Padri/Agostino/Lettere/220.txt Lettera 220 Scritta tra il 426 e il 427. Agostino a Bonifacio, conte dell'Africa, esortandolo ad aspirare ai beni eterni ( n. 1-2 ). Concepito il proposito d'abbracciare la vita monastica, aveva assunto, per consiglio di Agostino, la carica di governatore dell'Africa, ma contro il desiderio di Agostino s'era sposato ed era caduto in molti vizi ( n. 3-4 ). Agostino lo scongiura di liberarsi dall'amore del mondo e dalla brama di vendetta ( n. 5-10 ); di vivere cristianamente, di cercare nelle stesse guerre la pace e di tornare all'antico proposito, qualora la moglie acconsentisse ( n. 11-12 ). Agostino a Bonifacio, suo signore e figlio, degno d'essere protetto e guidato dalla bontà di Dio alla salvezza temporale ed eterna 1 - Bonifacio disprezzi i beni terreni Non avrei mai potuto trovare una persona più fidata e che si potesse recare più facilmente da te, di quella offertami adesso dal Signore, cioè il diacono Paolo, servo e ministro di Cristo, carissimo a tutti e due noi, per farti recapitare questa mia lettera; con essa vorrei parlarti alquanto non della tua potenza né della carica che ricopri in questo mondo malvagio e nemmeno dell'incolumità del tuo corpo corruttibile e mortale, ( 1 Cor 15,53 ) poiché anch'essa è di breve durata ed è sempre incerto fino a quando possa durare, ma della salvezza promessaci da Cristo, il quale quaggiù si lasciò coprire d'obbrobri e mettere in croce, per insegnarci a disprezzare anziché amare i beni terreni, e ad amare e sperare da lui l'immortalità che ci mostrò nella sua risurrezione. Poiché egli risuscitò dai morti e non muore più e la morte non può esercitare più alcun dominio su di lui. ( Rm 6,9 ) 2 - Sollecitudine di Agostino per Bonifacio So che non mancano persone che ti vogliono bene per quel che riguarda la vita di questo mondo e in relazione ad essa ti danno consigli, talora utili, talora inutili poiché sono uomini e, come possono, si danno pensiero solo per il presente non sapendo che cosa accadrà il giorno seguente. Ma difficilmente si trova qualcuno che pensi a te in relazione a Dio affinché la tua anima non si perda. Non che manchino persone disposte a farlo, ma è un grosso problema trovare il tempo in cui possano parlarti di tali argomenti. Anch'io, per esempio, ho sempre desiderato, ma non ho mai trovato l'occasione e l'opportunità, di trattare con te argomenti di cui era mio dovere trattare con una persona come te, per la quale nutro un grande affetto in Cristo. Del resto tu sai bene in quali condizioni mi trovasti quando venisti a farmi visita a Ippona: ero fisicamente così debole e stanco, che stentavo a parlare. Adesso perciò, figlio mio, ascoltami almeno mentre converso con te attraverso la presente lettera, che non ho mai potuto farti recapitare in mezzo ai rischi in cui ti trovi, pensando al pericolo cui potrebbe andare incontro il latore e badando che la mia lettera non capitasse nelle mani di persone alle quali non vorrei. Ti prego perciò di perdonarmi, se pensi ch'io abbia temuto più di quel che avrei dovuto temere; ti ho comunque spiegato perché io temevo. 3 - Perché Bonifacio abbandonò il proposito di consacrarsi a Dio Ascoltami, dunque, o meglio, per mezzo della mia debole persona, ascolta il Signore Dio nostro. Rammenta come ti comportavi quando era ancora viva la prima tua moglie, di santa memoria, e come poco dopo la sua morte sentisti nausea delle vanità mondane e come bramasti di consacrarti al servizio di Dio. Sappiamo, anzi siamo testimoni della conversazione avuta tra noi a Tubune circa i tuoi sentimenti e propositi. Eravamo soli con te io e il fratello Alipio. Non posso credere che gli affari terreni, dai quali sei stato assorbito, abbiano avuta tanta