Spirit/Imitaz/L04/L04.txt Imitazione di Cristo Libro IV - I Sacramento dell'altare Parole di Cristo: " Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò riposo ", dice il Signore ( Mt 11,28 ). " Il pane che io vi darò è la mia carne per la vita del mondo " ( Gv 6,52 ). " Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo il quale è dato per voi: fate questo in memoria di me " ( Mt 26,26; 1 Cor 11,26; Lc 22,19 ). " Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue in me rimane e io in lui " ( Gv 6,56 ). " Le parole che io vi ho dette sono spirito e vita " ( Gv 6,64 ). Capitolo 1 - Stima delle parole di Cristo 1 - Voce del discepolo Queste sono le tue parole; Cristo, Verità eterna, benché non pronunciate in un medesimo tempo, né scritte in un medesimo luogo. Poiché sono tue e vere, io le devo ricevere tutte con immensa gratitudine e con fedeltà. Sono tue e tu le hai dette, e sono pure mie, perché le hai proferite per la mia salvezza. Volentieri le raccolgo dalle tue labbra, perché più profondamente si imprimano nel mio cuore. Mi incoraggiano queste parole di tanta pietà, cosi piene di dolcezza e di amore; senonché mi atterriscono le mie colpe, e la mia impura coscienza mi respinge dal ricevere così grandi misteri. Mi sollecita la dolcezza delle tue parole, ma troppo mi opprime la moltitudine dei miei peccati. 2 - Chi sono io? Tu mi comandi di avvicinarmi con fiducia a te se con te voglio aver parte, e di prendere l'alimento dell'immortalità se desidero ottenere la vita e la gloria eterna. Tu dici: " Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò riposo " ( Mt 11,28 ). O dolce e soave parola all'orecchio del peccatore, con la quale tu, Signore e Dio mio, inviti il povero è il mendico alla Comunione del tuo santissimo Corpo. Ma chi sono io, Signore, per osare di accostarmi a te? Ecco, " i cieli dei cieli non sono capaci di contenerti " ( 1 Re 8,27 ) e tu dici: " Venite a me voi tutti "! ( Mt 11,28 ). 3 - Chi mai crederebbe? Che cosa significa questa pietosissima degnazione e un invito così amorevole? Come ardirò di venire a te, io, consapevole di non aver nulla di buono per poter presumere tanto? Come ti introdurrò nella mia casa, avendo tanto spesso offeso la tua presenza amabilissima? Gli Angeli e gli Arcangeli sono compresi di reverenza, i santi e i giusti temono, e tu dici; " Venite a me voi tutti " ( Mt 11,28 ). Se tu. Signore, non lo dicessi, chi mai lo crederebbe vero? E se tu non ne dessi il comando, chi oserebbe avvicinarsi? 4 - Noè, Mosè, Salomone Noè, uomo giusto, lavorò per cent'anni a costruire l'arca dove, con pochi, salvarsi; e io come potrò in un'ora prepararmi a ricevere col necessario rispetto il Creatore del mondo? Mosè, il grande tuo servo e particolare tuo amico, fece l'Arca con legno immarcescibile, la rivestì di oro purissimo per riporvi le tavole della Legge, e io, putrida creatura, oserò accogliere con tanta facilità te, l'Autore della Legge, il Datore della vita? Salomone, il più sapiente dei re d'Israele, a lode del tuo nome in sette anni edificò un Tempio magnifico, con otto giorni di festa ne celebrò la Dedicazione, offrì mille vittime pacifiche e collocò solennemente, a squilli di tromba e con canti di letizia, l'Arca dell'Alleanza nel luogo che era stato preparato. E io, infelice e poverissimo fra gli uomini, come ti ospiterò in casa mia, io che a stento ci spendo una mezz'ora in preparazione? E almeno una sola volta quella mezz'ora la passassi in modo degno! 5 - Quanto poco è quello che faccio io! O mio Dio, quanto costoro si sono industriati per piacerti! Quanto poco invece è quello che faccio io! Come è breve il tempo che impiego per dispormi alla Comunione! Raramente sono tutto raccolto, rarissimamente sono purificato da ogni distrazione. Eppure alla santificante presenza della tua Divinità non dovrebbe apparire nessun pensiero sconveniente, né dovrebbe tenermi occupato nessuna creatura, perché sto per ricevere non un Angelo ma il Signore degli Angeli. 6 - Il vero sacrificio Vi è poi una grande differenza tra l'Arca dell'Alleanza con le sue reliquie e il purissimo tuo Corpo con le sue ineffabili virtù; tra quei sacrifici rituali, prefigurativi dei futuri, e il vero sacrificio del tuo Corpo, compimento di tutti gli antichi olocausti. 7 - Perché non mi preparo? Perché dunque non mi accendo di più dinanzi alla tua adorabile presenza? Perché non mi preparo con maggior sollecitudine a ricevere i tuoi santi misteri, mentre quei santi antichi patriarchi e profeti e anche re e principi con tutto il popolo dimostrarono tanta devozione nel culto divino? 8 - Il re Davide Il piissimo re Davide " danzò con tutte le sue forze dinanzi all'Arca di Dio " ( 2 Sam 6,14 ) ricordando i benefici già concessi ai padri; fabbricò strumenti musicali di diverso genere, compose salmi che fece cantare con allegrezza ed egli stesso cantava frequentemente al suono della cetra, animato dalla grazia dello Spirito Santo; egli insegnò al popolo d'Israele a lodare Dio con tutto il cuore, a benedirlo e celebrarlo con voce unanime ogni giorno. Se allora, dinanzi all'Arca del Testamento, vi era tanta e così viva e memore devozione nel glorificare e onorare Dio, quanta reverenza e devozione si deve avere ora da me e da tutto il popolo cristiano alla presenza del Sacramento e nella Comunione del santissimo Corpo di Cristo? 9 - Le reliquie dei santi Molti vanno pellegrini in diversi luoghi per visitare le reliquie dei santi, e rimangono ammirati udendo le loro gesta; guardano stupiti i vasti edifici dei templi e baciano le venerate ossa avvolte in seta e oro. Ed ecco, tu sei presente, sei vicino a me sull'altare, Dio mio, Santo dei Santi, Creatore degli uomini, Signore degli Angeli. Spesso a quelle visite spinge la curiosità e novità delle cose e se ne riporta uno scarso frutto di ravvedimento, soprattutto quando il viaggio è fatto alla leggiera, senza una vera contrizione. Ma qui, nel Sacramento dell'Altare, tu sei presente tutto intero, Dio e uomo, Cristo Gesù; qui si acquista un abbondante frutto di eterna salvezza ogni volta che sei degnamente e devotamente ricevuto. A questo Sacramento non spinge nessuna leggerezza, né curiosità, né diletto sensibile, ma salda fede, devota speranza, sincera carità. 