Padri/Agostino/EspSalmi/093.txt Salmo 93 (92) Discorso al popolo 1 - Esemplarità della settimana genesiaca Quale sia il titolo di questo salmo, lo abbiamo udito durante la lettura; quanto poi al suo significato, non è difficile comprenderlo se ci si rifà alla sacra Scrittura e precisamente al libro della Genesi. Infatti nel titolo di ogni salmo, come sul frontone di un edificio, si annunzia quello che vi cerchiamo dentro. Il nostro si intitola così: Lode del cantico, per David stesso nel giorno prima del sabato, quando fu fondata la terra. Riandiamo con il pensiero a ciò che Dio fece nei singoli giorni nei quali creò e ordinò l'universo, dal primo giorno fino al sesto, lasciando da parte il settimo che Dio consacrò a se stesso poiché in esso si riposò da tutte le opere che aveva compiute in modo ottimo. Troveremo che nel sesto giorno ( di cui si parla, dato che dice prima del sabato ) creò tutti gli animali della terra; e successivamente, nello stesso giorno, creò l'uomo a sua immagine e somiglianza. Non è senza ragione che i giorni siano stati ordinati in questo modo, ma è perché secondo un tale ordine dovevano correre i secoli prima del nostro riposo in Dio: precisando che ci riposeremo se avremo compiuto opere buone. Proprio per insegnarci questo, sta scritto che Dio si riposò nel settimo giorno, ( Gen 1; Gen 2,1-3 ) dopo aver compiute tutte le opere in modo quanto mai buono. Non che Dio si fosse stancato, per aver bisogno di riposo, né che adesso abbia cessato di operare, se Cristo nostro Signore dice chiaramente: Mio Padre opera anche ora. ( Gv 5,17 ) Diceva queste parole ai Giudei, i quali pensavano di Dio in modo carnale e non comprendevano che Dio opera nella quiete: opera continuamente e sta sempre in riposo. Dunque anche noi, che Dio volle prefigurare in se stesso e nelle sue opere, compiute che avremo tutte le opere buone otterremo il riposo. Come vi è, infatti noto, o fratelli, tutte le opere buone che eseguiamo qui nel mondo, prima del riposo, sono compiute con una certa fatica, mentre quel riposo non è ancora per noi una realtà ma solo una speranza: speranza necessaria, poiché, se ci mancasse, noi verremmo meno nella fatica. Comunque cesserà il tempo delle opere buone e della conseguente fatica. Che cosa c'è di più buono che dare il pane all'affamato? che cosa c'è di più buono di ciò che or ora udivamo quando si leggeva il Vangelo ( e l'ammonimento era rivolto a tutti ): Chiunque ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha cibo nutra l'affamato? ( Lc 3,11 ) Vestire l'ignudo è opera buona. Ma forse continuerà sempre questa opera? Essa comporta una certa fatica, ma ha la sua consolazione nella speranza del futuro riposo. E poi quanta fatica comporta vestire l'ignudo? L'opera buona non causa grave molestia; la cattiva sì. Chi infatti veste l'ignudo, se ne ha la possibilità, non trova gran difficoltà nel suo ben operare; che, se invece non ne ha la possibilità, gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà. ( Lc 2,14 ) Ma chi enumererà le fatiche cui va incontro l'uomo desideroso di spogliare chi è vestito? Comunque tutte queste cose dovranno passare, quando giungeremo a quel riposo nel quale non c'è affamato da cibare né ignudo da vestire. Dato dunque che le opere buone passeranno e che, quando furono portate a termine tutte le opere più eccellenti, era il sesto giorno, per questo il sesto giorno ha la sua sera; il sabato invece non conosce la sera, perché il nostro riposo non avrà fine. " Sera " infatti sta per " fine ". Come nel sesto giorno Dio fece l'uomo a sua immagine e somiglianza, così vediamo che parimenti nella sesta età del mondo è venuto nostro Signore Gesù Cristo, per restituire all'uomo l'immagine di Dio. La prima età del mondo ( chiamiamola primo giorno ) va da Adamo fino a Noè; la seconda, secondo giorno, da Noè fino ad Abramo; la terza, terzo giorno, da Abramo fino a David; la quarta, quarto