e in tal modo conseguirai d'essere un giorno liberato da ciò che ora hai da tollerare. Quando? Quando la morte sarà assorbita nella vittoria, quando questo essere corruttibile si rivestirà di incorruttibilità. ( 1 Cor 15,54 ) Allora non vi sarà più niente che combatta contro di te, e tu non avrai altro piacere se non in Dio. Ripensa ai giudei! Essi presero ad odiare il Signore per il desiderio d'un potere terreno. Credevano - almeno alcuni - che egli volesse togliere loro un tale potere e, per difenderlo, si ribellarono contro il Signore. Se invece si fossero ribellati contro le proprie brame disordinate, avrebbero vinto l'odio nella sua stessa radice e non sarebbero stati vinti da questa passione; e il Signore, che era venuto per arrecare a tutti la salute, avrebbe salvato anche loro. Ma loro preferirono la febbre e respinsero il medico. Tutto quanto suggeriva la febbre essi lo mettevano in pratica; tutto ciò che il medico ordinava, essi, al contrario, lo rifiutavano. In tal modo però essi furono uccisi, non il Signore. Infatti, mentre nel Signore venne uccisa la morte, in loro rimase viva la colpa; ma, vivendo in essi la colpa, essi stessi ne morirono. 10 - Hanno concertato di nascondere le insidie; hanno detto: chi le vedrà? Credevano che esse fossero nascoste a colui che uccidevano, che fossero nascoste a Dio. Ecco, vedi, essi pensavano che Cristo fosse un uomo come gli altri uomini; che egli ignorasse che cosa si tramava contro di lui. Ma forse che nemmeno Dio lo sa? O cuore umano, perché hai detto a te stesso: Chi mi vedrà, se ti vede colui che ti ha fatto? Hanno detto: chi le vedrà? Le vedeva Dio, le vedeva anche Cristo, poiché anche Cristo è Dio. Ma come potevano credere che non le vedesse? Ascolta le parole che seguono. 11 - [v 7.] L'iniquità comporta accecamento, la giustizia luce Hanno studiato l'iniquità; sono venuti meno progettando progetti, cioè trame malvagie e raffinate. Non sia consegnato da noi, ma da un suo discepolo. Non sia ucciso da noi, ma dal giudice. Facciamo tutto noi, ma in modo che, all'apparenza, sembri che noi non abbiamo fatto niente. Ma, dov'è il grido della vostra bocca: Crocifiggilo, crocifiggilo? Possibile che siate tanto ciechi, da diventare anche sordi? Un'innocenza simulata non è innocenza; un'equità simulata non è equità; anzi è una doppia colpa: è iniquità e simulazione. Per questo dunque: Sono venuti meno progettando progetti. Quanto più acute erano le trame che volevano escogitare, tanto peggio era per loro, poiché sprofondavano dalla luce della verità e della giustizia nel gorgo di macchinazioni perverse. La giustizia ha una sua luce particolare: illumina e fa splendere l'anima che a lei sta unita. Quando invece l'anima volge le spalle alla luce della giustizia, quanto più si affanna a rincorrere ideali contrari alla giustizia, tanto più è respinta dalla luce e sprofonda nelle tenebre. Quindi, anche costoro che escogitavano trame ai danni del giusto, si allontanavano dalla giustizia; e, quanto più si allontanavano dalla giustizia, tanto più intristivano [ spiritualmente ] e si perdevano in progetti insensati. Grande invece fu il piano disposto e attuata dall'innocenza! Quando Giuda si pentì d'aver tradito Cristo e restituì ai giudei il denaro che gli avevano dato, essi non vollero metterlo nel tesoro del tempio e dissero: È denaro del sangue: non mettiamolo nel tesoro! ( Mt 27,6 ) Che cosa è il tesoro del tempio? È il forziere di Dio, ove venivano raccolte le offerte destinate a soccorrere la povertà dei servi di Dio. O uomo, sia piuttosto il tuo cuore il forziere di Dio, e in esso si raccolgano le ricchezze di Dio! Vi resti sempre la moneta di Dio, cioè il tuo spirito che reca l'immagine del tuo imperatore! Stando dunque così le cose, che sorta d'innocenza, o meglio farsa dell'innocenza, fu mai la loro? Non vollero introdurre nel forziere il denaro del sangue, mentre riversarono sulla loro coscienza lo stesso sangue! 