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Lettera 299

Agostino e i fratelli che sono con me salutiamo nel Signore il beatissimo signore e venerabile fratello il vescovo Novato e tutti gli altri fratelli

1 - Gioia di Ag. per la conversione dei donatisti all'unità cattolica annunciatagli da Novato

Sebbene la tua Dilezione mi abbia indirizzato una lettera assai lunga riguardo alla faccenda degli Abensi, tuttavia essa non mi è stata gravosa, poiché desideravo ardentemente conoscerne tutti i particolari e così li ho ricevuti completamente come sono stati esposti da te.

Ringrazio quindi Dio nostro Signore poiché, dopo aver perduto quasi del tutto la speranza del loro [ ritorno ] alla comunione [ ecclesiale ] e della loro salvezza come appariva dal tenore della parte precedente della tua lettera, tu mi hai inondato d'una gioia improvvisa e inattesa annunciandomi che non solo erano state restituite alla Chiesa cattolica tutte le basiliche ma anche che la moltitudine dei donatisti s'era convertita in massa alla pace di Cristo e all'unità con il più grande entusiasmo, eccetto un piccolo numero di decurioni, che la sentenza interlocutoria del giudice, da essi ingannato con tutta l'astuzia di cui erano capaci, li aveva resi più restii e - per così dire - incuranti dei freni delle leggi.

Tuttavia, dopo aver ricevuto la sopraggiunta lettera del governatore, della quale hai avuto la cortesia d'inviarmi una copia, penso che anch'essi si sono potuti convertire essendo stato reciso ogni pretesto.

2 - Quanto è utile far leggere gli Atti della Conferenza di Cartagine in chiesa durante la quaresima

Se il fatto è avvenuto, o quando sarà avvenuto, non trascurare - ti prego - di farcelo sapere in qualsiasi occasione.

Quantunque io sappia bene come tu, animato dallo Spirito del Signore, senza bisogno di suggerimenti altrui, ti curi della cosa con il tuo zelo, maggiore del mio, ti esorto tuttavia a far sì che tutti gli altri, facendo arrivare alla loro conoscenza gli Atti della Conferenza e tutti gli altri scritti utili relativi a questa faccenda, [ i donatisti ] imparino da quanto gran male vengono liberati mediante un'azione tanto insistente affinché non solo per la paura delle pene temporali ma anche per la paura del fuoco eterno e per l'amore della verità si mantengano fedeli nella pace cattolica.

Infatti, se non m'inganno, mi ricordo d'aver già scritto una volta che quegli Atti dovevano essere letti in modo solenne ogni anno in chiesa durante i giorni della Quaresima quando i fedeli che digiunano hanno tempo e agio per ascoltarli come fa, oltre la Chiesa di Cartagine, la nostra e alcune altre Chiese zelanti; volesse il cielo che questa pratica si potesse ottenere per tutta l'Africa!

Per spiegare quegli Atti abbiamo scritto anche un'opera che, appena finita la lettura dei medesimi Atti, con la più grande gioia è letta ed ascoltata dai fedeli della nostra Chiesa; se voi ancora non l'avete, dovete cercare di averla.

3 - Come e quando si leggono i suddetti documenti

Da noi però queste opere non vengono lette dall'ambone dal lettore come si usa per le Scritture canoniche, poiché [ non ] sta bene, ma i lettori le leggono senza spogliarsi delle càsule e stando seduti quando lo vogliono, dove coloro che volessero stare seduti, possano essere ascoltati senza difficoltà dai fedeli che stanno seduti, come se la lettura si facesse privatamente in casa.

La lettura però si fa in chiesa perché questa può contenere la moltitudine [ dei fedeli ] e a nessuno dei due sessi è impedito di ascoltarla finché non venga l'ora di ascoltare la lettura delle Sacre Scritture e di celebrare i santi misteri secondo il solito.

4 - Ag. si lamenta di non essere stato informato del carteggio intercorso tra il vicario imperiale e Novato

Penso che il vicario abbia indirizzato anche alla Santità tua la lettera [ sulla ] sentenza interlocutoria, come aveva promesso d'inviarla a noi; se così è stato, senza dubbio tu gli avrai risposto.

Io però mi stupisco che la Carità tua non si sia curata di comunicarci né la lettera a te indirizzata da lui, se non questa successiva, né la tua risposta che avresti potuto inviare adesso, dal momento che mi hai inviato un carteggio così abbondante che si ha l'impressione che non hai tralasciato nulla; oppure, se quella lettera non ti era giunta e se il vicario non te l'avesse inviata quando la inviò a noi, mi stupisco ancora di più.