giorno, da David fino alla cattività babilonese; la quinta, quinto giorno, dall'esilio in Babilonia fino alla predicazione di Giovanni. La sesta infine è quella che decorre dal tempo della predicazione di Giovanni sino alla fine del mondo. Con la fine del sesto giorno poi arriviamo al riposo. Ora, pertanto, sta trascorrendo il sesto giorno. Ecco perché il titolo del salmo dice: Nel giorno prima del sabato, quando fu fondata la terra. Ascoltiamo ora il salmo. Domandiamogli in che senso si dica fondata la terra, poiché non sembra che sia stata creata proprio in quel giorno né così riferisce la Genesi. Quando dunque la terra viene ad essere fondata? Non sarà quando si realizza ciò che abbiamo letto or ora nell'Apostolo: Purché stiate saldi nella fede, stabili ed immobili? ( 1 Cor 15,58 ) Se ne conclude che, quando tutti i fedeli sparsi in tutta la terra sono stabili nella fede, allora la terra viene ad essere fondata, allora viene creato l'uomo ad immagine di Dio. È questo che simboleggia il sesto giorno della Genesi. Ma in che modo Dio fece tutto questo? In che modo venne fondata la terra? Venne Cristo, e così fu dato alla terra il suo fondamento, perché nessuno può porre altro fondamento all'infuori di quello che è posto e che è Cristo Gesù. ( 1 Cor 3,11 ) Di lui dunque canta questo salmo. 2 - [v 1.] Le membra di Cristo ne partecipano la bellezza e il vigore Il Signore ha regnato; si è vestito di bellezza. Il Signore si è vestito di fortezza e si è cinto. Vediamo che egli si è vestito di due cose: di bellezza e di fortezza. Per quale scopo? Per fondare la terra. Continua infatti: Perché ha consolidato l'orbe terraqueo, che non si scuoterà. In che modo lo ha consolidato? Vestendosi di bellezza. Ma non lo avrebbe consolidato se si fosse vestito soltanto di bellezza e non anche di fortezza. Perché si è vestito di bellezza, e perché si è vestito di fortezza? Ha menzionato infatti ambedue le cose: Il Signore ha regnato; si è vestito di bellezza. Il Signore si è vestito di fortezza e si è cinto. Sapete, fratelli, che quando il Signore nostro Gesù Cristo comparve nella carne e cominciò a predicare il Vangelo del regno dei cieli, presso alcuni incontrò favore e sfavore presso altri. Di fronte a lui si divisero infatti le lingue dei Giudei; alcuni dicevano: È buono; e altri: No, ma inganna le folle. ( Gv 7,12 ) Dunque, alcuni parlavano bene di lui, altri lo screditavano, lo infamavano, lo calunniavano e lo ingiuriavano. Si vestì dunque di bellezza per coloro ai quali erano gradite le sue parole, e di fortezza di fronte a coloro ai quali era sgradito. Imita anche tu il tuo Signore, affinché tu possa essere la sua veste. Sii pieno di bellezza per coloro cui sono gradite le tue buone opere, e sii energico di fronte ai tuoi detrattori. Ascolta l'apostolo Paolo e vedi come, imitando il suo Signore, egli si fosse rivestito di bellezza e di fortezza. Siamo, dice, in ogni luogo il buon profumo di Cristo, e in coloro che si salvano e in coloro che si perdono. Coloro cui piace il bene si salvano, mentre si perdono coloro che inventano calunnie contro il bene. Per quanto stava in lui, egli mandava buon profumo, anzi era il buon profumo; guai però a quei miseri che muoiono a causa del buon profumo! Non dice infatti: " Siamo il buon profumo per gli uni e il cattivo per gli altri ", ma: Siamo il buon profumo di Cristo in ogni luogo, tanto per coloro che si salvano quanto per coloro che si perdono. E di seguito aggiunge: Per gli uni profumo di vita per la vita; per gli altri profumo di morte per la morte. ( 2 Cor 2,14-16 ) In ordine a coloro per i quali era profumo di vita per la vita, si era vestito di bellezza mentre in rapporto agli altri, per i quali era profumo di morte per la morte, si era vestito di fortezza. Potrà anche a te succedere che ti allieti soltanto finché gli uomini ti lodano e fino a quando sono loro gradite le tue buone opere, mentre poi smetti