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Lettera 239

Scritta verso il 404.

Agostino a Pascenzio sullo stesso argomento: gli rinfaccia la impudenza nel deformare la verità ( n. 1 ) e lo incalza affinché spieghi una buona volta la propria fede, com'egli stesso fa nuovamente ( n. 2-3 ).

Agostino a Pascenzio

1 - Lo stato della questione e le menzogne di Pascenzio

Se affermi che tu mi hai esposto la tua fede, mentre io non avrei voluto esporti la mia - come ancora sento dire che vai affermando - ti prego di ricordarti quanto sia falsa l'una e l'altra delle due cose.

La verità è che tu non hai voluto espormi la tua fede, mentre io non ho rifiutato d'esporti la mia, ma desideravo esportela in modo che nessuno potesse affermare che io avrei detto cose che non avevo dette, o che non avrei detto cose che invece avevo dette.

Tu invece mi esporresti la tua fede se mi dicessi ciò in cui sei di parere contrario al nostro, se cioè affermassi quanto segue: " Credo in Dio Padre che ha creato prima d'ogni altro essere il proprio Figlio; credo inoltre nel Figlio medesimo né uguale né simile al Padre né vero Dio; credo altresì nello Spirito creato per mezzo del Figlio e perciò dopo il Figlio "; è questo quanto sento dire che voi affermate.

Se è falso che voi lo affermate, desidero saperlo piuttosto da te stesso; se invece è vero che voi lo affermate, desidero sapere in che modo voi lo sostenete per mezzo delle Scritture.

Ora invece hai affermato di credere " in Dio Padre onnipotente, invisibile, immortale, non generato da alcuno e dal quale ha origine ogni cosa, e nel Figlio suo Gesù Cristo, Dio nato prima dei secoli, per mezzo del quale tutto è stato creato, e nello Spirito Santo ".

Questa fede non è la tua, ma è la fede di ciascuno di noi due: come pure se tu aggiungessi di credere che il Figlio di Dio Gesù Cristo è nato dalla Vergine Maria, conforme a quanto crediamo ugualmente tutti e due, e così pure tutte le altre verità che professiamo di credere in comune.

Se dunque tu avessi voluto esporre la tua fede, non avresti esposto quella che ci è comune, ma piuttosto quella in cui noi dissentiamo da voi.

2 - Perché Pascenzio non volle mai si stenografasse la sua professione di fede

Questo ti avrei detto anche a voce, se le nostre parole fossero state registrate secondo l'accordo convenuto tra noi.

Tu invece non lo volesti, dicendo che temevi un tranello da parte nostra, e dopo pranzo ti ritirasti dal patto a cui avevi consentito il mattino; per questo motivo perché mai avrei dovuto dire cose che tu poi avresti riferite come se io le avessi dette secondo quanto ti sarebbe garbato, mentre io non avrei avuto la possibilità di dimostrare che cosa avevo detto, o in qual senso?

Non andare dunque più sbandierando che tu hai esposto la tua fede, mentre io mi sarei rifiutato di esporre la mia, poiché ci sono persone le quali rifletteranno che sono stato io piuttosto ad avere il coraggio di esporre la mia fede dal momento che volevo venisse registrata e che invece sei stato tu a non aver coraggio d'esporre la tua per il fatto che hai una gran paura che ti venga teso un tranello.

Eri dunque pronto a negare, qualora ti fosse stato rinfacciato che avevi affermato qualcosa di contrario alla mia fede!

Vedi quindi che cosa hai fatto pensare di te!

Se invece non avevi intenzione di negare quanto ti fosse stato rinfacciato, perché mai non ti è garbato che si scrivessero le nostre parole, soprattutto dal momento che avevi desiderato vivamente che alla conferenza intervenissero anche onorati personaggi?

Perché mai, dunque, volendo sfuggire a un tranello, temevi tanto lo stilo degli stenografi, mentre non temevi la testimonianza d'illustrissimi personaggi?

3 - Agostino spiega di nuovo la sua fede

Se poi vuoi che anch'io esponga la mia fede come tu affermi d'aver esposto la tua, posso esporla anche più brevemente e cioè: " Credo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo ".

Se al contrario vuoi sentire qualche punto particolare in cui tu non sei d'accordo con me, eccolo: " Credo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, ma senza affermare che il Figlio è il Padre o viceversa, e neppure che ambedue, né il Padre né il Figlio, siano lo Spirito Santo e tuttavia che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono, per loro propria natura, l'unico Dio eterno immortale, come Dio è unico eterno immortale per la divinità esistente prima dei secoli ".

Se queste mie affermazioni non ti garbano e vuoi averne da me le prove desunte dalle Scritture, leggi la lettera più lunga che ho scritta e inviata alla tua Benevolenza.

Ma se tu non hai tempo di leggerla, neanch'io ho tempo di buttare le parole al vento.

Anch'io però potrei rispondere a ciò che tu vorrai, dettando o scrivendo, nella misura della possibilità che Dio vorrà darmi di dettare o di scriverti.

Io, Agostino, ho sottoscritto la presente lettera da me dettata e riletta.

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