forza da cancellartela completamente dalla memoria. Tu desideravi appunto d'abbandonare tutte le cariche pubbliche, in cui eri occupato, per ritirarti nella santa vita contemplativa, a vivere cioè la vita dei monaci servi di Dio. Ma che cosa ti dissuase dal farlo se non il fatto che tu considerasti quanto noi stessi ti dicevamo, quanto cioè era utile alle chiese di Cristo il compito che tu esplicavi, purché anzitutto tu lo esplicassi con l'intenzione di difenderle dalle incursioni dei barbari, in modo che potessero condurre una vita serena e tranquilla - come dice l'Apostolo - in tutta pietà e dignità, ( 1 Tm 2,2 ) e in secondo luogo che tu non chiedessi a questo mondo se non quanto fosse necessario a sostentare la tua vita e quella dei tuoi, tenendo bene stretto ai tuoi fianchi il cingolo della perfetta castità e, vivendo tra le armi materiali, tu fossi difeso in modo più saldo e sicuro dalle armi spirituali? 4 - Bonifacio diventato eretico e vizioso Mentre ci rallegravamo di quella tua risoluzione, attraversasti il mare e passasti a seconde nozze; ma il viaggio attraverso il mare fu dovuto affrontare per l'ubbidienza che, secondo l'Apostolo, dovevi prestare alle autorità superiori; ( Rm 13,1 ) non ti saresti invece risposato se, abbandonando la castità già abbracciata, non fossi stato vinto dalla passione. Quando venni a sapere la cosa - lo confesso - rimasi meravigliato e trasecolato, ma il mio dolore fu in parte alleviato dal sapere che non avevi voluto sposare quest'altra donna se prima non fosse diventata cattolica. Ciò nonostante l'eresia di coloro i quali negano che Cristo sia vero Figlio di Dio ha avuto tanta influenza nella tua casa che la tua figliola è stata battezzata proprio da essi. Ora poi, se è vero quanto m'è stato riferito ( Dio volesse che non lo fosse! ), che cioè delle vergini consacrate a Dio sono state ribattezzate da quegli eretici, con quante fonti di lacrime dovremo piangere un male sì grave? Si dice che non ti è bastata neppure la seconda moglie e che ti sei macchiato unendoti a non so quante concubine, ma può darsi che sia una bugia. 5 - L'amore del mondo distoglie il cuore da Dio Di tanti e sì gravi mali che sono derivati da te dopo che ti sei risposato e che sono noti a tutti, che cosa dovrei dire, io? Sei cristiano, hai intelligenza, hai il timore di Dio: rifletti da te stesso a quel ch'io non voglio dire e scoprirai quante sono le colpe per le quali devi far penitenza, in virtù della quale credo che il Signore ti perdonerà e ti libererà da tutti i pericoli, purché tu faccia penitenza come si deve e purché tu ascolti ciò che sta scritto: Non tardare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno. ( Sir 5,10 ) In verità tu dici d'avere un motivo plausibile per agire così, io però non posso esserne giudice, essendo nell'impossibilità di sentire tutt'e due le parti. Ma quale che sia il motivo, sul quale adesso non è necessario indagare o discutere, puoi forse davanti a Dio negare che non saresti giunto a situazioni critiche, se non avessi attaccato il tuo cuore ai beni di questo mondo, che tu come servo di Dio, quale sapevamo ch'eri prima, avresti dovuto assolutamente disprezzare e non tenere in nessun conto? Se ti fossero stati profferti, avresti dovuto accettarli, è vero, per farne uso a scopi di religione, ma, se ti fossero stati negati o se fossero stati attribuiti ad altri, non avresti dovuto andarne in cerca in modo da venir condotto a queste circostanze critiche a causa di essi: quando si amano i beni menzogneri, si commettono dei misfatti, pochi invero da te, ma parecchi per causa tua, e quando si temono danni di breve durata, seppure sono veri danni, si commettono colpe che costituiscono un danno per l'eternità. 