Spirit/Imitaz/L03/L03.txt Imitazione di Cristo Libro III - Le consolazioni interne Capitolo 1 - L'intimo colloquio dell'anima fedele con Cristo 1 - Il discepolo " Ascolterò: che cosa dice il Signore Iddio? " ( Sal 85,9 ). Beata l'anima la quale ascolta il Signore che le parla nell'intimo e che dalle labbra di lui raccoglie parole di consolazione. Beate le orecchie che ricevono il mormorio del divino sussurro e sono sorde ai rumori di questo mondo. Beate le orecchie che odono non la voce risonante al di fuori, ma quella che nel cuore insegna la verità. Beati gli occhi chiusi alle cose esteriori, ma fissi a quelle intEriori. Beati quelli che penetrano bene nel proprio intimo e con gli esercizi quotidiani sempre più si sforzano di prepararsi a comprendere i celesti segreti. Beati quelli che godono di attendere solo a Dio e si sbarazzano di ogni impaccio del mondo. Medita queste cose, anima mia, e sbarra le porte dei tuoi sensi per udire che cosa il Signore Dio tuo dice dentro di te. 2 - Il Signore Questo dice il tuo diletto: " Io sono la tua salvezza " ( Sal 35,3 ), la tua pace e la tua vita. Mantieniti vicino a me e troverai la pace. Staccati da tutto ciò che è transeunte, cerca invece quello che è eterno. Che cosa sono tutte le cose temporali se non vane seduzioni? Qual giovamento ti possono dare tutte le creature, se sei abbandonato dal Creatore? Rinunzia quindi a tutto, studiati di piacere al tuo Creatore e siigli fedele per conseguire la vera beatitudine. Capitolo 2 - La verità parla interiormente senza strepito di parole 1 - Il discepolo " Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta " ( 1 Sam 3,10 ). Servo tuo sono io, dammi l'intelligenza per conoscere i tuoi precetti. " Piega il mio cuore alle parole che escono dalle tue labbra " ( Sal 119,36 ); " La tua dottrina stilli dentro di me come rugiada " ( Dt 32,2 ). Dicevano una volta i figli di Israele a Mosè: " Parlaci tu, e potremo ascoltare; non ci parli il Signore, perché allora è la morte " ( Es 20,19 ). Non così, Signore, non così io prego, ma piuttosto, con Samuele profeta, umilmente e fervorosamente ti scongiuro: " Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta " ( 1 Sam 3,10 ). Non Mosè mi parli o qualcuno dei profeti, ma parla tu. Signore Dio, ispiratore e illuminatore di tutti i profeti, giacché tu solo, senza di essi, mi puoi perfettamente ammaestrare, mentre essi, senza di te, a nulla valgono. 2 - Tu istruisci il cuore Possono sì far risuonare le parole, ma non conferiscono lo spirito. Parleranno con bella forma, ma se tu taci, non infiammano il cuore. Ci consegnano la lettera, ma sei tu che ne riveli il senso. Annunciano i misteri, ma tu dischiudi l'intendimento delle cose adombrate. Promulgano i comandamenti, ma tu aiuti ad adempirli. Mostrano la via, ma tu conforti a percorrerla. Agiscono solo al di fuori, ma tu istruisci il cuore e lo rischiari. Irrigano la superficie, ma tu doni la fecondità. Gridano con le parole, ma tu apri all'udito l'intelligenza. 3 - Parla, Signore! Non mi parli dunque Mosè, ma tu parlami, Signore e Dio mio, eterna Verità, perché io non abbia a morire e rimanere senza frutto, come avverrebbe se fossi solo esteriormente ammonito e dentro non acceso; perché non mi torni a condanna la parola udita e non vissuta, conosciuta e non amata, creduta e non osservata. " Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta " ( 1 Sam 3,10 ): infatti " tu solo hai parole di vita eterna " ( Gv 6,69 ). Parlami per consolare la mia anima, per insegnarmi a emendare tutta la mia vita; parlami per la lode e la gloria e il sempiterno onore del tuo nome. Capitolo 3 - Le parole di Dio si devono ascoltare con umiltà 1 - Il Signore Ascolta, figliuolo, le mie parole: sono parole soavissime, che trascendono tutta la sapienza dei filosofi e dei saggi di questo mondo. Le mie parole " sono spirito e vita " ( Gv 6,64 ), né sono da valutare con criterio umano. Non si debbono far servire a un vano compiacimento, ma bisogna udirle in silenzio e accoglierle con umiltà e con grande amore. 2 - Il discepolo E dissi: " Beato l'uomo che tu istruisci, Signore, e ammaestri nella tua legge per sollevarlo nei giorni tristi " ( Sal 94,12-13 ) e perché io non sia desolato sulla terra. 3 - Il Signore Io, dice il Signore, fin dal principio ammaestrai i profeti e ancora oggi non cesso di parlare a tutti; ma molti sono sordi e insensibili alla mia parola. Molti ascoltano più volentieri il mondo che Dio, più facilmente seguono gli appetiti della loro carne che il beneplacito divino. Il mondo promette beni temporali, di poca importanza, ed è servito con grande ardore; io prometto beni sommi ed eterni, ma i cuori dei mortali rimangono intorpiditi. Chi in ogni cosa mi serve e mi obbedisce con tanta premura come si serve al mondo e ai suoi padroni? " Arrossisci di vergogna, Sidone, così grida il mare " ( Is 23,4 ). La causa, eccotela, ascolta. Per un meschino guadagno si corre una lunga strada; per la vita eterna molti a stento alzano il piede da terra. Si cerca un vile compenso, talvolta si litiga volgarmente per una moneta; per una cosa vana e una vana promessa non si esita ad affaticarsi giorno e notte. 4 - Io sono il rimuneratore Quale vergogna! Per un bene incommutabile, per un premio preziosissimo, per un sommo onore e per una gloria senza termine si è indolenti anche in una leggera fatica. Arrossisci, dunque, servo pigro e brontolone, che si trovino alcuni più pronti alla loro perdizione che non tu alla vita. Essi godono più della vanità che non tu della verità. Eppure quelli sono d'ordinario delusi nelle loro speranze, mentre la mia promessa non fallisce mai, ne è rimandato a mani vuote chi confida in me. Darò quanto ho promesso, ciò che ho detto lo adempirò, purché l'uomo persista fedele nel mio amore sino alla fine. Io sono il rimuneratore di tutti i buoni e metto a severa prova tutti i miei devoti. 5 - Due maniere Scrivi le mie parole nel tuo cuore e meditale con diligenza; ti saranno sommamente necessario nel tempo della tentazione. Quello che non intendi quando leggi, loconoscerai nel giorno della mia visita. In due maniere io sono solito visitare i miei eletti, cioè con la tentazione e con la consolazione. E due lezioni do loro ogni giorno: l'una rimproverandoli delle loro imperfezioni, l'altra esortandoli all'aumento delle virtù. " Chi non accoglie le mie parole ha chi lo giudica; la Parola che ho annunziata lo giudicherà nell'ultimo giorno " ( Gv 12,48). 6 - Preghiera per implorare la devozione Signore, Dio mio, tu sei tutto il mio bene. E chi sono io che oso parlare a te? Io sono un poverissimo tuo servitorello, un vile vermiciattolo, molto più povero e spregevole di quanto sappia e osi dire. Ricordati, dunque, Signore, che io sono nulla, nulla ho e nulla valgo. Tu solo sei buono, giusto e santo. Tu tutto puoi, tutto dai, tutto riempi, e solo il peccatore lasci vuoto. " Rammenta la tua misericordia. Signore,e il tuo amore " ( Sal 25,6 ) e riempi il mio cuore della tua grazia, tu che non vuoi siano inutili le opere tue. Come posso sopportarmi in questa misera vita, se non mi confortano la tua grazia e la tua misericordia? " Non nascondermi la tua faccia " ( Sal 27,9 ), non differire la tua visita, non privarmi della tua consolazione, " affinché l'anima non divenga dinanzi a te come terra senz'acqua " ( Sal 143,6 ). Signore, " insegnami a fare la tua volontà " ( Sal 143,10 ), insegnami a vivere degnamente e umilmente dinanzi a te, perché la mia sapiènza sei tu che in verità mi conosci e mi hai conosciuto prima che il mondo fosse e prima che io nascessi. Capitolo 4 - Verità e umiltà nei colloqui con Dio 1 - Il Signore Figliuolo, cammina alla mia presenza, cercami sempre nella verità e nella semplicità del tuo cuore. Chi nella verità cammina alla mia presenza sarà sempre al sicuro dagli assalti nemici; la verità lo libererà dai seduttori e dalle maldicenze dei perversi. Se la verità ti libererà, sarai veramente libero e non ti preoccuperai delle ciarle degli uomini. 2 - Il discepolo Signore, è proprio vero quello che dici; ti prego che così avvenga di me. La tua verità mi ammaestri, mi custodisca, mi conservi fino all'ultimo momento nella via della salvezza eterna. Essa mi liberi da ogni affetto non buono, da ogni attaccamento disordinato, e io camminerò con te in grande libertà di cuore. 3 - Il Signore Io ti insegnerò, dice la Verità, ciò che è giusto e gradito al mio cospetto. Pensa ai tuoi peccati con grande amarezza e vivo dolore; non ritenere di essere qualche cosa per via delle tue opere buone. In realtà sei un peccatore, soggetto e vincolato a molte passioni. Da parte tua sempre tendi al nulla; presto cadi, presto sei vinto, presto ti turbi, presto ti abbatti. Non hai nulla da poterti gloriare, bensì molto da umiliarti, perché sei infermo più che non possa comprenderlo. 4 - I tuoi difetti Nulla dunque ti sembri gran cosa di tutto quello che fai. Nulla ti appaia eccelso, nulla prezioso, nulla ammirevole, nulla degno di riputazione. Fuorché ciò che è eterno, non vi è nulla che meriti lode e sia desiderabile. Ti piaccia soprattutto l'eterna Verità e sempre ti muova a disgusto la tua estrema viltà. Che tu nulla tanto tema, tanto biasimi e fugga come i tuoi difetti e le tue colpe: esse ti devono dispiacere più della perdita, delle tue sostanze. Alcuni non camminano sinceramente alla mia presenza, ma, mossi da una funesta curiosità e presunzione, vogliono scrutare i miei segreti e comprendere le sublimità di Dio, mentre trascurano sé stessi e la loro salvezza. Costoro, per la loro superbia e curiosità, cadono spesso in molte tentazioni e in molti peccati, perché io mi oppongo ad essi. 5 - Non discutere le opere dell'Altissimo Temi i giudizi di Dio, paventa l'ira dell'Onnipotente. Non discutere le opere dell'Altissimo; piuttosto scruta le tue iniquità, in quante colpe sei caduto, quante opere buone hai omesso. Alcuni fanno consistere la loro devozione nei libri, altri nelle immagini, altri ancora in manifestazioni e cerimonie esteriori. Alcuni mi hanno sulle labbra ma poco nel cuore. 6 - Disprezzare le cose terrene Vi sono altri che, illuminati nella loro intelligenza e purificati nei loro affetti, anelano continuamente ai beni eterni, mal volentieri odono parlare delle cose terrene, né senza pena si sottomettono alle esigenze della natura. Costoro intendono che cosa dice dentro di essi lo Spirito di Verità. Poiché egli insegna loro a disprezzare le cose terrene e ad amare le eterne, a trascurare il mondo, a desiderare, giorno e notte, il cielo. Capitolo 5 - I mirabili effetti dell'amor divino 1 - Il discepolo Ti benedico. Padre celeste. Padre del Signor mio Gesù Cristo, perché ti sei degnato ricordarti di una povera creatura. " Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione " ( 2 Cor 1,3 ), ti ringrazio che talvolta ricrei col tuo conforto me, immeritevole di ogni consolazione. Per sempre ti benedico e ti glorifico insieme col tuo Figlio unigenito e con lo Spirito Santo, il Paraclito, nei secoli dei secoli. Sì, Signore, Dio, santo amante dell'anima mia, quando tu verrai nel mio cuore, tutto il mio essere esulterà. " Tu sei la mia gloria " ( 1 Ts 2,20 ) e l'esultanza del mio cuore. Tu la mia speranza e " il mio rifugio nel giorno della tribolazione " ( Sal 32,7 ). 2 - Diventi capace di amare Ma poiché io sono ancora debole nell'amore e barcollante nella virtù, ho bisogno di essere da te confortato e consolato; quindi visitami più sovente e istruiscimi nella tua santa dottrina. Liberami dalle passioni malvagie, recidi dal mio cuore tutti gli affetti disordinati, perché, guarito e ben purificato interiormente, diventi capace di amare, forte a patire, saldo nella perseveranza. 3 - Il Signore Grande cosa è l'amore, un bene al di sopra di ogni bene; il solo che rende lieve tutto ciò che è oneroso e fa che si porti con animo uguale tutto ciò che c'è di più disuguale. Sostiene il suo peso senza sentir peso e fa soave e gustosa ogni cosa amara. L'amore di Gesù è nobile, spinge a operare grandi imprese ed eccita a desiderare una perfezione sempre maggiore. L'amore tende a stare in alto, né vuole essere trattenuto dalle volgari cose della terra. L'amore vuole essere libero, non vincolato a nessuna affezione mondana, perché l'occhio suo interiore non abbia impedimenti, né gli agi temporali lo avviluppino, o soccomba per via dei disagi. Nulla vi è di più dolce dell'amore, nulla di più forte, nulla di più sublime, nulla di più vasto, nulla di più giocondo, nulla di più pieno, nulla di più buono in cielo e in terra; perché l'amore è nato da Dio, né può trovare quiete nelle cose create ma solo in Dio. 4 - L'amore non conosce misura Chi ama vola, corre, esulta; è libero e nulla lo può trattenere. Da tutto per tutto possedere e possiede il tutto in ogni cosa, perché riposa nell'unico Sommo che è al di sopra di tutti gli esseri e dal quale fluisce e procede ogni bene. Non guarda i doni, ma al di sopra di tutti i beni guarda al Donatore. L'amore spesso non conosce misura, ma brucia sopra ogni misura. L'amore non sente gravami, non tiene conto delle fatiche, vorrebbe fare più di quello che può. Non accampa impossibilità, perché crede che tutto gli sia facile e consentito. L'amore si sente capace di tutto e molto opera, riuscendovi con successo, mentre chi non ama viene meno e soccombe. 5 - Come una fiamma viva L'amore veglia e anche nel sonno non dorme. Se è stanco non si affloscia, se premuto non subisce costrizione, se intimorito non si turba, ma come una fiamma viva e una fiaccola accesa erompe verso l'alto e passa oltre con sicurezza. Colui che ama conosce il valore di queste parole. Un forte grido agli orecchi di Dio è l'ardente amore dell'anima che dice: Dio mio, amor mio, tu sei tutto mio e io sono tutto tuo. 6 - Preghiera per ottenere l'amore di Dio Dilatami nell'amore, perché io impari nell'intimo del cuore a gustare quanto è soave amare, liquefarsi e nuotare nell'amore. Che io sia rapito nell'amore elevandomi sopra di me per eccesso di fervore e di stupore. Che io canti il cantico dell'amore, segua in alto te, mio Diletto; e l'anima mia si consumi nella tua lode, esultando d'amore. Ami te più di me, né ami me se non per te, e in te ami tutti quelli che veramente ti amano, come comanda la legge dell'amore che irradia da te. 7 - Il Signore L'amore è pronto, sincero, pio, giocondo, delizioso, forte, paziente, fedele, prudente, longanime, virile; chi ama non cerca mai sé stesso. Quando uno cerca sé stesso rinuncia all'amore. L'amore è guardingo, umile e diritto; non fiacco e leggiero, non volto alle vanità; è sobrio, casto, fermo, quieto e controllato in tutti i suoi sensi. L'amore è sottomesso e obbediente ai superiori, è vile e spregevole ai propri occhi, devoto a Dio e riconoscente; è sempre pieno di speranza e di fiducia in Dio, anche quando non lo sente, perché senza dolore non si vive nell'amore. 8 - Disposto a patire tutto Chi non è disposto a patire tutto e a far sua la volontà del Diletto non è degno del nome di amatore. Chi ama deve abbracciare volentieri ogni durezza e amarezza per il Diletto, né deflettere da lui per quanto gli può accadere di contrario. Capitolo 6 - Le prove di chi veramente ama 1 - Il Signore Figliuolo, tu non mi ami ancora fortemente e saggiamente. 2 - Il discepolo Perché, Signore? 3 - Il Signore Perché alla più piccola difficoltà abbandoni l'opera incominciata e con soverchia avidità cerchi le consolazioni. Chi ama fortemente rimane fermo nelle tentazioni, né cede agli scaltri suggerimenti del nemico. Come gli piaccio nelle prosperità, così non gli dispiaccio nelle avversità. 4 - L'amore di chi dà Chi ama saggiamente non considera tanto il dono dell'amante quanto l'amore di chi dà. Bada piuttosto all'affetto che al valore, e tutti i doni ricevuti pospone al Diletto. Chi ama generosamente non si ferma ai miei doni, ma guarda a me che gli sono caro sopra ogni dono. Non credere che tutto sia perduto se alle volte non hai per me e per i miei santi quel tenero sentimento che vorresti. Quell'affetto dolce e buono che talora provi è frutto della grazia in te presente e un certo pregustamento della patria celeste; ma su ciò non contarci troppo, perché va e viene. È indizio invece di virtù e motivo di grande merito lottare contro i moti insani dell'animo quando insorgono e disprezzare le suggestioni del demonio. 5 - Le estranee fantasie Non ti turbino, pertanto, le estranee fantasie, da qualunque parte vengano. Mantieni forte il tuo proposito e retta, nel Signore, la tua intenzione. Non è un'illusione se talvolta sei rapito d'improvviso fuori di te e subito dopo il tuo cuore ritorna alle solite miserie. Queste infatti sono involontarie e tu, più che agire, subisci. Fino a quando ti dispiacciono e vi resisti, ciò è per te merito e non discapito. 6 - Il Signore è il mio aiuto Sappi che l'antico nemico spiega ogni sforzo per spegnere i tuoi buoni desideri e distoglierti dalle tue pratiche devote, come il culto dei santi, la pia memoria della mia passione, il salutare ricordo dei tuoi peccati, la custodia del cuore e il serio proposito di progredire nella virtù. Il demonio suscita molti cattivi pensieri per causarti tedio e turbamento e per ritrarti dalla preghiera e dalle pie letture. A lui dispiace l'umile Confessione fatta con semplicità e, se potesse, ti indurrebbe a lasciare la Comunione. Non credergli e non gli dar retta, perché spesso ti ha teso dei lacci. Incolpa lui quando ti suggerisce pensieri cattivi e impuri. Digli: Va' via, spirito immondo; vergognati, miserabile, sordidissimo sei tu che di tali brutture inzeppi le mie orecchie. Allontanati da me, pessimo seduttore, con me non avrai parte alcuna; ma Gesù, il forte combattente, sarà con me, e tu sarai confuso. Preferisco morire e soggiacere a ogni pena piuttosto che a te consentire. " Taci ! Quietati ! " ( Mc 4,39 ), che io non ti oda mai più per quante volte tu verrai a molestarmi. " Il Signore è la mia luce e la mia salvezza; di chi avrò timore? " ( Sal 27,1 ). " Anche se un'armata si accampasse contro di me, è senza timore il mio cuore " ( Sal 27,3 ). " O Signore, mia roccia e mio redentore! " ( Sal 19,15 ). 7 - Combatti da buon soldato Combatti da buon soldato, e se talvolta per fragilità cadi, riprendi energie più gagliarde di prima, confidando in una mia grazia più abbondante. Guardati soprattutto dalla superbia e dalla vana compiacenza. Per questo motivo molti sono travolti nell'errore e talvolta cadono in una cecità quasi inguaribile. La rovina degli orgogliosi che stoltamente presumevano di sé stessi ti sia di lezione per prudente cautela e indefettibile umiltà. Capitolo 7 - L'umiltà custode della grazia 1 - Il Signore Figliuolo, ti è più utile e più sicuro tener nascosta la grazia della devozione; non esserne altero, non parlarne molto, né darvi molto peso; ma piuttosto disprezza ancora di più te stesso e temi che sia stato un favore dato a un indegno. Non si deve aderire troppo tenacemente a questo sentimento, che molto spesso si può mutare nel suo contrario. Quando sei in grazia, pensa come sei infelice e indigente allorché ne sei privo. Il profitto nella vita spirituale non consiste tanto nel godere la grazia della consolazione, quanto nel sopportare con abnegazione e con pazienza che ti venga tolta. Ma non rallentare il fervore nella preghiera, né tralasciare le altre opere buone che ti sono consuete. Al contrario, per quanto è in te, le farai volentieri come meglio potrai e saprai, senza trascurare in nessun modo te stesso per l'aridità o per l'agitazione che ti sommuove il cuore. 2 - Appartiene a Dio dare e consolare Vi sono molti che quando le cose non vanno a loro genio, subito diventano impazienti e inoperosi. " La via degli uomini non è in loro potere " ( Ger 10,23 ); ma appartiene proprio a Dio dare e consolare quando e quanto vuole e chi vuole, come a lui piace e non di più. Taluni incauti nella grazia della devozione si sono perduti, perché vollero fare più di quanto potevano, non misurando il limite della loro pochezza e seguendo più gli slanci del cuore che il dettame del buon senso. E poiché con presunzione aspirarono a compiere cose più grandi che a Dio non piacevano, così subito perdettero la grazia. Restarono poveri e furono lasciati nella loro abiezione quelli che avevano posto il loro nido in cielo affinché, umiliati e depauperati, imparassero a non volare con le proprie ali, ma a sperare sotto le mie. Quelli dunque che sono nuovi e inesperti nella via del Signore facilmente possono ingannarsi e andare in perdizione, se non sono guidati dal consiglio di persone prudenti. 