12 - Ma che cosa è loro accaduto? Sono venuti meno progettando progetti. Come? Ecco cosa ne dice il salmo. Chi li vedrà? Cioè: nessuno avrebbe dovuto vederli. Così dicevano tra loro, e così anche pensavano: nessuno li avrebbe veduti. Osserva che cosa succede all'anima malvagia: si allontana dalla luce della verità, e, poiché essa non vede Dio, crede di non essere veduta da Dio. Così anche costoro. Allontanandosi dalla luce, precipitarono nelle tenebre, tanto da non vedere più Dio e da dire: Chi ci vede? Li vedeva certamente colui che essi crocifiggevano; ma loro, ottusi com'erano diventati, non vedevano né il Figlio né il Padre. Orbene, se egli li vedeva, perché permetteva che lo catturassero e uccidessero? Se li vedeva, perché lasciava che le loro macchinazioni prevalessero contro di lui? Perché? Perché, per amore dell'uomo, egli era diventato uomo e voleva che la divinità rimanesse occulta in quell'uomo che era venuto a dare un esempio di fortezza a chi era nell'ignoranza. Per questo sopportava tutto, pur sapendo ogni cosa. 13 - [v 8.] Il mistero di Cristo sofferente e glorificato Che cosa segue? Si avvicinerà l'uomo, e il cuore profondo; e sarà esaltato Dio. Essi dissero: Chi ci vedrà? Sono venuto meno progettando progetti, cioè formulando propositi cattivi. L'uomo si è avvicinato a tali propositi e ha permesso di essere tenuto come uomo. Non sarebbe stato catturato, se non fosse stato uomo; non lo avrebbero visto né percosso se non fosse stato uomo. Non sarebbe stato crocifisso né sarebbe morto, se non fosse stato uomo. Si sottopose dunque l'uomo a tutte quelle sofferenze che in lui non avrebbero trovato posto se non fosse stato uomo. Ma, se egli non fosse stato uomo, l'uomo non sarebbe stato liberato. Si appressò l'uomo, e il suo cuore era profondo, cioè imperscrutabile. Mostrava agli occhi umani la propria umanità e conservava Dio nell'intimo: celava la forma di Dio, nella quale è uguale al Padre, e presentava la forma del servo, nella quale è minore del Padre. Egli stesso infatti aveva detto ambedue le cose: ma una cosa concerneva la forma di Dio, l'altra la forma di servo. Per la forma di Dio diceva: Io e il Padre siamo una cosa sola. ( Gv 10,30 ) Per la forma del servo: Il Padre è maggiore di me. ( Gv 14,28 ) Che significa: " Per la forma di Dio egli poteva dire: Io e il Padre siamo una cosa sola "? Ecco: Pur essendo nella forma di Dio, non stimò una rapina essere alla pari di Dio. E che significa: " Per la forma del servo egli poteva dire: Il Padre è maggiore di me "? Ecco: Egli annientò se stesso prendendo forma di schiavo. ( Fil 2,6.7 ) L'uomo dunque si è avvicinato, e il suo cuore era profondo, e Dio è stato esaltato. L'uomo è ucciso, e Dio è esaltato. L'essere stato ucciso lo si deve alla miseria umana; l'essere risorto e asceso al cielo, lo si deve alla potestà divina. ( 2 Cor 13,4 ) Si avvicinerà l'uomo, e il cuore profondo. Il cuore resterà segreto, celato; non mostrerà né che cosa sappia né che cosa sia. I giudei, credendo che egli fosse soltanto ciò che essi vedevano, uccidono l'uomo dal cuore profondo, e Dio è esaltato nel cuore divino. È infatti esaltato nella potenza della sua maestà. E dove è andato, ora che è esaltato? È andato là donde non si era allontanato quando era umiliato. 