10 - Supera ogni intelligenza umana O invisibile Creatore dell'universo, con quanta meraviglia operi con noi! Con quanta soavità e grazia tratti i tuoi eletti, ai quali nel Sacramento offri in cibo te stesso! Tutto ciò supera ogni intelligenza umana; particolarmente rapisce i cuori dei fedeli e ne infiamma l'amore. Essi infatti, i tuoi veri fedeli, che conducono la loro vita nello sforzo di emendarsi sempre più, da questo santissimo Sacramento frequentemente ricevono una grande grazia di devozione e l'amore della virtù. 11 - È conferita la grazia O ammirabile e nascosta grazia del Sacramento che solo i fedeli di Cristo conoscono, mentre gli infedeli e i servi del peccato non la possono sperimentare! In questo Sacramento è conferita la grazia spirituale, l'anima ricupera la virtù perduta e torna la primitiva bellezza resa deforme dal peccato. Alle volte è tanta questa grazia che, per la pienezza della devozione, non solo l'anima, ma anche il debole corpo sente che le sue forze hanno un vigore nuovo. 12 - La cecità e la durezza del cuore umano Bisogna tuttavia rammaricarci assai e commiserarci per la nostra tiepidezza e negligenza che ci impedisce di andare con più ardente amore a ricevere Cristo, nel quale è posta tutta la speranza e il merito di quelli che si salvano. Egli è là nostra santificazione, la nostra redenzione; egli è la consolazione di noi viatori e l'eterno gaudio posseduto dai santi. È pertanto veramente doloroso che molti tanto poco riflettano a questo salutare mistero che allieta il cielo e salva il mondo. Oh, la cecità e la durezza del cuore umano che non presta un'attenzione maggiore a un dono così ineffabile, e per l'uso quotidiano giunge fin quasi a non avvedersene! 13 - Se si celebrasse in un sol luogo Se questo santissimo Sacramento si celebrasse in un solo luogo, e un solo sacerdote nel mondo facesse la consacrazione, non è immaginabile con quanto desiderio gli uomini accorrerebbero verso quel luogo e verso quel sacerdote di Dio per assistere alla celebrazione dei divini misteri. Ora invece molti sono ordinati sacerdoti e in molti luoghi Cristo è offerto affinché tanto maggiore si manifesti la grazia e l'amore di Dio agli uomini quanto più largamente la S. Comunione è diffusa sopra la terra. Grazie a te, Gesù buono, pastore eterno, che ti sei degnato di ristorare noi poveri ed esuli col tuo prezioso Corpo e Sangue, e di invitarci con le tue proprie labbra a partecipare a questi sacri misteri, dicendo: " Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò riposo " ( Mt 11,28 ). Capitolo 2 - La grande bontà di Dio 1 - Voce del discepolo Confidando nella tua bontà e nella tua grande misericordia, Signore, io infermo mi accosto al Salvatore, famelico e assetato alla Fonte della vita, povero al Re del cielo, servo al Signore, creatura al Creatore, desolato al mio pietoso Consolatore! Ma donde questo, mio Dio, che tu venga a me?' Chi sono io, al quale tu doni te stesso? Come può osare un peccatore comparire davanti a te? E come puoi tu degnarti di venire a me peccatore? Tu conosci il tuo servo e sai che nulla ha in sé di bene per meritare questa grazia. Confesso la mia miseria, proclamo la tua bontà, glorifico la tua misericordia e ti ringrazio per la tua immensa carità. Tu fai ciò da te stesso, non per i miei meriti, affinché la tua bontà ancor più mi sia nota, mi venga infusa più abbondante la carità e mi stia a cuore in modo più perfetto l'umiltà. Poiché dunque questo piace a te, e tu hai comandato che così fosse fatto, anche a me piace il favore che ti degni di concedermi. Almeno non ponesse ostacoli la mia iniquità! 2 - Che cosa penserò io? O dolcissimo e benignissimo Gesù; quanta reverenza e ringraziamento e lode perenne ti si devono per averci ammessi a ricevere il tuo sacro Corpo, del quale nessun uomo può esprimere in parole il valore. Che cosa penserò io nell'accostarmi al mio Signore che non posso convenientemente venerare e tuttavia desidero ardentemente ricevere? Che cosa posso pensare di meglio e di più salutare se non di umiliarmi totalmente davanti a te esaltando sopra di me la tua bontà infinita? 3 - Il Santo dei santi Te lodo, Dio mio, e te esalto in eterno. Disprezzo profondamente me stesso e mi sottometto a te nell'abisso della mia abiezione. Ecco, tu sei il Santo dei santi e io la feccia dei peccatori. Ecco, tu ti abbassi fino a me che non sono degno di alzare a te lo sguardo. Ecco, tu vieni a me, tu vuoi essere, con me, tu mi inviti alla tua mensa. Tu vuoi darmi a mangiare un cibo celeste, il pane degli Angeli, non altri che te stesso, il pane vivo che è disceso dal cielo e da la vita al mondo. 4 - Soave e giocondo banchetto Ecco quale degnazione risplende, donde scaturisce l'amore! Quali vivi ringraziamenti e quali lodi per tutto ciò ti sono dovuti! Come fu utile e salutare il tuo consiglio istituendo questo Sacramento! Quanto soave e giocondo il banchetto nel quale doni te stesso in cibo! O quanto è ammirabile l'opera tua, quanto potente la tua forza, quanto infallibile la tua verità! Tu hai parlato, e tutte le cose sono state fatte; è stato fatto ciò che tu hai comandato. 