di compierle quando gli uomini ti criticano. Penserai allora che, per esserti imbattuto in chi ti disapprova, tu hai come perduto il frutto del bene compiuto. Facendo così, non resti immobile, non appartieni all'orbe terraqueo che non sarà scosso. Il Signore si è vestito di fortezza e si è cinto. A proposito di questa bellezza e di questa fortezza, l'apostolo Paolo diceva altrove: Mediante le armi della giustizia a destra e a sinistra. Osserva dove sia la bellezza e dove la fortezza! Mediante la gloria e l'ignominia. Nella gloria, la bellezza; nell'ignominia, la fortezza. Presso alcuni veniva esaltato come meritevole d'ogni gloria, presso altri era disprezzato come ignobile. Si presentava ricco di bellezza per coloro cui tornava gradito; ricco di fortezza per coloro cui era sgradito. Continuando poi ad elencare diverse altre cose, alla fine dice: Come chi non ha niente ma tuttavia possiede tutto. ( 2 Cor 6,7.8.10 ) Possedendo tutto è bello; mancando di tutto è forte. Non c'è quindi da stupirsi se così continua il salmo: Per questo ha consolidato l'orbe terraqueo, il quale non sarà scosso. In che modo quest'orbe terraqueo non sarà scosso? Finiranno i suoi scossoni quando tutti i fedeli crederanno in Cristo e saranno pronti a tutto: a rallegrarsi con coloro che li lodano e ad essere forti di fronte a coloro che li insultano; a non illanguidirsi per le lodi né ad abbattersi per gli improperi. 3 - L'umiltà di Cristo Una ricerca particolare merita la parola che aggiunge e cioè: Si è cinto. Il cingersi simboleggia le opere. Infatti ci si cinge quando si ha da compiere qualche lavoro. Ma perché non ha detto: cinctus est bensì praecinctus est? In un altro salmo si dice: Cingi la spada al tuo fianco, o fortissimo! I popoli cadranno sotto di te ( Sal 45,4.6 ) e non si usa il verbo cingere o praecingere, ma accingere. Questo verbo significa porsi al fianco qualcosa di accessorio e cingersene. Per questo dice: Accingere gladium tuum, ossia: " Attorno alla tua cintura poni anche la spada ". La spada del Signore, con la quale egli ha sottomesso l'orbe terraqueo distruggendo l'ingiustizia, è lo Spirito di Dio [ che opera ] mediante la verità della sua parola. Ma perché cingersi della spada attorno al fianco? Trattando un altro salmo abbiamo detto certamente qualcosa in riferimento al cingersi; tuttavia, siccome qui se ne riparla, non dobbiamo sorvolarne la spiegazione. Che significa " cingere la spada attorno al fianco "? Nel fianco è simboleggiata la carne. Il Signore non avrebbe sottomesso l'orbe terraqueo se la spada della verità non fosse venuta nella carne. Perché dunque il Signore volle cingersi ( lett. praecinctus est ) di tali cose? Uno che praecingit se, si cinge nel senso che collocò dinanzi a sé ciò con cui si cinge. Ecco perché nel Vangelo leggiamo: Praecinctus est linteo, ossia si cinse ponendosi dinanzi un panno e lavò i piedi ai suoi discepoli. Cingendosi con un panno compì un gesto di umiltà, e fu per l'umiltà che lavò i piedi ai suoi discepoli. La fortezza sta nell'umiltà, perché ogni superbia è fragile. Per questo, parlando della fortezza, l'Evangelista dice: Praecinctus est ( = si è cinto ), per lasciare impresso nella mente questo Dio che si cinge, cioè che si umilia a lavare i piedi dei suoi discepoli. Pietro si spaventò vedendo il suo Signore, il suo Maestro ( dire " suo Maestro " è dire meno che " suo Signore " ) curvo ai suoi piedi, pronto a lavarglieli e disse: Signore, non mi laverai i piedi! Al che egli rispose: Ciò che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai in seguito. E Pietro: Non mi laverai i piedi in eterno. Gesù replicò: Se io non te li avrò lavati, non avrai parte con me. Pietro, che dapprima si era spaventato vedendo il Signore che gli lavava i piedi, si spaventò ancora di più udendo le parole: Non avrai parte con me. E credendo che il Signore non compiva senza motivo un tale gesto ma perché vi era