14 - Nella passione di Cristo un esempio mirabile di pazienza Si avvicinerà l'uomo, e il cuore profondo; e sarà esaltato Dio. Notate, fratelli miei, quale sia il cuore profondo dell'uomo. Di quale uomo? " Madre Sion ", dirà l'uomo; e si è fatto uomo in essa ed egli stesso, l'Altissimo, l'ha fondata. ( Sal 87,5 ) Si è fatto uomo in quella città che, come Altissimo, egli ha fondata. In tale città egli si è fatto uomo. Dunque si è avvicinato l'uomo e il cuore profondo. Riconosci l'uomo dal cuore profondo e, per quanto puoi, e se puoi, cerca di vedere anche Dio e il suo cuore profondo. Si è avvicinato l'uomo; ma, poiché egli era Dio e spontaneamente affrontava la passione, ( Is 53,7; Gv 10,18 ) con la quale intendeva dare un esempio ai deboli, mentre a lui niente avrebbero potuto fare coloro che incrudelivano ( era Dio colui che si sottoponeva alla passione, naturalmente nella sua umanità, nella sua carne! ), che cosa segue? Frecce di fanciulli sono diventate le loro ferite. Dove è andata a finire tanta crudeltà? Dove è finito il fremito leonino di quel popolo che ruggiva e urlava: Crocifiggilo, crocifiggilo? Dove sono finite le insidie di coloro che tendevano l'arco? Non sono forse le frecce dei fanciulli diventate loro ferite? Sapete come i fanciulli si fanno frecce con le canne. Che cosa feriscono e come feriscono? Quali mani o quali frecce? Quali armi o quali membra? Frecce di fanciulli sono diventate le loro ferite. 15 - [v 9.] Le astuzie dei giudei comprovano la verità della resurrezione E senza forza sono rimaste sopra di loro le loro parole. Aguzzino pure le loro lingue come spade, rafforzino contro se stessi il loro malvagio gridare. Veramente essi l'hanno reso forte, ma contro se stessi: poiché sono rimaste senza forza sopra di loro le loro parole. Potevano forse essere salde contro Dio? Dice: L'iniquità ha mentito a suo danno. ( Sal 27,12 ) Sono rimaste senza forza sopra di loro le loro parole. Ecco: il Signore, che era stato ucciso, è risorto. Passavano dinanzi alla croce, oppure stavano fermi, e lo vedevano ridotto come tanto tempo prima aveva predetto il salmo: Hanno trafitto le mie mani e i miei piedi; hanno contato tutte le mie ossa. Essi mi guardavano e mi osservavano. ( Sal 22,17.18 ) Allora scuotevano la testa dicendo: Se è il Figlio di Dio, scenda dalla croce. Era una sfida per sapere se fosse Figlio di Dio, e, quasi quasi, credevano di poter concludere che non lo fosse, poiché, mentre essi lo insultavano, egli non scendeva dalla croce. Se invece fosse sceso dalla croce, allora, naturalmente, avrebbe mostrato di essere il Figlio di Dio! ( Mt 27,40-43 ) Che dirai adesso, quando colui che non volle scendere dalla croce, è risorto dal sepolcro? Che guadagno ne hanno ottenuto? Ma, anche se il Signore non fosse risorto, quale altro profitto ne avrebbero ricavato, se non quello che ottennero i persecutori dei martiri? I martiri non sono ancora risorti, ma i nemici non ci hanno certo guadagnato. I martiri non sono ancora risorti, ma noi già ne celebriamo i natali; mentre il furore dei persecutori dove è andato a finire? Frecce di fanciulli sono diventate le loro ferite, e senza forza sono rimaste in loro le foro parole. Guardate fin dove si spinsero con le loro macchinazioni, ordendo le quali sono venuti meno! Quando il Signore era già morto e sepolto, vollero mettere delle guardie presso il sepolcro. Dissero