5 - A tua gloria e a perenne ricordo di te Cosa stupenda e degna di fede, che sorpassa l'umana intelligenza, che tu Signore e Dio mio, vero Dio e vero uomo, sia contenuto integralmente sotto le apparenze di un po' di pane e di vino e sia mangiato da chi ti riceve senza essere consumato. Tu, Signore dell'universo, che, non avendo bisogno di nessuno, hai voluto per mezzo di questo Sacramento abitare fra noi, conserva immacolato il mio cuore e il mio corpo, perché con coscienza lieta e pura frequentemente possa celebrare e ricevere per la mia perpetua salvezza i tuoi misteri che hai stabilito e istituito specialmente a tua gloria e a perenne ricordo di te. 6 - La carità di Cristo non mai sminuisce Rallegrati, anima mia, e rendi grazie a Dio per un dono tanto nobile, per un conforto tanto singolare, lasciato per te in questa valle di lacrime. Perché ogni volta che rinnovi il mistero e accogli il Corpo di Cristo, sempre compi l'opera della tua redenzione e ti fai partecipe di tutti i meriti di Cristo. La carità di Cristo non mai sminuisce, e la grandezza della sua potenza propiziatrice non può mai esaurirsi. Ti devi dunque disporre con un continuo rinnovamento dello spirito e meditare con attenzione il grande mistero della salvezza. Questo mistero così nuovo, grande e lieto ti deve apparire, quando celebri o assisti alla Messa, come se in quel medesimo giorno Cristo, discendendo la prima volta nel seno della Vergine, si faccia uomo; o, pendendo dalla croce, patisca e muoia per la salvezza degli uomini. Capitolo 3 - La comunione frequente 1 - Voce del discepolo Ecco, io vengo a te, Signore, per trarre profitto dal tuo dono e rallegrarmi del tuo santo convito. " Tu provvedesti al povero, o Dio, nella tua bontà " ( Sal 68,11 ). Ecco, in te vi è tutto quello che posso e debbo sperare; tu sei la mia salvezza e la mia redenzione, la mia speranza e la mia fortezza, il mio onore e la mia gloria. " Ricrea dunque oggi l'anima del tuo servo, Signore Gesù; a te innalzo l'anima mia " ( Sal 86,4 ). Desidero ora riceverti con devozione e reverenza, bramo introdurti nella mia casa affinché, come Zaccheo, meriti di essere da te benedetto e annoverato tra i figli di Abramo. L'anima mia sospira il tuo Corpo, il mio cuore brucia di unirsi con te. 2 - Non voglio rimandarli a casa digiuni Donati a me e mi basta. Perché all'infuori di tè non vale nessuna consolazione. Devo perciò frequentemente accostarmi a te e riceverti in rimedio per la mia salvezza, perché alle volte, privo del cibo celeste, non venga meno lungo la strada. Così, misericordiosissimo Gesù, quando predicavi al popolo e curavi le sue varie infermità, dicesti: " Non voglio rimandarli digiuni perché non abbiamo a svenire per via " ( Mt 15,32 ). Agisci dunque con me- a questo modo; essendo rimasto nel Sacramento per consolazione dei fedeli. Tu sei infatti il dolce ristoro delle anime, e chi di te si sarà degnamente cibato sarà partecipe ed erede dell'eterna gloria. A me che così spesso cado in peccato, così facilmente mi intorpidisco e sono senza energie, è necessario rinnovarmi, purificarmi, infiammarmi con frequenti preghiere, confessioni e con la Comunione del tuo sacro Corpo, perché, astenendomi lungamente, non mi avvenga di recedere dai miei santi propositi. 3 - Allontana dal male " I disegni del cuore dell'uomo sono cattivi dalla sua infanzia " ( Gen 8,21 ), e se non Io soccorre il farmaco divino, l'uomo precipita al peggio. Ora la santa Comunione allontana dal male e conforta nel bene. Che se ora, pur comunicandomi o celebrando, tanto spesso sono negligente e tiepido, che avverrebbe se rinunciassi a questa salutare medicina e non cercassi un così potente aiuto? E anche se non mi sento ogni giorno preparato e ben disposto a celebrare, farò in modo di ricevere i divini misteri a tempo opportuno e di partecipare a una grazia così grande. Finché l'anima fedele va nel corpo mortale pellegrinando lontano da te, questa è la sola, grandissima consolazione, ricordarsi più spesso del suo Dio e accogliere il suo Diletto con fervida devozione. 4 - Beata l'anima O ammirabile degnazione della tua pietà per noi che tu, Signore, Dio, Creatore e vivificatore di tutti gli spiriti, ti degni di venire alla poverella anima mia e di saziare la sua fame con tutta la tua Divinità e umanità! Felice la mente, beata l'anima, la quale merita di ricevere devotamente te, suo Signore, Dio, e di gustare con pienezza di gaudio spirituale la tua presenza. Che grande Signore accoglie in sé, che diletto Ospite possiede, che amico fedele si procura, quale amabile compagno intrattiene, quale sposo, bello e nobile abbraccia, degno di essere amato sopra tutti quelli che si possono amare e sopra ogni cosa desiderabile. Tacciano alla tua presenza, dolcissimo mio Diletto, il cielo e la terra e tutte le loro bellezze, poiché tutto quello che hanno di splendore e di incanto è tutta degnazione della tua munificenza, né potranno mai raggiungere la maestà del tuo nome " la cui sapienza non ha misura " ( Sal 146,5 ). Capitolo 4 - I molti beni della comunione 1 - Voce del discepolo Signore, Dio mio, previeni il tuo servo " con benedizioni elette " ( Sal 21,4 ) perché meriti di accostarsi degnamente e santamente al tuo magnifico Sacramento. Risveglia il mio cuore alla tua presenza e liberami dal mio grande torpore. " Visitami con la tua salvezza " ( Sal 106,4 ) perché io gusti in spirito la soavità che in questo Sacramento è nascosta in pienezza come nella sua sorgente. Illumina i miei occhi perché possano contemplare questo mistero, e irrobustiscimi a crederlo con incrollabile fede. È opera tua, non di umana potenza; è tua sacra istituzione, non è invenzione dell'uomo. Non si trova nessuno idoneo a comprendere e intendere da sé questi misteri che trascendono la stessa intelligenza degli Angeli. Che cosa mai potrò indagare e capire di così sublime arcano io, indegno peccatore, terra e cenere? 2 - Salute dell'anima e del corpo Signore, nella semplicità del mio cuore, con buona e salda fede, in obbedienza al tuo comando mi accosto a te, pieno di speranza e di rispetto, e veramente credo che tu, Dio e uomo, sei qui presente nel Sacramento. Tu vuoi che io ti riceva e che a te mi unisca con vincoli di carità. Prego pertanto la tua clemenza e ti chiedo di donarmi una grazia speciale, perché tutto mi strugga in te e trabocchi d'amore, né mi curi di cercare alcun'altra consolazione. Infatti questo altissimo e santissimo Sacramento è salute dell'anima e del corpo, medicina di ogni spirituale debolezza; per esso tutti i vizi miei guariscono, le passioni si infrenano, sono vinte o diminuite le tentazioni, viene infusa più copiosa la grazia, la nascente virtù si accresce, si conferma la fede, si rafforza la speranza e la carità arde e si dilata. 