nascosto un qualche mistero, disse: Signore, non soltanto i piedi, ma anche il capo e tutto il resto. E Gesù: Chi si è lavato una volta, non ha necessità di essere lavato di nuovo, ma è del tutto purificato. Dunque il fatto che Gesù lavava loro i piedi non era in riferimento al sacramento della purificazione, ma era piuttosto un esempio di umiltà. Per questo disse: Ciò che io faccio, ora tu non lo capisci; ma lo capirai in appresso. Vediamo se gli Apostoli lo compresero più tardi. Vediamo se egli indicò loro il significato del suo gesto, e se noi in essa riusciamo a scorgere il Signore cinto di fortezza: perché è nell'umiltà che sta tutta la fortezza. Dopo aver lavato i piedi, si sedette di nuovo e disse: Voi mi chiamate Maestro e Signore, e dite la verità perché lo sono. Ebbene se io, vostro Maestro e Signore, vi ho lavato i piedi, quanto è mai necessario che voi ve li laviate a vicenda? ( Gv 13,4-15 ) Se dunque nell'umiltà sta la fortezza, non temete i superbi. Gli umili sono come la pietra: la pietra è cosa che sta per terra, però è solida. I superbi invece come appaiono? Appaiono come fumo. Quanto più sono alti, tanto più rapidamente svaniscono. Dobbiamo dunque riferire all'umiltà del Signore le parole del salmo: Praecinctus est, il fatto cioè che egli si è cinto. Cinto, come dice il Vangelo, per lavare i piedi ai suoi discepoli. 4 - Il cristiano di fronte agli insulti Possiamo tuttavia vedere un altro significato nella parola praecingere, cingersi. Abbiamo detto che chi praecingit se, si cinge nel senso che pone dinanzi a sé ciò che si adatta attorno cingendosene. Talvolta coloro che ci ingiuriano lo fanno in nostra assenza, come alle nostre spalle, mentre altre volte ci insultano in faccia. Come fecero con il Signore appeso alla croce: Se sei il Figlio di Dio, scendi dalla croce. ( Mt 27,40 ) Se uno ti ingiuria mentre sei assente, non hai bisogno di fortezza, perché non odi le sue parole né ti feriscono le sue offese. Se invece ti ingiuria in faccia, hai bisogno di essere forte. Che vuol dire: Hai bisogno di essere forte? Devi sopportare l'offesa! Non credere infatti di essere forte se, udito l'oltraggio, ti lasci vincere dall'ira e assesti un pugno all'offensore. Non è fortezza quella per cui colpisci chi ti insulta; anzi tu stesso sei un vinto dell'ira, ed è il colmo della stoltezza chiamare forte un uomo sconfitto. Lo dice anche la Scrittura: Colui che vince l'ira è più forte di colui che conquista una Città. ( Pr 16,32 ) Vale di più - dice - il domatore dell'ira che non il conquistatore di una città. Hai dunque in te stesso un grande antagonista. Se ascoltando un'offesa, ti senti ribollire di rabbia e stai lì lì per restituire male per male, ricorda le parole dell'Apostolo: Non restituite male per male né ingiuria per ingiuria. ( 1 Pt 3,9 ) Ricordando queste parole, spezzerai la tua ira e ti conserverai nella fortezza. E siccome sei stato offeso in faccia, non alle spalle, ecco che ti sarai cinto ( lett. praecinctus ) di fortezza. 5 - Buoni e cattivi mescolati in questo mondo Ascoltiamo il resto! Il salmo è breve. Egli ha consolidato l'orbe terraqueo, che non sarà scosso. Vedete, fratelli, come molti credono in Cristo, come grande è la moltitudine dei fedeli. Tuttavia, quando or ora è stato letto il Vangelo, avete udito che il Signore verrà in mezzo a questa grande folla portando il crivello nella sua mano, e vaglierà la messe raccolta nella sua aia, raccogliendo il grano nel granaio e gettando la paglia nel fuoco inestinguibile. ( Mt 3,12 ) In tutta la terra ci sono i buoni e ci sono i malvagi; i buoni sono il grano, i malvagi la paglia. Viene, in quest'aia, la trebbiatrice e purifica il grano, stritolando la paglia. Qual è dunque l'orbe terraqueo che non sarà scosso? Non si sarebbe così espresso, se non esistesse un altro orbe terraqueo che sarà scosso. Ci sarà dunque un orbe terraqueo che non sarà scosso e un altro che sarà