infatti a Pilato: Quel seduttore … Con questo nome si fece chiamare il Signore Gesù Cristo, a consolazione dei suoi servi, quando li si chiama seduttori. Dissero, dunque, a Pilato: Quel seduttore ha detto, quando era ancora vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina dunque che il sepolcro sia custodito sino al terzo giorno. Si eviterà così che vengano i suoi discepoli e lo portino via, e dicano al popolo: È risorto dai morti! e l'ultimo errore sarebbe peggiore del primo. Rispose loro Pilato: Avete le guardie; andate, custoditelo come sapete. Essi se ne andarono e custodirono il sepolcro, ponendo un sigillo sulla pietra, oltre le guardie. ( Mt 27,63-66 ) Posero dei soldati a custodia del sepolcro. Ma, ecco scuotersi la terra e il Signore risorse! Presso il sepolcro accaddero tali miracoli che gli stessi soldati, che erano venuti a fare la guardia, sarebbero dovuti esserne testimoni, se avessero voluto annunziare la verità. Ma quella stessa avarizia, che aveva ridotto in sua schiavitù il discepolo seguace di Cristo, ridusse in schiavitù anche i soldati custodi del sepolcro. Dissero loro [ i giudei ]: Vi diamo del denaro; dite però che, mentre voi dormivate, sono venuti i suoi discepoli e lo hanno portato via. ( Mt 28,12.13 ) Sono davvero venuti meno escogitando trame insensate! Cosa dici mai, o astuzia infelice? Tanto lontano dalla luce del piano salvifico [ di Dio ] ti sei spinta e in così profonda malvagità e scaltrezza sei sprofondata, da affermare: Dite pure che, mentre voi dormivate, sono venuti i suoi discepoli e lo hanno portato via? Adduci dei testimoni addormentati! Tu davvero dormivi! Tu avevi perso il cervello escogitando tali cose! Se dormivano, che cosa avevano potuto vedere? E, se non avevano visto niente, come puoi prenderli per testimoni? Ma, sono venuti meno progettando progetti insensati: si sono sottratti alla luce di Dio e sono falliti anche nell'esecuzione dei loro propositi. Non avendo potuto trarre alcun profitto da ciò che si proponevano, certamente sono finiti in un fallimento. Perché? Perché si è avvicinato l'uomo, e il cuore profondo; e Dio è stato esaltato. La resurrezione di Cristo divenne ben presto di pubblico dominio e lo Spirito Santo, discendendo sui discepoli, li colmò di fiducia, tanto che, mentre prima erano stati timorosi, ora invece osano, senza più temere nemmeno la morte, annunziare le cose che avevano viste. Dio era in tal modo esaltato nella sua maestà: lui che per venire incontro alla nostra debolezza, era apparso umile e si era sottoposto a giudizio. L'avevano visto come un reo chiamato in giudizio, ma ecco che ora delle trombe celesti cominciano ad annunziarne l'avvento in qualità di giudice; e così si sono turbati tutti coloro che li vedevano. Quando Dio cominciò ad essere esaltato quando si cominciò a predicare il Cristo, i giudei furono messi in crisi da altri giudei; ed apparvero sconfitti nelle loro macchinazioni. Videro infatti, certuni tra loro, che nel nome del Crocifisso, di colui che avevano ucciso di propria mano, si compivano tanti miracoli; e con il cuore si allontanarono da coloro che invece rimanevano nella loro empietà. Provarono disgusto per la durezza dei propri simili e presero la risoluzione che li portava a salvezza; dissero agli Apostoli: Che cosa dobbiamo fare? Si sono turbati, dunque, tutti coloro che li vedevano; ( At 2,1-37 ) cioè, tutti coloro che ormai comprendevano come, al di sopra di essi, le loro parole erano state vane, e come tutte le loro perverse macchinazioni e trame s'erano risolte in un fallimento. Tutti costoro si turbarono. 