3 - Molti beni hai elargito e ancora spessissimo elargisci in questo Sacramento ai tuoi diletti che con devozione, " con semplicità di cuore " ( 1 Cr 29,17 ), si comunicano, Dio mio, " che vieni in mio soccorso " ( Sal 42,10 ), riparatore della mia infermità e datore di ogni interiore consolazione. E difatti in essi infondi molto conforto contro le varie angustie e dal profondo della loro abiezione li sollevi alla speranza della tua protezione e con una nuova grazia interiormente li ricrei e li illumini; per cui quelli che prima della Comunione si sentivano inquieti e disamorati, poi, ristorati dal cibo e dalla bevanda celeste, si trovano mutati in meglio. E così generosamente agisci coi tuoi eletti perché veramente conoscano e sensibilmente sperimentino quanta debolezza hanno in sé e quanta bontà e grazia da te ottengono. Perché da sé stessi sono freddi, duri, senza devozione; per opera tua invece meritano di essere ferventi, zelanti, devoti. Chi mai, accostandosi umilmente alla fonte della soavità, non ne riporta un po' di ristoro? O chi, stando presso un gran fuoco, non ne risente calore? Ora tu sei la fonte sovrabbondante, sei il fuoco che sempre arde e mai si spegne. 4 - Supplisci tu E perciò, se a me non è lecito attingere alla pienezza della fonte né bere a sazietà, avvicinerò tuttavia la mia bocca al foro della vena celeste, per sorbirne almeno qualche goccia a temperare la mia sete e non del tutto inaridire. E se non posso ancora essere tutto celeste e così incandescente come i Cherubini e i Serafini, mi sforzerò tuttavia di insistere nella devozione e di preparare il mio cuore perché, ricevendo con umiltà il Sacramento vivificatore, ottenga almeno una fiammella del divino incendio. E a tutto quello che mi manca, Gesù buono, Salvatore santissimo, supplisci tu benignamente e graziosamente, tu che ti sei degnato di chiamare tutti : " Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò riposo " ( Mt 11,28 ). 5 - Preghiera Io mi affatico col sudore del mio volto, il mio cuore è torchiato dal dolore, porto il grave peso dei peccati, le tentazioni mi inquietano, da molte malvagio passioni sono avviluppato e oppresso " e per me non c'è soccorso " ( Sal 22,12 ), non vi è chi mi liberi e mi faccia salvo se non tu, Signore Dio, mio Salvatore, al quale affido me e le cose mie perché tu mi custodisca e mi conduca alla vita eterna. Accoglimi a lode e a gloria del tuo nome, tu che mi hai preparato in cibo e in bevanda il tuo Corpo e il tuo Sangue. Concedimi, Signore Dio, mio Salvatore, che, frequentando il tuo mistero, cresca l'ardore della mia devozione. Capitolo 5 - La dignità del sacerdote 1 - Voce del Diletto Se tu avessi la purezza degli Angeli e la santità di S. Giovanni Battista, non saresti degno di ricevere o di trattare questo Sacramento. Non si deve ai meriti degli uomini che un uomo consacri e tratti il Sacramento di Cristo e prenda in cibo il pane degli Angeli. Grande il ministero e immensa la dignità dei sacerdoti, ai quali è stato dato quello che non fu dato agli Angeli. I soli sacerdoti legittimamente ordinati nella Chiesa hanno il potere di celebrare e di consacrare il Corpo di Cristo. Il sacerdote infatti è il ministro di Dio, che usa la parola di Dio per comando e per istituzione di Dio ; ma qui il principale autore e invisibile operatore è Dio stesso, al volere del quale ogni cosa è sottomessa e al cui comando tutto obbedisce. 2 - Con timore e rispetto In questo Sacramento augustissimo devi credere più a Dio onnipotente che ai tuoi sensi o a qualche segno visibile. Pertanto bisogna accostarvisi con timore e con rispetto. Rifletti a te stesso e vedi quale ministero ti è stato assegnato mediante l'imposizione delle mani del vescovo. Ecco, sei divenuto sacerdote, sei stato consacrato per celebrare; vedi ora di offrire fedelmente e devotamente e a tempo dovuto il sacrificio a Dio e cerca di mostrarti irreprensibile. Non hai con questo alleggerito il tuo peso, ma ti sei legato con un più stretto vincolo di disciplina, e sei tenuto a una maggiore perfezione di santità. Il sacerdote deve essere adorno di ogni virtù e deve offrirsi agli altri esempio di vita santa. Egli non deve adattarsi ai costumi ordinari e comuni degli uomini. La sua convivenza è con gli Angeli in cielo oppure con gli uomini perfetti in terra. 3 - Posto in mezzo Il sacerdote, indossate le sacre vesti, tiene le veci di Cristo nel pregare devotamente e umilmente Dio per sé e per tutto il popolo. Ha davanti e dietro a sé il segno della croce del Signore, per ricordare sempre la passione di Cristo. Davanti a sé porta la croce sulla casula per osservare diligentemente le vestigia di Cristo e per studiarsi di seguirlo con fervore. Dietro a sé è segnato con la croce a sopportare con pazienza, per amore di Dio, tutte le avversità che gli vengono dagli uomini. Davanti a sé reca la croce per piangere i suoi peccati; dietro a sé per piangere pietosamente le colpe commesse dagli altri, ricordandosi di essere posto in mezzo fra Dio e il peccatore. Non deve desistere dalla preghiera e dal santo sacrificio fino a quando non abbia meritato di ottenere grazia e misericordia. Quando il sacerdote celebra onora Dio, allieta gli Angeli, da edificazione alla Chiesa, soccorre i vivi, procura requie ai defunti e fa sé stesso partecipe di tutti i beni. Capitolo 6 - La preparazione alla comunione 1 - Voce del discepolo Signore, quando io considero la tua dignità e la mia miseria, tremo e mi confondo in me stesso. Perché se non m'accosto al Sacramento, fuggo la vita; e se m'accosto indegnamente, incorro nell'offesa. Che cosa farò dunque. Dio mio, mio aiuto e mio consigliere nelle difficoltà? 