scosso. I buoni che restano saldi nella fede sono un orbe della terra ( ciò perché nessuno abbia a dire che i buoni sono in qualche setta solamente! ). Del pari i malvagi, che non restano saldi nella fede quando sopravvengono le tribolazioni, si trovano anch'essi per tutto l'orbe della terra. Esiste dunque un orbe della terra immobile e un altro che si muove. Ne parla l'Apostolo. Osserva l'orbe della terra che si muove. Di chi tratta egli mai ( scusatemi ) quando dice: Al loro gruppo appartengono Imeneo e Fileto, i quali si sono allontanati dalla verità dicendo che la resurrezione si è già compiuta, e hanno sovvertito la fede di alcuni? Appartenevano forse costoro all'orbe che non sarà scosso? No! erano paglia. E diceva l'Apostolo che essi sovvertivano la fede di alcuni, non di tutti. Che se anche avesse detto " di tutti ", noi avremmo dovuto intendere le sue parole come riferite a tutti coloro che appartengono alla città di Babilonia, che sarà condannata insieme con il diavolo. Paolo però dice che essi hanno sovvertito la fede di alcuni. Poi, come se qualcuno gli avesse chiesto: " Chi potrà opporsi loro? ", così continua: Ma il saldo fondamento di Dio sta fermo. Ecco l'orbe della terra che resta immobile! Esso ha questo sigillo. Quale sigillo ha il fondamento saldo? Il Signore conosce i suoi. Ma quale sigillo hanno costoro? Si allontani dall'ingiustizia chiunque invoca il nome del Signore. ( 2 Tm 2,17-19 ) Si tenga lontano dal peccato, dato che per ora non può allontanarsi dal peccatore; poiché è vero che la paglia sta mescolata al grano, finché non arrivi il giorno della vagliatura. Ma che cosa stiamo dicendo, fratelli? Mirabile è ciò che accade al grano ammucchiato sull'aia: è trebbiato e con questo si separa dalla paglia, ma non si allontana dall'aia finché non lo si trebbia. Quando sarà separato del tutto? Quando verrà il vagliatore. Orbene, finché dura il mondo presente, tutto l'orbe della terra è un'aia. È necessario dunque, se vuoi progredire, che tu viva in mezzo a gente iniqua. Non puoi segregarti dall'ingiusto. Allontanati dall'ingiustizia! Si allontani dall'ingiustizia chiunque invoca il nome del Signore! Così facendo, si troverà nell'orbe della terra che non sarà scosso. 6 - [v 2.] Cristo, Dio eterno, pone il suo trono nell'anima umile Preparato è il tuo trono, Dio, sin da quel tempo. Che significa da quel tempo? Significa " fin da allora ". È come se dicesse: Vuoi sapere qual è il trono di Dio? e dove siede Dio? Egli ha sede nei suoi santi. Vuoi essere sede di Dio? Prepara nel tuo cuore un luogo ove possa sedersi. Cos'è infatti la sede di Dio se non il luogo dove Dio abita? E dove abita, se non nel suo tempio? E qual è il suo tempio? È costruito forse con pareti di muratura? No certamente! Sarà, per caso, suo tempio questo mondo, che è così grande, che lo diresti degno di contenere Dio? Il mondo non è in grado di contenere colui dal quale fu fatto. Chi è dunque che lo contiene? L'anima in pace, l'anima giusta, essa lo ospita. Eccovi, o fratelli, una cosa straordinaria! Dio è, senza dubbio, un essere immenso. Eppure è pesante per i forti, leggero per i deboli. Chi ho chiamato forti? I superbi, coloro che presumono delle proprie forze. La debolezza dell'umile è una forza ben maggiore! Ascolta l'Apostolo. Dice: Quando sono debole, allora sono forte. ( 2 Cor 12,10 ) Questo è quanto ho ricordato sopra: cioè che il Signore si cinse di fortezza quando diede quell'esempio di umiltà. Ecco dunque qual è la sede di Dio. E di essa altrove dice il Profeta: Su chi riposerà il mio Spirito? Evidentemente lo Spirito di Dio non riposa se non nella sede di Dio! Ascolta pertanto com'egli descriva questa sede. Forse ti aspettavi la descrizione di un palazzo di marmo, con atri e saloni spaziosi, con soffitti alti e splendenti. Ascolta quale abitazione Dio si prepara! Su chi si riposerà il mio Spirito? Sopra l'umile e il pacifico e colui che ha timore