3 - È meglio sapere poco Si mettono a rischio di finir male coloro che vogliono seguire la loro opinione piuttosto che affidarsi a gente esperta, se persistono a non recedere dalla propria idea. Raramente quelli che credono di essere saggi sopportano di essere indirizzati da altri. È meglio sapere poco, con umiltà e con modesta intelligenza che possedere con vano compiacimento grandi tesori di dottrina. È meglio per te aver meno che aver molto col pericolo di insuperbirti. Non agisce con senno chi interamente si abbandona alla gioia, dimenticando la sua primiera povertà e quel casto timor di Dio che teme di perdere la grazia ricevuta. Come pure non è saggio e virtuoso colui che nel tempo della contrarietà o di qualunque tribolazione si diporta con eccessivo scoraggiamento e ha pensieri e sentimenti indegni della confidenza che si deve avere in me. 4 - La luce può tornare Chi in tempo di pace si tiene troppo sicuro, spesso in tempo di guerra si troverà avvilito e pauroso. Se tu sapessi mantenerti sempre umile in te medesimo e di poche esigenze, e sapessi ben governare e dominare il tuo spirito, non incapperesti così facilmente nel pericolo e nella tentazione. È buon accorgimento, quando sei rallegrato dallo spirito di fervore, meditare che cosa ti accadrebbe se quella luce svanisse. E quando ciò davvero avviene, rifletti che la luce può tornare di nuovo; io te l'ho tolta a tempo per eccitare la tua vigilanza e per la mia gloria. 5 - I meriti non si valutano dalle visioni Questa prova molte volte è più utile che se tutto ti riuscisse felicemente, conforme al tuo volere. Poiché i meriti non si valutano dal fatto che alcuno abbia molte visioni e consolazioni, o che sia approfondito nella cultura o posto in un grado eminente, ma invece se è fondato sulla vera umiltà e pieno della divina carità, se cerca sempre puramente e integralmente l'onore di Dio, se è ben convinto di essere un nulla e realmente si disprezza e gode di essere vilipeso e umiliato anche dagli altri più che di essere colmato di onori. Capitolo 8 - La nessuna stima di sé 1 - Il discepolo " Parlerò al mio Signore, benché io sia polvere e cenere " ( Gen 18,27 ). Se io mi stimo più di quel che sono, ecco tu stai contro di me; le mie iniquità danno una tale testimonianza che io non la posso contraddire. Se invece mi farò vile, mi abbasserò fino al nulla, rinuncerò a ogni personale riputazione, mi ridurrò in polvere, come realmente sono, mi sarà propizia la tua grazia e vicina al mio cuore la tua luce; ogni stima, quantunque minima, che io abbia di me sarà sommersa nella valle della mia nullità e scomparirà per sempre. È qui che tu riveli me a me stesso, che cosa sono, che cosa fui e donde vengo; perché " ero niente e non lo sapevo " ( Sal 73,22 ). Se sono abbandonato a me stesso, eccomi un niente, tutto debolezza; ma se tu mi dai uno sguardo, subito divento fonte e trabocco di nuovo gaudio. Ed è meraviglioso che così all'improvviso sia sollevato al tuo abbraccio, mentre sempre sono tratto verso il basso dal mio peso. 2 - Ho trovato a un tempo me e te È, questa, opera del tuo amore, che gratuitamente mi previene, mi soccorre in moltissime necessità, mi custodisce da gravi pericoli e mi strappa da mali davvero innumerevoli. Amandomi infatti di un amore sregolato, io mi sono perduto, mentre, cercando tè solo e amandoti sinceramente, ho trovato a un tempo me e te e a causa di tale amore sono rientrato ancora più profondamente nel mio nulla. Perché tu, dolcissimo Signore, fai con me sopra ogni mio merito e sopra ciò che io osi sperare e chiedere. 3 - Tu sei la nostra salvezza Sii benedetto Dio mio, che quantunque io sia indegno di ogni bene, pure la tua generosità e la tua infinita bontà mai non cessano di beneficare gli ingrati, quelli che t'hanno voltato le spalle e ti stanno più lontani. Facci tornare a te affinché diveniamo riconoscenti, umili e devoti, perché tu sei la nostra salvezza, la nostra virtù e la nostra forza. Capitolo 9 - Dio fine ultimo 1 - Il Signore Figliuolo, io devo essere il tuo supremo e ultimo fine, se desideri veramente di essere felice. Questa intenzione purificherà ogni tuo affetto, che tanto spesso è malamente inclinato verso di sé o verso le creature. Se infatti in alcuna cosa cerchi te stesso, immediatamente divieni languido e inaridisci. Riferisci dunque tutto a me come al tuo principio, perché sono io che tutto ti ho dato. Considera le singole cose un dono del sommo Bene; ne viene di conseguenza che tutte si devono riportare a me come alla loro origine. 2 - Grazia su grazia Da me il piccolo e il grande, il povero e il ricco, come da sorgiva fontana, attingono l'acqua viva; e quelli che spontaneamente e liberamente mi servono riceveranno " grazia su grazia " ( Gv 1,16 ). Chi poi vorrà gloriarsi all'infuori di me o compiacersi in qualche bene personale, non sarà stabile nel vero gaudio, non avrà un largo respiro nel suo cuore, ma in mille modi sarà impacciato e angustiato. Nulla di bene devi dunque attribuirti, e nemmeno riferire a un uomo la sua virtù, quasi che Dio non ne avesse il merito principale; ma tutto da a Dio, senza il quale l'uomo non possiede nulla. Io tutto ti ho dato, io tutto voglio riavere e con grande rigore esigo il ricambio. 3 - La divina carità tutto vince Questa è la verità che fuga la vanità della gloria. E se la grazia celeste e la vera carità ti entreranno nell'anima, non vi sarà nessuna invidia ne rodimento di cuore, ne avrà luogo l'amor proprio. La divina carità tutto vince e dilata tutte quante le forze dell'anima. Se ragioni rettamente, in me solo ti allieterai, spererai soltanto in me, perché " nessuno è buono se non uno solo Dio " ( Lc 18,19 ), il quale deve essere lodato sopra tutte "le cose e in tutto deve essere benedetto". Capitolo 10 - È dolce servire Dio 1 - Il discepolo Parlerò ora di nuovo. Signore, e non tacerò. Dirò all'orecchio del mio Dio, del mio Signore, del mio Re, che abita nell'alto dei cieli: " Quanto grande, Signore, è la tua bontà, e tu la tieni in serbo per quelli che ti temono! " ( Sal 31,20 ). E che sarà per quelli che ti amano? per coloro che ti servono con tutto il cuore? La dolcezza della tua contemplazione è veramente ineffabile, e tu con larghezza la concedi a quelli che ti amano. In questo hai manifestato la tenerezza della tua carità: io non esistevo e tu mi hai creato; andavo errando lontano da te e mi hai ricondotto al tuo servizio e mi hai comandato di amarti. 2 - Eccede ogni mio merito O fonte di sempiterno amore, che mai dirò di te? Come potrò dimenticarmi di te, che ti sei degnato ricordarti di me, anche dopo che mi ero imputridito e perduto? La misericordia che hai usato col tuo servo è stata oltre ogni speranza; eccede ogni mio merito la tua amicizia e la grazia che mi hai offerto. . Che cosa ti renderò per questa grazia? Non a tutti è dato di rinunciare a tutto, di abbandonare il mondo e abbracciare la vita religiosa. È forse una gran cosa che io ti serva, se ogni creatura è tenuta a servirti? Non mi deve sembrare troppo servirti; ma piuttosto deve apparirmi grande e mirabile che tu ti degni accogliere per tuo servo me, tanto povero e miserabile, e di pormi nel numero dei tuoi servi diletti. 3 - È tutto tuo ciò che ho Ecco, " è tutto tuo ciò che ho " e con cui ti servo. Senonché è pur vero il rovescio: tu servi a me più che io serva a tè. Ecco, tu hai creato per gli uomini il cielo e la terra, ed essi sono pronti a fare ogni giorno ciò che hai loro comandato. E questo è ancora poco: anche gli Angeli hai posto a servizio degli uomini. Ma ciò che tutto trascende è che tu ti sei degnato di servire all'uomo e gli hai promesso di dargli te stesso. 4 - Ti potessi servire tutti i giorni! Che ti darò io in cambio di questi doni senza numero? Ah, ti potessi servire tutti i giorni della mia vita! Fossi almeno capace di servirti degnamente anche per un giorno solo! Veramente tu sei degno di ogni servizio, di ogni onore e di eterna lode. In verità tu sei il mio Signore e io il tuo povero servo, tenuto a servirti con tutte le forze e a non mai stancarmi di cantare le tue lodi. Così voglio, così desidero che sia, e tu degnati di supplire a tutto ciò che mi manca. 5 - Che gloria immensa! Che grande onore, che gloria immensa servirti e tutto disprezzare per tuo amore! Avranno larga abbondanza di grazia quelli che si saranno assoggettati spontaneamente al tuo santissimo servizio. Quelli che per tuo amore avranno disprezzato ogni diletto carnale troveranno la consolazione soavissima dello Spirito Santo. Quelli che per tuo amore camminano nella via angusta e trascurano ogni sollecitudine mondana raggiungeranno una grande libertà di spirito. 6 - L'uomo veramente si fa libero O amabile e giocondo servizio di Dio, in cui l'uomo si fa veramente libero! O sacro stato del servizio religioso, che rende l'uomo eguale agli Angeli, gradito a Dio, terribile ai demoni, onorevole a tutti i fedeli! O servizio sempre degno di essere abbracciato e desiderato, col quale si guadagna il sommo Bene e si acquista una gioia che durerà senza fine! Capitolo 11 - L'esame e la moderazione dei desideri 1 - Il Signore Figliuolo, è necessario che tu impari ancora molte cose; fino a oggi non le hai imparate bene. Il discepolo Quali sono, Signore? Il Signore Che tu sottoponga totalmente i tuoi desideri al mio beneplacito, non ami te stesso e brami con tutto il cuore di uniformarti alla mia volontà. Spesso i desideri ti accendono e impetuosamente ti sospingono; ma rifletti se ti muove il mio onore o piuttosto un tuo interesse. Se sono io in causa, sarai ben contento qualunque cosa io ordini; se invece in fondo all'animo si nasconde il tuo tornaconto, ecco ciò che ti impaccia e ti aggrava. 2 - Frenarsi Va' quindi cauto e non fissarti troppo in un desiderio concepito dentro di te senza avermi prima consultato, per non pentirti in seguito e dolerti di quanto in un primo tempo ti piaceva e credevi ottima cosa. Non subito si deve seguire ogni sentimento che sembra buono, ma nemmeno si deve immediatamente ripudiare ogni sentimento contrario. Giova talvolta frenarsi anche negli impulsi e desideri buoni perché, divenendo importuni, non ti distraggano lo spirito, o ingenerino scandalo negli altri per l'indiscrezione, o ancora perché, incontrando opposizione negli altri, tosto ti abbiano a turbare e a far cadere. 3 - La carne sia sottomessa allo spirito Alle volte si deve usare una vera violenza e virilmente andare contro l'appetito sensitivo, né badare che cosa voglia o non voglia la carne; ma soprattutto pretendere che la carne, anche se riluttante, sia sottomessa allo spirito. E la si deve castigare ( 1 Cor 9,27 ) e costringere a stare in servitù fino a quando non sia docile a tutto e non impari a contentarsi di poco, ad avere gusti semplici e a non lagnarsi se una cosa va di traverso. Capitolo 12 - L'esercizio della pazienza 1 - Il discepolo Signore Dio, come vedo, la pazienza mi è molto necessaria, essendo frequenti nella vita tante e tante contrarietà. Per quanto abbia predisposto onde aver pace, questa esistenza non può trascorrere senza lotta e senza dolore. 2 - Il Signore Così è, figliuolo. Ma non voglio che tu abbia a cercare una pace esente da tentazioni o insensibile alle avversità; bensì devi stimare di aver trovato la pace quando sarai percosso da diverse tribolazioni o provato da molte contrarietà. 3 - Fra due mali scegliere il minore Se dici di non poter ora sostenere molte sofferenze, come sopporterai le pene del purgatorio? Fra due mali si deve sempre scegliere il minore. Per poter dunque evitare gli eterni futuri supplizi, procura di rassegnarti con pazienza ai mali presenti per amore di Dio. Forse credi che gli uomini del mondo non patiscano nulla o poco? Non ne troverai uno solo, anche se lo cerchi fra quelli che vivono nelle delizie. Il discepolo. Ma costoro hanno molte gioie, accontentano il proprio capriccio, perciò sentono poco il peso dei loro mali. 4 - Il Signore Sia pure che abbiano tutto quello che vogliono, ma sino a quando pensi che durerà? Ecco, i gaudenti del mondo " svaniscono come fumo " ( Sal 37,20 ) e non rimarrà nemmeno il ricordo delle passate soddisfazioni. In mezzo ad esse, anche durante la vita, non si adagiano senza amarezza, senza tedio, senza timore. Non di rado dalle medesime cose che danno piacere proviene il castigo dell'afflizione. Giustamente avviene loro così, perché disordinatamente vanno in cerca dei godimenti e li inseguono, ma non riescono a soddisfarsene senza confusione e angoscia. 5 - Volta le spalle alle tue voglie O quanto sono brevi, falsi, sregolati e turpi tutti i piaceri del mondo! E tuttavia per ebbrezza e cecità gli uomini non intendono nulla, ma come animali muti, per un piccolo diletto della vita corruttibile vanno incontro alla morte dell'anima. Tu dunque, figliuolo, " non lasciarti trascinare dalle tue passioni e frena i tuoi desideri " ( Sir 18,30 ). " Riponi la tua allegrezza nel Signore; egli ti darà quanto desidera il tuo cuore " ( Sal 37,4 ). 6 - La tua benedizione Se davvero vuoi godere la gioia ed essere pienamente consolato da me, sappi che nel disprezzo di tutti i beni del mondo e nella diserzione da tutti gli smorti godiménti della terra vi " sarà la tua benedizione " ( Gen 27,40 ) e ne riceverai grande conforto. Quanto più ti sottrarrai al conforto delle creature, tanto più soavi e profonde troverai le consolazioni di Dio. Ma non potrai raggiungerle senza prima subire una certa tristezza e un'aspra e faticosa lotta. Ti si opporrà l'inveterata consuetudine, ma sarà vinta da una nuova, migliore. Si ribellerà la carne, ma sarà domata dal fervore dello spirito. L'antico serpente ti istigherà, ti provocherà, ma sarà posto in fuga dalla preghiera; inoltre con uno sforzo salutare gli sarà bloccato l'ingresso all'anima tua. Capitolo 13 - Il bene dell'obbedienza 1 - Il Signore Figliuolo, chi tenta di sottrarsi all'obbedienza si sottrae alla grazia, e chi cerca il bene individuale perde quello collettivo. Chi non sottostà volentieri e spontaneamente al suo superiore dà segno che la sua carne non gli obbedisce ancora perfettamente, ma spesso ricalcitra e si ribella. Impara dunque a sottometterti con prontezza al tuo superiore, se desideri di soggiogare i tuoi sensi, Difatti con più facilità l'uomo vince il nemico esterno, se non è interiormente devastato. Non vi è nemico peggiore e più insolente per l'anima che non tu a tè stesso quando sei in disaccordo col tuo spirito. Bisogna assolutamente che acquisti un vero disprezzo di te, se vuoi avere il primato sulla carne e sul sangue. Ancora ti ami troppo e disordinatamente e quindi esiti a consegnarti pienamente all'altrui volontà. 2 - Io sono divenuto il più umile Non è poi grande cosa se tu, che sei polvere e niente, per amor di Dio ti fai suddito di un uomo, quando io, l'Onnipotente e l'Altissimo, che dal nulla ho creato tutte le cose, mi sono sottomesso umilmente agli uomini per amore di te. Io sono divenuto il più umile e l'infimo di tutti per vincere con la mia umiliazione la tua superbia. O polvere, impara a obbedire! O terra e fango, impara a umiliarti e a curvarti sotto i piedi di tutti! Impara a spezzare la tua volontà e a piegarti a ogni sottomissione. 3 - Tutti ti possano camminare sopra Sdegnati contro di te e non sopportare che in te viva un tronfio orgoglio, ma mostrati così piccino e soggetto che tutti ti possano camminare sopra e calpestarti come il fango delle piazze. Che cosa hai tu, buono a nulla, da lamentarti? Sordido peccatore, che cosa, puoi ribattere a quelli che ti rimproverano, se tante volte hai offeso Dio e parecchie volte hai meritato l'inferno? Ma il mio occhio ti ha guardato con compassione, perché era preziosa la tua anima dinanzi a me, perché volevo che conoscessi il mio amore e sempre mi fossi grato per i miei benefici e perché con costanza ti rassegnassi alla vera soggezione e umiltà e pazientemente sostenessi di essere disprezzato. Capitolo 14 - I segreti giudizi di Dio 1 - Il discepolo Tu fai tuonare sopra di me i tuoi giudizi, Signore; con timore e tremore scuoti tutte le mie ossa; l'anima mia ne è profondamente atterrita. Sto sbalordito e penso che se " nemmeno i cieli sono puri ai tuoi occhi è negli Angeli tuoi trovi manchevolezze " ( Gb 4,18 ) e tuttavia non li hai risparmiati, che mai sarà di me? " Caddero le stelle dal cielo " ( Ap 6,13 ), e che cosa posso presumere io, polvere? Coloro che sembravano lodevoli per le loro opere sono precipitati in basso, e quelli che mangiavano il pane degli Angeli si nutrono delle ghiande dei porci. 2 - Abbandonati da te affondiamo Non vi può dunque essere santità, se tu, Signore, ritiri la tua mano. Nessuna sapienza giova, se tu smetti di governare. Non vale nessuna fortezza, se tu cessi di conservare. Non vi è sicurezza di castità, senza la tua protezione. Non serve la custodia di sé, se non interviene la tua santa vigilanza. Abbandonati da te, affondiamo e periamo; se invece tu ci visiti, ci risolleviamo e viviamo. Siamo veramente instabili, ma per opera tua veniamo consolidati; siamo tiepidi, ma tu ci infiammi. 3 - Il nulla nel tutto Oh, quanto umilmente e dimessamente devo sentire di me stesso; come in conto di nulla dovrei stimarmi, se mi sembrasse di aver qualcosa di buono! Oh quanto profondamente mi devo abbassare sotto i tuoi incomprensibili giudizi, Signore, mentre devo constatare di essere nient'altro che nulla di nulla. O Maestà immensa! O oceano senza sponde, dove nulla scopro di me fuorché il nulla nel tutto. Dove dunque le pretese della gloria? dove la fiducia nella propria virtù? Ogni vanagloria è inghiottita nella profondità dei tuoi giudizi su di me. 4 - La verità del Signore resta in eterno Che è mai l'uomo al tuo cospetto? " L'opera dirà al suo modellatore: Perché mi hai fatta così? " ( Rm 9,20 ). Come può gonfiarsi per un vano elogio colui che ha il cuore veramente sottomesso a Dio? Il mondo intero non varrà a imbaldanzire colui che la verità ha assoggettato a sé; né un coro universale di lodi muoverà colui che ha collocato in Dio tutta la sua speranza. Poiché gli adulatori sono un nulla, dileguano come la risonanza medesima delle loro parole, mentre " la verità del Signore resta in eterno" ( Sal 117,2 ). Capitolo 15 - Le cose desiderabili 1 - Il Signore Figliuolo, in ogni contingenza devi dire: " Signore, se a te piace così, questo sia fatto " ( Mt 11,26 ). Signore, se è per la tua gloria, questo sia fatto nel tuo nome. Signore, se tu vedi che questa cosa mi conviene e la giudichi utile per me, concedimi di potermene servire sempre a tuo onore. Ma se conosci che mi sarà nociva, che non gioverà alla salute dell'anima mia, toglimi dal cuore questo desiderio. Poiché non ogni desiderio viene dallo Spirito Santo, anche se all'uomo sembra retto e buono. È difficile giudicare secondo verità, se è uno spirito buono o uno cattivo che ti spinge a desiderare una cosa piuttosto che un'altra, o se ti muove l'interesse personale. Molti che da principio sembravano mossi da uno spirito buono, alla fine si trovarono nell'illusione. 2 - Ciò che vuoi, quanto vuoi, quando vuoi Tutto quanto s'affaccia alla mente come oggetto appetibile, lo devi sempre desiderare e chiedere col timore di Dio e con l'umiltà del cuore, e soprattutto con piena tua dedizione, affidandoti totalmente a me, dicendo: Signore, tu sai che cosa è meglio per me. Sia fatto questo o quello, come tu vuoi. Dammi ciò che vuoi, quanto vuoi e quando vuoi. Fa' di me come tu sai che è bene e nel modo che ti piace e per la tua maggior gloria. Ponimi dove vuoi e agisci con me liberamente in ogni cosa. Io sono nelle tue mani girarmi e rigirarmi per ogni verso. Ecco " io sono il tuo servo " ( Sal 119,125 ), pronto a tutto, desideroso di vivere non per me, ma per te. Potessi farlo degnamente e perfettamente! 