Imitazione di Cristo

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La vera consolazione

Capitolo 16

1 - Il discepolo

Tutto quello che per mio conforto posso desiderare o immaginare non lo aspetto ora ma in futuro.

Perché se avessi tutte le delizie del mondo e potessi godere di tutte le sue gioie, è certo che a lungo non potrebbero durare.

Quindi, anima mia, tu non potrai essere pienamente consolata, né perfettamente rallegrata se non in Dio, il confortatore dei poveri, il sostenitore degli umili.

Aspetta ancora un po', anima mia, aspetta il compimento della divina promessa, e avrai in cielo l'abbondanza di tutti i beni.

Se in maniera troppo disordinata brami i beni presenti, perderai gli eterni.

Le cose temporali ti siano in giusto uso, ma affissa il desiderio nelle eterne.

Tu non potrai essere sazio di nessuno dei beni creati, perché non sei stato creato per trovare in essi la felicità.

2 - La cittadinanza è nei cieli

Anche se tu possedessi tutti i beni della terra, non potresti essere felice e beato.

Solo in Dio, Creatore dell'universo, sta tutta la tua beatitudine e la tua felicità; ma non quella che sembra tale agli stolti amatori nel mondo e che essi esaltano, bensì quella che i fedeli di Cristo attendono; talvolta la pregustano gli uomini di vita spirituale e i mondi di cuore « la cittadinanza dei quali è nei cieli » ( Fil 3,20 ).

È vana ed è breve ogni consolazione umana.

È invece beata e vera quella che interiormente si attinge dalla verità.

L'uomo devoto dovunque porta con sé il suo consolatore Gesù e gli dice: Sii con me, Signore Gesù, in ogni luogo e tempo.

Questa sia la mia consolazione: rimanere volentieri senza umana consolazione.

E quando mi manchi la tua consolazione, mi siano di somma letizia la tua volontà e la giusta prova.

Perché « non per sempre sei adirato, ne eterno è il tuo rancore » ( Sal 103,9 ).

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