16 - [v 10.] La resurrezione rende intrepidi gli Apostoli E ogni uomo ha temuto. Coloro che non hanno temuto, non erano neppure uomini. Ogni uomo ha temuto. Cioè hanno temuto quanti erano capaci di servirsi della ragione per comprendere i fatti. Coloro invece che non hanno temuto, debbono piuttosto essere chiamati bestie, belve feroci e sanguinarie. Quel popolo è ancora leone che ruba e ruggisce. Mentre chi è davvero uomo ha temuto: e costoro sono quelli che hanno voluto credere, che hanno avuto timore del giudizio venturo. E ogni uomo ha temuto; e hanno annunziato le opere di Dio. Colui che diceva: Libera l'anima mia dal timore del nemico, ecco chi è l'uomo che ha temuto. ( Sal 64,2 ) Era liberato dal timore del nemico, ma si assoggettava al timore di Dio. Non temeva coloro che uccidono il corpo, ma colui che ha il potere di precipitare nell'inferno il corpo e l'anima. ( Mt 10,28 ) Così fu annunziato il Signore. In un primo tempo Pietro aveva avuto paura, paura del nemico: la sua anima non si era ancora liberata dal nemico. Interrogato da un'ancella se appartenesse al gruppo dei discepoli di Cristo, per tre volte rinnegò il Signore. ( Mt 26,69 ) Il Signore risorto consolidò la colonna. Pietro ormai predica senza timore, e con timore: senza timore di coloro che uccidono il corpo, con timore di colui che ha il potere di uccidere nel fuoco eterno il corpo e l'anima. Ogni uomo ha temuto; e hanno annunziato le opere di Dio. I capi dei sacerdoti si fecero condurre gli Apostoli che annunziavano le opere di Dio e con minacce ingiunsero loro di non predicare nel nome di Gesù. Ma essi risposero: Diteci a chi si debba obbedire: a Dio o agli uomini? ( At 5,27-29 ) Che cosa potevano rispondere? Che si debba obbedire agli uomini piuttosto che a Dio? Non c'era altra possibile risposta se non " a Dio ". Gli Apostoli sapevano che cosa ordinava Dio, e per questo disprezzavano le minacce dei sacerdoti. Poiché dunque ogni uomo aveva timore, non si lasciava spaventare, ma annunziava le opere di Dio. Se l'uomo teme Dio, un altro uomo non lo spaventerà. L'uomo infatti deve temere solo colui dal quale è stato creato. Temi ciò che è al di sopra degli uomini, e allora gli uomini non ti spaventeranno. Temi la morte eterna, e non ti preoccuperai di questa morte presente. Desidera la gioia eterna e infinita, la quiete che non viene meno; e deriderai chi ti promette doni temporali e tutto il mondo. Ama dunque e temi! Ama ciò che promette Dio, temi ciò che Dio minaccia: per non essere corrotto da ciò che l'uomo promette né spaventato da ciò che minaccia. E ogni uomo ha temuto; e hanno annunziato le opere di Dio, e hanno compreso le sue gesta. Che significano le parole: Hanno compreso le sue gesta? Si riferisce forse, o Signore Gesù Cristo, al fatto che tu tacevi e come pecora eri trascinato al macello e non aprivi la tua bocca dinanzi al tosatore, mentre noi ti contemplavamo nel tormento e nel dolore, come uno che volesse caricarsi di [ tutta l'umana ] impotenza? Si riferisce al fatto che nascondevi la tua bellezza, o bello al di sopra di tutti i figli degli uomini, ( Sal 45,3 ) e che volevi apparire senza bellezza né decoro? ( Is 53,2-7 ) Sulla croce sopportavi coloro che ti insultavano e ti dicevano: Se è il Figlio di Dio, scenda dalla croce! ( Mt 27,40 ) Chi tra i tuoi servi e tra coloro che ti amano, conoscendo il tuo potere, non avrebbe esclamato in fondo al suo cuore e non avrebbe detto: " Oh, scendesse per davvero e confondesse tutti costoro che lo insultano "? Ma non doveva andare così. Bisognava che tu morissi per coloro che avrebbero dovuto morire; come bisognava che tu risorgessi per coloro che avrebbero dovuto vivere per sempre. Tutto questo non capivano coloro che volevano farlo scendere dalla croce; ma, quando egli risuscitò e fu glorificato nell'ascensione al cielo, allora compresero le opere del Signore. Hanno annunziato le opere di Dio, e hanno compreso le sue gesta. 