3 - Conformità alla volontà di Dio Concedimi, benignissimo Gesù, la tua grazia, " perché sia con me e con me operi " ( Sap 9,10 ) e in me perseveri sino alla fine. Dammi di desiderare sempre e di volere quello che a tè è più gradito e più caro. La tua volontà sia la mia e la mia segua sempre la tua e perfettamente le sia concorde. Abbia con te un solo volere e disvolere, né altro possa volere o non volere se non ciò che tu vuoi o non vuoi. Dammi di morire a tutte le cose del mondo e amare di essere disprezzato per amor tuo e di essere ignorato su questa terra. Dammi di riposare in tè sopra tutte le cose che si possono desiderare, e che il mio cuore solo in te trovi pace. Tu sei la vera pace del cuore, l'unico suo rifugio; all'infuori di te tutto è affanno e inquietudine. " In questa pace mi corico, cioè in te, unico sommo eterno Bene, e subito mi addormento " ( Sal 4,9 ). Così sia. Capitolo 16 - La vera consolazione 1 - Il discepolo Tutto quello che per mio conforto posso desiderare o immaginare non lo aspetto ora ma in futuro. Perché se avessi tutte le delizie del mondo e potessi godere di tutte le sue gioie, è certo che a lungo non potrebbero durare. Quindi, anima mia, tu non potrai essere pienamente consolata, né perfettamente rallegrata se non in Dio, il confortatore dei poveri, il sostenitore degli umili. Aspetta ancora un po', anima mia, aspetta il compimento della divina promessa, e avrai in cielo l'abbondanza di tutti i beni. Se in maniera troppo disordinata brami i beni presenti, perderai gli eterni. Le cose temporali ti siano in giusto uso, ma affissa il desiderio nelle eterne. Tu non potrai essere sazio di nessuno dei beni creati, perché non sei stato creato per trovare in essi la felicità. 2 - La cittadinanza è nei cieli Anche se tu possedessi tutti i beni della terra, non potresti essere felice e beato. Solo in Dio, Creatore dell'universo, sta tutta la tua beatitudine e la tua felicità; ma non quella che sembra tale agli stolti amatori nel mondo e che essi esaltano, bensì quella che i fedeli di Cristo attendono; talvolta la pregustano gli uomini di vita spirituale e i mondi di cuore " la cittadinanza dei quali è nei cieli " ( Fil 3,20 ). È vana ed è breve ogni consolazione umana. È invece beata e vera quella che interiormente si attinge dalla verità. L'uomo devoto dovunque porta con sé il suo consolatore Gesù e gli dice: Sii con me, Signore Gesù, in ogni luogo e tempo. Questa sia la mia consolazione: rimanere volentieri senza umana consolazione. E quando mi manchi la tua consolazione, mi siano di somma letizia la tua volontà e la giusta prova. Perché " non per sempre sei adirato, ne eterno è il tuo rancore " ( Sal 103,9 ). Capitolo 17 - Ogni preoccupazione in Dio 1 - Il Signore Figliuolo, permettimi di fare di te ciò che voglio: io so quello che più ti conviene. Tu pensi come uomo; in molte cose giudichi come il sentimento umano ti suggerisce. 2 - Il discepolo Signore, la tua sollecitudine per me è maggiore di quella che io possa avere per me. Troppo vive alla ventura chi non ripone in te ogni preoccupazione. Signore, purché la mia volontà rimanga retta e ferma in te, fa' di me tutto quello che ti piace. Infatti non può non essere che bene tutto ciò che farai di me. Se tu vuoi che io giaccia nella notte dello spirito, sii benedetto; se invece mi vuoi lieto nella luce, sii ancora benedetto. Se ti degni di consolarmi, sii benedetto; e se mi vuoi tribolato, sii pure sempre benedetto. 3 - Il Signore Figliuolo, proprio così conviene che tu sia, se desideri camminare con me. Devi essere tanto disposto a patire quanto a godere. Devi stare volentieri nella miseria e nella povertà come nella sovrabbondanza e nella ricchezza. 4 - Il discepolo Signore, volentieri per amor tuo soffrirò tutto quello che vorrai mi accada. Con indifferenza voglio ricevere dalla tua mano il bene e il male, la dolcezza e l'amarezza, la letizia e l'afflizione, e renderti grazie per tutte le cose che mi potranno accadere. Custodiscimi da ogni peccato e io non temerò né la morte né l'inferno. Purché tu non mi rigetti per sempre, né mi cancelli dal libro della vita, non mi potrà mai nuocere qualunque tribolazione venga sopra di me. Capitolo 18 - Le miserie temporali e l'esempio di Cristo 1 - Il Signore Figliuolo, io sono disceso dal Cielo per la tua salvezza ; ho assunto le tue miserie non per necessità ma per amore, perché tu imparassi la pazienza e tollerassi senza rincrescimento i mali di questo tempo. Perché dall'ora del mio natale fino alla morte sulla croce non sono mai stato senza dolore. Ho avuto la massima indigenza di beni temporali, ho udito frequentemente lagnanze contro di me, ho sopportato con mansuetudine vituperi e obbrobri, ho avuto ingratitudini in ricambio dei benefici, bestemmie per i miracoli, derisioni per la dottrina. 2 - Il discepolo Signore, poiché tu fosti paziente nella tua vita, adempiendo in ciò soprattutto la volontà del Padre tuo, è ben giusto che io, meschino peccatore, sopporti con pazienza me stesso e sostenga a mia salvezza, finché tu lo vorrai, il peso di questa vita corruttibile. Benché ognuno senta greve la vita presente, pure essa è divenuta, per la tua grazia, assai meritoria, e a imitazione del tuo esempio e sulle vestigia dei tuoi santi, si è fatta sopportabile e serena anche ai deboli. Inoltre è molto più consolante che non fosse quella sotto l'Antica Legge, quando era chiusa la porta del cielo e sembrava più buia la via che vi conduce, mentre tanto pochi si davano pensiero di cercare il regno dei cieli. Nemmeno i giusti e i destinati alla salvezza, prima della tua passione e prima che con la tua morte fosse soddisfatto il nostro debito, potevano entrare nel regno celeste. 3 - La vita tua è la via nostra O quante azioni di grazia sono tenuto a renderti. Signore, per esserti degnato di indicare a me e a tutti i fedeli la via retta e buona che mena all'eterno tuo regno! La vita tua è la via nostra, e con la santa pazienza noi camminiamo verso di te che sei la nostra corona. Se tu non ci avessi preceduti e ammaestrati, chi si curerebbe di seguirti? Quanti rimarrebbero lontani e ben indietro, se non avessero dinanzi agli occhi i tuoi preclari esempi! Ecco, ancora siamo tiepidi, pur avendo udito il racconto dei tuoi molti miracoli e insegnamenti; che mai avverrebbe se non avessimo una così viva luce per seguirti? Capitolo 19 - La sopportazione delle offese 1 - Il Signore Che cosa vai dicendo, figliuolo? Smettila di lagnarti. Considera la mia passione e quella degli altri santi. " Tu non hai ancora resistito fino al sangue " ( Eb 12,4 ). È poco quello che patisci in confronto di quanto hanno patito molti altri, i quali subirono violente tentazioni, gravi tribolazioni, prove e travagli di ogni genere. Ti conviene quindi ricordare le sofferenze altrui ben più penose per poter sopportare più facilmente le tue che sono minime. Che se a te non sembrano minime, vedi se anche questo non è un frutto della tua impazienza. A ogni modo, siano piccole siano grandi, accingiti a sostenerle tutte pazientemente. 2 - Porterai più lievemente il peso Quanto meglio ti disponi a patire, tanto più saggiamente agisci e tanto maggior merito guadagni; porterai anche più lievemente il peso, quando avrai preparato l'animo e fatta la consuetudine. Non dire: Non ci riesco a sopportare questo da un tale uomo, né devo tollerare ingiurie di questo genere; mi ha fatto un gran danno e mi rimprovera di cose che non ho mai pensate; però da un altro le sopporterei in pace quando vedessi giusto di dovermele prendere. Un tale ragionamento è stolto: invece di tener conto della virtù della pazienza e da chi deve essere coronata, si guarda solo all'ingiuria e alla persona dalla quale si è ricevuta. 3 - Un vistoso guadagno Non è un vero paziente chi vuoi patire se non quanto gli pare e da chi gli pare. Il vero paziente non bada da quale persona viene messo alla prova, se da un superiore o da un uguale o da un inferiore, se da un buono e santo individuo o da un perverso e indegno. Ma da qualunque creatura gli vengano le contrarietà, per quanto siano gravi e per quante volte le debba subire, indifferentemente le accetta tutte e con gratitudine dalla mano di Dio, e le ritiene un vistoso guadagno; perché dinanzi a Dio qualsiasi cosa, anche piccola, se è sofferta per lui, non sarà senza merito. 4 - Sopporta pazientemente Sii dunque pronto alla battaglia, se vuoi avere la vittoria. Senza lotta non puoi raggiungere la corona dovuta alla pazienza. Se non vuoi patire, tu rifiuti di essere coronato. E se invece vuoi essere coronato, combatti virilmente e sopporta pazientemente. Senza fatica non si può aspirare al riposo, ne senza lotta si arriva alla vittoria. 5 - Preghiera per ottenere la pazienza Signore, fa' che mi sia possibile per la tua grazia ciò che mi è impossibile per natura. Tu sai che poco io posso patire e che presto mi abbatto all'affacciarsi di una leggiera contrarietà. Mi diventi amabile e desiderabile, per tuo amore, ogni tribolazione; perché patire ed essere maltrattato per te è molto salutare all'anima mia. Capitolo 20 - Il riconoscimento delle nostre miserie 1 - Il discepolo " Andrò dal Signore a confessare il mio peccato " ( Sal 32,5 ); confesserò a te, Signore, la mia debolezza. Spesso è una cosa da poco quella che mi deprime e mi contrista. Propongo di agire da forte, ma appena sorge una lieve tentazione, la mia angustia, si fa grande. Alle volte da un motivo assai lieve proviene un grave turbamento. E mentre mi stimo un tantino sicuro, non accorgendomi del pericolo, ecco che un filo di brezza quasi mi rovescia. 2 - Strappami dal tempo " Vedi, Signore, la mia sventura e la mia pena " ( Sal 25,18 ); la mia fragilità è a te nota in tutta la sua estensione. Abbi pietà di me, " tirami su dal pantano, ch'io non affondi " ( Sal 69,15 ) e non vi rimanga sommerso per sempre. È questo che frequentemente mi avvilisce e mi confonde dinanzi a te, il vedermi tanto cedevole e fiacco nella resistenza alle passioni. Benché non arrivino fino a strapparmi il consenso, tuttavia quella persecuzione mi è fastidiosa; mi è greve e di tanto tediò vivere quotidianamente in lotta con me stesso. E ho conoscenza della mia debolezza, perché le abbominevoli fantasie irrompono sempre più facilmente che non se ne partano. 3 - Non predomini il vecchio uomo Fortissimo Dio di Israele, difensore delle anime fedeli, vorrei che tu guardassi alla fatica e all'afflizione del tuo servo e lo assistessi in tutte le cose che sto per intraprendere. Corroborami con la celeste fortezza perché non predomini il vecchio uomo, cioè la misera carne non ancora pienamente sottomessa allo spirito; contro di essa bisognerà sempre combattere fino a quando c'è fiato in questa infelicissima vita. Ahimè, che vita è mai questa, sempre intessuta di dolori e di miserie, dove tutto è popolato di insidie e di nemici? Una tentazione o una tribolazione se ne va e ne viene un'altra, anzi mentre dura ancora il conflitto con la prima, all'improvviso ne sopraggiungono altre. 4 - Come si può chiamare vita? E come si può amare questa vita, colma di tante amarezze, soggetta a tante sventure e calamità? Che anzi, come si può chiamar vita una vita che genera tante morti e rovine? Tuttavia è amata e molti ripongono in essa la loro felicità. Si rimprovera sovente il mondo d'essere fallace e vano, tuttavia non lo si abbandona facilmente, perché si è troppo dominati dai desideri del senso. Senonché altre ragioni inducono ad amare il mondo, altre a disprezzarlo. Traggono ad amarlo la febbre della carne, la cupidigia degli occhi e la superbia della vita; mentre i castighi e le miserie che giustamente ne conseguono producono l'odio e il disgusto. 5 - È delizia lo stare fra le ortiche Ma purtroppo i piaceri malvagi vincono l'anima schiava del mondo, la quale " stima delizia lo stare fra le ortiche " ( Gb 30,7 ), perché non conobbe e non gustò mai la soavità di Dio e l'interno godimento della virtù. Quelli invece che totalmente disprezzano il mondo e si studiano di vivere per Iddio con una regola santa non ignorano le divine dolcezze promesse ai saggi rinunciatari; essi vedono con tutta chiarità quanto gravemente il mondo erri e in quanti modi s'inganni. Capitolo 21 - L'unico riposo è in Dio 1 - Il discepolo Soprattutto e in tutto, anima mia, cerca il tuo riposo sempre nel Signore, perché egli è l'eterna requie dei santi. O dolcissimo e amantissimo Gesù, dammi di riposare in te sopra ogni creatura, sopra ogni salute e bellezza, sopra ogni gloria e onore, sopra ogni potenza e dignità, sopra ogni scienza e ogni acutezza d'ingegno, sopra tutte le ricchezze e le arti, sopra ogni gioia ed esultanza, sopra ogni fama e lode, sopra ogni speranza e promessa, sopra ogni merito e desiderio, sopra tutti i doni e i favori che puoi dare e infondere, sopra ogni gaudio e giubilo che l'anima può capire e sentire, e infine sopra gli Angeli e gli Arcangeli e sopra tutto l'esercito del cielo, sopra tutte le cose visibili e invisibili, sopra tutto ciò che non sei tu. Dio mio. 2 - Tu solo bellissimo e amantissimo Perché tu. Signore Dio, sei ottimo sopra tutte le cose. Tu solo altissimo, tu solo onnipotente, tu solo sufficientissimo e munificentissimo, tu solo soavissimo e deliziosissimo, tu solo bellissimo e amantissimo. Tu solo nobilissimo e sopra tutto gloriosissimo, nel quale sono, furono e saranno uniti insieme tutti i beni in tutta la loro perfezione. Quindi è manchevole e non bastevole tutto quello che mi doni all'infuori di te, o che di te mi riveli o prometti, se non c'è la tua visione ne il pieno possesso di te. Il mio cuore pertanto non può davvero aver requie ne essere contento appieno se in te non riposa, trascendendo tutti i doni e ogni creatura. 3 - Quanto sei soave! O mio dilettissimo sposo, Gesù Cristo, amatore purissimo, dominatore dell'universo, " chi mi darà le ali della colomba per volarmene via e riposare in te? " ( Sal 55,7 ). O quando mi sarà dato di attendere in piena libertà a te e di contemplare e gustare quanto sei soave. Signore, Dio mio? Quando completamente mi raccoglierò in te, così da non sentire me stesso per amor tuo, ma te solo, sopra ogni senso e misura e in una maniera che non tutti- conoscono? Ora frequentemente gemo e con dolore porto la mia infelicità. Perché in questa valle di lacrime mi incombono molti mali che spesso mi turbano, mi contristano, mi annebbiano; spesso mi sono di inciampo e di distrazione, mi allettano e mi irretiscono, perché non abbia libero accesso a te e non goda dei giocondi abbracci dei quali sempre tripudiano gli spiriti beati. Ti muovano a pietà, Signore, i miei sospiri e le molte desolazioni che io soffro sulla terra. O Gesù, splendore dell'eterna gloria, sollievo dell'anima pellegrina, dinanzi a te le mie labbra sono ammutolite; solo ti parla il mio silenzio. 4 - Vieni, vieni! Fino a quando tarderà a venire il mio Signore? Venga a me, suo poverello, e lo faccia contento. " Stenda la sua mano " ( Sal 144,7 ) e strappi me misero da ogni angustia. Vieni, vieni, perché senza di te non avrò né un giorno né un'ora felice. Tu sei la mia letizia e senza di te è deserta la mia mensa. Io sono miserabile e in certo modo imprigionato e carico di ceppi fino a quando non mi ristori la luce della tua presenza e mi doni la libertà e mi mostri il tuo volto amico. 5 - Non tacerò Cerchino altri invece di te qualsiasi altra cosa che a loro aggrada: a me non piace e non piacerà null'altro che te. Dio mio, speranza mia, salvezza eterna. Non tacerò né cesserò di supplicare fino a quando non torni la tua grazia e tu non parli al mio cuore. 6 - Il Signore " Eccomi, sono qui " ( Is 58,9 ). Eccomi a te che mi hai invocato. Le tue lacrime, il sospiro della tua anima, la tua umiliazione e contrizione di cuore mi hanno piegato e condotto a te. 7 - Il discepolo E dissi : Signore, io ti ho chiamato, ho desiderato di gioire con te, sono preparato a tutto rinunciare per te, Tu per primo mi hai scosso perché io ti cercassi. Sii dunque benedetto. Signore, che " usasti tale bontà verso il tuo servo, secondo l'abbondanza della tua misericordia " ( Sal 119,65 ). Che altro può dire il tuo servo davanti a te se non umiliarsi profondamente, memore sempre della sua iniquità e bassezza? Non vi è nessuno simile a te fra tutti gli esseri meravigliosi del cielo e della terra. Immensamente buone sono le tue opere, veri i tuoi giudizi; tutte le cose sono governate dalla tua Provvidenza. Lode e gloria dunque a te, Sapienza del Padre; ti benedicano e ti lodino le mie labbra, l'anima mia, insieme con tutte le creature. Capitolo 22 - Il ricordo degli innumerevoli benefici di Dio 1 - Il discepolo Apri, Signore, il mio cuore alla tua legge e insegnami a camminare nella strada dei tuoi comandamenti. Concedimi di intendere la tua volontà e di ricordare con grande riverenza e con diligente considerazione i tuoi benefici sia generali che particolari, perché me ne valga a degnamente renderti grazie. Lo so, lo confesso che nemmeno in minima parte io posso offrirti i dovuti ringraziamenti. Sono impari a tutti i benefici che tu mi hai fatto; e se penso alla tua munificenza, il mio spirito viene meno dinanzi alla bontà tua tanto grande. 2 - Tutto è tuo Tutto quanto abbiamo nell'anima e nel corpo, tutto quello che possediamo all'esterno e all'interno, d'ordine naturale e soprannaturale, tutto è beneficio tuo, e te proclamano benefico pietoso e buono; da te abbiamo ricevuto ogni bene. E se uno ha ricevuto di più, altri di meno, però tutto è tuo, e senza di te neanche il più piccolo bene si può avere. Chi ha ricevuto di più non può gloriarsi come se fosse merito suo, né erigersi sopra gli altri, ne disprezzare chi ha avuto meno, perché è maggiore e migliore chi meno attribuisce a sé ed è più umile e devoto nel ringraziare. E chi si stima il più vile di tutti e si giudica il più indegno è nella condizione più favorevole per ricevere grazie maggiori. 3 - Tutto viene da te Chi poi ha ricevuto meno non si deve contristare, né adontarsi, né invidiare il più ricco; ma piuttosto rivolgersi a te e lodare altissimamente la tua bontà, perché tanto generosamente, tanto paternamente e volentieri tu elargisci i tuoi doni senza distinzione di persone. Tutto viene da te e perciò in tutto dobbiamo lodarti. Tu sai ciò che torna utile a ciascuno e perché questi abbia di meno e quello di più; non appartiene a noi tale discernimento, ma a te, presso il quale sono ben definiti i meriti di ciascuno. 4 - Tu hai eletto i poveri e gli umili Perciò, Signore Dio, io ritengo un grande beneficio non avere molto di ciò che appare esternamente e che procura lode e gloria dagli uomini; così se qualcuno considera la sua povertà e la miseria della sua persona, non solo non senta dispiacere o tristezza o abbattimento, ma piuttosto consolazione e grande allegrezza, perché tu. Dio, hai eletto i poveri, gli umili, i reietti di questo mondo per tuoi familiari e amici. Ne sono stati testimoni gli stessi tuoi apostoli che " hai costituiti principi su tutta la terra " ( Sal 45,17 ). Sono vissuti nel mondo senza lamenti, così umili e semplici, senza ombra di malizia e di inganno, che si rallegravano perfino di " soffrire ingiurie per il tuo nome " ( At 5,41 ) e abbracciavano con ardore quello che il mondo aborre. 5 - All'ultimo posto come al primo Nulla pertanto deve allietare colui che ti ama e riconosce i tuoi benefici, come il compimento della tua volontà e delle tue eterne disposizioni su di lui. E di ciò deve gioire e consolarsi tanto da acconsentire volentieri a essere il più piccolo, come altri aspira a essere il più grande; ed è così sereno e contento di trovarsi all'ultimo posto come se fosse al primo, accettando volentieri di vivere spregevole e trascurato, di nessun nome, di nessuna fama, come se nel mondo fosse il più onorato e il più glorificato. Perché la tua volontà e lo zelo del tuo onore devono andare avanti a tutto e più consolarlo e piacergli che non tutti i benefici che tu gli abbia dati o sia per dargli. Capitolo 23 - Le quattro condizioni che mettono la pace nel cuore 1 - Il Signore Figliuolo, ora ti insegnerò la via della pace e della vera libertà. 2 - Il discepolo Fa' quello che dici. Signore, perché ciò appunto mi è molto gradito di udire. 3 - Il Signore Studiati, figliuolo, di fare l'altrui volontà piuttosto che la tua. Scegli sempre di avere meno piuttosto che più. Cerca sempre l'ultimo posto e di stare sottomesso a tutti. Desidera sempre e prega perché in te si faccia interamente la volontà di Dio. Ecco, un tale uomo entra nel possesso della pace e della quiete. 4 - Il discepolo Signore, questo tuo breve discorso contiene in sé molta perfezione. Sono poche parole, ma piene di senso e ricche di frutto. Se io potessi custodirle fedelmente, non sarei tanto facile a turbarmi. Perché tutte le volte che mi sento inappagato e triste è perché mi sono scostato da questa dottrina. Ma tu che tutto puoi e sempre ami il profitto dell'anima, accresci ancor più la misura della tua grazia, perché possa attuare la tua parola e raggiungere la mia salvezza. 