Io non so che fare, se scrivergli di nuovo dopo aver appreso la faccenda dalla tua lettera oppure non ridestare nel suo animo più nulla di ciò che riguarda questa faccenda, dal momento che con la successiva sua lettera - ispirando in essi un appropriato spavento - ad avere paura delle leggi ch'è doveroso osservare, anche coloro ai quali prima aveva dato una sorta di garanzia che non sarebbero stati molestati.

In tal modo non darà in seguito facilmente fiducia agli eretici, se per altro gli sarà stata dimostrata con prove la loro falsità.

Il fatto stesso lo renderà assai consapevole, quantunque anch'io non abbia taciuto a questo riguardo nella lettera che gli scrissi in risposta quando ricevetti la sua lettera di cui inviai a te una copia.

Ma poiché io non avevo inviato alla Carità tua una copia della risposta che gli avevo indirizzata, ne allego ora una copia alla presente lettera.

Tuttavia, se si presenterà un'occasione favorevole, e il Signore ci aiuterà, sarà inviata una lettera al vicario a nome comune, cioè a nome mio e del fratello Alipio.

5 - Ag. ha denunciato al Conte il tribuno Peregrino che ha strappato dall'asilo della chiesa Vittorino

Si trova nella chiesa quel Vittorino, a proposito del quale precedentemente avevo scritto alla Santità tua affinché ti occupassi della sua faccenda relativa ai viveri, della quale hai avuto la cortesia di occuparti anche tu; egli è in lite con sua madre e col proprio patrigno, a causa della quale si è rifugiato nella chiesa.

Di questa faccenda ho parlato anche in una lettera indirizzata al pio conte; ma il tribuno Pellegrino affermava d'aver ricevuto dal conte istruzioni, che hanno prodotto un grave turbamento nella chiesa poiché spacciava come un ordine da lui ricevuto quello di strappare Vittorino dalla chiesa.

Il fatto in verità è avvenuto durante la mia assenza, ma al mio ritorno il suddetto tribuno mi ha letto quelle istruzioni, che io non ho creduto autentiche.

Ho scritto perciò al conte, affinché mediante la risposta di lui il medesimo tribuno sapesse che non doveva turbare la chiesa con documenti falsi di tal genere.

Anche se non fu lui a comporli, tuttavia se facilmente si presta loro fede, tu vedi quali dispiaceri possiamo sopportare.

6 - Ag. ha ragguagliato il Conte sul comportamento illegale del tribuno per prevenirlo d'una eventuale relazione mendace di costui

Non ho potuto fare di più di quanto ho fatto, poiché non avrei potuto inviare [ al conte ] le istruzioni che [ il tribuno ] mi aveva soltanto lette; egli infatti non me le aveva date o le aveva allegate agli atti municipali.

Così, qualora io tacessi, il conte, buon cristiano e uomo pio dovrebbe addebitarmi d'una colpa maggiore, ma non voglio che a questo proposito gli si dica più alcunché, per evitare che il tribuno negasse tutto vedendolo sdegnarsi contro di lui, e noi saremmo costretti a confonderlo, cosa questa che non conviene.

Ma se capitasse che il conte da se stesso facesse delle domande a questo riguardo, mi userai la cortesia di leggergli quanto ti ho scritto a questo proposito.

Non desidero nulla di più.

7 - Un fratello di Cartagine riferisce che il Conte ritarderà il suo ritorno a causa del vescovo Rogato, mutilato dai donatisti

Raccomando alla Santità tua il dipendente del suddetto nostro figlio Vittorino, affinché tu voglia aiutarlo perché possa condurre a termine la faccenda per la quale è stato inviato.

Accolgo con gioia il segretario, riguardo all'invio del quale mi ha scritto la Venerabilità tua.

Appena è arrivato, abbiamo sentito notizie riguardo ad Olimpio; ho già ricevuto anche una sua lettera.

Io però non so se mi recherò dal conte; infatti è giunto uno dei nostri fratelli di Cartagine, il quale ha riferito ch'egli si disponeva ad andare ancora più lontano per occuparsi della faccenda del vescovo Rogato, al quale gli eretici hanno mozzato la lingua e troncato una mano, poiché anche il commissario imperiale il quale, prima che arrivasse Olimpio, s'era messo in viaggio con il summenzionato vescovo e, per un'ordinanza imperiale, in quell'occasione fu gravemente percosso da quegli sciagurati.

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