17 - [v 11.] La causa della nostra gioia Il giusto si allieterà nel Signore. Ormai non è più triste il giusto. Erano tristi i discepoli dopo che il Signore fu crocifisso: lasciavano la città rattristati e piangenti; credevano di aver perduto la speranza. Ma il Signore risorse; e tuttavia, anche quando apparve loro, li trovò tristi. Velò gli occhi di quei due che camminavano per la strada e non si fece riconoscere: li trovò nel gemito e nei sospiri. Non si fece riconoscere finché non ebbe loro spiegato le Scritture e non ebbe mostrato loro, per mezzo delle Scritture, che tutto doveva accadere così come era accaduto. Sulla base delle Scritture, infatti, dimostrò loro che il Signore doveva risorgere dopo tre giorni. Ma come avrebbe potuto risorgere nel terzo giorno, se fosse sceso dalla croce? Voi che siete ora tristi sulla via, se aveste visto il Signore scendere dalla croce di fronte agli insulti dei giudei, come avreste esultato! Quale gioia, se egli avesse otturato in tal maniera la bocca dei giudei! Piano, piano! Aspettate il parere del medico. Se non scende dalla croce, se vuol essere ucciso, lo fa perché sta preparando l'antidoto. Eccolo risorto! eccolo ormai parlare! Non si fa riconoscere subito perché possa essere riconosciuto in seguito con gioia più grande. Più tardi apre loro gli occhi, allo spezzare del pane: allora lo riconoscono, ( Lc 24,16-46 ) si allietano, gridano. Si allieterà il giusto nel Signore. A un discepolo che era più ostinato si riferisce: " È stato visto il Signore; il Signore è risorto". Ma egli è ancora triste, non crede. Dice: Se non vi poggerò la mano e non toccherò le cicatrici lasciate dai chiodi, non crederò. Gli viene offerto il corpo perché lo tocchi; mette le mani, palpa, grida: Signore mio e Dio mio! Si allieterà il giusto nel Signore. Si rallegrarono dunque nel Signore quei giusti che lo videro, lo toccarono e credettero. E i giusti di adesso, i giusti cui non è dato né vedere né toccare, non si allieteranno nel Signore? E dove sono andate a finire le parole che il Signore rivolgeva proprio a Tommaso: Tu hai creduto perché hai visto; beati, però, coloro che non hanno visto, eppure hanno creduto. ( Gv 20,25-29 ) Allietiamoci dunque tutti nel Signore! Siamo tutti nella fede un solo giusto; abbiamo tutti, in un sol corpo, un solo capo! E rallegriamoci nel Signore. Non in noi, poiché il nostro bene, quello che giova a noi, non siamo noi stessi, ma colui che ci ha creati. Egli è il nostro bene e il bene che ci fa lieti. E che nessuno ricerchi in se stesso la propria gioia; così come nessuno presuma di se stesso o disperi di se stesso. Nessuno parimenti speri in un altro uomo. Dell'uomo si dovrà procurare che ci divenga compagno nella speranza; ma non potrà mai esserci donatore di speranza. 