delle mie parole. ( Is 66,2 ) Ecco, se tu sei umile e pacifico, in te abita Dio. Dio è eccelso; ma non abiterà in te, se tu cercherai di essere eccelso. Tu vorresti essere alto affinché egli abitasse in te. Tutt'altro! Sii umile, trema di fronte alle sue parole, e Dio abiterà in te. Egli non si preoccupa se la casa è tremante; c'è lui che la consolida. Il tuo trono, Dio, è preparato fin da quel tempo. Da quel tempo vuol dire " fin da allora ". È infatti un'indicazione di tempo. Fin da allora: da quando? Chissà? forse dal giorno prima del sabato ( Sal 93,1 ) ( forse da quel tempo ), dato che così ci indica il titolo del salmo. Nel sesto giorno infatti, cioè nella sesta età del mondo, venne nella carne il Signore. Da quel tempo è dunque " da quando apparve come uomo "; da quel tempo è " dal seno della madre ". Che dice un altro salmo? Nello splendore dei santi fin dal grembo materno. Nello splendore dei santi: cioè, affinché i santi siano illuminati e possano vedere Dio nella carne, e in tal modo, purificato il loro cuore, possano vederlo nella divinità. Nello splendore dei santi, fin dal grembo materno. Ma cosa dice dopo? Affinché tu non pensi che Cristo abbia cominciato ad esistere con la nascita, aggiunge: Prima della stella del mattino ti ho generato. Dopo aver detto: Nello splendore dei santi, fin dal grembo materno, aggiunge immediatamente: Prima della stella del mattino ti ho generato; ( Sal 110,3 ) cioè ti ho generato prima di tutto ciò che viene illuminato. In tal modo non penserai certamente che Cristo abbia cominciato ad esistere dal giorno in cui nacque, come fu di Adamo, Abramo e David. Nella " stella del mattino " vuol indicare simbolicamente tutte le stelle e nelle stelle le varie età del mondo, dato che Dio pose le stelle come segnali dello scorrere del tempo. ( Gen 1,14 ) Da questo ti risulterà evidente che Cristo è nato prima di tutti i tempi. E allora, se lui è nato prima di tutti i tempi, non potrà mai dirsi nato nel tempo. I tempi sono creatura di Dio; e siccome tutte le cose sono state create per mezzo di lui, ( Gv 1,3 ) anche i tempi sono stati fatti per mezzo di lui. Tuttavia le parole: Prima della stella del mattino io ti ho generato, potrebbero essere un richiamo alla Sapienza e significare: Io ti ho generato prima di ogni spirito che è illuminato. Intenda la vostra Carità! Aveva detto: Fin dal grembo materno, ma aggiunge subito: Prima della stella del mattino ti ho generato. Vuole in questa maniera salvaguardare la nostra fede, impedire cioè che nei riguardi di Cristo noi pensiamo che la sua esistenza sia cominciata con la sua concezione nel grembo della Vergine. Lo stesso vale per il salmo che stiamo commentando. Aveva detto: Fino da quel tempo, e questo ci faceva pensare a un certo tempo, al giorno prima del sabato, alla sesta età del mondo, in cui venne il nostro Signore Gesù Cristo, nascendo secondo la carne. Ma colui che si è degnato farsi uomo per noi era Dio ed esisteva, non soltanto prima di Abramo, ma anche prima del cielo e della terra. Come lui stesso ebbe a dire: Io sono prima di Abramo. ( Gv 8,58 ) Né solo prima di Abramo, ma anche prima di Adamo. E non solo prima di Adamo, ma anche prima degli angeli, prima del cielo e della terra. Infatti tutte le cose furono create per mezzo di lui. Insomma il salmista vuol impedire che tu, avendo in mente il giorno della nascita del Signore, ritenga che egli abbia cominciato ad esistere solo dal giorno in cui nacque; e per questo sottolinea: O Dio, la tua sede è preparata. Ma chi è questo Dio? Tu sei fin dal secolo, cioè fin dall'eternità. Così infatti reca il testo greco: ?p? a?????. ???? però significa talvolta " secolo " e talvolta " eternità ". Se ne conclude che tu, che sembri nato solo da " un certo tempo ", esisti fin dall'eternità. Non si pensi dunque alla sua nascita umana, ma all'eternità divina. La sua opera in terra, comunque, è cominciata da quando nacque e si fece grande: lo avete udito nel Vangelo. Allora scelse i discepoli, li colmò [ dello Spirito Santo ] ed essi cominciarono a predicare. Forse è proprio di questo che si parla nel seguito. 