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Lettera 42

Scritta nell'estate del 397.

Agostino prega Paolino di soddisfare il debito di rispondergli, contratto da più di un anno, e di inviargli, appena pronta, l'opera che sta componendo contro i pagani.

Agostino saluta nel Signore i ragguardevoli e santissimi fratelli in Cristo Paolino e Terasia

1. Avrei mai potuto supporre o aspettare che avrei dovuto sollecitare vivamente per mezzo del fratello Severo la risposta non ancora inviata dalla vostra Carità, mentre la sospiro da tanto tempo e tanto caldamente?

Perché mai sono costretto a soffrire una simile sete già da due estati e per di più in Africa?

Cos'altro dirvi di più? Voi che elargite ogni giorno le vostre sostanze, saldate dunque il vostro debito!

Hai forse indugiato tanto a rispondermi per il fatto che desideri prima terminare e poi mandarmi l'opera che, a quanto avevo udito, stavi scrivendo contro gli adoratori dei demòni e che t'avevo fatto capire chiaramente di desiderare assai?

Voglia almeno il cielo che tu accolga alla tua ricca mensa questa mia ormai antica fame di tue lettere; se la mensa non è ancora imbandita, non cesserò di lamentarmi se, fintanto che l'opera non sia condotta a perfezione, non mi dài un po' di ristoro.

Porgete i miei saluti ai fratelli, soprattutto a Romano e ad Agile.

Di qui vi salutano i fratelli che sono con me e insieme con me sono tutti afflitti di non avere vostre notizie, poiché tutti vi amano assai.

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