2 - La via giusta Insegnami tu la via giusta, proponimi un breve esercizio che sia conveniente per prepararmi alla santa Comunione. È utile infatti sapere in qual modo, con quale devozione e reverenza debba disporre il mio cuore a ricevere salutarmente il tuo Sacramento e anche a celebrare un sacrificio tanto grande e divino. Capitolo 7 - L'esame di coscienza 1 - Voce del Diletto Bisogna che il sacerdote di Dio soprattutto con somma umiltà di cuore, con reverenza supplichevole, con piena fede, con la pia intenzione di dar gloria al Signore si accinga a celebrare, a trattare, a ricevere questo Sacramento. Diligentemente esamina la tua coscienza e, per quanto puoi, cerca di purificarla, di schiarirla con la sincera contrizione, con l'umile confessione, così che nulla di grave tu abbia o sappia di avere che ti rimorda e ti impedisca di liberamente accostarti all'altare. Devi avere gran dolore di tutti i tuoi peccati in generale e più specialmente devi affliggerti e piangere per le tue colpe di ogni giorno. E, se il tempo lo permette, confessa a Dio, nel segreto del cuore, tutte le miserie delle tue passioni. 2 - Piangi e pentiti Di essere ancora sotto l'impero della carne e del mondo, tanto immortificato nelle passioni, agitato dai moti della concupiscenza; tanto poco vigilante nella custodia dei sensi esterni, spesso impigliato in vane fantasie; tanto fortemente inclinato alle cose esteriori, negligente per quelle interiori; tanto facile al riso e alla dissipazione, restìo al pianto e alla compunzione; tanto pronto al rilassamento e ai comodi della carne, indolente all'austerità e al fervore; tanto curioso di udire le novità e di vedere le cose belle, pieno di ripugnanza per le cose umili e spregevoli; tanto bramoso di possedere molto, parco nel dare, tenace nel ritenere; tanto sconsiderato nel parlare, incapace di tacere; tanto sregolato nei costumi, inopportuno nelle azioni, intemperante nel cibo; tanto sordo alla parola di Dio, sollecito per il riposo, pigro per il lavoro; tanto sveglio per i racconti frivoli e sonnacchioso per le sacre veglie, premuroso di finire, svagato finché durano; tanto dissipato nella recita delle Ore del Breviario, tiepido nel celebrare la Messa, freddo nel comunicarti; tanto facilmente distratto, di rado pienamente raccolto; tanto impulsivo nelle intemperanze dell'ira, incurante di dare dispiaceri agli altri, propenso a giudicar male, aspro nel riprendere; tanto allegro nelle vicende prospere, avvilito nelle avversità; tanto" spesso ricco di buoni propositi e incostante nel tradurli in pratica. 3 - Migliorarti! Quando avrai confessato e deplorato, con dolore e vivo rammarico per la tua debolezza, questi e gli altri tuoi difetti, stabilisci con fermo proposito di emendare sempre più la tua vita e di migliorarti. Poi, con piena donazione e con volontà sincera, offri tè stesso sull'altare del tuo cuore in olocausto perpetuo all'onore del mio nome, affidando a me il tuo corpo e la tua anima; cosicché tu possa meritare di accedere degnamente all'altare per offrire a Dio il sacrificio e per ricevere, a tua salvezza, il Sacramento del mio Corpo. 4 - Io giuro Non vi è oblazione più degna e soddisfattoria per cancellare i peccati del donare sé stesso a Dio, puramente e interamente, insieme con l'offerta del Corpo di Cristo nella Messa e nella Comunione. Se l'uomo avrà fatto quanto è nelle sue possibilità e veramente si sarà pentito, ogni volta che si avvicinerà a me per ottenere perdono e grazia, " avrò dunque piacere, dice il Signore, per la morte dell'empio o non piuttosto di vedere che risorge dalla sua morte e vive? " ( Ez 33,11 ); io non ricorderò più i suoi peccati, ma tutti gli saranno rimessi. Capitolo 8 - L'offerta di Cristo sulla croce 1 - Voce del Diletto Come io sulla croce, con le braccia distese e il corpo nudo, ho offerto spontaneamente me stesso a Dio Padre per i tuoi peccati, e nulla è rimasto in me che non fosse dato in sacrificio a placare la giustizia, così devi tu pure offrire te stesso a me volontariamente ogni giorno nella Messa, in oblazione pura e santa, con tutte le tue forze, con tutto il tuo affetto, quanto più intimamente ti è possibile. Che più ti chiedo se non di abbandonarti totalmente a me? Non mi importa tutto quello che dai all'infuori di te, perché io non cerco il tuo dono, ma te. 2. Offrimi te medesimo Come a te non basterebbe avere tutte le cose se non hai me, così a me non potrebbe piacere qualunque cosa tu mi offra se non mi doni te stesso. Offrimi te medesimo e da tutto te stesso a Dio; allora l'offerta sarà gradita. Ecco, io mi sono offerto tutto al Padre per te; ti ho dato anche tutto il mio Corpo e il mio Sangue in cibo per essere tutto tuo e perché tu rimanessi sempre mio. Se invece tu starai in te stesso e non ti offrirai spontaneamente alla mia volontà, l'offerta non sarà piena, né totale l'unione fra noi. La spontanea oblazione di te stesso nelle mani di Dio deve precedere tutte le tue opere, se vuoi conseguire la libertà e la grazia. Questo è il motivo per cui pochi sono interiormente illuminati e liberi, perché non sanno del tutto rinnegare sé stessi. È immutabile la mia sentenza: " Chiunque di voi non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo " ( Lc 14,33 ). Se tu dunque desideri essere mio discepolo, offrimi tè stesso con tutti i tuoi affetti. Capitolo 9 - Preghiera per tutti 1 - Voce del discepolo Signore, tutto è tuo; ciò che è in cielo e ciò che è in terra. Io desidero offrire me stesso a te in oblazione spontanea e rimanere tuo per sempre. Signore, nella semplicità del mio cuore mi offro a te schiavo in eterno, in omaggio e in sacrificio di eterna lode. Accettami con la santa offerta del tuo preziosissimo Corpo, che oggi ti presento al cospetto degli Angeli che invisibilmente assistono, affinché sia salutare per me e per tutto il tuo popolo. 