7 - [vv 3.4.] La furia delle persecuzioni non intimorisce l'anima fedele I fiumi hanno elevato le loro voci. Quali sono questi fiumi che hanno elevato le loro voci? Noi non le abbiamo udite. Non le abbiamo udite né quando nacque il Signore né quando fu battezzato né durante la passione. Mai abbiamo udito parlare i fiumi. Leggete il Vangelo e non troverete che i fiumi abbiano parlato. Eppure è poco dire che abbiano parlato. Essi, a detta del salmo, hanno elevato le loro voci. Non hanno dunque solamente parlato, ma hanno parlato con voce forte, possente, alta. Ebbene, quali sono i fiumi che hanno parlato? Abbiamo detto che nel Vangelo non c'è scritto niente; eppure è nel Vangelo che dobbiamo cercare. Poiché, se certe cose non le troviamo nel Vangelo, dove le troveremo? Io potrei inventarmele; ma in tal caso sarei un inetto spacciatore di frottole e non un fedele amministratore [ della parola di Dio ]. Indaghiamo nel Vangelo e cerchiamo insieme quali siano i fiumi che hanno elevato le loro voci. Sta scritto nel Vangelo che Gesù stava in piedi e gridava. Che cosa gridava? Ecco intanto gridare la stessa sorgente dei fiumi, la stessa fonte della vita da cui dovevano scorrere i fiumi. Ha elevato per primo la sua voce. E che cosa gridava Gesù, stando in piedi? Chi crede in me, come dice la Scrittura, scaturiranno dal suo ventre torrenti di acqua viva. L'Evangelista aggiunge: Diceva questo riferendosi allo Spirito che avrebbero dovuto ricevere coloro che avrebbero creduto in lui. Ma lo Spirito non era stato ancora donato, perché Gesù non era stato ancora glorificato. ( Gv 7,37-39 ) Quando però Gesù fu glorificato con la resurrezione e con l'ascensione ai cieli, come ben sapete, fratelli, passati dieci giorni dalla sua ascensione ( perché si compisse un certo sacramento ) inviò il suo Spirito Santo e ricolmò [ di doni ] i suoi discepoli. ( At 2,4 ) Questo Spirito è il gran fiume che ha ricolmato molti fiumi. Di questo fiume dice un altro salmo: L'impeto del fiume allieta la città di Dio. ( Sal 46,5 ) Scaturirono dunque fiumi d'acque copiose dal seno dei discepoli, quando essi ricevettero lo Spirito Santo. Essi stessi divennero fiumi quando ebbero ricevuto lo Spirito Santo. In che senso questi fiumi elevarono le loro voci? E perché le elevarono? Perché prima avevano avuto timore. Pietro non era un fiume quando, di fronte alle parole di quella servetta, negò per tre volte Cristo dicendo: Non conosco quest'uomo. ( Mt 26,69-74 ) In quella circostanza ebbe timore e mentì; non levò dunque la voce: non era un fiume. Ricevuto che ebbero lo Spirito Santo, furono convocati dai Giudei, i quali proibirono loro categoricamente di parlare e insegnare nel nome di Gesù. Ecco allora Pietro e Giovanni rispondere: Giudicate voi, al cospetto di Dio, se sia giusto obbedire a voi piuttosto che a Dio. Non possiamo infatti non parlare di ciò che abbiamo visto ed udito. ( At 4,19-20 ) Fu allora che elevarono i fiumi la loro voce, con voci di molte acque. A questo elevarsi della voce si riferisce anche il passo ove è detto: Si presentò Pietro con gli undici e levando la voce disse loro: Uomini della Giudea, ( At 2,14 ) con quel che segue. Egli annunziò Cristo con grande coraggio e senza paura. Dunque elevarono i fiumi la loro voce, con voci di molte acque. Quando gli Apostoli furono dimessi dall'assemblea dei Giudei, tornarono dai loro [ amici ] e raccontarono gli ordini ricevuti dagli anziani e dai sacerdoti. Ascoltandoli, levarono tutti la loro voce unanime al Signore e dissero: Signore, tu sei colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi, ( At 4,23-24 ) con quel che segue. Anche costoro erano diventati fiumi che elevavano la loro voce. Impressionante è il sollevarsi