18 - Dio sa cosa toglierti e cosa donarti Il giusto si allieterà nel Signore e spererà in lui; e saranno lodati tutti coloro che hanno retto il cuore. Il Signore è ormai risorto ed è asceso in cielo; ha mostrato l'esistenza di un'altra vita; è manifesto a tutti che non erano vani i disegni che egli volle tenere celati nel profondo del suo cuore, di versare cioè il suo sangue come prezzo dei redenti. Tutto questo è ormai manifesto e lo si predica e lo si crede sotto ogni cielo. Ecco perché si allieterà il giusto nel Signore, e spererà in lui; e saranno lodati tutti gli uomini dal cuore retto. Chi sono i retti di cuore? Fratelli miei! Ve lo diciamo da sempre ed è bene che lo sappiate. Chi sono i retti di cuore? Sono coloro i quali, qualunque cosa soffrano in questa vita, non l'attribuiscono a una mancanza di senno in Dio ma alla sua Provvidenza che vuol medicarli. Non presumono della propria giustizia, tanto da credere ingiuste le pene che soffrono né tacciano d'ingiustizia lo stesso Dio che non fa soffrire di più coloro che hanno commesso più peccati. State attenti, fratelli! Sono cose che vi abbiamo ripetute parecchie volte. Tu soffri qualcosa: ad esempio, una malattia del corpo, un danno nel patrimonio, la perdita di una persona molto cara. Non guardare a coloro che sai peggiori di te ( infatti tu non osi dirti giusto, ma conosci chi è peggiore di te ). Non meravigliarti se essi sono nella prosperità e non sono tormentati. Non rimanere disgustato del piano divino, né dire: " Ecco, io sono certo un peccatore; ma ne sono castigato. Perché invece costui non viene castigato? Eppure io ne conosco i delitti, quanti e quali essi sono. Sia pur grande il male che io ho fatto, forse che ne ho fatto tanto quanto costui "? Il tuo cuore è perverso. Quanto è buono invece il Dio di Israele; ma per i retti di cuore! I tuoi piedi inciampano, perché sei geloso dei peccatori, scorgendo la loro pace. ( Sal 73,1-3 ) Lasciati curare. Sa il suo mestiere colui che conosce la tua ferita. "Ma all'altro non si fanno tagli"! E se fosse perché le sue condizioni sono disperate? Mentre su di te potrebbe tentare l'operazione proprio perché di te non dispera. Sopporta dunque di buon animo tutto quanto hai da soffrire. Dio sa cosa darti e cosa toglierti. Se ti favorisce con doni, servitene per la tua consolazione, non per la tua rovina. Se ti toglie dei beni, che ciò ti serva ad aumentare la tua pazienza, non a farti bestemmiare. Se invece tu uscissi in bestemmie, dimostreresti che sei scontento di Dio e che vuoi contentare te stesso; ma paleseresti ancora quanto il tuo cuore sia perverso e fuori strada; e, ciò che è peggio, vorresti conformare al tuo il cuore di Dio, pretendendo che egli facesse ciò che tu vuoi, mentre sei tu che devi fare quanto vuole lui. Ma davvero? Vuoi piegare il cuore di Dio, che è sempre retto, alla perversità del tuo cuore? Quanto non sarà meglio che tu raddrizzi il tuo cuore secondo la rettitudine di Dio! Non è forse questo che ha voluto insegnarti il tuo Signore, della cui passione or ora parlavamo? Non portava forse la tua debolezza, quando diceva: Triste è l'anima mia fino alla morte? ( Mt 26,38 ) Non rappresentava te stesso quando diceva: Padre, se è possibile, passi da me questo calice? ( Mt 26,39 ) Non hanno due volontà distinte, il Padre e il Figlio; ma il Figlio, nella forma di schiavo, portava la tua volontà per educarla con il suo esempio. Ecco, la tribolazione ti ha sorpreso che avevi come un cuore diverso, un cuore desideroso che passasse la sofferenza che incombeva su di te; Dio invece ha disposto diversamente: non ha condisceso al tuo desiderio. Ebbene, cedi al desiderio di Dio. Ascolta la sua voce: Non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu, ( Mt 26,39 ) o Padre. 