5 - Preghiera contro i pensieri cattivi Signore, Dio mio, " non ti allontanare da me; Dio mio, volgiti in mio aiuto " ( Sal 71,12 ) , poiché in me sono sorti strani pensieri e forti timori ad affliggere la mia anima. Come passerò incolume? Come potrò sgominarli? " Io, tu dici, andrò innanzi a te livellando le altezze " ( Is 45,2 ). " Spezzerò le porte di bronzo e le sbarre di ferro infrangerò. E ti darò i tesori segreti " ( Is 45,3 ). Fa', Signore, come dici, e alla tua presenza si dileguino tutti i pensieri malvagi. Questa è la mia speranza e l'unico mio conforto, rifugiarmi presso di te in ogni tribolazione, in te confidare, te invocare dal fondo del cuore e aspettare pazientemente la tua consolazione. 6 - Impera, ai venti Rischiarami, Gesù buono, con lo splendore dell'interna luce e scaccia tutte le tenebre dal fondo del mio cuore. Contieni le molte divagazioni e stronca le tentazioni che premono con violenza. Combatti da forte per me e abbatti le male bestie, cioè le concupiscenze allettatrici, perché " sia fatta pace mediante il tuo valore " ( Sal 122,7 ), e la pienezza della tua lode risuoni nel tempio santo, cioè nella coscienza pura. Impera ai venti e alle procelle; di' al mare: " calmati ", e all'aquilone: " non soffiare ", e si farà gran bonaccia. " Manda la tua luce e la tua verità " ( Sal 43,3 ) affinché risplendano sulla terra; perché " io sono terra informe e vuota " ( Gen 1,2 ) fino a quando tu non mi illumini. Effondi dall'alto la tua grazia, infondi nel mio cuore la tua rugiada celeste, irriga con le acque feconde della pietà la faccia della terra perché produca frutti buoni e ottimi. Solleva la mia anima oppressa dalla mole dei peccati e innalza al cielo tutti i miei desideri perché, gustata la dolcezza della felicità eterna, mi infastidisca il pensiero delle cose terrene. Traimi a te, strappami da ogni fugace consolazione delle creature, perché nessuna cosa creata è bastevole a quietare e a consolare pienamente la mia brama. Congiungimi a te con l'indissolubile vincolo dell'amore, poiché tu solo basti a chi ti ama, e senza di te tutte le cose sono frivolezze. Capitolo 24 - Evitare la curiosità 1 - Il Signore Figliuolo, non essere curioso, né impicciarti in inutili brighe. Che ti deve importare di questo o di quello? " Tu pensa a seguirmi " ( Gv 21,22 ). Che t'importa che questi sia così o così, che quegli faccia o dica in un modo o nell'altro? Tu non devi rispondere degli altri, ma di te stesso devi rendere conto. Perché dunque ti immischi nei fatti altrui? Io, sì, tutti conosco, e vedo tutte le cose che avvengono sotto il sole, e so come stia ciascuno, che cosa pensi, che cosa voglia e a qual fine tenda la sua intenzione. Si deve quindi tutto a me rimettere: tu conservati nella buona pace e lascia che chi si agita si agiti quanto vuole. Ricadrà su di lui tutto ciò che avrà fatto e detto, perché non può ingannarmi. 2 - Sii previdente " Non ti affannare per seguire l'ombra di un gran nome ", né per avere molte amicizie, né per godere particolare affetto da alcuno. Queste cose generano distrazioni e grandi oscurità nel cuore. Volentieri ti rivolgerei la mia parola e ti rivelerei i misteri nascosti, se tu aspettassi premurosamente la mia venuta e mi aprissi la porta del tuo cuore. Sii prudente, veglia nella preghiera e umiliati in tutte le cose. Capitolo 25 - La durevole pace e il vero profitto 1 - Il Signore Figliuolo, io già ho detto: " Vi lascio la pace, vi dono la mia pace; non quale il mondo la da io la do a voi " ( Gv 14,27 ). Tutti desiderano la pace, ma non tutti si danno pensiero dei mezzi che procurano la vera pace. La mia pace è con gli umili e coi mansueti di cuore. Tu avrai la pace nella molta pazienza. Se mi ascolterai e seguirai la mia parola, potrai godere molta pace. 2 - Il discepolo Che farò dunque. Signore? 3 - Il Signore In ogni cosa bada a quello che fai e a quello che dici. Ogni tua intenzione dirigila a questo fine, di piacere a me solo e di nulla desiderare e cercare fuori di me. Non giudicare alla leggiera le parole e le azioni degli altri, né ti ingerire nelle cose che non ti furono affidate; allora non ti turberai se non poco o di rado. 4 - Non crederti una grande persona Non appartiene al tempo presente ma allo stato della perpetua quiete non sentire mai qualche turbamento, non soffrire qualche pena dell'anima o del corpo. Non stimare quindi di aver trovato la vera pace, se non ti accade nessuna contrarietà; e nemmeno che tutto vada bene, se nessuno ti contrista; né che tutto sia perfetto, se ogni cosa corre secondo il tuo desiderio. Non crederti grande e non stimarti particolarmente caro a Dio, se ti senti immerso in un intenso fervore e dolcezza, perché da questo non si conosce il vero amante della virtù, né in tali cose consiste il profitto e la perfezione dell'uomo. 5 - Il discepolo In che cosa allora, Signore? 6 - Il Signore Nell'offerta di te, con tutto il cuore, alla volontà divina, non cercando in nulla il tuo interesse, né nel poco, né nel molto, né nel tempo, né nell'eternità; così che tu abbia sempre lo stesso volto nella prosperità come nell'avversità e permanga nel ringraziamento, tutto pesando con giusta bilancia. Se sarai tanto forte e costante nella speranza così da avere l'animo preparato a soffrire anche maggiormente senza il conforto della consolazione interiore, e se non cercherai giustificazioni, come se non meritassi di sostenere questi e più duri patimenti, ma invece mi proclamerai giusto in tutte le mie disposizioni e mi loderai chiamandomi santo, allora potrai dire di camminare nella vera e retta via della pace e avrai la incrollabile speranza che di nuovo in giubilo rivedrai la mia faccia. Che se giungerai all'assoluto disprezzo di te stesso, sappi che allora godrai l'abbondanza della pace, per quanto è possibile durante la tua dimora nell'esilio. Capitolo 26 - La libertà del cuore 1 - Il discepolo Signore, questa è la norma dell'uomo perfetto: tener sempre teso l'animo alle cose celesti e passare quasi senz'affanno fra le molte cure: non secondo il costume dei neghittosi, ma a modo di chi possiede il privilegio di uno spirito libero, per non aderire a nessuna creatura con disordinato amore. 2 - Pesano a castigo Ti prego, piissimo Dio mio, preservami dalle sollecitudini di questa vita perché non vi rimanga troppo impigliato; dalle molteplici esigenze del corpo perché esse non mi facciano schiavo del piacere; da tutti gli ostacoli dell'anima perché, affranto dalle avversità, non mi scoraggi. Non dico che tu mi preservi solo dalle cose alle quali la vanità mondana ardentemente aspira, ma anche da quelle miserie che, a causa della maledizione di morte ai figli di Adamo, pesano a castigo e attardano l'anima del tuo servo, sicché non può godere della libertà dello spirito quante volte vorrebbe. 3 - Non mi vinca la carne Dio mio, dolcezza ineffabile, cambiami in amarezza ogni consolazione della carne che mi distacca dall'amore dei beni eterni, e mi attrae a sé col fascino di qualche bene presente e malamente dilettevole. Non mi vinca, Dio mio, non mi vinca la carne e il sangue, non mi inganni il mondo e la sua gloria transeunte, non mi seducano le astuzie del demonio. Dammi la fortezza di resistere, la pazienza di sopportare, la costanza di perseverare. Dammi, in cambio di tutte le consolazioni del mondo, la soavissima unzione del tuo spirito e, invece dell'amore sensuale, infondimi l'amore del tuo nome. 4 - Evitando gli eccessi Ecco, il cibo, la bevanda, l'abito e tutti gli altri mezzi che servono a sostentare il corpo sono un peso per lo spirito fervoroso. Concedimi che di tali sollievi usi con moderazione e non mi avvinca una eccessiva bramosia di essi. Non è lecito buttar via tutto, perché si deve pur sostentare la natura; ma la legge santa proibisce la ricerca di ciò che non è necessario e che più diletta, perché altrimenti la carne si ribellerebbe contro lo spirito. Fra questi due estremi la tua mano, Signore, mi conduca e mi insegni a evitare gli eccessi. Capitolo 27 - L'amor proprio 1 - Il Signore Figliuolo, è necessario che tu dia tutto per tutto e che non appartenga per nulla a te stesso. Sappi che l'amore di te stesso ti danneggia più di ógni altra cosa al mondo. Qualunque cosa aderisce più o meno a te secondo l'amore e l'affetto che le porti. Se il tuo amore sarà puro, semplice e bene ordinato, non sarai schiavo di nulla. Non bramare ciò che non ti è lecito possedere, non possedere ciò che può esserti di impedimento e privarti della libertà interiore. Stupisce che dal fondo del cuore tu non affidi a me te stesso con tutto ciò che puoi desiderare o avere. 2 - In ogni cosa vi sarà qualche difetto Perché ti struggi in vane tristezze? Perché ti affatichi in cure superflue? Sta' al mio beneplacito e non soffrirai nessun nocumento. Se cerchi questo o quello e vuoi essere qui o là in vista di un tuo comodo o di una soddisfazione tua, non sarai mai nella quiete né libero da preoccupazioni, perché in ogni cosa vi sarà qualche difetto e dovunque vi sarà chi ti contrasta. 3 - Il luogo è una difesa fragile Ciò che giova non è l'acquisto o l'accrescimento di un qualsiasi bene esteriore, ma piuttosto il disprezzarlo e reciderlo dal cuore: fino alle radici. Questo non si riferisce solo al denaro e alle ricchezze, ma anche a quanto è nella cerchia dell'onore e nel desiderio della vana lode, tutte cose che passano col mondo. Il luogo è una difesa fragile, se manca lo spirito di fervore; ne durerà a lungo la pace cercata al di fuori, se il cuore non ha uno stabile fondamento, e cioè se non poggia su di me; puoi cambiare posto, ma non puoi divenire migliore. Perché se l'occasione si ripresenta e tu l'accetti, troverai quello che avevi sfuggito e ancora di peggio. 4 - Preghiera per la purificazione del cuore Fortificami, o Dio, con la grazia dello Spirito Santo. Dammi la forza di corroborare in me l'uomo interiore e di sgombrare il mio cuore da ogni inutile preoccupazione e ansietà, cosicché non sia attratto da vani desideri di alcuna cosa, vile o preziosa, ma tutto consideri transeunte e me pure di passaggio al pari di loro. Perché nulla è durevole sotto il sole, dove " tutto è vanità e afflizione di spirito " ( Qo 1,14 ). Oh, come è saggio chi ragiona così ! 5 - Dammi, Signore, la celeste sapienza perché impari a cercare e trovare te al di sopra di tutto, a gustare e amare tè soprattutto e a comprendere le diverse cose come sono in sé medesime, secondo l'ordine della tua sapienza. Concedimi di schivare con prudenza chi mi lusinga e di sopportare con pazienza chi mi avversa, perché questa è la grande saggezza: non piegarsi a ogni vento di parole, né prestare orecchio alle pericolose lusinghe della sirena: così si prosegue sicuri per la via intrapresa. Capitolo 28 - La maldicenza 1 - Il Signore Figliuolo, non ti rincresca se alcuni pensano male di te e dicono quello che non ascolti volentieri. Tu devi avere di te stesso un concetto ancora più basso e ritenere che nessuno è più imperfetto di te. Se vivi la vita interiore, non darai gran peso alle parole che volano via. Non è saggezza da poco se sai tacere nel tempo della contrarietà e se con cuore ti volgi a me, senza angustiarti per i giudizi umani. 2 - Non sei diverso da quello che sei La tua pace non dipende dalle parole degli uomini: che ti giudichino bene o male, non sei perciò diverso da quello che sei. Dov' è la vera pace e la vera gloria? Non è forse in me? Chi non brama di piacere agli uomini ne teme di dispiacere a loro godrà molta pace. L'inquietudine del cuore come la dissipazione dei sensi scaturiscono dall'amore non ordinato e dal vano timore. Capitolo 29 - Nelle tribolazioni 1 - Signore, " il tuo nome sia benedetto nei secoli " ( Tb 3,23 ) se hai voluto che questa tentazione e tribolazione venisse su di me. Non posso sfuggirla, ma ho bisogno di rifugiarmi in te perché tu mi aiuti e me la converta in bene. Signore, ora sono nell'angoscia e il mio cuore non ha pace, anzi molto soffre per la dura prova. E che ti dirò, Padre diletto? Sono stretto " in mezzo alle angustie " ( Gv 12,27 ). " Ma appunto per quest'ora sono venuto " ( Gv 12,27 ), perché tu sia glorificato liberandomi dopo avermi profondamente umiliato. " Ti piaccia liberarmi, Signore " ( Sal 40,14 ), perché che cosa posso fare io così povero e dove andrò senza di te? Anche questa volta. Signore, dammi la pazienza. Aiutami, Dio mio, e non avrò timore, per quanto sia grave la mia pena. 2 - Sia fatta la tua volontà Frattanto che dovrò dirti? Signore, " sia fatta la tua volontà " ( Mt 26,42 ). Io ho ben meritato di essere tribolato e oppresso. È necessario che soffra. Potessi sopportare con pazienza, finché non passi la burrasca e la calma ritorni! La tua mano è onnipotente e ti è possibile togliermi questa tentazione o mitigarne la violenza; fa' che io non soccomba, così come tante altre volte hai fatto con me. " È Dio la mia cittadella, il Dio del mio amore " ( Sal 59,18 ). " E quanto più è difficile la mia condizione tanto più si manifesterà in me la potenza del tuo soccorso" ( Sal 77,11 ). Capitolo 30 - Il divino aiuto 1 - Il Signore Figliuolo, " io sono il Signore, colui che conforta nel giorno dell'affanno " ( Na 1,7 ). Rivolgiti a me quando non stai bene. Il massimo impedimento alla celeste consolazione è il troppo tardivo ricorso alla preghiera. Prima di invocarmi con ardore, cerchi molti sollievi nelle cose esteriori. Ne consegue che tutto questo ti giova poco fin quando non t'avvedi che sono io colui che " salva quanti sperano in me " ( Sal 17,7 ) e che, all'infuori di me, non vi è nessun valido aiuto, nessun utile consiglio e nemmeno un durevole rimedio. Ma ora, ripreso animo dopo la tempesta, rinvigorisciti nella luce della mia misericordia, perché io ti sono vicino, dice il Signore, per tutto restaurare, non solo interamente ma sovrabbondantemente e oltre misura. 2 - Sii uomo paziente e forte Mi è forse difficile qualche cosa, o sarò simile a chi dice e non fa? Dov'è la tua fede? Mantieniti fermo e perseverante. Sii uomo paziente e forte; a suo tempo ti verrà la consolazione. Aspettami, ti dico; io verrò e ti guarirò. È una tentazione quella che ti molesta; è una vana paura quella che ti spaventa. A che serve preoccuparsi di quanto, in avvenire ti potrebbe accadere, se non per accumulare tristezza su tristezza? " Basta a ciascun giorno la sua pena " ( Mt 6,34 ). È vano e inutile turbarsi o rallegrarsi per le cose di domani che forse non avverranno. 3 - Non si turbi il tuo cuore È proprio dell'uomo lasciarsi illudere da queste immaginazioni ed è segno di piccolezza d'animo arrendersi tanto facilmente alle suggestioni del nemico. A lui poco importa se col vero o col falso, purché ti seduca e ti inganni; se con l'amore delle cose presenti o col panico del futuro, purché ti fiacchi. " Non si turbi dunque il tuo cuore, né si sgomenti " ( Gv 14,27 ). Credi in me e abbi fiducia nella mia misericordia. Quando ritieni di essere lontano da me, spesso io ti sono più vicino. Quando stimi di avere quasi tutto perduto, sovente è l'ora di un maggiore guadagno di meriti. Se una cosa va a rovescio, non vuol dire che tutto sia rovinato. Non devi giudicare secondo l'impressione del momento, e se ti capita qualche disgrazia, da qualunque parte venga, non devi avvilirti o pigliartela come se ti fosse tolta ogni speranza di venirne fuori. 4 - Posso portar via tutto quello che ho dato Non crederti abbandonato se ti mando qualche tribolazione temporanea, oppure se ti privo di una consolazione assai desiderata; si va cosi al regno dei cieli. È senza dubbio più conveniente, a te e agli altri miei servi, essere allenati dalla prova che avere tutto a seconda. Io conosco i segreti del cuore e so che è molto utile alla tua salvezza essere lasciato talvolta senza nessuna gioia spirituale, perché tu non monti in superbia per il felice successo e non ti compiaccia di ciò che non sei. Posso portar via quello che ho dato e restituirlo quando mi piacerà. 5 - È mio ogni bene concesso Se do, è cosa mia; se ritolgo, non prendo del tuo, perché è " mio ogni dono eccellente e ogni donazione perfetta che viene dall'alto " ( Gc 1,17 ). Se permetterò che ti accada qualche disgrazia o avversità, non sdegnarti, né si deprima il tuo cuore; io posso tosto sollevarti e mutare in gaudio ogni tuo affanno. Infatti io sono giusto e molto degno di lode quando così agisco con te. 6 - L'unica gioia Se intendi rottamente e guardi in faccia la verità, non ti devi mai abbattere dalla tristezza per le vicende avverse, ma piuttosto devi rallegrarti e ringraziarmi, anzi riputare come unica tua gioia il fatto che, affliggendoti col dolore, io non ti risparmio. " Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi " ( Gv 15,9 ); ho detto ai miei diletti discepoli che non li ho certo mandati a godimenti terreni ma a battaglie durissime; non a onori ma a disprezzi; non a vita oziosa ma a fatiche; non al riposo ma a produrre frutti abbondanti con la pazienza. Figlio mio, ricordale queste parole! Capitolo 31 - Dimenticare tutte le creature 1 - Il discepolo Signore, ho bisogno di maggiore grazia, se devo arrivare al punto dove nessun uomo e nessun'altra creatura mi siano di impedimento. Perché fin quando una cosa mi trattiene, non posso liberamente volare a te. Ben desiderava di volare liberamente a te colui che diceva: " Chi mi darà ali di colomba per volarmene via e trovare riposo? " ( Sal 55,7 ). Chi è più tranquillo di colui che guarda con occhio semplice? E chi è più libero di colui che nulla brama sulla terra? Bisogna dunque trascendere ogni creatura, abbandonare completamente sé stesso e, con l'anima assorta, vedere che tu, Creatore di tutto, non hai nulla di somigliante con le creature. Se uno non si sarà sciolto da ogni creatura, non potrà liberamente attendere alle cose divine. Quindi pochi sono i contemplativi, perché pochi sanno totalmente appartarsi dalle cose create e destinate a perire. 2 - Tutto ciò che non è Dio è nulla A questo scopo si richiede una grazia insigne che sollevi l'anima e la rapisca sopra sé medesima. E se l'uomo non si è elevato spiritualmente, se non si sarà reso libero da tutte le creature, tutto unendosi a Dio, non è di gran valore quanto sa e anche quanto ha. Chi stimerà grande qualche bene che non sia il solo, unico, immenso, eterno Bene, rimarrà piccolo, piegato verso terra. Tutto ciò che non è Dio è nulla, e lo si deve tenere in conto di nulla. Vi è un grande distacco fra la sapienza di un uomo illuminato e pio e la scienza di un letterato e studioso. Molto più nobile è la dottrina promanante dall'alto, dalla divina sorgente che non quella acquistata faticosamente dall'ingegno umano. 3 - Molti aspirano alla vita contemplativa Molti aspirano alla vita contemplativa, ma non fanno sforzi nell'esercitarsi coi mezzi necessari per raggiungerla. È un grave ostacolo fermarsi ai segni esteriori e alle cose sensibili, e curarsi poco della nostra perfetta mortificazione. Non so che sia, da quale spirito siamo condotti e che cosa pretendiamo noi, ai quali preme di essere ritenuti uomini spirituali, mentre spendiamo tanta fatica e tanta cura per gli interessi transitori e vili, e assai raramente, con pieno raccoglimento, pensiamo alle cose dello spirito. 4 - Tutto impuro in noi Ahimè, subito dopo un breve raccoglimento evadiamo da noi stessi, e non sottoponiamo a un severo controllo le nostre azioni. Non guardiamo alla meschinità dei nostri affetti e non deploriamo che tutto sia impuro in noi. " La terra era corrotta perché ogni carne aveva una condotta perversa sulla terra " ( Gen 6,12 ) e perciò venne il diluvio universale. Essendo dunque il nostro affetto interno molto guasto, è naturale che esso contamini le opere che ne derivano, svelando in noi la mancanza di vigore intimo. Il frutto di una buona vita nasce da un cuore puro. 5 - La grazia si volge all'interno Si usa chiedere quanto uno abbia fatto, ma non si pesa con eguale diligenza la virtù che Io mosse ad agire. Si indaga se era forte, ricco, bello, abile, se fu un grande scrittore, buon cantore, valente lavoratore, ma di molti non si dice se sia stato povero di spirito, paziente e mite, pio e di vita interiore. La natura guarda all'esterno dell'uomo, la grazia si volge all'interno. Quella sovente si sbaglia, questa spera in Dio per non ingannarsi. Capitolo 32 - Il rinnegamento di sé 1 - Il Signore Figliuolo, tu non puoi possedere la perfetta libertà, se non " rinneghi totalmente te stesso " ( Mt 16,24 ). Tutti quelli che hanno attacco alle loro proprietà, gli amanti di sé medesimi, gli avidi, i curiosi, i girondoloni, chi continuamente ricerca i propri comodi, e non gli interessi di Gesù Cristo, sono tutti prigionieri; spesso immaginano e almanaccano progetti che non si possono attuare. Andrà in dissoluzione tutto quello che non è nato da Dio. Custodisci la breve e provata parola: abbandona tutto e troverai tutto, lascia l'avidità e troverai la quiete. Queste sono massime da meditare; quando le avrai poste in esecuzione, comprenderai tutto. 