delle onde marine. Quando quei discepoli levarono la loro voce, molti credettero e molti ricevettero lo Spirito Santo e, da pochi fiumi che erano stati, cominciarono a far sentire la loro voce come fiumi numerosi. Per questo continua: A causa delle voci di molte acque, impressionante è il sollevarsi delle onde marine, cioè di quel mare che è il mondo. Quando Cristo cominciò ad essere annunziato da tante voci, il mare cominciò ad agitarsi: cominciarono a divenire sempre più frequenti le persecuzioni. Quando dunque i fiumi elevarono la loro voce con voci di molte acque, allora [ divennero ] impressionanti i cavalloni del mare. I cavalloni sono il gonfiarsi del mare e si hanno quando il mare è infuriato. Ma si sollevino pure le onde quanto vogliono, ruggisca pure il mare quanto vuole! Ci potranno essere dei cavalloni veramente impressionanti: furiose potranno essere le minacce e le persecuzioni, ma osserva le parole che seguono: Mirabile in alto è il Signore. Si calmi dunque il mare, si plachi! Si dia la pace ai cristiani! Il mare era sconvolto: ondeggiava paurosamente la navicella. La navicella è la Chiesa; il mare è il mondo. È venuto il Signore; ha camminato sopra il mare e ha placato i flutti. ( Mt 14,24-25 ) In qual modo il Signore ha camminato sopra il mare? Camminando sulle teste di queste gigantesche onde spumeggianti. I potenti e i re della terra hanno creduto e si sono sottomessi a Cristo. Non spaventiamoci dunque, se è impressionante il sollevarsi delle onde marine. Mirabile in alto è il Signore. 8 - [v 5.] Ci teniamo stretti a colui che ha vinto il mondo Le tue testimonianze sono divenute oltremodo degne di credito. Più di quanto non fossero impressionanti i cavalloni del mare. Veramente mirabile era il Signore sulle loro Sommità. Le tue testimonianze sono divenute oltremodo degne di credito. Le tue testimonianze, poiché era stato lui a dire anticipatamente: Vi dico queste cose perché abbiate pace in me, mentre nel mondo subirete tribolazioni. ( Gv 16,33 ) Cioè: siccome il mondo vi farà soffrire tribolazioni, per questo vi dico queste cose. Cominciarono a soffrire e sentirono avverarsi in loro la parola del Signore e così divennero ancora più forti. Infatti, vedendo avverarsi in loro i tormenti che Cristo aveva preannunziati, speravano che si sarebbe compiuta in loro anche la promessa della corona. Per questo, se impressionante era il sollevarsi delle onde del mare, mirabile in alto era il Signore. Abbiate pace in me, aveva detto il Signore, mentre nel mondo subirete tribolazioni. Che faremo dunque? Il mare si agita, le onde si sollevano e infuriano rabbiosamente; e su di noi si riversano le sciagure. Ci perderemo d'animo? Non sia mai! Mirabile in alto è il Signore. Per questo dunque, dopo aver detto: Abbiate pace in me, mentre nel mondo subirete tribolazioni ( come se gli avessero chiesto: Credi tu che il mondo non ci schiaccerà e distruggerà? ), immediatamente aggiunge: Però allietatevi, perché io ho vinto il mondo. Orbene, se egli dice: Io ho vinto il mondo, tenetevi stretti a colui che ha vinto il mondo, che ha vinto il mare. Allietatevi in lui, perché mirabile in alto è il Signore, e perché le tue testimonianze sono degne di ogni credito. E attraverso tutte queste vicende che cosa si è ottenuto? Alla tua dimora, Signore, si addice la santificazione. Alla tua dimora, a tutta la tua dimora. Non alla dimora che si trova o qui o là o da quell'altra parte, ma a tutta la tua casa, che si estende in tutto il mondo. Perché in tutto il mondo? Perché egli saldamente regge l'orbe della terra, che non sarà scosso. ( Sal 96,10 ) La casa del Signore sarà resistente; e si estenderà per tutto l'orbe terraqueo. Molti cadranno, però quella casa resterà in piedi. Molti si turberanno, ma quella casa non sarà scossa. Alla tua dimora, Signore, si addice la santificazione. Forse per un po' di tempo solamente? No di certo! Per la lunghezza dei giorni.