6 - Come frenare le brame insaziabili Per fare appena un cenno di siffatti mali, chi non capirebbe che hai molte persone sempre ai tuoi fianchi per difendere la tua potenza o la tua salute; ma sebbene essi ti siano tutti fedeli e non ci sia da temere, da parte di alcuno di essi, alcun tradimento, in realtà ( tuttavia ) essi bramano d'arrivare, per mezzo di te, ai beni che anch'essi amano non secondo Dio, ma secondo il mondo? Per questo motivo sei costretto a soddisfare le brame degli altri proprio tu che avresti dovuto frenare e soffocare le tue! Perché tu possa fare ciò è inevitabile che compia molte azioni che dispiacciono a Dio e neppure così riesci ad appagare tali brame. È più facile ch'esse vengano troncate in coloro che amano Dio, anziché vengano appagate una volta in coloro che amano il mondo. Per questo motivo la Sacra Scrittura afferma: Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui: poiché tutto ciò ch'è nel mondo è concupiscenza della carne, concupiscenza degli occhi e superbia della vita, proveniente non già dal Padre ma dal mondo. Ma il mondo passa e così anche la sua concupiscenza; chi invece fa la volontà di Dio, rimane in eterno, come anche Dio rimane in eterno. ( 1 Gv 2,15-17 ) Quando mai, dunque, potrai appagare la concupiscenza di bande così numerose di armati, di cui devi accarezzare le aspirazioni e i desideri sfrenati mentre ne temi la condotta efferata? Quando mai potrai non dico appagare - cosa questa, assolutamente impossibile - la concupiscenza di simili individui che amano il mondo, ma nutrirla solo in parte per non mandare ogni cosa in rovina, senza compiere azioni che Dio proibisce minacciando coloro che le compiono? Ecco perché tu vedi tante distruzioni che non si trova quasi più nulla anche di poco valore, che possa venire rapito. 7 - Bonifacio responsabile degli orrori perpetrati dai barbari Ma che dire della devastazione dell'Africa compiuta dai barbari dell'Africa senza che nessuno vi si opponga, mentre tu ti trovi preoccupato per la tua situazione critica e non dai nessun ordine per tenere lontana una sì grande sventura? Chi mai avrebbe creduto, chi mai avrebbe temuto che proprio ora, dopo che Bonifacio, generale della Guardia del corpo, s'è trovato in Africa come governatore dell'Africa, con un esercito e un potere così grande, i barbari avrebbero avuto tanto ardire, si sarebbero avanzati tanto e avrebbero compiute tante devastazioni e avrebbero rese deserte tante regioni fin allora tanto popolate, mentre, quando egli era solo tribuno, aveva domato tutte quelle tribù vincendole in battaglia e incutendo il terrore con un manipolo di alleati? Non era forse voce comune che, appena avresti assunto il potere di governatore, avresti non solo domato ma resi anche tributari dello Stato romano i barbari dell'Africa? Ora invece tu vedi come si sia rivolta in senso opposto la speranza della gente. Né occorre parlare più a lungo con te di queste cose, poiché puoi meglio pensarle da te che non esprimerle noi. 8 - Rendere bene per male Ma può darsi che a questi rimproveri tu risponda che la situazione è da imputarsi piuttosto a coloro che ti hanno arrecato offesa, rendendoti non il contraccambio per le tue servizievoli prodezze, ma il contrario. Io però non posso ascoltare né giudicare queste ragioni; esamina piuttosto attentamente la questione che sai di avere con Dio; poiché vivi da fedele cristiano, devi temere di offendere Dio. Orbene, io considero piuttosto le ragioni superiori, poiché se l'Africa soffre tante sventure, gli uomini devono imputarlo ai propri peccati. Non vorrei però tu appartenessi ai malvagi ed iniqui dei quali Dio si serve per punire, con castighi temporali, coloro che egli vuol punire; poiché