2 - Il discepolo Signore, questa non è fatica di un sol giorno, ne un giuoco da fanciulli, anzi in queste sentenze è sintetizzata tutta la perfezione di chi vuoi vivere una vita religiosa. 3 - Il Signore Figliuolo, non devi voltarti indietro, né subito avvilirti avendo udito qual è la via dei perfetti, ma sentirti maggiormente sospinto alle altezze più sublimi o almeno sospirare ad esse con tutto il desiderio. Oh, fosse davvero così per tè e arrivassi a tanto da non essere più un amatore di te medesimo, ma da vivere interamente docile al cenno mio e di colui che ti ho assegnato come superiore; allora assai mi piaceresti e tutta la tua vita trascorrerebbe nell'allegrezza e nella pace! Hai ancora molto da buttar via, e se totalmente non ne fai sacrificio per amor mio, non otterrai ciò che chiedi. " Ti consiglio di comprare da me oro purgato nel fuoco, perché tu arricchisca " ( Ap 3,18 ), cioè acquisti la celeste sapienza che calpesta tutte le volgarità. Metti su un piano inferiore la saggezza terrena e tutta l'umana personale compiacenza. 4 - La vera celeste sapienza Ti ho detto che devi acquistare gli oggetti che il mondo stima più vili invece di quelli più pregiati e più nobili. Poiché pare che disprezzabile e meschina e quasi lasciata in dimenticanza sia la vera celeste sapienza, quella di chi non ha alto concetto di sé, né va in cerca di essere magnificato dagli uomini. Molti solo a parole la esaltano, ma nella pratica della vita ne sono assai lontani. Essa, tuttavia, è la perla preziosa nascosta allo sguardo di molti. Capitolo 33 - L'incostanza del cuore 1 - Il Signore Figliuolo, non ti fidare del tuo sentimento attuale; quello che senti ora, presto si cambierà in un altro. Finché vivrai sarai vittima della mutabilità, anche non volendo; ti troverai ora lieto ora malinconico; ora calmo ora agitato; ora pio ora arido; ora studioso ora indolente; ora serio ora leggiero. Ma sopra tutte queste mutevolezze sta l'uomo saggio e bene ammaestrato nella dottrina dello spirito, che non bada a quanto sente in sé e donde soffi il vento dell'incostanza, ma vuole che tutta la tensione della sua anima si muova verso il fine dovuto e desiderato. Così potrà mantenersi lui stesso identico, irremovibile, purché l'occhio semplice dell'intenzione, in mezzo alle diverse vicissitudini, sia fisso in me, senza soluzione di continuità. 2 - L'occhio dell'intenzione Quanto più puro è l'occhio dell'intenzione, tanto maggiore è la costanza con cui si procede tra le molteplici tempeste. Ma in molti l'occhio della pura intenzione si offusca, perché facilmente essi volgono lo sguardo a qualche cosa di piacevole in cui si imbattono. Raramente uno si trova tutto libero da ogni neo di ricerca di sé. Così i Giudei un tempo andarono a Betania da Marta e da Maria " non soltanto per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro risorto " ( Gv 12,9 ). Si deve quindi purificare l'occhio dell'intenzione, perché sia semplice e retto e si diriga a me superando tutti i vari oggetti che vi si frappongono. Capitolo 34 - L'anima che ama gusta il Signore 1 - Il discepolo Ecco il mio Dio e il mio tutto. Che cosa voglio di più, quale felicità maggiore posso desiderare? O parola gustosa e soave, ma per chi ama il Verbo, non già il mondo né le cose del mondo. Il mio Dio è il mio tutto. Per chi l'intende è detto abbastanza, e per chi ama è giocondo ripeterlo senza posa. Quando tu sei presente, tutte le cose sono dolci, ma nella tua assenza tutte infastidiscono. Tu fai tranquillo il cuore e dai una pace grande, una festosa allegrezza. Tu fai sì che le cose tutte siano giudicate bene e che in tutte noi ti lodiamo; non vi è cosa che senza di te ci possa a lungo piacere; ma perché ci torni gradita e possiamo assaporarla, occorre la presenza della tua grazia e l'unzione della tua sapienza. 2 - Il gusto di Dio Chi gusta te, che cosa non gusterà rettamente? E se uno non ti gusta, che cosa gli potrà riuscire piacevole? Ma i sapienti del mondo sono lontani dalla tua sapienza e così quelli che si compiacciono nella carne, perché in quelli è infinita la vanità e in questi si trova la morte. Coloro invece che disprezzano le cose mondane e, mortificando la carne, seguono te, si dimostrano veramente sapienti, perché sono passati dalla vanità alla verità, dalla carne allo spirito. Essi gustano Dio, e tutto quello che di bene trovano nelle creature lo riferiscono alla gloria di Dio Creatore. Diverso e molto diverso è il gusto del Creatore e quello della creatura, dell'eterno e del tempo, della luce increata e della luce partecipata. 3 - Su per me tutto in tutto O luce perpetua, che superi tutte le lucidell'universo, lampeggia dall'alto del cielo un raggio che mi penetri nell'intimo del cuore. Purifica, rallegra, rischiara e vivifica il mio spirito con le sue facoltà, perché aderisca a te in trasporti di giubilo. O quando verrà quella beata e desiderata ora in cui tu mi sazierai con la tua presenza e sarai per me tutto in tutto? Fino a quando ciò non mi sarà dato, la mia gioia non sarà piena. Ancora, purtroppo, in me vive il vecchio uomo; non è tutto crocifisso, né è tutto completamente morto. Ancora violentemente freme contro lo spirito, suscita battaglie interiori, né concede che sia quieto il regno dell'anima. Ma tu, che " domini l'orgoglio del mare e quando i suoi flutti si sollevano li calmi " ( Sal 89,10 ), " levati su, Signore, vieni in nostro aiuto " ( Sal 44,26 ); " disperdi i popoli che amano le guerre " ( Sal 68,31 ); sconfiggili col tuo valore. Mostra, ti prego, le tue opere meravigliose, e sia glorificata la tua destra, perché non vi è per me altra speranza, altro rifugio se non in te. Signore, Dio mio. Capitolo 35 - Le molte tentazioni di questa vita 1 - Il Signore Figliuolo, tu non sei mai sicuro in questa vita, ma finché vivrai ti saranno sempre necessarie le armi spirituali. Tu dimori in mezzo a nemici, e da destra e da sinistra sei combattuto. Se dunque non ti ripari con lo scudo della pazienza, non sarai a lungo senza ferite. Per di più se non poni fisso in me il tuo cuore, con la sincera volontà di tutto patire per amor mio, non potrai fronteggiare questo violento attacco né giungere alla palma dei beati. Bisogna dunque che tu virilmente abbracci tutte le prove e fortemente superi tutti gli ostacoli. Perché a chi vince si dà la manna e il pigro è lasciato in grande miseria. 2 - Ti darò una ricompensa eterna Se cerchi il riposo in questa vita, in qual modo giungerai all'eterna requie? Non disporti a molto riposo ma a una grande pazienza. Cerca la vera pace non in terra ma in cielo; non tra gli uomini o le altre creature ma in Dio solo. Per amore di Dio devi subire tutto volentieri, e cioè fatiche e dolori, tentazioni, travagli, ansietà, necessità, malattie, ingiurie, maldicenze, rimproveri, umiliazioni, vituperi, correzioni e disprezzi. Tutte queste cose giovano alla virtù; queste provano il vero discepolo di Cristo; queste preparano la corona celeste. Io darò una ricompensa eterna per una breve fatica e una gloria infinita per una breve umiliazione. 3 - Opera virilmente Credi tu che avrai sempre consolazioni spirituali a tuo piacimento? I miei santi non ne ebbero sempre, anzi sostennero molte avversità, varie tentazioni, grandi desolazioni. Ma tutto sopportarono pazientemente, confidando più in Dio che in sé, ben sapendo che " le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili con la gloria che dev'essere manifestata in noi " ( Rm 8,18 ) e che ci faranno meritare. Vuoi tu avere subito quello che molti ottennero dopo tante lacrime e grandi fatiche? " Spera nel Signore, fatti cuore e coraggio " ( Sal 27,14 ) e confortati; non diffidare; non disertare le posizioni, ma esponi costantemente il corpo e l'anima per la gloria di Dio. Io ti ricompenserò a dismisura; io sarò con te in ogni tribolazione. Capitolo 36 - I vani giudizi degli uomini 1 - Non è possibile accontentare ciascuno Figliuolo, fonda fermamente il tuo cuore in me e non avere alcun timore per i giudizi degli uomini, quando la tua coscienza ti dichiara giusto e senza colpa. È cosa buona e beata soffrire in questa maniera; né ciò sarà difficile a chi è umile di cuore e confida più in Dio che in sé medesimo. Molti sono assai ciarlieri e quindi conviene prestar loro poca fede. Ma anche se si volesse, non è possibile accontentare ciascuno. Benché Paolo si studiasse di piacere a tutti nel Signore e si facesse tutto a tutti, tuttavia non gli importava che gli uomini lo criticassero; 2 - Dio tutto conosce Per l'altrui edificazione e salvezza fece quanto era nelle sue forze, ma non riuscì a impedire che altri talvolta lo giudicasse male e lo disprezzasse. Si rimise tutto in Dio che ogni cosa conosce e, con pazienza e umiltà, si difese contro le lingue degli iniqui o di coloro che pensavano cose false o scorrette e buttavano fuori come veniva loro alla bocca. Talvolta però rispose perché dal suo silenzio non s'ingenerasse scandalo nei deboli. 3 - Abbi Dio dinanzi agli occhi " Chi sei tu per temere l'uomo mortale? " ( Is 51,12 ). Oggi esiste e domani è scomparso. Temi Dio e non paventare gli spauracchi degli uomini. Che cosa può farti uno con le parole o con le ingiurie? Nuoce più a sé che a te e, chiunque sia, non potrà sfuggire l'ira di Dio. Tu abbi Dio dinanzi agli occhi e " non contrastare con querele " ( 2 Tm 2,14 ). Che se al momento ti sembra di essere sopraffatto e di soffrire una confusione che non hai meritato, non indignarti per ciò e non sminuire con l'impazienza la tua corona ; ma piuttosto guarda in cielo a me, che posso liberarti da ogni umiliazione e ingiuria e rendere " a ciascuno secondo le proprie opere " ( Mt 16,27 ). Capitolo 37 - La pura e integrale rinuncia di sé 1 - Il Signore Figliuolo, lascia te e troverai me. Sta' senza nulla scegliere e nulla possedere e guadagnerai sempre. Ti sarà data una grazia più abbondante se avrai rinunciato a te, se non avrai voluto riattaccarti a te stesso. 2 - Il discepolo Signore, quante volte devo rinunciare a me e da quali cose devo staccarmi? 3 - Il Signore Sempre e in ogni ora; così nel poco come nel molto. Non eccettuo nulla, ma voglio che tu sia trovato spoglio di tutto. Altrimenti come potrai essere mio e io potrò essere tuo, se non avrai deposto ogni volontà propria, dentro e fuori? Quanto più in fretta farai ciò, tanto meglio starai, e quanto più interamente e sinceramente, tanto più mi piacerai, e più copioso sarà il tuo guadagno. 4 - Qualche riserva Alcuni rinunciano, ma con qualche riserva; non confidano pienamente in Dio e quindi si preoccupano di provvedere a sé stessi. Altri da principio offrono tutto, ma poi, spinti dalla tentazione, ritornano a riprendere le proprie cose; perciò non progrediscono minimamente nella virtù. Questi non giungeranno mai alla vera libertà del cuore puro e alla grazia della mia dolce intimità, se non avranno fatto prima una rinuncia integrale e una quotidiana immolazione di sé; senza questo non vi è e non vi sarà l'unione gaudiosa con Dio. 5 - Da tutto per tutto Ti ho detto più volte e ora te lo torno a dire: lascia te stesso, rinunzia a te e godrai una grande pace interiore. Da tutto per tutto; non escludere nulla, non ridomandare nulla; appoggiati interamente e senza esitazione a me e mi possederai. Sarai libero di cuore e le tenebre non ti opprimeranno. A questo sforzati; questo chiedi nella preghiera; questo desidera: che ti possa spogliare da ogni cosa propria e così nudo seguire Gesù nudo; morire a te e vivere eternamente a me. Allora spariranno tutte le vane fantasie, i turbamenti colpevoli e le sollecitazioni superflue. Allora se ne andrà anche l'eccessivo timore e morirà lo smoderato amore. Capitolo 38 - La libertà e la padronanza di sé 1 - Il Signore Figliuolo, a questo fine devi mirare con diligenza: che in ogni luogo, in ogni azione o occupazione esterna ti mantenga intimamente libero e padrone di te; che tutte le cose stiano sotto di te e non tu sotto di esse. Devi cercare di essere signore e padrone dei tuoi atti, non servo o mercenario; ma piuttosto un vero e affrancato ebreo che partecipa alla porzione e alla libertà dei figli di Dio, i quali stanno al di sopra delle cose presenti e contemplano le eterne, guardano le cose transeunti con l'occhio sinistro e col destro le celesti. Essi non sono attratti dai beni del tempo così da attaccarvisi, ma piuttosto li attraggono a sé per servirsene bene, secondo che sono stati ordinati da Dio e istituiti dal Sommo Artefice, che nulla di disordinato ha lasciato nelle sue creature. 2 - Entra con Mosè nel Tabernacolo Se poi in ogni vicenda non ti fermi al volto esterno, ne esamini con occhio carnale ciò che vedi o ciò che odi, ma subito in qualsiasi contingenza entri con Mosè nel Tabernacolo a consultare Dio, udirai talvolta la divina risposta e tornerai istruito in molte vicende presenti e future. Mosè fece sempre ricorso al Tabernacolo nei casi dubbi e nelle questioni da risolversi chiese aiuto alla preghiera per sottrarsi ai pericoli e alle malvagità degli uomini. Così tu pure devi rifugiarti nell'intima cella del tuo cuore per implorare più intensamente il soccorso divino. Invece si legge che Giosuè e i figli di Israele rimasero ingannati dai Gabaoniti, perché " prima non consultarono l'oracolo del Signore " ( Gs 9,14 ), ma troppo creduli alle dolci parole, si lasciarono imbrogliare da una falsa compassione. Capitolo 39 - Le preoccupazioni dei propri interessi 1 - Il Signore Figliuolo, affida sempre a me la tua causa; io la risolverò bene a suo tempo. Aspetta i miei ordini e ne sperimenterai il vantaggio. 2 - Il discepolo Signore, molto volentieri ti affido tutte le cose, perché il mio accorgimento produce poco. Oh, se non mi preoccupassi tanto di quel che domani può accadere, ma mi rassegnassi senza esitazione alla tua volontà! 3 - Il Signore Figliuolo, spesso l'uomo si agita ansiosamente per qualche cosa che desidera, ma quando l'ha raggiunta comincia a essere diverso il suo sentimento: perché non sono durevoli gli entusiasmi per un medesimo oggetto, ma piuttosto passano da questo a quello. Non è quindi da poco, anche nelle minime cose, essere distaccati da sé. 4 - L'abnegazione di sé Il vero profitto dell'uomo consiste nell'abnegazione di sé stesso, e chi rinnega sé stesso è eminentemente libero e sicuro. Ma l'antico nemico, avversario di tutti i buoni, non cessa di tentare; notte e giorno ordisce le peggiori insidie, se alle volte possa far cadere qualche incauto nel laccio dell'inganno. Dice il Signore : " Vegliate e pregate per non cadere in tentazione " ( Mt 26,41 ). Capitolo 40 - L'uomo non ha nulla da gloriarsi 1 - Il discepolo Signore, " che cos'è il mortale, perché tu ne conservi memoria, o il figlio di Adamo, perché tu ne prenda cura? " ( Sal 8,5 ). Che meriti ha acquistato l'uomo, perché tu gli doni la tua grazia? Signore, di che cosa posso lamentarmi, se tu mi abbandoni? O con quali giuste ragioni posso protestare, se non fai ciò che chiedo? Questo, in verità, posso pensare e dire: Signore, io sono un nulla, nulla posso, nulla di buono ho da me, in tutto vengo meno e al nulla sempre tendo. E se da te non sono aiutato e interiormente vivificato, divento tiepido e mi dissolvo. 2 - Tu, Signore, sei sempre lo stesso " Tu sei sempre lo stesso, Signore " ( Sal 102,28 ) e " di età in età v'è ricordo di te " ( Sal 102,13 ), sempre buono, giusto e santo, e fai tutte le cose bene, giustamente e santamente e tutte le disponi con sapienza. Ma io, che sono più incline al regresso che al progresso, non so mai mantenermi nel medesimo stato, perché sopra di me passano " sette età della vita " ( Dn 4,20 ). Tuttavia subito mi sento meglio, quando tu lo vuoi e mi porgi la tua mano soccorrevole; poiché tu solo, senza concorso umano, puoi venirmi in aiuto e far sì che il mio volto non muti più aspetto, e il mio cuore si volga a te solo e in te riposi. 3 - Non v'è uomo che mi consoli Perciò se sapessi bene rinunciare a ogni umano conforto, sia per acquistare la devozione, sia per il bisogno che mi spinge a cercare te, non essendovi uomo che mi consoli, allora a buon diritto potrei sperare nella tua grazia ed esultare nel dono di nuove consolazioni. 4 - Un nulla davanti a te Siano grazie a te, da cui tutto deriva, ogni volta che mi viene del bene. Io non sono che vanità " e un nulla davanti a te " ( Sal 39,6 ), un uomo incostante e debole. Di che cosa mi posso gloriare, e perché bramo di essere stimato? Forse per il mio nulla? E questo è il colmo della vanità. Oh! gloria veramente vana, la peste peggiore, la massima vanità, che ci allontana dalla vera gloria e ci spoglia della grazia celeste. Poiché mentre l'uomo si compiace di sé, dispiace a te; quando anela alle lodi umane, si priva delle vere virtù. 5 - Sia lodato il tuo nome È invece vera gloria e santa esultanza gloriarsi in te e non in sé stessi, godere nel tuo nome e non nella propria forza, non dilettarsi in qualche creatura se non per amore di te. " Sia lodato il nome del Signore ! " ( Sal 113,1 ) e non il mio; " siano esaltate le tue opere e non le mie; sia benedetto il tuo santo nome " e nulla venga a me delle lodi degli uomini. " Tu solo, Signore, " scudo che mi circondi, sei la mia gloria " ( Sal 3,4 ); in te mi glorierò ed esulterò ogni giorno; ma " quanto a me, non mi vanterò se non delle mie infermità " ( 2 Cor 12,5 ). 6 - A te solo onore e gloria I Giudei cerchino pure la gloria che gli uomini si danno l'un l'altro; io cercherò quest'altra " che viene dall'unico Dio " ( Gv 5,44 ). Ogni gloria umana, ogni onore del tempo, ogni grandezza del mondo, se si paragonano alla tua eterna gloria, sono vanità e follia. O mia Verità e mia Misericordia, Dio mio, Trinità beata, a te soltanto siano lode, onore, virtù e gloria per tutti i secoli dei secoli. Capitolo 41 - Il disprezzo di ogni onore 1 - Il Signore Figliuolo, non affliggerti se vedi altri onorati e innalzati e te invece vilipeso e umiliato. Solleva il tuo cuore a me in cielo e non ti contristerà la trascuratezza degli uomini in terra. 2 - Il discepolo Signore, noi viviamo come ciechi e subito la vanità ci seduce. Se mi osservo bene, non posso dire che una creatura mi abbia fatto ingiustizia, e perciò non ho ragione di lamentarmi di te. Anzi, avendoti spesso e gravemente offeso, merito che ogni creatura si armi contro di me. A me dunque si deve l'umiliazione e il disprezzo, e a te, Signore, la lode, l'onore e la gloria. E se a ciò io non mi sarò preparato, a volere cioè di buona voglia essere disprezzato e abbandonato dagli uomini, a essere tenuto in conto di nulla, non potrò interiormente avere pace e fermezza, né ricevere la luce spirituale, ne unirmi pienamente a te. Capitolo 42 - Non si può riporre la pace negli uomini 1 - Il Signore Figliuolo, se riponi la tua pace in qualche persona per ragione di simpatia o di con vivenza, sarai instabile e turbato. Ma se farai ricorso alla verità sempre viva e permanente, non ti rattristerai se un amico parte o muore. Su di me deve poggiare l'amore dell'amico; e per causa mia si deve amare chiunque ti sembri buono e ti sia molto caro in questa vita. Senza di me non vale né durerà l'amicizia; non vi è un vero e puro legame d'amore se io non lo stringo. Tu devi essere così morto a tali affezioni verso persone amate da desiderare, per quanto ti riguarda, di esser privo di ogni compagnia umana. Tanto più l'uomo si avvicina a Dio quanto più si tiene lontano da ogni consolazione terrena. E così pure tanto più sale a Dio quanto in in basso discende e dentro di sé si stima spregevole. 