Imitazione di Cristo

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L'umiltà custode della grazia

Capitolo 7

1 - Il Signore

Figliuolo, ti è più utile e più sicuro tener nascosta la grazia della devozione; non esserne altero, non parlarne molto, né darvi molto peso; ma piuttosto disprezza ancora di più te stesso e temi che sia stato un favore dato a un indegno.

Non si deve aderire troppo tenacemente a questo sentimento, che molto spesso si può mutare nel suo contrario.

Quando sei in grazia, pensa come sei infelice e indigente allorché ne sei privo.

Il profitto nella vita spirituale non consiste tanto nel godere la grazia della consolazione, quanto nel sopportare con abnegazione e con pazienza che ti venga tolta.

Ma non rallentare il fervore nella preghiera, né tralasciare le altre opere buone che ti sono consuete.

Al contrario, per quanto è in te, le farai volentieri come meglio potrai e saprai, senza trascurare in nessun modo te stesso per l'aridità o per l'agitazione che ti sommuove il cuore.

2 - Appartiene a Dio dare e consolare

Vi sono molti che quando le cose non vanno a loro genio, subito diventano impazienti e inoperosi.

« La via degli uomini non è in loro potere » ( Ger 10,23 ); ma appartiene proprio a Dio dare e consolare quando e quanto vuole e chi vuole, come a lui piace e non di più.

Taluni incauti nella grazia della devozione si sono perduti, perché vollero fare più di quanto potevano, non misurando il limite della loro pochezza e seguendo più gli slanci del cuore che il dettame del buon senso.

E poiché con presunzione aspirarono a compiere cose più grandi che a Dio non piacevano, così subito perdettero la grazia.

Restarono poveri e furono lasciati nella loro abiezione quelli che avevano posto il loro nido in cielo affinché, umiliati e depauperati, imparassero a non volare con le proprie ali, ma a sperare sotto le mie.

Quelli dunque che sono nuovi e inesperti nella via del Signore facilmente possono ingannarsi e andare in perdizione, se non sono guidati dal consiglio di persone prudenti.

3 - È meglio sapere poco

Si mettono a rischio di finir male coloro che vogliono seguire la loro opinione piuttosto che affidarsi a gente esperta, se persistono a non recedere dalla propria idea.

Raramente quelli che credono di essere saggi sopportano di essere indirizzati da altri.

È meglio sapere poco, con umiltà e con modesta intelligenza che possedere con vano compiacimento grandi tesori di dottrina.

È meglio per te aver meno che aver molto col pericolo di insuperbirti.

Non agisce con senno chi interamente si abbandona alla gioia, dimenticando la sua primiera povertà e quel casto timor di Dio che teme di perdere la grazia ricevuta.

Come pure non è saggio e virtuoso colui che nel tempo della contrarietà o di qualunque tribolazione si diporta con eccessivo scoraggiamento e ha pensieri e sentimenti indegni della confidenza che si deve avere in me.

4 - La luce può tornare

Chi in tempo di pace si tiene troppo sicuro, spesso in tempo di guerra si troverà avvilito e pauroso.

Se tu sapessi mantenerti sempre umile in te medesimo e di poche esigenze, e sapessi ben governare e dominare il tuo spirito, non incapperesti così facilmente nel pericolo e nella tentazione.

È buon accorgimento, quando sei rallegrato dallo spirito di fervore, meditare che cosa ti accadrebbe se quella luce svanisse.

E quando ciò davvero avviene, rifletti che la luce può tornare di nuovo; io te l'ho tolta a tempo per eccitare la tua vigilanza e per la mia gloria.

5 - I meriti non si valutano dalle visioni

Questa prova molte volte è più utile che se tutto ti riuscisse felicemente, conforme al tuo volere.

Poiché i meriti non si valutano dal fatto che alcuno abbia molte visioni e consolazioni, o che sia approfondito nella cultura o posto in un grado eminente, ma invece se è fondato sulla vera umiltà e pieno della divina carità, se cerca sempre puramente e integralmente l'onore di Dio, se è ben convinto di essere un nulla e realmente si disprezza e gode di essere vilipeso e umiliato anche dagli altri più che di essere colmato di onori.

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