agli stessi iniqui, della cui malvagità giustamente si serve per infliggere agli altri sventure temporali, riserba i supplizi eterni qualora non si correggano. Tu fissa il tuo sguardo in Dio, osserva attentamente Cristo che ci ha procurato tanti beni e ha sofferto tante pene per noi. Coloro che desiderano appartenere al suo regno e vivere con lui e sotto di lui nell'eterna felicità, amano anche i propri nemici, fanno del bene a coloro che li odiano e pregano per coloro che li perseguitano, ( Mt 5,44; Lc 6,27-28 ) e se talora per correggere usano la molesta severità, non perdono tuttavia la sincerissima carità. Se perciò dall'impero romano hai ricevuto dei beni quantunque caduchi e terreni, come è caduco anch'esso, non celeste, e non può dare se non quanto è in suo potere; se dunque ti sono stati concessi dei beni, non devi rendere male per bene. Se invece ti è stato fatto del male, non rendere male per male. ( Rm 12,17; 1 Ts 5,15; 1 Pt 3,9 ) Quale delle due condizioni di spirito sia la tua, non voglio discuterlo né sono capace di giudicarlo. Parlo a un cristiano: Non ricambiare male per bene né male per male. 9 - Vincere le passioni e pentirsi Forse tu dirai: " Che vuoi ch'io faccia nella situazione critica in cui mi trovo? " Se mi chiedi un consiglio conforme alle massime di questo mondo, come cioè assicurare la tua salute transitoria e come conservare o accrescere l'attuale tua potenza politica ed economica, non so proprio cosa risponderti, poiché non si può dare un consiglio sicuro su cose mal sicure. Se invece, poiché vuoi evitare la perdizione dell'anima e temi le parole della Verità che dice: Che giova mai all'uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde la propria anima? ( Mt 16,26; Mc 8,36; Lc 9,25 ) mi domandi un consiglio conforme alla legge di Dio, so perfettamente quel che ti debbo dire, ho un consiglio che potresti udire da me. Ma che altro dovrei dirti, se non quello che t'ho già detto più sopra? Non amare il mondo né ciò ch'è nel mondo. Se uno ama il mondo, non è in lui l'amore del Padre: poiché tutto ciò ch'è nel mondo è concupiscenza della carne, concupiscenza degli occhi e superbia della vita, proveniente non già dal Padre ma dal mondo. Ma il mondo passa e così anche la sua concupiscenza; chi invece fa la volontà di Dio, rimane in eterno come anche Dio rimane in eterno. ( 1 Gv 2,15-17 ) Ecco il mio consiglio: prendilo e mettilo in pratica. Qui si parrà se sei uomo coraggioso: vinci le passioni con cui viene amato questo mondo, fa penitenza dei tuoi peccati commessi nel passato allorché, vinto da quelle passioni, ti lasciavi trascinare a desiderare cose non buone. Se accoglierai questo consiglio, se lo seguirai e l'osserverai, non solo giungerai ai beni sicuri, ma passerai anche sicuro tra i beni insicuri di quaggiù e ti salverai l'anima. 10 - Pregare Dio per vincere i nemici invisibili Ma forse mi domanderai ancora una volta come fare per mettere in pratica questi consigli, impegolato come sei in tanti impacci di questo mondo. Prega con ardore e ripeti a Dio quel che trovi nel Salmo: Liberami, o Signore, dalle mie angustie. ( Sal 25,17 ) Queste angustie finiranno quando saranno vinte le passioni. Come Dio ha esaudito le tue e nostre preghiere e t'ha liberato da tanti gravi pericoli di guerre corporee e visibili nelle quali corre pericolo solo la vita terrena, che una volta ha pur da finire, ma non perisce l'anima, se non è tenuta prigioniera dalle passioni cattive, così anche ti esaudirà per farti vincere i nemici interni e invisibili ( dell'anima ), ossia le tue passioni, con armi invisibili e spirituali e in modo che ti serva di questo mondo come se non te ne servissi ( 1 Cor 7,31 ) e mediante i beni di esso tu possa fare il bene e non diventare cattivo. Poiché sono beni anche quelli terreni e non vengono concessi agli uomini se non dal Signore, che ha il dominio di tutte le cose celesti e terrestri. Ma perché non si creda che siano un male, sono concessi anche ai buoni; perché non si creda che siano un grande o il sommo bene, sono concessi anche ai cattivi. Allo stesso modo questi beni vengono tolti sia ai buoni affinché siano provati, sia ai cattivi affinché siano tormentati. 