2 - Ti viene sottratta la vista del Creatore Chi attribuisce a sé qualche cosa di bene, impedisce alla grazia di venire a lui, perché la grazia dello Spirito Santo cerca sempre il cuore umile. Se tu sapessi totalmente annientarti e bandire da te ogni amore per le cose create, allora io dovrei effondermi in te con abbondante grazia. Quando tu guardi alle creature, ti viene sottratta la vista del Creatore. Impara a vincerti in tutto per il Creatore; allora potrai raggiungere la conoscenza delle cose divine. Per quanto una cosa sia da poco, se è amata o riguardata in modo disordinato, ti ritarda l'ascesa al sommo Bene e ti guasta l'anima. Capitolo 43 - La vana scienza del mondo 1 - Il Signore Figliuolo, non ti seducano i discorsi brillanti e sottili degli uomini; " non nella parola sta il regno di Dio ma nella virtù " ( 1 Cor 4,20 ). Ascolta invece le mie parole, che accendono i cuori e illuminano le intelligenze, eccitano la compunzione e danno conforto in tante maniere. Non leggere mai una sola parola allo scopo di sembrare più dotto e più sapiente. Studiati invece di mortificare le tue passioni; ciò ti gioverà assai più che non la conoscenza di molti astrusi problemi. 2 - Verrà tempo Quando avrai letto e imparato molte cose, ti converrà sempre tornare all'unico principio, cioè a Dio, causa suprema dell'essere, del conoscere, dell'agire. Io sono colui che insegno la scienza all'uomo e do ai piccoli un più chiaro intendimento di quello che non possa l'insegnamento degli uomini. Colui al quale io parlo, in breve sarà sapiente e molto progredirà nello spirito. Guai a coloro che vogliono sapere dagli uomini molte cose curiose e poco si curano di imparare la strada da battere per servirmi. Verrà tempo e apparirà il Maestro dei maestri, Cristo, Signore degli Angeli, che vorrà udire quello che ciascuno sa, cioè esaminare le coscienze di tutti, e allora " frugherà Gerusalemme con le fiaccole " ( Sof 1,12 ), " darà luce ai segreti delle tenebre " ( 1 Cor 4,5 ), e taceranno le argomentazioni delle umane lingue. 3 - Io insegno Io sono colui che in un istante elevo la mente umile, perché apprenda più nozioni dell'eterna verità che se avesse studiato dieci anni nelle scuole. Io insegno senza strepito di parole, senza confusione di opinioni, senza fasto di onori, senza polemica di argomenti. Io sono colui che insegna a disprezzare le cose terrene, ad avere in fastidio le attuali, a cercare e gustare le eterne, a fuggire gli onori, a scansare gli ostacoli, a riporre in me ogni speranza, a non desiderare nulla fuori di me e ad amarmi ardentemente al di sopra di tutto. 4 - Con gran fulgore rivelo i miei misteri Vi è stato qualcuno che, amandomi intimamente, ha imparato le cose divine e ne ha parlato in maniera mirabile. Guadagnò di più lasciando tutto che non con lo studio delle più sottili questioni. Ad alcuni dico cose comuni, ad altri cose speciali; ad alcuni mi manifesto dolcemente per mezzo di segni e di figure; ad altri invece con gran fulgore di luce rivelo i miei misteri. Unico è il linguaggio dei libri, ma non istruisce tutti nello stesso modo, mentre io internamente sono il dottore della verità, lo scrutatore del cuore, il conoscitore dei pensieri, il movente delle azioni, e vado distribuendo i miei doni ai singoli, come giudico conveniente. Capitolo 44 - Le cose esteriori 1 - Il Signore Figliuolo, ti conviene comportarti " in molte cose come se tu non sapessi " ( Sir 32,12 ) e stimarti sulla terra quasi un morto, al quale " tutto il mondo sia crocifisso " ( Gal 6,14 ). Bisogna che in molte altre cose tu vada innanzi come fossi sordo, per pensare piuttosto a quanto interessa la tua pace. È più utile distogliere lo sguardo da ciò che dispiace e lasciare a ciascuno la sua opinione che non intervenire con discorsi litigiosi. Se stai bene con Dio e tieni presente il suo giudizio, più facilmente sopporterai di essere vinto dagli uomini. 2 - Il discepolo Signore, a che siamo giunti? Ecco, si piange un danno temporale, per un meschino guadagno ci si affatica e si corre, mentre un danno spirituale passa in dimenticanza e solo tardi vi si ripensa. Si bada a ciò che poco o punto giova, e con tutta negligenza si trascura ciò che è estremamente necessario; perché tutto l'uomo si lascia andare alle cose esteriori e finisce per adagiarvisi volentieri se subito non se ne ritrae. Capitolo 45 - Non si deve credere a tutti 1 - Il discepolo " Aiutaci, Signore, nell'oppressione; vano è il soccorso dell'uomo " ( Sal 60,13 ). Quanto spesso non ho trovato lealtà là dove credevo che vi fosse! Quante volte invece la trovai dove meno la presumevo! È dunque vana la speranza che si pone negli uomini, ma la salute dei giusti è in te, Dio. Sii benedetto. Signore, Dio mio, in tutte le cose che ci avvengono. Noi siamo deboli e instabili, presto ci inganniamo e mutiamo. 2 - Tu non abbandoni chi spera in te Chi è l'uomo che sa guardarsi in tutto con tanta cautela e circospezione da non cadere talvolta in qualche delusione e perplessità? Ma chi confida in te, Signore, e ti cerca con semplice cuore, non vacilla facilmente. E se avrà qualche tribolazione, in qualunque modo vi sia impigliato, al più presto per opera tua sarà tratto fuori o da te consolato, perché tu non abbandoni chi sino alla fine spera in te. È raro l'amico fidato che si mantenga tale in tutte le sventure dell'amico. Tu, Signore, tu solo sei fedelissimo in tutto, e all'infuori di te non vi è altri che sia tale. 3 - A chi crederò? Oh, quanto bene lo comprese quella santa anima che disse: " La mia anima è stabilita e radicata in Cristo " ( S. Agata ). Se fossi così sicuro di me, non tanto facilmente mi turberebbe il timore umano, né le frecce delle parole mi muoverebbero. Chi basta a tutto prevedere, chi a tutelarsi da tutti i mali avvenire? Se le cose previste spesso ci addolorano, come non feriranno gravemente quelle improvvise? Perché, misero, non ho provveduto meglio ai casi miei? Perché con tanta leggerezza ho creduto agli altri? Ma siamo uomini, nient'altro che fragili uomini, anche se molti ci stimano e ci chiamano angeli. A chi mai crederò. Signore, se non a te? Tu sei la verità che non inganna né può essere ingannata. Al contrario " ogni uomo è bugiardo " ( Sal 116,11 ), debole, instabile, facile a cadere soprattutto nelle parole; perciò a stento gli si può subito prestar fede, anche se nelle sue parole sembra vi sia apparenza di vero! 4 - Ho imparato a mie spese Quanto saggiamente tu ci hai ammoniti di guardarci dagli uomini, affermando che " ciascuno tende insidie al fratello " ( Mi 7,6 ) e che non si dovrebbe credere a chi dicesse: " Eccolo qui, eccolo là " ( Mt 24,23 ). Ho imparato a mie spese, e almeno fosse per mia più avveduta cautela e non per mia maggiore stoltezza. " Sii prudente, mi dice uno, sii prudente, tieni per te solo quanto ti dico ". Ora, mentre io sto zitto e credo che la cosa sia segreta, egli stesso non sa mantenere il silenzio che mi aveva chiesto, ma a un tratto tradisce sé e me e se ne va. Da cotesto genere di ciarloni e di indiscreti proteggimi, Signore, perché non cada nelle loro mani, né anch'io faccia come loro. Da alle mie labbra una parola sincera e sicura e tieni da me lontana ogni astuzia di lingua. Con ogni mezzo debbo evitare tutto quello che non posso soffrire negli altri. 5 - È cosa buona Quanto è cosa buona e fonte di pace saper tacere sul conto degli altri e non prestar fede a tutti indifferentemente; non essere facili a riportare quello che si è udito; aprire l'animo con pochi; cercare sempre te, Signore, che vedi nei cuori; non rigirarsi a ogni vento di parole, ma desiderare che tutto si compia dentro e fuori di noi secondo che piace alla tua volontà! Quale mezzo sicuro per conservare la grazia celeste è il fuggire le umane apparenze e non bramare quello che al di fuori suole destare ammirazione, ma con tutta premura occuparsi di ciò che purifica e favorisce il fervore della propria vita. Quanto nocque a molti la loro virtù risaputa e troppo presto lodata! Quanto invece fu di giovamento la grazia custodita dal silenzio in questa fragile esistenza che giustamente si dice tutta una tentazione e un combattimento. Capitolo 46 - La confidenza in Dio 1 - Il Signore Figliuolo, sta' saldo e spera in me. Che altro sono le parole se non parole? Volano per l'aria, non scalfiscono la pietra. Se ti senti reo, pensa a correggerti di tutto cuore; se di nessuna colpa sei consapevole, sostieni volentieri, per amore di Dio, questa pena. Il meno che possa fare è di sopportare qualche dura parola, mentre non sei ancora capace di tollerare forti battiture. E perché tali inezie ti feriscono il cuore, se non perché sei ancora carnale e badi agli uomini più che non convenga? Tu temi di essere disprezzato, perciò non vuoi essere ripreso dei tuoi torti e cerchi l'ombrello delle scuse. 2 - Un sol capello Esaminati meglio e conoscerai che vive ancora in te il mondo e il vano desiderio di piacere agli uomini. Se rifuggi dall'essere abbassato e umiliato per i tuoi difetti, dimostri di non essere veramente umile e morto al mondo e che " il mondo non è ancora in te crocifisso " ( Gal 6,14 ). Ascolta la mia parola e non ti preoccuperai di diecimila parole degli uomini. Ecco, se si dicesse contro di te tutto quello che di più maligno si può inventare, quale danno ti verrebbe, quando tutto lasciassi correre e ne facessi conto come di una pagliuzza? Forse ti potrebbero togliere un sol capello? 3 - Io sono il giudice Ma chi non possiede il proprio cuore, né ha Dio davanti agli occhi, facilmente si agita per una parola di biasimo. Chi invece confida in me, chi non si affida al proprio giudizio, non avrà paura degli uomini. Io sono il giudice e il conoscitore di tutti i segreti; io so come la cosa è avvenuta, mi è noto chi ha dato e chi ha ricevuto ingiustizia. Da me è uscita quella parola, con il mio permesso quella cosa accadde " affinché siano rivelati i pensieri di molti cuori " ( Lc 2,35 ). Io giudicherò il reo e l'innocente, ma prima ho voluto, con occulto giudizio, provare l'uno e l'altro. 4 - Il mio giudizio è vero La testimonianza degli uomini spesso è fallace; il mio giudizio è giusto, sarà incrollabile e non potrà essere rovesciato. Di solito è nascosto e, nei singoli casi, a pochi è manifesto; tuttavia non sbaglia mai né può sbagliare, anche se agli occhi degli stolti non sembri retto. Bisogna dunque ricorrere a me in ogni giudizio e non affidarsi al proprio parere. Il giusto non si turberà " qualunque cosa l'incolga " ( Pr 12,21 ) da parte di Dio. Anche se qualche parola ingiusta contro di lui è stata proferita, non se la prenderà molto. "Ma nemmeno si darà a vana esultanza se da altri, con valide ragioni, verrà difeso. Perché pensa che " io sono colui che scruta i cuori e le reni " ( Sal 7,10 ), che non giudico secondo l'aspetto e le umane apparenze. Sovente dinanzi ai miei occhi è riprovevole ciò che, a opinione degli uomini, è degno di lode. 5 - Il discepolo Signore Iddio, " giudice giusto, forte e paziente " ( Sal 7,12 ), che conosci la fragilità e la cattiveria degli uomini, sii la mia fortezza e la mia fiducia; la mia coscienza non mi basta. Tu conosci quello che io non conosco e pertanto mi dovevo umiliare in ogni rimprovero e sopportarlo con mansuetudine. Perdonami propizio per tutte le volte che non mi sono comportato così e dammi di nuovo la grazia di una maggiore pazienza. È migliore per me, a ottenere perdono, la tua sovrabbondante misericordia che non la mia pretesa giustizia, a difesa di una coscienza occulta a me stesso. Se anche " la mia coscienza, è vero, non mi rimprovera di nulla, non per questo mi sento giustificato " ( 1 Cor 4,4 ) poiché, se mancasse la tua misericordia, " non si giustificherebbe al tuo cospetto nessun vivente " ( Sal 143,2 ). Capitolo 47 - Ogni pena per la vita eterna 1 - Il Signore Figliuolo, non ti affrangano le fatiche che ti sei addossato per me, né le tribolazioni ti abbattano mai; ma in qualunque avvenimento la mia promessa ti fortifichi e rassereni. Io basto a ricompensarti sopra ogni modo e ogni misura. Tu non faticherai a lungo quaggiù, né sempre sarai oppresso dai dolori. Aspetta ancora un po' e vedrai presto la fine dei tuoi mali. Verrà l'ora in cui cesserà ogni travaglio e ogni tumulto. È meschino e breve tutto ciò che passa col tempo. 2 - Fa' bene ciò che fai Fa' bene ciò che fai; lavora fedelmente nella mia vigna; io sarò la tua mercede. Scrivi, leggi, canta, sospira, taci, prega, sostieni virilmente le contrarietà; la vita eterna è degna di tutti questi e anche di maggiori combattimenti. In un giorno che è noto al Signore verrà la pace, e non vi sarà notte né giorno, come sulla terra, ma luce perpetua, chiarità infinita, inalterabile pace, riposo sicuro. Non dirai allora: " Chi mi libererà da questo corpo di morte? " ( Rm 7,24 ). Né griderai: " Ahimè, la mia peregrinazione si prolunga " ( Sal 120,5 ), perché la morte sarà distrutta e la salvezza sarà indefettibile; nessuna ansietà ma beatitudine gioconda, compagnia dolce e bella. 3 - Le eterne corone dei santi Oh, se tu vedessi le eterne corone dei santi in cielo! In quanta gloria ora esultano coloro che un tempo erano tenuti abbietti dal mondo e persino quasi indegni di vivere! Davvero, subito ti umilieresti fino a terra e preferiresti di essere sottomesso a tutti piuttosto che di comandare a uno solo. Non desidereresti giorni lieti in questa vita, ma invece godresti di soffrire per Iddio e avresti per massimo guadagno l'essere stimato per nulla fra gli uomini. 4 - Solleva il tuo volto al cielo Oh, se tu comprendessi questa verità e se profondamente ti entrasse nel cuore, come oseresti anche una sola volta lamentarti? Non si debbono forse sopportare per la vita eterna tutte le più gravi fatiche? Non è cosa da poco perdere o guadagnare il regno di Dio. Solleva quindi il tuo volto al cielo. Eccomi, e con me tutti i miei santi, i quali in questo mondo ebbero aspre battaglie e ora sono consolati, ora sono sicuri, ora riposano, e senza fine rimarranno con me nel regno del Padre mio. Capitolo 48 - Il giorno dell'eternità 1 - Il discepolo O dimora beatissima della Città superna! " O chiarissimo giorno dell'eternità " ( 2 Pt 3,18 ) che la notte non oscura, ma che dalla suprema verità è sempre irradiato; giorno sempre lieto, sempre immune da affanni e che non muta mai la propria condizione nella contraria. O, fosse già sorto quel giorno e già avessero avuto fine tutte queste vicende terrene! Sì, già ai santi esso rifulge di perpetuo splendore, ma ai pellegrini sulla terra è dato di intravvederlo da lontano e come riflesso in uno specchio. 2 - Gli esuli figli di Eva I cittadini del cielo sanno quanto quel giorno sia gaudioso; gli esuli figli di Eva gemono di quest'altro che è amaro e pieno di tedio. I giorni del tempo sono brevi e tristi, colmi di dolori e di miserie. Qui l'uomo è macchiato da molte colpe, è accerchiato da molte passioni, da molti timori, è occupato da molte sollecitudini, da molte curiosità è distratto, è impigliato in molte vanità, è avvolto da molti errori, è oppresso da molte fatiche, è infrollito dai piaceri, è crucciato dall'indigenza. 3 - Quando sarai per me tutto in tutto? Quando verrà la fine di tutti questi mali? Quando sarò libero dalla miserabile servitù dei vizi? Quando, Signore, mi ricorderò solo di te? Quando sarò pienamente felice in te? Quando sarò in vera libertà, senza impacci, senza alcun gravame di spirito e di corpo? Quando godrò una pace solida, una pace sicura, imperturbabile, una pace interiore ed esteriore, una pace per ogni verso stabile? O Gesù buono, quando mi inebrierò nella visione del tuo volto? Quando contemplerò la gloria del tuo regno? Quando sarai per me tutto in tutto? Quando sarò con te nel tuo regno che " hai preparato per i tuoi eletti fin dalla creazione del mondo? " ( Mt 25,34 ). Io sono povero, esule e abbandonato in terra nemica, dove la guerra è quotidiana e tremendi gli infortuni. 4 - Lotto con me stesso Consola il mio esilio, attenua il mio dolore, perché con tutto il mio desiderio sospiro a te. Mi è tutto di peso ciò che questo mondo offre come sollievo. Bramo di goderti intimamente, ma non posso giungere a tanto. Vorrei elevarmi alle cose celesti, ma le cose temporali e le passioni disordinate mi deprimono. Con la mente vorrei stare sopra tutte le cose, ma dalla carne sono costretto, mio malgrado, a soggiacervi. Così io, uomo infelice, lotto con me stesso e " a me stesso sono di peso " ( Gb 7,20 ); mentre lo spirito cerca di salire in alto, la carne mi trascina in basso. 5 - Non ti allontanare da me Oh, quanto soffro ulteriormente quando con la mente medito le cose celesti e subito, mentre prego, sopraggiunge una folla di immagini sensuali! O mio Dio, " non ti allontanare da me " ( Sal 71,12 ) e " non scostare con collera il tuo servo " ( Sal 26,9 ). " Fa' scoppiare le tue folgori e disperdile, scocca le tue frecce e scompiglia " ( Sal 144,6 ) tutti i fantasmi del nemico. Raccogli i miei sensi in te, fammi dimentico di tutte le cose mondane, dammi di scacciare subito e di disprezzare le attrattive dei vizi. Soccorrimi, eterna Verità, perché nessuna vanità mi seduca. Vieni, celeste dolcezza, e al tuo cospetto fugga ogni impurità. Perdonami e con misericordia siimi indulgente ogni volta che nella preghiera penso ad altro che a te. Confesso infatti sinceramente che mi sono abituato a essere molto distratto. Parecchie volte non so dove mi trovo fisicamente, se in piedi o seduto, bensì dove i miei pensieri mi portano. Sono là dov'è il mio pensiero. Frequentemente il mio pensiero è là dove è l'oggetto che amo. Ciò che naturalmente mi diletta o per abitudine mi piace, mi appare subito alla mente. 6 - Dov'è il tuo tesoro è anche il tuo cuore Perciò tu, Verità, hai chiaramente detto: " Dov'è il tuo tesoro, là sarà pure il tuo cuore" ( Mt 6,21 ). Se amo il cielo, penso volentieri alle cose celesti. Se amo il mondo, mi compiaccio delle delizie mondane e mi rammarico delle avversità. Se amo la carne, spesso fantastico sulle cose che si riferiscono alla carne. Se amo lo spirito, mi rallegro pensando alle cose spirituali. Volentieri parlo delle cose che amo e le ascolto; volentieri riporto con me a casa il loro ricordo. Beato l'uomo che per amore di te, Signore, da commiato a tutte le creature perché se ne vadano, che fa violenza alla natura e col fervore dello spirito crocifigge le concupiscenze dei sensi, perché, con una coscienza fatta serena, ti offra un'orazione pura e sia degno di associarsi agli angelici cori, avendo allontanato da sé, fuori e dentro, tutte le cose terrene. Capitolo 49 - Il desiderio della vita eterna 1 - Il Signore Figliuolo, quando senti dall'alto discendere in te il desiderio dell'eterna beatitudine e la brama di uscire dalla dimora del corpo per poter contemplare la mia chiarità senza alternativa di ombra, dilata il tuo cuore e accogli con ogni ardore questa santa ispirazione. Vivamente ringrazia la suprema bontà perché agisce così benevolmente con te, ti visita con clemenza, ardentemente ti eccita, con forza ti solleva perché non cada a terra col tuo peso. Questo non è frutto del tuo pensiero e del tuo sforzo, ma degnazione della grazia soprannaturale e dello sguardo divino, perché tu cresca nelle virtù e, in una maggiore umiltà, ti prepari alle battaglie avvenire, ti stringa a me con tutto l'affetto del cuore e con ferma volontà ti metta a servirmi. 2 - La fiamma non sale senza fumo Figliuolo, spesso il fuoco arde, ma la fiamma non sale senza fumo. Alcuni ardono di gran desiderio per le cose celesti e tuttavia non sono liberi dalla tentazione di affetti terreni. Quindi non sono mossi da intenzione del tutto pura, per il solo amore di Dio, in ciò che tanto insistentemente gli chiedono. Tale è spesso anche quel tuo desiderio che forse insinuasti con tanta importunità. Ciò dunque non è puro e perfetto, perché è inquinato dal proprio interesse. 3 - Rimane ancora altro tempo Chiedi non ciò che ti piace e ti accomoda, ma quello che a me è gradito e di mio onore, perché, se giudichi bene, a ogni tuo desiderio e a ogni cosa che puoi bramare devi preferire e seguire il mio ordine. Conosco i tuoi desideri, ho udito i tuoi frequenti gemiti. Tu vorresti già trovarti " nella libertà della gloria dei figli di Dio " ( Rm 8,21 ); già ti diletta la casa eterna e la patria celeste piena di gaudio ; ma non è ancora venuta quest'ora, rimane ancora altro tempo e cioè tempo di lotta, di fatica e di prova. Sospiri di essere ricolmo del Sommo Bene, ma ora non lo puoi. Sono io: aspettami, dice il Signore, " finché non sia venuto il regno di Dio " ( Lc 22,18 ). 