Padri/Agostino/EspSalmi/119_30.txt Salmo 119 (118) Discorso 30 1 - [v 153.] Chi si umilia sarà esaltato Nessuno che appartenga al corpo di Cristo può considerare a sé estranea la voce con cui si apre il brano del salmo che ora ci accingiamo ad esporre. In realtà, chi parla così è l'intero corpo di Cristo, situato nelle bassure della condizione mortale. Dice infatti: Guarda alla mia miseria e liberami, perché la tua legge non ho dimenticato. Ad essere esatti, in queste parole non possiamo intendere altra legge divina se non quella per cui fu stabilito che chiunque si esalta sia umiliato e chiunque si umilia sia esaltato. ( Lc 14,11; Lc 18,14 ) Pertanto il superbo viene avviluppato nel male perché ne risulti umiliato, l'umile viene sottratto al male sicché ne è esaltato. 2 - [v 154.] Dice: Giudica la mia causa e riscattami. È, in certo qual modo, la ripetizione dell'idea precedente. Quel che là suonava: Guarda alla mia miseria, qui è lo stesso che: Giudica la mia causa; e quel che prima diceva: Liberami, qui lo si ripete con: E riscattami. Al rimanente della prima frase: Perché la tua legge non ho dimenticato, corrisponde nella successiva: A motivo del tuo detto rimettimi in vita. Questo detto è infatti la legge di Dio, che il salmista non ha dimenticato perché nella umiliazione voleva essere esaltato, e in tale glorificazione rientra quel che egli chiede, cioè essere vivificato, poiché la gloria dei santi è la vita eterna. 3 - [v 155.] Dio distributore munifico e giusto di doni Dice: Lungi dai malvagi è la salvezza, perché le vie della tua giustizia non hanno cercato. Ma, di un po'! a chi spetta fare la cernita per cui tu osi asserire: Lungi dai malvagi la salvezza? Chi ti separa dal novero dei peccatori, sicché la salvezza non è lontana da te ma presso di te? Ecco cosa ti separa: Tu hai fatto ciò che loro si sono rifiutati di fare; hai cioè avuto a cuore le vie della giustizia di Dio. Ma che cosa hai tu che non l'abbia ricevuto? ( 1 Cor 4,7 ) Non sei forse tu colui che poco fa esclamavi: Ho gridato con tutto il mio cuore: Ascoltami, o Signore; ricercherò le vie della tua giustizia? ( Sal 119,145 ) Il dono quindi di cercare la legge di Dio l'hai ottenuto da colui che avevi invocato. È lui dunque che ti segrega da quegli altri che, per non aver ricercato le vie della giustizia di Dio, non conseguono la salvezza. 4 - [v 156.] Anche il salmista si è accorto di questa verità. Anzi, io stesso non l'avrei vista se non avessi avuto i suoi occhi, se non fossi stato in lui. Queste parole sono infatti del corpo di Cristo, di cui noi siamo le membra. L'ha visto - ripeto - ed ecco perché subito continua: Le tue misericordie sono molte, o Signore. In realtà anche il poter ricercare le vie della tua giustizia rientra nell'ambito della tua multiforme misericordia. Secondo il tuo giudizio rimettimi in vita. So infatti che nemmeno il tuo giudizio m'incoglierà senza che l'accompagni la tua misericordia. 5 - [v 157.] La schiera gloriosa dei Martiri di Cristo Molti sono coloro che mi perseguitano e mi affliggono, ma dalle tue testimonianze non ho deviato. Sono cose avvenute. Le sappiamo, le commemoriamo, le tocchiamo con mano. La terra intera fu imporporata del sangue dei martiri. Il cielo fiorisce di corone dei martiri; le chiese sono adorne delle memorie dei martiri; il calendario si illustra di giorni natalizi dei martiri; si moltiplicano le guarigioni avvenute per merito dei martiri. Come mai tutto questo, se non perché si è ormai adempiuto quanto era stato predetto nei confronti di quest'uomo sparso su tutta la terra? Si sono adempiute cioè le parole: Molti sono coloro che mi perseguitano e mi affliggono, ma dalle tue testimonianze non ho deviato. Sono fatti che constatiamo, e ne ringraziamo il Signore nostro Dio. Difatti tu, o uomo, tu stesso in un altro salmo dicevi: Se il Signore non fosse stato con noi, forse ci avrebbero inghiottiti vivi. ( Sal 124,2 ) Ecco perché non ti allontanasti dalle sue testimonianze e giungesti alla palma della chiamata divina pur trovandoti in balia dei molti nemici che ti perseguitavano e affliggevano. 6 - [v 158.] Debolezza di alcuni perseguitati Dice: Ho visto gli insensati e me ne struggevo, o, come recano altri codici: Ho visto coloro che non osservavano il patto. Così infatti legge la maggior parte [ dei codici ]. Ebbene, chi sono coloro che non hanno osservato il patto, se non quei tali che, non riuscendo a sopportare le vessazioni dei numerosi persecutori, si allontanarono dalle testimonianze di Dio? In questo infatti sta il patto: che venga coronato solo chi ha vinto. Ora a tale patto non sono stati fedeli coloro che, non resistendo al furore della persecuzione, hanno rinnegato le testimonianze di Dio e se ne sono allontanati. Il salmista li vedeva e se ne struggeva, poiché li amava. Aveva, cioè, lo zelo buono: quello zelo che viene dall'amore, non dall'astio. In che senso poi avessero mancato al patto, lo precisa in quel che aggiunge: Difatti i tuoi detti non hanno custodito. In effetti li rinnegarono quando vennero a trovarsi nella prova. 7 - [v 159.] Egli si sente diverso da loro; eccolo quindi presentarci le sue commendatizie con queste parole: Vedi che i tuoi comandamenti io ho amato. Non dice: " lo non ho rinnegato le tue parole o testimonianze, come erano costretti a fare i martiri, e quando si rifiutavano avevano a subirne atrocissimi tormenti". Ma descrive la radice da cui provengono i frutti di ogni martirio, poiché, se io dessi alle fiamme il mio corpo, ma non avessi la carità, non mi gioverebbe a nulla. ( 1 Cor 13,2 ) Ora è questa carità che inculcano le parole del salmo: Vedi che i tuoi comandamenti io ho amato. In seguito ne richiede il premio: O Signore, nella tua misericordia rimettimi in vita. I nemici uccidono, tu dammi la vita. Ma se è in forza della misericordia che si domanda il premio, accordare il quale è compito della giustizia, quanto più abbondante non sarà stata la misericordia che venne elargita per conseguire quella vittoria alla quale si tributa il premio? 8 - [v 160.] Dice: Principio delle tue parole è la verità e in eterno sono tutti i giudizi della tua giustizia. E vuol dire: Le tue parole procedono da verità e quindi sono veraci ne' ingannano alcuno. Tali appunto quelle parole che predicono la vita al giusto e la pena all'empio. Ed esse sono gli eterni giudizi della giustizia divina.