2 - Tutti egualmente li arda Signore, ti offro tutti i peccati e delitti che ho commesso dinanzi a té e ai tuoi santi Angeli dal giorno che ho avuto per la prima volta la capacità di offenderti fino a quest'ora, perché tu egualmente tutti li arda e li bruci col fuoco della tua carità, cancelli tutte le macchie dei miei falli, purifichi da ogni colpa la mia coscienza, mi restituisca la grazia che peccando ho perduto, tutto mi perdoni e misericordiosamente mi accolga al bacio della pace. 3 - Ne avrò dolore per tutta la vita Che cosa posso fare per espiare i miei peccati, se non confessarli e piangerli con umiltà, incessantemente implorando la tua clemenza? Ti supplico, Signore, esaudiscimi propizio, mentre sto davanti a te, Dio mio. Ho vivissimo orrore di tutte le mie colpe, non voglio commetterne mai più per l'avvenire, me ne dispiace; e ne avrò dolore per tutta la vita, pronto a farne penitenza e a darti tutta quella soddisfazione che mi sarà possibile. Perdona, o Dio, perdona i miei peccati; per il tuo santo nome; salva l'anima mia che hai ricomprata col tuo sangue prezioso. Ecco, io mi affido alla tua misericordia, mi consegno nelle tue mani. Agisci con me secondo la tua bontà, non; secondo la mia malizia e la mia iniquità. 4 - A beato e glorioso fine Offro pure a te tutto il bene che ho fatto, quantunque sia poco e imperfetto, perché tu lo purifichi e lo santifichi; ti sia gradito e lo renda a te accettevole e sempre più lo perfezioni, conducendo poi me, povero omiciattolo, pigro e inutile, a beato e glorioso fine. 5 - Tutti sentano l'aiuto della tua grazia Ti offro ancora tutti i pii desideri dei fedeli, le necessità dei parenti, degli amici, dei fratelli, delle sorelle, di tutti i miei cari; nonché di coloro che a me o ad altri hanno fatto del bene per tuo amore. E di quelli che hanno desiderato e richiesto da me preghiere o celebrazioni di Messe per loro e per tutti i loro cari, siano essi ancora viventi o siano già defunti al tempo, perché tutti sentano l'aiuto della tua grazia, il sollievo della tua consolazione, la difesa dai pericoli, la liberazione dalle pene e che, liberati da tutti i loro mali, pieni di gioia ti sciolgano inni di lode. 6 - Abbi pietà, Signore Ti offro altresì preghiere e sacrifici di propiziazione specialmente per coloro che in qualunque modo mi hanno offeso, contristato e oltraggiato, mi hanno recato qualche danno o torto, e anche per tutti quelli che io talvolta ho contristati, turbati, feriti, scandalizzati con le parole, con le azioni, consapevolmente o inconsapevolmente, perché a noi tutti rimetta i peccati e le vicendevoli offese. Togli, Signore, dai nostri cuori ogni sospetto, sdegno, ira, dissenso e tutto ciò che può ledere la carità e spegnere il fraterno amore. Abbi pietà, abbi pietà, Signore, di coloro che chiedono la tua misericordia, da la tua grazia a quelli che ne hanno bisogno e fa' che noi abbiamo a vivere in modo da essere degni di godere la tua grazia e di incamminarci verso la vita eterna. Così sia. Capitolo 10 - Non tralasciare facilmente la comunione 1 - Voce del Diletto Ti è necessario ricorrere frequentemente alla fonte della grazia e della divina misericordia, alla fonte della bontà e della purezza, perché tu possa guarire dalle tue passioni e dai tuoi vizi e meritare di divenire più forte e vigilante contro le innumerevoli tentazioni e insidie del demonio. Il nemico, conoscendo il frutto e l'efficacissimo rimedio contenuto nella santa Comunione, in ogni modo e in ogni momento si sforza, per quanto può, di distorglierne e di allontanarne fedeli e devoti. 2 - Lo spirito maligno Difatti alcuni, proprio mentre si dispongono a prepararsi alla santa Comunione, hanno i peggiori assalti di Satana. Lo spirito maligno, come si legge in Giobbe, viene egli stesso tra i figli di Dio per turbarli con la sua consueta malvagità, per renderli troppo paurosi e incerti e così diminuire il loro amore o distruggere la loro fede e ottenere che o del tutto lascino la Comunione o la ricevano con tiepidezza. Non bisogna curarsi delle sue astuzie e suggestioni, quantunque turpi e orrende; anzi tutti i fantasmi si devono ritorcere contro di lui. Si deve disprezzare quel miserabile e deriderlo, ma assolutamente non omettere la Comunione per i suoi attacchi e per le agitazioni che suscita. 3 - La brama di sentire la devozione Spesso possono essere d'ostacolo l'eccessiva brama di sentire la devozione e l'inquietudine per la confessione. Diportati secondo il consiglio di persone prudenti e sfratta dal cuore ogni ansietà, ogni scrupolo che sia di ostacolo alla grazia di Dio e alla devozione dello spirito. Per qualche piccolo turbamento o pena di coscienza non astenerti dalla Comunione; ma va' subito a confessarti e sinceramente perdona agli altri tutte le offese ricevute. Che se tu hai offeso qualcuno, umilmente chiedigli perdono, e volentieri il Signore perdonerà a te. 4 - Purificati al più presto Che cosa serve ritardare la confessione o differire la santa Comunione? Purificati al più presto, rigetta fuori il veleno, affrettati a prendere il rimedio e ti sentirai meglio che differendo a lungo. Se oggi rinunci per un motivo, forse domani vi sarà un motivo più grave; così a lungo potresti essere trattenuto dal comunicarti, diventando sempre meno disposto a farlo. Non perdere un minuto, sbarazzati del peso che ti grava e dell'inerzia, perché non giova a nulla vivere per molto tempo in ansia o in turbamento e star lontano dai misteri divini per gli ostacoli quotidiani. Anzi nuoce moltissimo procrastinare la Comunione, poiché ciò di solito conduce a un grave torpore di spirito, Alcuni tiepidi e dissipati indugiano a confessarsi, e quindi a comunicarsi, per non essere tenuti a dedicarsi a una maggiore custodia di sé. 5 - La buona volontà Quanto poco amore e quanto fiacca devozione hanno coloro che con tanta facilità rinviano la santa Comunione! Quanto felice e caro a Dio è colui che vive e custodisce la sua coscienza in tale purezza da essere preparato a comunicarsi anche ogni giorno, se gli è concesso e se lo può fare senza apparenza di singolarità. Se qualcuno talvolta per motivo di umiltà o per legittimo impedimento se ne astiene, merita lode per il suo senso di rispetto. Se invece lo trattiene la tiepidezza, deve scuotersi e fare quanto gli è possibile. Il Signore asseconderà il suo desiderio, vedendo la sua buona volontà che egli guarda in modo speciale. 