11 - Solo i buoni acquistano i beni eterni Chi infatti non saprebbe o sarebbe tanto stolto da non capire che la salute del corpo mortale, la vigoria delle membra corruttibili, la vittoria sugl'individui che ci avversano, le ricompense onorifiche e la potenza terrena, come tutti gli altri beni di quaggiù, sono concessi tanto ai buoni quanto ai cattivi e sono tolti via tanto ai buoni che ai cattivi? Al contrario la salvezza dell'anima con l'immortalità del corpo e la vigoria della giustizia, la vittoria sulle passioni che ci avversano, la gioia, la ricompensa e la pace eterna non sono concesse che ai buoni. Ecco i beni che devi amare, desiderare e cercare in tutti i modi. Per ottenerli e mantenerli, distribuisci elemosine, innalza preghiere, fa continui digiuni, senza peraltro danneggiare la tua salute. Al contrario non attaccare il cuore ai beni terreni per quanto considerevoli siano quelli che ti appartengono. Usali in modo da compiere con essi molte cose buone, ma nessun male a causa di essi. Poiché passa ogni bene terreno, ma non periscono le opere buone anche se compiute con i beni caduchi. 12 - Bonifacio torni alla continenza, la moglie permettendo Ora, se tu non avessi moglie, ti direi quanto dicemmo anche a Tubune, di vivere cioè nella santità della continenza; aggiungerei quanto allora ti sconsigliammo di fare, di abbandonare cioè la vita militare, per quanto fosse possibile, senza compromettere la pace delle condizioni umane, e dedicarti, come lo desideravi allora, a vivere in comunità coi fedeli servitori di Dio, ove i soldati di Cristo combattono nella tranquillità, non per uccidere gli uomini ma per debellare i prìncipi, le potenze e gli spiriti del male, ( Ef 6,12 ) cioè il diavolo e i suoi angeli. ( Mt 25,41 ) I fedeli servi di Dio infatti vincono questi nemici ch'essi non possono vedere e, tuttavia, pur non vedendoli, li vincono col vincere la sensualità. Ma esortarti a questa vita me lo impedisce tua moglie, poiché non ti è lecito vivere nella continenza senza il suo consenso. Sebbene, dopo quanto m'avevi detto a Tubune, tu non avresti dovuto sposarla, essa tuttavia non ha colpa alcuna poiché ti ha sposato in tutta buona fede non essendo per nulla a conoscenza dei tuoi propositi precedenti. Volesse il cielo che tu potessi persuaderla ad essere continente in modo che tu potessi osservare il voto che sai d'aver fatto a Dio! Ma se non puoi ottenere ciò, osserva almeno la castità coniugale e prega il Signore che ti liberi dalle angustie, in modo da poter fare un giorno ciò che non puoi fare adesso. I doveri coniugali non t'impediscono comunque, o non debbono impedirti d'amare Dio e di non affezionarti al mondo, di mantenere la parola data, di cercare la pace perfino nelle guerre, se mai è necessario che tu vi prenda ancora parte, di servirti dei beni di questo mondo per fare opere buone e non fare del male a causa dei beni del mondo. Ecco, dilettissimo figlio, quanto mi ha spinto a scriverti la carità con la quale ti amo secondo lo spirito cristiano e non secondo lo spirito del mondo, poiché anche pensando a ciò che sta scritto: Rimprovera il sapiente e ti vorrà bene, rimprovera lo stolto e ti odierà, ( Pr 9, 8 ) avrei dovuto considerarti senz'altro sapiente, non già uno stolto.