4 - Occorre che ti rivesta dell'uomo nuovo Devi ancora essere provato sulla terra ed esercitato in molte maniere. Di quando in quando ti sarà data qualche consolazione, ma non te ne sarà concessa in tale abbondanza da saziarti. " Sta' di buon animo, dunque, e sii forte " ( Dt 31,7 ) così nell'agire come nel sopportare le cose contrarie alla tua natura. Occorre " che ti rivesta dell'uomo nuovo " ( Ef 4,24 ) e che ti muti in tutt'altro uomo. Occorre che tu faccia spesso quello che non vorresti e rinunci a quello che vorresti. Quello che piace agli altri avrà corso; quello che piace a te non andrà avanti di un passo. Si ascolterà quello che gli altri dicono; non si terrà nessun conto di quello che dici tu. Altri chiederanno e otterranno; tu chiederai e non otterrai nulla. 5 - Un buono a nulla Altri saranno grandi sulla bocca degli uomini; di te invece non si farà parola. Ad altri si darà questo o quell'incarico; tu invece sarai ritenuto un buono a nulla. Perciò la natura talvolta sentirà amarezza, e sarà molto se saprai sopportare in silenzio. In questi e in altri simili modi suole essere provato il fedele servo di Dio per conoscersi: se può rinnegare sé stesso e in tutto. Non vi è forse nessuna occasione in cui tanto hai bisogno di morire a te medesimo come nel vedere e nel patire cose contrarie alla tua volontà, specialmente quando viene comandato ciò che a te sembra non conveniente o meno utile. E poiché non osi resistere a chi ha maggiore autorità, trovandoti alla sua dipendenza, ti sembra duro camminare come agli altri piace e mettere da parte ogni tuo sentire. 6 - Lassù Ma se pensi, figliuolo, al frutto di queste fatiche, alla loro rapida fine e al premio sovrabbondante che ti attende, non ne sentirai il grave peso, ma te ne verrà conforto per animarti a soffrire. Perché per aver abbandonato spontaneamente questo poco di tua volontà, potrai fare sempre la tua volontà in cielo. Lassù troverai tutto ciò che vorrai, tutto quello che potrai desiderare. Lassù avrai ogni sorta di beni, senza timore di perderli. Lassù la tua volontà sarà sempre una cosa sola con la mia, nulla bramerai di estraneo e di personale. Lassù nessuno ti si potrà opporre, nessuno si lamenterà di te, nessuno ti sarà d'ostacolo, nessuno ti contrarierà; ma tutte le cose desiderate ti saranno insieme presenti, sazieranno le tue brame e le colmeranno fino al sommo. Lassù ti renderò la gloria per le contumelie subite, un manto prezioso per le tristezze sofferte, un seggio nel regno dei cieli in cambio dell'ultimo posto che hai scelto quaggiù. Lassù apparirà il frutto dell'obbedienza, sarà mutata in godimento la fatica della penitenza e sarà coronata di gloria l'umile sottomissione. 7 - Per la tua vita e per la tua morte Adesso dunque piegati umilmente sotto la mano di tutti e non stare a pensare chi abbia detto o comandato una cosa. Ma piuttosto procura che, sia un superiore o uno più giovane o un eguale che ti chieda o imponga qualche cosa, tutto tu prenda in buona parte e con volontà sincera ti studi di metterlo in esecuzione. Uno cerchi questo, un altro quello; si vanti uno di questo e l'altro di quello, sia lodato mille volte mille; tu invece non ti rallegrare né di questo né di quello, ma godi del disprezzo di te stesso, dell'adempimento della divina volontà e dell'onore di me solo. Quello che tu devi desiderare è " che o per la tua vita o per la tua morte Dio sia sempre glorificato in te " ( Fil 1,20 ). Capitolo 50 - L'abbandono in Dio nel dolore 1 - Preghiera dell'anima in desolazione Signore Dio, Padre santo, sii benedetto ora e in tutta l'eternità, perché, come vuoi, così è stato fatto, e quello che fai è bene. Il tuo servo si rallegri in te, non in sé stesso, né in alcun altro, perché tu solo sei la vera letizia, tu la mia speranza e la mia corona, tu il mio gaudio e la mia gloria. Signore. Che cosa ha il tuo servo se non ciò che ha ricevuto da te, e anche senza suo merito? Tutte sono tue le cose che ci hai donato e che hai fatto. " Misero sono io e nei travagli fin dalla mia giovinezza " ( Sal 83,16 ), e non di rado l'anima mia si rattrista fino alle lacrime e talvolta si conturba in sé stessa per le passioni che la minacciano. 2 - Si piegheranno i miei ginocchi Desidero il gaudio della pace, invoco la pace dei tuoi figli che nella luce della consolazione sono da te nutriti. Se le dai la pace, se le infondi il tuo santo gaudio, l'anima del tuo servo sarà piena di melodia e devota nella tua lode. Ma se a lei ti sottrai, come spessissimo sei solito fare, non potrà percorrere la via dei tuoi comandamenti; ma piuttosto si piegheranno i suoi ginocchi per battersi il petto, perché non si trova bene come nei giorni trascorsi, quando la tua lucerna splendeva sopra il suo capo e sotto l'ombra delle tue ali era al sicuro dagli assalti delle tentazioni. 3 - È venuta l'ora della prova Padre giusto e degno di perenne lode, è venuta l'ora della prova. Padre amabile, è bene che il tuo servo in quest'ora soffra qualche cosa per te. Padre perpetuamente adorabile, è venuta l'ora da te prevista fin dall'eternità in cui il tuo servo per un po' di tempo all'esterno soccomba, sebbene interiormente sia sempre vicino a te; è venuta l'ora in cui per un po' sia vilipeso, umiliato, disprezzato dagli uomini; sia affranto dalle passioni e dalle infermità, al fine di poter risorgere di nuovo con te nell'aurora di una novella luce ed essere glorificato fra gli eletti del cielo. Padre santo, così hai ordinato, così hai voluto, ed è avvenuto ciò che hai comandato. 4 - Buon per me che mi hai umiliato È una grande grazia per il tuo amico patire ed essere tribolato in questo mondo per tuo amore, sempre e da parte di chiunque tu lo avrai permesso. Nulla avviene sulla terra senza il tuo volere e la tua provvidenza. " È bene per me, Signore, essere afflitto, per imparare la tua volontà " ( Sal 119,71 ) e allontanare dal cuore tutte le fumosità dell'orgoglio e le presunzioni. Mi è utile che la confusione abbia coperto la mia faccia, perché per consolarmi io cerchi piuttosto tè che gli uomini. Da ciò ho anche imparato a temere il tuo imperscrutabile giudizio, perché percuoti il giusto al pari dell'empio, ma senza violare l'equità e la giustizia. 5 - Medico celeste delle anime Ti ringrazio, perché non hai risparmiato il castigo ai mali che ho fatto, ma mi hai colpito con aspre battiture, infliggendomi dolori e caricandomi di angustie fuori e dentro. Non vi è chi mi conforti, fra tutti gli esseri che sono sotto il cielo, se non tu. Signore e Dio mio, medico celeste delle anime, che " castighi e perdoni, fai scendere nella profondità dell'abisso e poi cavi fuori " ( Tb 13,2 ). La tua disciplina sia sopra di me e la tua verga mi sia maestra. 6 - Tu sai quel che giova al mio profitto Ecco, Padre amato, io sono nelle tue mani, mi curvo sotto la verga della tua correzione. Percuoti il mio dorso e il mio collo, perché al tuo volere si pieghi la mia tortuosità. Fammi un discepolo pio e umile, come bene sai fare, perché cammini obbediente a ogni tuo cenno. Raccomando alla tua correzione tutto me stesso e tutte le cose mie; è meglio essere castigato adesso che in futuro. Tu conosci tutto e ogni singola cosa, e nulla ti è nascosto nella coscienza umana. Prima che accadano, tu sai le cose che verranno, e non c'è bisogno di nessuno che t'informi o ti ragguagli di quanto avviene sulla terra. Tu sai quello che giova al mio profitto e quanto la tribolazione serva a togliere la ruggine dei miei vizi. Fa' di me secondo il tuo beneplacito, che è pure il mio desiderio, e non ti faccia ribrezzo la mia vita peccaminosa, che a nessuno meglio e più distintamente è nota che a tè solo. 7 - I sensi degli uomini ci ingannano Dammi, Signore, di sapere quello che si deve sapere, di amare quello che si deve amare, di lodare quello che a te sommamente piace, di apprezzare quello che a te appare prezioso, di disprezzare quello che è sordido ai tuoi occhi. Non permettere che io giudichi " sull'apparenza, né mi pronunci dopo ciò che ho udito dire " ( Is 11,3 ) dagli uomini inesperti; ma che sappia discernere con retto giudizio le cose visibili e quelle spirituali, e soprattutto che sempre cerchi la volontà del tuo beneplacito. I sensi degli uomini spesso nel giudicare si ingannano, come si ingannano i servi del mondo amando le cose terrene. È forse migliore un uomo perché un altro lo ritiene più grande? Quando un uomo esalta un altro uomo è mentitore, un vanitoso che inganna un vanitoso, un cieco che inganna un cieco, un debole che inganna un debole; e le lodi senza fondamento sono piuttosto un disonore per chi le riceve. Perché " ciascuno è quello che è agli occhi tuoi, Signore, e nulla di più o di meno " dice l'umile S. Francesco. Capitolo 51 - Le occupazioni più modeste 1 - Il Signore Figliuolo, tu non sei capace di rimanere sempre in fervido desiderio di virtù, né di mantenerti in più alto grado di contemplazione, ma hai bisogno, talvolta, per via del peccato originale, di discendere a più modeste occupazioni e di portare, anche tuo malgrado e con tedio, il gravame della vita corruttibile. Finché vivi in un corpo mortale sentirai tedio e angoscia di cuore. È pertanto necessario spesso, per il peso della carne, gemere nella carne, non avendo lena sufficiente a rimanere continuamente negli esercizi spirituali e nella divina contemplazione. 2 - I dolori del tempo Allora ti conviene ripiegare nelle opere umili ed esteriori e ricrearti con le buone azioni, aspettando con ferma confidenza la mia venuta e le visite celesti, sopportando pazientemente il tuo esilio e l'aridità dello spirito, finché di nuovo sia da me visitato e liberato da tutte le pene. Io ti farò dimenticare le tue fatiche e godere dell'interna quiete. Distenderò dinanzi a te i prati delle Scritture perché con cuore lieto incominci a correre la strada dei miei comandamenti. Allora dirai: " Le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili con la gloria che dev'essere manifestata in noi " ( Rm 8,18 ). Capitolo 52 - Non sono degno di consolazione 1 - Il discepolo Signore, io non sono degno della tua consolazione ne di alcuna tua visita spirituale, e pertanto tu sei giusto con me quando mi lasci povero e desolato. Se anche versassi un mare di lacrime, ancora non sarei degno della tua consolazione. Io non merito se non di essere flagellato e punito, perché gravemente e sovente ti ho offeso e ho peccato assai in molte cose. Dunque, a vera ragion veduta, non sono degno del minimo conforto. Ma tu, Dio clemente e misericordioso, che non lasci perire le tue opere, per mostrare la ricchezza della tua bontà verso di noi " vasi di misericordia " ( Rm 9,23 ) anche all'infuori di ogni merito personale, ti compiaci di consolare il tuo servo oltre ogni misura umana. Le tue consolazioni non somigliano ai vani discorsi degli uomini. 2 - È vero e non posso negarlo Che cosa ho fatto, Signore, perché tu mi concedessi qualche consolazione celeste? Io ricordo di non aver fatto nulla di bene, ma di essere sempre stato propenso al vizio e pigro nel correggermi. È vero e non posso negarlo. Se dicessi altrimenti, tu staresti in testimonio contro di me e non vi sarebbe chi prendesse le mie difese. Che cosa ho meritato coi miei peccati se non l'inferno e il fuoco inestinguibile? Confesso che sono degno di ogni umiliazione e di ogni disprezzo, e non sono degno di essere annoverato fra i tuoi devoti. E benché mi vergogni a dirlo, tuttavia mi accuserò dei miei peccati, affinché più facilmente meriti di ottenere la tua misericordia. 3 - Ho peccato Che cosa dirò, io colpevole e pieno di ogni confusione? Non ho voce se non per dire questa sola parola: Ho peccato. Signore, ho peccato; abbi pietà di me, perdonami! " Lascia che un poco io sfoghi il mio dolore col pianto, prima che parta per non tornare verso la regione delle tenebre e dell'ombra densa " ( Gb 10,20-21 ). Che altro cerchi tu dal reo e misero peccatore, se non che sia pentito e si umilii per le sue colpe? Dalla vera contrizione e dalla umiliazione nasce la speranza del perdono, si acquieta " la coscienza turbata " ( Sap 17,10 ), si ricupera la grazia perduta, l'uomo si tutela dall'ira futura; e Dio e l'anima penitente si corrono incontro per scambiarsi il bacio santo. 4 - L'unguento gradito L'umile contrizione dei peccati. Signore, è per te un sacrificio gradito: al tuo cospetto ha una fragranza assai più soave del profumo dell'incenso. Essa è pure l'unguento accetto che hai voluto fosse versato sui tuoi sacri piedi, perché tu non hai mai disprezzato un cuore contrito e umiliato. Essa è il luogo del rifugio dalla faccia irata del nemico. In essa si emenda e si deterge tutto quello che altrove l'anima, macchiandosi, ha commesso. Capitolo 53 - La grazia di Dio e le cose terrene 1 - Il Signore Figliuolo, la mia grazia è preziosa, non soffre mescolanza con le cose esterne, né con le consolazioni terrene. Bisogna dunque che tu rimuova tutti gli impedimenti alla grazia, se desideri che ti, venga infusa. Cerca in te un angolo appartato, ama di abitare da solo con te stesso, non cercare colloqui con nessuno, ma piuttosto innalza a Dio devote preghiere affinché tu possa serbarti l'anima compunta e la coscienza pura. Stima nulla tutto il mondo; a tutte le occupazioni esteriori anteponi la tua dedizione a Dio. Non potrai servire me e insieme trastullarti con ciò che passa. Ti conviene distaccarti dalle persone care e dai conoscenti per mantenere sgombro lo spirito da ogni godimento terreno. Così l'apostolo S. Pietro esorta i fedeli di Cristo a ritenersi come " forestieri e pellegrini in questo mondo " ( 1 Pt 2,11 ). 2 - La perfetta vittoria Quanta fiducia avrà in punto di morte chi non è trattenuto nel mondo dall'affetto ad alcuna cosa. Ma l'anima inferma non può comprendere cosa sia un cuore segregato da tutti, né l'uomo animale conosce la libertà dell'uomo interiore. Eppure chi voglia essere spirituale deve rinunciare tanto ai lontani come ai vicini e da nessuno guardarsi come da sé stesso. Se interamente avrai vinto te stesso, più facilmente soggiogherai tutto il resto. La perfetta vittoria consiste nel trionfo sopra di sé. Chi tiene sottomesso sé stesso, così che i sensi obbediscano alla ragione e la ragione in tutto obbedisca a me, costui è veramente un vincitore di sé e un dominatore del mondo. 3 - La radice Se prendi animo per salire a questa sommità, devi incominciare virilmente a porre la scure alla radice onde svellere e distruggere la segreta smoderata inclinazione verso te stesso e verso ogni bene privato e materiale. Da questo vizio dell'amore troppo disordinato dell'uomo a sé medesimo derivano, quasi da radice, tutti i vizi che si devono vincere in noi; vinto e soggiogato questo nemico, vi sarà subito una grande pace e una tranquillità profonda. Ma poiché pochi si sforzano di morire perfettamente a sé stessi e di uscire da sé in libertà, rimangono impacciati dentro di sé, né possono con lo spirito elevarsi sopra di sé. Chi invece desidera camminare liberamente con me, deve mortificare tutti gli affetti cattivi e disordinati e non attaccarsi a nessuna creatura con particolare amore di concupiscenza. Capitolo 54 - Natura e grazia 1 - Il Signore Figliuolo, sta' attento con diligenza ai movimenti della natura e della grazia. Essi si svolgono in maniera molto contrastante e insieme inafferrabile tra loro, per cui solo un uomo di vita spirituale e bene illuminato ne ha il discernimento. Tutti desiderano il bene e a prima vista si propongono qualche bene in tutte le loro parole e le loro azioni; quindi da questa apparenza parecchi sono tratti in errore. La natura è scaltra, attrae, irretisce e seduce molti e non ha altro fine che sé medesima, mentre la grazia cammina con semplicità, evita ogni apparenza di male, non tende insidie, opera tutto rettamente, per amor di Dio, nel quale riposa come suo ultimo fine. 2 - La natura si affatica per i suoi comodi La natura malvolentieri si rassegna a morire, non vuole essere oppressa e soverchiata, né sottoposta, né si assoggetta spontaneamente; la grazia, al contrario, cura la propria mortificazione, resiste alla sensualità, cerca di essere sottomessa, brama di restare vinta, non vuoi usare della sua libertà, ama di essere tenuta sotto una disciplina, di non dominare nessuno, ma invece di vivere, stare ed essere sempre sottoposta a Dio e per amor di Dio piegarsi umilmente sotto ogni umana creatura. La natura si affatica per il suo proprio comodo e calcola il guadagno che da un altro può ricavare; la grazia invece considera maggiormente non quello che può essere utile e vantaggioso a sé, ma piuttosto quello che giova agli altri. La natura accetta volentieri onori e riverenze, mentre la grazia attribuisce ogni onore e gloria a Dio. 3 - La grazia non può restare inoperosa La natura teme la vergogna e il disprezzo; la grazia invece gode " di patire contumelia per il nome di Gesù " ( At 5,41 ). La natura ama l'ozio e il riposo del corpo; la grazia invece non può restare inoperosa e volentieri abbraccia la fatica. La natura cerca di avere le cose rare e belle, aborre dalle vili e grossolane; la grazia invece si compiace di ciò che è semplice e umile, non sdegna mai ciò che è rozzo, né rifiuta di portare vecchie vesti. La natura bada alle cose terrene, si rallegra dei guadagni economici, si rattrista di un danno, si adira per una parola lievemente ingiuriosa; la grazia invece tende ai beni eterni, non si attacca a quelli del tempo, non si deprime per un rovescio di fortuna, non si incollerisce per frasi troppo dure, perché ha posto il suo tesoro e la sua gioia in cielo dove nulla perisce. 4 - La natura è incline verso le creature La natura è avida e preferisce ricevere anziché dare. Ama le cose proprie e personali. La grazia invece è pietosa e si dona a tutti, evita le singolarità, si accontenta di poco, giudica " che vi è più felicità a dare che a ricevere " ( At 20,35 ). La natura è incline verso le creature, verso la propria carne, verso la vanità, verso le divagazioni; la grazia invece tende a Dio e alle virtù, rinunzia alle creature, fugge il mondo, odia i desideri della carne, diminuisce gli svaghi, arrossisce di comparire in pubblico. La natura fa buon viso a qualche divertimento esteriore in cui soddisfare i sensi; la grazia invece cerca la consolazione soltanto in Dio e al di sopra di tutti i beni visibili mette il suo gaudio nel sommo Bene. 5 - La grafia non cerca nulla del mondo La natura tutto compie per il suo interesse e il suo comodo e non fa nulla gratuitamente; ma se fa del bene, attende in compenso un beneficio uguale o maggiore, oppure lodi o favori; brama che di quello che dà o fa sia tenuto gran conto; la grazia invece non cerca nulla dal mondo, né richiede a mercede altro premio se non Dio solo; delle cose temporali che pure sono necessarie non desidera se non quel tanto che le può servire per il conseguimento dei beni eterni. 6 - La natura è cerimoniosa coi potenti La natura gode di avere molti amici e parenti, si gloria di un'alta condizione, della nobiltà dei natali, è cerimoniosa coi potenti, blandisce i ricchi, plaude ai suoi pari; la grazia invece ama anche i nemici, non si inorgoglisce per la turba degli amici, non si vanta né per la famiglia, né per gli antenati, a meno che si siano distinti per la virtù, favorisce più il povero che il ricco, compatisce più l'innocente che il potente; si congratula con chi dice la verità, non con chi sa mentire; esorta sempre i buoni a emulare i doni migliori e ad assomigliare nella virtù al Figlio di Dio. La natura subito si lagna se qualche cosa le manca o la molesta; la grazia invece sopporta con fermezza la povertà. 7 - Tutto nasce dal corrompersi dell'antico La natura ritorce tutto a suo profitto, per sé si dibatte e ragiona; la grazia all'opposto riporta tutto a Dio, dal quale come dal suo principio tutto deriva; non ascrive a sé nulla dì bene, né ha arroganti presunzioni; non fa litigi, né dà il primato al suo parere, ma si sottomette all'eterna sapienza e al divino giudizio in ogni sentimento e opinione. La natura brama di sapere i segreti e di udire le novità; vuoi comparire al di fuori e vuoi fare esperienza sensibile di molte cose, ambisce di essere conosciuta e di agire in modo da essere lodata e ammirata; la grazia non cura di essere edotta delle novità e delle curiosità, perché tutto nasce solo dal corrompersi e dallo sparire dell'antico, non essendovi nulla di nuovo e di durevole sulla terra. Essa insegna a contenere i sensi, a schivare la vanagloria e l'ostentazione, a nascondere umilmente ciò che è meritevole di lode e degno di ammirazione, a cercare in ogni cosa, in ogni scienza ciò che è veramente utile, la lode e l'onore di Dio. Non vuole che essa e le sue cose siano magnificate, ma desidera che sia benedetto nei suoi doni Iddio, che tutto per puro amore ha elargito. 