6 - Ogni giorno, ogni ora Che se il fedele fosse legittimamente impedito, abbia sempre la fervida brama e la pia intenzione di comunicarsi: così non sarà del tutto privo del frutto del Sacramento. Qualsiasi persona devota, ogni giorno, ogni ora può fare salutarmente e lecitamente la Comunione spirituale. Ma specialmente in certi giorni, in tempi determinati, con affettuosa reverenza deve ricevere sacramentalmente il Corpo del suo Redentore, cercando più di dare lode e gloria a Dio che consolazione a sé. Quante volte devotamente ricorda il mistero della incarnazione e quello della passione e si accende nell'amore di Cristo, altrettante misticamente si comunica e invisibilmente si ristora. 7 - Né troppo lento né troppo spicciativo Chi si prepara alla Comunione soltanto quando giunge una festa o spinto dalla consuetudine, assai spesso non sarà ben disposto. Beato colui che ogni qualvolta celebra o si comunica, al Signore si offre in olocausto. Nella celebrazione della Messa non essere né troppo lento, né troppo spicciativo, ma uniformati al buon uso comune a quelli coi quali vivi. Non devi ingenerare negli altri impazienza e tedio, ma seguire la via che ti hanno insegnato i più anziani e mirare piuttosto l'utilità degli altri che la tua personale devozione o il tuo sentimento. Capitolo 11 - Il corpo di Cristo e la Sacra Scrittura 1 - Voce del discepolo O dolcissimo Signore Gesù, quanto è grande la dolcezza dell'anima devota, partecipe del tuo convito, dove non le è posto innanzi altro cibo se non te stesso, l'unico suo diletto, desiderabile sopra tutti i desideri del suo cuore. Anche a me sarebbe dolce, alla tua presenza, per l'intima tenerezza del cuore, versare lacrime e con la pia Maddalena bagnare col mio pianto i tuoi piedi. Ma dov'è questa devozione? Dove l'abbondante effusione di lacrime sante? Certamente al cospetto tuo e dei tuoi santi Angeli il mio cuore dovrebbe tutto bruciare e piangere di gioia. Ho te nel Sacramento davvero presente, benché nascosto sotto le sacre specie. 2 - Il giorno dell'eterno splendore I miei occhi non potrebbero sostenere di vederti nella tua propria e divina chiarità; ma neanche tutto il mondo potrebbe sussistere al fulgore di gloria della tua maestà. Per questo dunque tu vieni in soccorso della mia infermità, nascondendoti nel Sacramento. Io possiedo veramente e adoro colui che gli Angeli adorano in cielo: però finora soltanto nella fede, mentre essi lo vedono qual'è e senza velami. Bisogna che io mi accontenti del lume della vera fede e in essa cammini, finché non arrivi il giorno dell'eterno splendore e tramontino le ombre delle figure. " Ma quando verrà ciò che è perfetto " ( 1 Cor 13,10 ) cesserà l'uso dei Sacramenti, perché i Beati in cielo non hanno bisogno di medicina sacramentale; godono senza fine alla presenza di Dio, vedendo faccia a faccia la sua gloria e, trasformati di chiarezza in chiarezza nell'abisso della divinità, gustano il Verbo di Dio fatto carne come fu dal principio e permane in eterno. 3 - Anche i tuoi santi Quando ricordo queste meraviglie più non desidero nessuna consolazione spirituale, perché fino a quando non vedrò svelatamente il mio Signore nella sua gloria, stimo un nulla tutto quanto vedo o ascolto nel mondo. Tu mi sei testimone, Signore, che nessuna cosa mi può consolare, che nessuna creatura mi può dare appagamento se non tu, Dio mio, che desidero contemplare per l'eternità. Ma questo non è possibile durante la vita mortale. Bisogna quindi che io mi disponga a grande pazienza e sottometta a te me stesso in ogni mio desiderio. Anche i tuoi santi, Signore, che ormai esultano con te nel regno dei cieli, mentre vissero aspettavano con grande fede e incrollabile pazienza l'avvento della tua gloria. Quello che essi hanno creduto io lo credo; quello che essi hanno sperato io lo spero; là dove essi sono giunti, con la tua grazia ho fiducia di giungere anch'io. Camminerò intanto nella fede, confortato dagli esempi dei santi. Terrò pure i libri sacri per conforto e per specchio di vita e, al di sopra di tutto questo, il tuo santissimo Corpo per singolare rimedio e rifugio. 4 - Cibo e lume Due cose sento che mi sono massimamente necessarie in questa miserabile vita, e non sopporterei di vivere senza di esse. Detenuto nel carcere del corpo, confesso di aver bisogno di cibo e di lume. Perciò a me, tanto debole, hai dato il tuo sacro Corpo quale ristoro dell'anima e del corpo e hai posto " la tua parola come lampada ai miei passi " ( Sal 119,105 ). Senza questi due doni non potrei vivere bene, poiché la parola di Dio è la luce dell'anima mia e il tuo Sacramento è il pane di vita. Si possono anche chiamare due mense, poste di qua e di là nel tesoro della santa Chiesa: l'una è la mensa del sacro altare, sulla quale è il pane santo, cioè il prezioso Corpo di Cristo; l'altra è la mensa della divina legge, che contiene la santa dottrina, insegna la retta fede e mi guida con sicurezza fino al più interno velame dove sta il Santo dei santi. Grazie a te, Signore, luce della luce eterna, per la mensa della sacra dottrina che a noi hai imbandito per mezzo dei tuoi servi, i profeti, gli apostoli e gli altri dottori. 5 - Una gran cena Grazie a te, Creatore e Redentore degli uomini, che per manifestare a tutto il mondo il tuo amore, hai preparato una gran cena, nella quale hai offerto in cibo non l'agnello simbolico, ma il tuo santissimo Corpo e Sangue, allietando tutti i fedeli col tuo sacro convito e inebriandoli col calice della salute, nel quale vi è tutta la delizia del Paradiso; e partecipano con noi al convito, sebbene con più felice soavità, gli Angeli santi. 