19 - I frutti del timore salutare Saranno lodati tutti i retti di cuore. Che cosa ne segue? Se saranno lodati tutti i retti di cuore, saranno condannati i perversi di cuore. Due vie ti sono proposte: scegli finché c'è tempo. Se sarai retto di cuore, sarai alla destra, e sarai lodato. Come? Venite, benedetti del Padre mio! Ricevete il regno che è stato preparato per voi sin dall'origine del mondo. ( Mt 25,34 ) Ma, se avrai il cuore perverso, se riderai di Dio, se ti prenderai gioco della sua Provvidenza, se dirai nell'animo tuo: Davvero Dio non si cura delle cose umane ( se se ne curasse, certo quel tale che è un brigante non avrebbe tanti beni, e io, che sono un innocente, non sarei così povero! ), ebbene, se dirai così il tuo cuore è già divenuto perverso. Ma verrà il giudizio e sarà manifesto perché Dio compia tutte queste cose. E tu che durante la vita non hai voluto conformare il tuo cuore alla norma della rettitudine di Dio né prepararti ad essere alla destra, dove saranno lodati tutti i retti di cuore, allora sarai alla sinistra, ove udrai: Andate nel fuoco eterno, che è stato preparato per il diavolo e gli angeli suoi. ( Mt 25,41 ) E ci sarà forse allora il tempo per rettificare il cuore? Mettetelo a posto ora, o fratelli; ora correggetelo. Chi ve lo vieta? Si canta il salmo, si legge il Vangelo, echeggia la voce del lettore, insiste il commentatore. Il Signore è paziente; se tu pecchi, egli perdona; e se ancora pecchi, egli ancora ti perdona. Ma tu aggiungi peccato a peccato. Sino a quando però Dio sarà paziente? Ti accorgerai che Dio è anche giusto. Se cerchiamo di spaventarvi, è perché abbiamo noi stessi timore. Insegnateci a non aver timore e noi più non vi spaventeremo. Ma vale certo di più l'insegnamento di Dio, che ci inculca il timore, che non quanto possa dirci un uomo, chiunque esso sia, per sottrarci al timore. Perché ogni uomo ha temuto; e hanno annunziato le opere di Dio. Dio ci annoveri tra quelli che hanno temuto ed hanno annunziato. È perché temiamo, che vi parliamo, o fratelli. Vediamo la vostra premura nell'ascoltare la parola, vediamo la vostra istanza nell'esigerla, vediamo i vostri desideri. La terra è ben penetrata dalla pioggia. Che essa però abbia a produrre grano, non spine. Il grano andrà a finire nel granaio, le spine nel fuoco. Tu sai che cosa fare del tuo campo; e Dio non saprà cosa fare del suo servo? È dolce la pioggia che cade sul campo fecondo ed è dolce la pioggia che cade sul campo pieno di spine. Forse che potrà accusare la pioggia il campo che ha generato le spine? Non sarà forse, questa stessa pioggia, testimone nel giudizio di Dio, e dirà: " Io sono caduta dolce sopra tutti e due "? Osserva dunque che cosa produci, e bada a ciò che ti attende. Se produci il frumento, spera nel granaio; se produci le spine, aspettati il fuoco. Ma non è ancora venuto il tempo del granaio né il tempo del fuoco. Ci si prepari bene adesso, e non si avrà da temere in quel giorno. Noi che vi parliamo nel nome di Cristo, siamo oggi vivi, come pure vivete voi, ai quali noi rivolgiamo la parola. Non è forse questo il momento e il luogo di rettificare gli intenti e di mutar vita, da cattiva in buona? Non si potrebbe compiere oggi stesso questo cambiamento, se tu lo volessi? Che cosa c'è da acquistare per farlo? Quale droga c'è da ricercare? Verso quali Indie occorrerà navigare? Quale nave dovrai allestire? Ecco, mentre io seguito a parlare, tu muta il tuo cuore; e subito è fatto ciò che tante volte e tanto a lungo ti si predica di fare e che, se non si fa, ti procurerà la pena eterna.