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Lettera 84

Scritta tra il 397 e il 411.

Agostino dice che è dispiacente di non poter mandare a Novato, vescovo di Sitifi, il diacono Lucillo, fratello carnale di lui ( n. 1 ), necessario alle chiese della diocesi d'Ippona in quanto pratico della lingua punica ( n. 2 ).

Agostino coi fratelli della sua comunità saluta nel Signore il beatissimo e venerabile signore Novato, amatissimo fratello e collega d'episcopato coi fratelli della sua comunità

1 - Per le necessità della Chiesa

Mi accorgo da solo quanto io possa sembrare crudele, e a stento riesco a sopportare me stesso per il fatto che non posso mandare né affidare alla Santità tua il diacono Lucillo, figlio mio e tuo fratello carnale.

Ma quando tu stesso sarai obbligato a concedere, per la necessità delle tue chiese lontane dalla tua residenza, qualcuno dei più cari ed amati figli, allora capirai da quale pungente rimpianto io sia tormentato perché alcuni, miei amici, stretti a me dalla più dolce ed intima familiarità, non possono essermi vicini anche di persona.

Mettendo da parte la tua preoccupazione, per quanto sia stretto il vincolo della parentela con cui sei unito a tuo fratello, non è però superiore al vincolo dell'amicizia da cui siamo uniti vicendevolmente io e il fratello Severo: eppure sai quanto raramente mi capiti di vederlo.

E questo è accaduto non per volontà mia o di lui, ma per causa delle necessità della madre Chiesa, che anteponiamo a quelle del nostro tempo in vista della vita futura, in cui vivremo insieme inseparabilmente.

Con quanta maggior rassegnazione devi dunque, per l'utilità della stessa madre Chiesa, sopportare la lontananza di tuo fratello, col quale gusti il cibo del Signore da meno tempo di quanto lo gustavo io col mio dolcissimo concittadino Severo?

Egli nondimeno è ora in corrispondenza con me appena ogni tanto con brevi biglietti, la maggior parte dei quali sono per di più ripieni di altre preoccupazioni ed affari anziché arrecarmi qualche delizioso fiore delle nostre aiuole profumate di Cristo.

2 - La lingua popolare per diffondere il Vangelo

A questo punto potresti dirmi: " Non potrà forse mio fratello essere utile alla Chiesa anche presso di noi?

Desidero forse averlo presso di me per un fine diverso?"

Sono d'accordo con te certamente, se la sua presenza presso di te fosse altrettanto utile quanto qui presso di me, o per convertire le anime o per governare le pecorelle del Signore; in tal caso chiunque avrebbe ragione di biasimare come colpevole la mia crudeltà o, a dir meglio, la mia iniquità.

Ma siccome la predicazione del Vangelo nelle nostre regioni incontra difficoltà per la mancanza di chi parli la lingua punica, mentre costì la stessa lingua è addirittura di uso comune, pensi forse che dovremmo provvedere alla salvezza dei fedeli cristiani mandando presso di te chi ha tale capacità, togliendolo di qui, ove se ne sente la mancanza con grande affanno del cuore?

Perdonami perciò se agisco non solo contro il tuo desiderio, ma anche contro il mio sentimento, costrettovi dal fardello della mia sollecitudine pastorale.

Il Signore, in cui fai riposare la tua volontà, ti concederà che le tue pene ti meritino di essere ricompensato per questa buona azione, poiché in tal modo sei tu piuttosto a concedere il diacono Lucillo all'ardentissima sete di queste contrade.

Non sarà poi piccolo il tuo dono, se non mi importunerai con nessun'altra richiesta, affinché alla tua veneranda e santa bontà io non appaia se non crudele.

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