8 - Dono speciale di Dio Questa grazia è una luce soprannaturale, " un dono speciale " ( Ef 2,8 ); è propriamente il suggello degli eletti, " la caparra 'della nostra eredità" ( Ef 1,14 ); solleva l'uomo dalle cose di quaggiù perché ami le celesti e da carnale lo trasforma in spirituale. Quanto più si domina la natura e la si vince, tanto maggiore grazia viene infusa, e così giorno per giorno, per nuove visite dello Spirito Santo, l'uomo interiore si riforma " secondo l'immagine del nostro Creatore " ( Col 3,10 ). Capitolo 55 - La corruzione della natura e l'efficacia della grazia 1 - Il discepolo Signore, Dio mio, che mi hai creato a tua immagine e somiglianza, concedimi questa grazia che mi hai mostrato tanto grande e necessaria per la salvezza, e cioè di poter vincere la mia pessima natura che mi trascina al peccato e alla perdizione. " Perché vedo un'altra legge nelle mie membra che lotta contro la legge della mia ragione " ( Rm 7,23 ) e come schiavo mi mena a obbedire in molte cose alla sensualità, né posso resistere alle passioni, se non mi assiste la santissima grazia che tu mi hai infusa ardente nel cuore. 2 - Una favilla nascosta nella cenere È necessaria la tua grazia e una grazia abbondante per vincere la natura, che sempre, fin dall'adolescenza, è inclinata al male. Decaduta nel progenitore Adamo e depravata dal peccato, la pena della sua macchia si è tramandata a tutti gli uomini, così che quella stessa natura, che pur era stata da te creata buona e retta, ora significa il vizio e la debolezza della natura corrotta, perché i suoi moti, se lasciati a loro stessi, traggono al male e al fango. La poca forza che è rimasta è come !a favilla nascosta nella cenere. Questa è la ragione naturale, avvolta da folta caligine ma capace ancora di distinguere il bene dal male, di misurare la distanza fra il vero e il falso, quantunque sia impotente a compiere tutto ciò che approva, né abbia la pienezza della luce della verità, né possegga l'integrità dei suoi affetti. 3 - C'è, sì, la volontà di bene Perciò avviene " che io mi compiaccio della legge di Dio dal punto di vista dell'uomo interiore " ( Rm 7,22 ), sapendo che i tuoi comandamenti sono buoni, giusti e santi, comprendendo altresì che ogni peccato e ogni male sono da fuggirsi, ma con la carne " servo a una legge di peccato " ( Rm 7,25 ) quando obbedisco più alla sensualità che alla ragione. Avviene " sì, che c'è la volontà di bene, ma non la forza di compierlo " ( Rm 7,18 ). Faccio spesso molti buoni propositi, ma siccome manca la grazia ad aiutare la mia debolezza, di fronte a una leggera resistenza indietreggio e cado. Conosco la via della perfezione e con sufficiente chiarezza vedo come debba condurmi, ma fiaccato dal peso della mia corruzione, non assurgo a uno stato più perfetto. 4 - Tutto posso in te Quanto mi è necessaria la tua grazia, Signore, per incominciare il bene, per proseguirlo e per portarlo a termine. Senza di essa io non posso far nulla, mentre " posso tutto in colui che mi rende forte " ( Fil 4,13 ), sostenendomi con la sua grazia. O grazia veramente celeste, senza la quale non esistono meriti propri e nemmeno i doni di natura hanno pregio! Senza la grazia non valgono nulla presso di te. Signore, né le arti, né la ricchezza, né la bellezza, né la fortezza, né l'ingegno, né l'eloquenza. Difatti i doni di natura sono comuni ai buoni e ai cattivi, mentre il dono proprio degli eletti è la grazia, ossia l'amore, e forniti di esso, sono degni della vita eterna. La grazia tanto eccelle che né il dono della profezia, né quello di operare miracoli, né la più alta contemplazione sono stimati alcunché senza di essa. E neppure la fede, la speranza, le altre virtù ti sono accette, se disgiunte dalla carità e dalla grazia. 5 - Mi basta la tua grazia O beatissima grazia, che fai ricco di virtù il povero di spirito e rendi umile di cuore il ricco di molti beni, vieni, discendi in me, riempimi fin dal mattino con la tua consolazione, affinché la mia anima non venga meno per stanchezza o per aridità di spirito. Ti scongiuro, Signore, fa' che io trovi grazia ai tuoi occhi; " mi basta la tua grazia " ( 2 Cor 12,9 ) pur non avendo tutto il resto che la natura desidera. Se sarò tentato e angariato dalle tribolazioni, non avrò timore di nessun male, purché abbia la tua grazia con me. Essa è la mia forza, essa mi da consiglio e aiuto. È più potente di tutti i nemici, è più sapiente di tutti i sapienti. 6 - Un legno secco La grazia è maestra di verità, regola di disciplina, lume del cuore, sollievo nelle angustie; fuga la tristezza, dissipa il timore, nutre la devozione, produce le lacrime. Senza di essa io non sono che un legno secco, una moneta inutile da buttar via. " Fa' dunque, Signore, che la tua grazia sempre mi prevenga e mi accompagni e mi faccia sempre intento alle opere buone, per i meriti di Gesù Cristo, tuo Figlio. Amen. ( Colletta della Domenica XVI dopo la Pentecoste ). Capitolo 56 - Imitare Cristo nel portare la croce 1 - Il Signore Figliuolo, quanto sarai capace di uscire da te tanto potrai entrare in me. Come si possiede la pace interna non desiderando i beni esteriori, così il pieno abbandono interno congiunge a Dio. Voglio insegnarti la piena abnegazione nella mia volontà, senza rivolte e lamenti. Seguimi: " Io sono la via, la verità e la vita " ( Gv 14,6 ). Senza via non si cammina, senza verità non si conosce, senza vita non si vive. Io sono la via che devi seguire; sono la verità alla quale devi credere; sono la vita che devi sperare. Io sono la via che non fa smarrire, la verità infallibile, la vita interminabile. Io sono la via dirittissima, la verità suprema, la vita vera, vita beata, vita increata. Se tu starai nella mia vita " conoscerai la verità, e la verità ti farà libero " ( Gv 8,32 ) e raggiungerai la vita eterna. 2 - Se vuoi regnare con me " Se vuoi entrare nella vita eterna, osserva i comandamenti " ( Mt 19,17 ). Se vuoi conoscere la verità, credi a me. " Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che hai " ( Mt 19,21 ). " Se vuoi essere mio discepolo, rinnega te stesso " ( Lc 9,23 ). Se vuoi possedere la vita celeste, disprezza la vita terrestre. Se vuoi essere esaltato in cielo, umiliati in questo mondo. Se vuoi regnare con me, porta la croce con me. I soli servi della croce trovano la via della beatitudine e della vera luce. 3 - Il discepolo Signore Gesù, poiché fu povera la tua vita e spregevole agli occhi del mondo, dammi di imitarti sopportando il disprezzo del mondo. Difatti " non c'è discepolo sopra il maestro, né servo sopra il suo padrone " ( Mt 10,24 ). Si eserciti il tuo discepolo nell'imitare la tua vita; qui sta la mia salvezza e la vera santità. Tutto quello che leggo e ascolto all'infuori di te non mi soddisfa pienamente, non mi diletta. 4 - Il Signore Figliuolo, queste cose tu le conosci e tutte le hai lette: sarai beato se le realizzerai. " Chi ha i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama; egli sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e manifesterò me stesso a lui " ( Gv 14,21 ), e lo farò sedere con me nel regno del Padre mio. 5 - Il discepolo Signore Gesù, come hai detto e promesso, così sia fatto e che io possa meritarlo. Ho accettato dalla tua mano la croce, la porterò; sì, la porterò fino alla morte, come tu me l'hai imposta. Veramente la buona vita di un cristiano è una croce, ma essa conduce al Paradiso. Si è incominciato; non è consentito tornare indietro, né conviene arrestarsi. Dunque, fratelli, proseguiamo insieme; Gesù sarà con noi. Per amore di Gesù abbiamo preso questa croce, per amore di Gesù perseveriamo a portarla. Sarà il nostro aiuto colui che è il nostro condottiero e precursore. Ecco, il nostro Re cammina davanti a noi e combatterà per noi. Seguiamolo virilmente; nessuno si lasci vincere dal timore; siamo pronti a morire da forti nel combattimento; non " macchieremo la nostra gloria " ( 1 Mac 9,10 ) fuggendo la croce. Capitolo 57 - Non mai avvilirsi eccessivamente 1 - Il Signore Figliuolo, a me piace la pazienza e l'umiltà nelle vicende avverse più che non la grande consolazione e devozione nelle prospere. Perché ti contrista una piccola cosa detta o fatta contro di te? Se anche fosse stata più grave, non era il caso di turbarti. Ma ora lascia correre, non è la prima, non è nuova, né sarà l'ultima se vivrai a lungo. Tu sei abbastanza forte fino a che non ti accade nulla di contrario. Sai anche dare saggi consigli agli altri, sai rinvigorire con le tue parole; ma quando alla tua porta batte un'improvvisa tribolazione, non hai più né consiglio né fortezza. Rifletti alla tua fragilità, che spesso sperimenti nelle piccole opposizioni; tuttavia questi e simili fatti avvengono per la tua salvezza. 2 - Io sono sempre vivo Come meglio puoi, cerca di dimenticare, e se qualche cosa ti ha ferito, non abbatterti né preoccuparti a lungo. Almeno sopportala con pazienza, se non puoi farlo con gioia. Anche se tali cose non le ascolti volentieri e ne provi sdegno, cerca di reprimerti, né permettere che qualche intemperanza esca dalle tue labbra, ragione di scandalo per i semplici. Subito si calmerà l'insorto turbamento, e l'intimo dolore si addolcirà col ritorno della grazia. " Io sono sempre vivo ", dice il Signore ( Is 49,18 ), pronto ad aiutarti e a consolarti più del solito, se avrai avuto confidenza in me e se devotamente mi avrai invocato. 3 - Sei uomo, non sei Dio " Fatti animo " ( Bar 4,21 ) e disponiti a sofferenze anche maggiori. Non è tutto perduto se spesso ti senti turbato e gravemente turbato. Sei uomo, non sei Dio; sei carne, non angelo. Come potresti conservarti in un medesimo stato di virtù, se questa perseveranza è mancata all'Angelo in cielo e al primo uomo nel paradiso terrestre? Io sono colui che gli afflitti rialzo e sostengo; io sollevo fino alla mia divinità quelli che riconoscono la loro debolezza. 4 - Il discepolo " Signore, sia benedetta la tua parola, dolce alla mia bocca più del miele che stilla dal favo " ( Sal 19,11 ). Che cosa sarei in tante mie tribolazioni e angustie, se tu non mi confortassi coi tuoi santi discorsi? Purché un giorno finalmente giunga al porto della salvezza, che importa quali e quanti patimenti avrò sofferto? Dammi una buona fine; dammi un felice transito da questo mondo. " Ricordati benevolmente di me, Dio mio " e guidami per il retto cammino al tuo regno. Così sia. Capitolo 58 - Non si devono scrutare gli altri misteri di Dio 1 - Il Signore Figliuolo, astieniti dal discutere di problemi troppo alti e degli occulti giudizi di Dio, e perché questi è così abbandonato e l'altro è assunto a tanta grazia, e ancora perché questi è tanto afflitto e quello tanto esaltato. Queste cose superano la capacità della mente umana; nessuna forza di raziocinio, nessun dibattito serve a penetrare nei giudizi divini. Quando dunque il nemico ti suggerisce tali pensieri, oppure sono uomini curiosi che ti pongono simili quesiti, rispondi col detto del profeta: " Giusto tu sei, Signore, e rettitudine sono i tuoi giudizi " ( Sal 119,137 ). E con quell'altro: " I giudizi del Signore sono verità e sempre informati a giustizia " ( Sal 19,10 ). I miei giudizi bisogna temerli, non approfondirli, perché " sono incomprensibili all'umana intelligenza " ( Rm 11,33 ). 2 - Io sono il Dio della pace Non indagare neppure né disputare sui meriti dei santi, non cercare se uno è più santo di un altro o chi sia maggiore nel regno dei cieli. Queste controversie generano spesso litigi e contese inutili, suscitano la superbia e la vanagloria, danno origine a invidie e dissensi; mentre uno orgogliosamente si dichiara a favore di un santo, quello si sforza di dare la preferenza a un altro. Il voler conoscere e investigare tutto ciò non porta nessun frutto e ai santi dispiace; " perché io non sono il Dio della discordia ma della pace " ( 1 Cor 14,33 ), la quale pace consiste più nella vera umiltà che nella propria esaltazione. 3 - Io conosco i meriti di ciascuno Alcuni per zelo di devozione sono tratti a portare più vivo affetto a certi santi che non a certi altri, ma questa è un'affezione umana più che divina. Io sono che ho formato tutti i santi, io ho dato la grazia, io ho concesso la gloria. Io conosco i meriti di ciascuno, " io li ho prevenuti con benedizioni elette " ( Sal 21,4 ). Io conobbi i miei diletti prima che si iniziassero i secoli, io li ho scelti dal mondo, non loro hanno scelto me. Io li ho chiamati con la grazia, li ho attirati con la misericordia, li ho condotti all'eterna salvezza attraverso varie tentazioni. Io ho infuso in loro mirabili consolazioni, io ho dato loro la perseveranza, io ho coronato la loro pazienza. 4 - Io ho fatto il piccolo e il grande Io conosco il primo e l'ultimo, io abbraccio tutti con un inestimabile amore. Io devo esser lodato in tutti i miei santi, io devo essere benedetto sopra tutti gli esseri e onorato in ognuno di essi che così gloriosamente ho esaltato e predestinato senza nessun precedente loro merito. Chi dunque disprezza uno dei miei più piccoli non onora nemmeno il più grande, perché " io ho fatto il piccolo e il grande " ( Sap 6,8 ). E chi sminuisce qualcuno dei santi, sminuisce me e tutti gli altri che sono nel regno dei cieli. Tutti sono uno per il vincolo della carità, hanno un medesimo sentimento, un medesimo volere, e tutti si amano in perfetta unità. 5 - Amano più me che sé stessi E ciò che è ancora più sublime, essi amano più me che sé stessi e i loro meriti. Perché rapiti fuori di sé e liberi dall'amore di sé, totalmente si immergono nell'amore di me, nel quale, godendo deliziosamente, riposano. Nulla vi è che li possa distrarre o disanimare, perché pieni dell'eterno vero, bruciano del fuoco di un'inestinguibile carità. Gli uomini animali e carnali, che non sanno amare se non i loro piaceri, cessino dunque di discorrere sul grado dei santi. Essi tolgono e aggiungono secondo il loro arbitrio, non come piace all'eterna Verità. 6 - Una distanza incomparabile In molti è ignoranza, soprattutto in quelli che, poco illuminati, hanno raramente saputo amare con una perfetta dilezione spirituale. Molti ancora sono devoti a questi e a quelli con un sentimento naturale e un'umana amicizia, e ritengono che le cose celesti siano come quelle della terra. Ma vi è una distanza incomparabile fra ciò che pensano gli imperfetti e quello che contemplano gli uomini rischiarati da rivelazione soprannaturale. 7 - L'opera più gradita a Dio Guardati dunque, figliuolo, dal trattare con curiosità le cose che eccedono la tua conoscenza, ma piuttosto attendi e provvedi per ottenere almeno il minimo posto nel regno di Dio. E quand'anche uno sapesse chi è più santo di un altro e chi si debba stimare maggiore nel regno dei cieli, che cosa ciò gli gioverebbe se non per umiliarsi dinanzi a me e sollevarsi a lodare maggiormente il mio nome? Compie opera più piacevole a Dio chi pensa alla gravita dei suoi peccati, alla scarsità delle sue virtù e quanto è lontano dalla perfezione dei santi che non colui che discute del più grande o del meno grande fra loro. È meglio invocare i santi con preghiere devote e con lacrime e umilmente implorare i loro gloriosi suffragi che scrutare con vana indagine il segreto del loro stato in cielo. 8 - Non si gloriano dei loro meriti I santi sono contentissimi, e lo sarebbero anche gli uomini se sapessero frenare il loro vano discorrere. I santi non si gloriano dei loro meriti, perché nulla di bene attribuiscono a sé ma tutto a me; tutto io ho donato loro con l'infinita mia carità. È tanto l'amore divino di cui sono ricolmi e la gioia di cui sovrabbondano che nulla manca alla loro gloria, nulla può mancare alla loro felicità. I santi quanto più sono eminenti nella gloria, tanto più sono umili in sé stessi e perciò a me più vicini e da me più amati. È stato pertanto scritto che deponevano le loro corone davanti a Dio e cadevano con la faccia a terra dinanzi all'Agnello " e adoravano il Vivente nei secoli dei secoli " ( Ap 5,14 ). 9 - Il più grande nel regno di Dio Molti si chiedono chi sia maggiore nel regno di Dio, ignorando se saranno degni di essere annoverati pur tra i più piccoli. È cosa grande essere anche l'ultimo in cielo, dove tutti sono grandi, perché tutti saranno chiamati e difatti saranno figli di Dio. " Il più piccolo presso di te varrà per mille " ( Is 60,22 ) e " il più giovane morirà a cent'anni " ( Is 65,20 ). Quando difatti i discepoli domandarono " chi fosse il più grande nel regno dei cieli " ( Mt 18,1 ), ebbero questa risposta: " Se non vi convertite e non diventate come bambini, non entrerete nel regno dei cieli ". " Chi dunque si fa piccolo come questo bambino è il più grande nel regno dei cieli " ( Mt 18,3 ). 10 - Godete, umili; esultate, poveri Guai a coloro che sdegnano di abbassarsi spontaneamente sino a farsi piccoli come fanciulli, perché bassa è la porta del regno celeste e non permetterebbe loro d'entrare. Guai anche ai ricchi che hanno quaggiù le loro consolazioni, perché, mentre i poveri entreranno nel regno di Dio, essi staranno fuori ululando. Godete, umili; esultate, poveri, perché il regno di Dio è vostro, se però camminate nella verità. Capitolo 59 - Ogni confidenza in Dio 1 - Il discepolo Signore, quale fiducia posso io avere in i questa vita? O qual è il mio maggior conforto fra tutte le cose che si vedono sotto il cielo? Non sei forse tu, Signore, Dio mio, misericordia senza limiti? Dove mai ho avuto bene senza di te? O quando potrà esservi male se tu sei presente? Preferisco esser povero per amor tuo che ricco senza di te. Scelgo piuttosto di andare pellegrino con te sulla terra che di possedere il cielo senza di te. Dove sei tu, vi è il cielo, e dove tu non sei, vi sono la morte e l'inferno. Tu sei al vertice dei miei desideri e quindi è necessario che dietro a te io pianga, gridi e supplichi. Alla fine non posso pienamente confidare in nessuno, né sperare d'avere i soccorsi opportuni nelle mie necessità fuorché in te, Dio mio. " Tu sei la mia speranza " ( Sal 142,6 ), tu la mia fiducia, tu il mio consolatore. " Il Signore è verità in tutte le sue parole, amore in tutte le sue opere " ( Sal 145,13 ). 2 - Tu usi provare quelli che ami " Tutti cercano i loro interessi " ( Fil 2,21 ); tu invece pensi solo alla mia salvezza e al mio profitto e tutte le cose converti in bene per me. Anche se mi esponi a molte tentazioni e pene, tutto questo lo ordini a mio vantaggio, tu che in mille modi usi mettere alla prova quelli che ami. In queste tribolazioni non devi essere meno amato e lodato che se mi inondassi delle tue celesti benedizioni. 3 - Tu la pienezza della vita In te dunque, Signore Dio, ripongo tutta la mia speranza e il mio rifugio; in te depongo ogni tribolazione e affanno, perché trovo tutto infermo e mutevole quello che vedo fuori di te. Non mi serviranno i molti amici, né mi potranno aiutare forti soccorritori, né prudenti consiglieri varranno a darmi risposte utili, né qualunque tesoro a darmi la libertà, né un luogo solitario e ameno a offrirmi asilo sicuro, se tu stesso non mi assisti, non mi aiuti, non mi conforti, non mi consoli, non mi istruisci e custodisci. Tutte le cose, infatti, che sembrano destinate alla pace e a procurare la felicità, se tu sei assente, non sono nulla; in nulla concorrono, per verità, a rendermi felice. Tu sei dunque il massimo di tutti i beni, tu la pienezza della vita, la sorgente inesauribile di ogni luce e di ogni parola e la più grande consolazione dei tuoi servi che sperano unicamente in te. 4 - Padre delle misericordie " A te sono rivolti i miei occhi, in te confido, Dio mio. Padre delle misericordie " ( 2 Cor 1,3 ). Benedici e santifica con la tua benedizione celeste l'anima mia, perché divenga la tua santa dimora e la sede della tua eterna gloria; e che nulla si trovi nel tempio dove non disdegni abitare che offenda gli occhi della tua Maestà. Secondo la grandezza della tua bontà e " la moltitudine delle tue misericordie " ( Sal 51,3 ) guardami ed esaudisci la preghiera del tuo povero servo, esule, lontano, nella regione immersa nell'ombra di morte. Proteggi e salva l'anima del tuo piccolo servo in mezzo ai molti rischi della vita corruttibile e, sorretto dalla tua grazia, guidalo per la via della pace alla patria del perpetuo splendore. Amen. Fine del libro delle consolazioni interiori.