6 - Siate santi Oh, quanto grande e da onorare è il ministero dei sacerdoti, ai quali è stato dato di consacrare il Corpo di Cristo con le sante parole, di benedirlo con le labbra, di tenerlo tra le mani, di cibarsene essi stessi e di dispensarlo agli altri. Oh, quanto monde devono essere le mani, quanto pure le labbra, quanto santo il corpo, quanto immacolato il cuore del sacerdote, nel quale tante volte entra l'Autore della purezza. Dalla bocca del sacerdote nessuna parola deve uscire che non sia santa, nessuna che non sia onesta e fruttuosa, poiché tanto spesso riceve il Sacramento di Cristo. Semplici e modesti devono essere i suoi occhi che sogliono mirare il Corpo del Signore. Candide e levate al cielo devono essere le mani che usano toccare il Creatore del cielo e della terra. In special modo ai sacerdoti è stato detto nella legge: " Siate santi, perché io, il Signore vostro Dio, sono santo " ( Lv 19,2 ). 7 - Preghiera sacerdotale Ci soccorra la tua grazia, onnipotente Dio, affinché, avendo ricevuto l'ufficio sacerdotale, degnamente e devotamente, con ogni purezza e buona coscienza, abbiamo a servirti. E se non possiamo conservarci in tanta innocenza di vita come dovremmo, concedici almeno che abbiamo convenientemente a piangere le colpe commesse e a servirti per l'avvenire con maggior fervore, in spirito di umiltà, nel fermo proponimento di una volontà sincera. Capitolo 12 - Grande diligenza nel preparamento 1 - Voce del Diletto lo sono l'amico della purezza e il datore di ogni santità. Io cerco un cuore puro e in esso è il luogo del mio riposo. Preparami " una grande sala bene ornata " ( Mc 14,15 ) e io farò la Pasqua presso di te con i miei discepoli. Se vuoi che io venga a te e che rimanga in te, " purificati del vecchio lievito " ( 1 Cor 5,7 ) e spazza l'abitazione del tuo cuore. Elimina tutto quello che è mondano e ogni tumulto di passioni, " sta solitario come l'uccello su un tetto " ( Sal 102,8 ) e nell'amarezza della tua anima ripensa ai tuoi falli. Chiunque ama prepara al diletto, dal quale è riamato, la stanza migliore e più bella, perché in questo si conosce se è solido l'affetto di chi riceve la persona cara. 2 - Vieni e ricevimi Sappi intanto che non puoi degnamente prepararti col solo merito dell'opera tua, anche se vi attendessi per un anno intero e nient'altro tu avessi in mente. Ma solo per la mia pietà e per la mia grazia ti è consentito di avvicinarti alla mia mensa, come un mendicante che fosse invitato al pranzo di un ricco e non avesse nulla da rendergli per il beneficio se non umiliarsi e ringraziare. Fa' dunque quanto puoi e fallo diligentemente; non per consuetudine, non per obbligo, ma con santo timore, con reverenza, con amore ricevi il Corpo del diletto Signore Dio tuo, che si degna di venire a te. Sono io che ti ho invitato, sono io che ti ho dato il comando di venire; io supplirò a quanto ti manca; vieni e ricevimi. 3 - Tu hai bisogno di me Quando io ti concedo la grazia della devozione, ringrazia il tuo Dio; il dono ti è elargito non perché tu ne sia degno, ma perché " io ho avuto pietà di te " ( Mt 18,33 ). Se non hai nulla, ma ti senti arido, persevera nella preghiera, sospira e bussa e non desistere fino a quando non meriterai di avere un briciolo o una goccia della grazia salutare. Tu hai bisogno di me, non io di te. Non tu vieni a santificarmi, ma io vengo a santificare te e a farti migliore. Tu vieni per essere da me elevato, per unirti a me, per ricevere nuove grazie, per accenderti di nuovo zelo nella emendazione della tua vita. " Non trascurare il dono spirituale che è in te " ( 1 Tm 4,14 ), ma con tutta la diligenza prepara il tuo cuore e ricevi in te il tuo Diletto. 4 - La vigilanza Bisogna poi che tu non solo ecciti la devozione prima di comunicarti, ma che sia premuroso a conservarla dopo aver ricevuto il Sacramento. La devozione che deve seguire non è meno necessaria della devota preparazione che la precede. Poiché questo buon raccoglimento che segue riesce a sua volta un'ottima preparazione per ottenere maggiori grazie. Perciò molto si allontana dalle disposizioni che si devono avere chi subito dopo la Comunione trascorre a svaghi esterni. " Abbondanza di parole non v'è senza colpa " ( Pr 10,19 ). Rimani in raccoglimento e goditi il tuo Dio; tu possiedi colui che tutto il mondo non ti può togliere. Sono io colui al quale tutto ti devi dare, così che per l'avvenire non in te ma in me tu abbia a vivere, senza preoccupazione alcuna. Capitolo 13 - Il fervore dell'unione a Cristo 1 - Voce del discepolo Chi mi darà, Signore, che io trovi te solo e ti apra tutto il mio cuore e goda le come desidera l'anima mia, per cui ormai nessuno mi disprezzi, né alcuna creatura mi commuova o mi interessi, ma tu solo parli a me e io a te, " come suole l'amante discorrere con l'amato e l'amico cenare con l'amico " ( Ct 8,1 )? Questo chiedo, questo desidero, che io tutto ti sia unito, che distacchi il mio cuore da tutte le cose create e impari a gustare sempre più quelle celesti ed eterne per mezzo della santa Comunione e della celebrazione della Messa. Ah! Signore Dio, quando sarò tutto unito e assorbito in te e di me totalmente dimentico? Tu in me e io in tè, così che rimaniamo una cosa sola. 2 - Il Dio nascosto Veramente tu sei " il mio Diletto prescelto tra mille " ( Ct 5,10 ), col quale l'anima mia si compiace ( Is 42,1 ) abitare per tutti i giorni della sua vita. " Veramente un Dio nascosto sei tu " ( Is 45,15 ) e con gli empi non hai rapporto, ma la tua conversazione è con gli umili e coi semplici. " Oh quanto è soave il tuo spirito, Signore " ( Sap 12,1 ), che per dimostrare ai figli la tua dolcezza, ti sei degnato di nutrirli col Pane soavissimo " che scende dal cielo " ( Gv 6,50 ). " Qual è difatti la nazione grande i cui dèi si facciano cosi vicini come il Signore nostro Dio " ( Dt 4,7 ) è presente a tutti i suoi fedeli ai quali, per quotidiano sollievo e per elevare il loro cuore al cielo, da a mangiare e a godere sé stesso? 3 - O amore immenso! " Quale altra nazione è così onorata " ( Dt 4,8 ) come la gente cristiana? O quale creatura sotto il cielo può dirsi amata come l'anima devota nella quale entra Dio per nutrirla con la sua carne gloriosa? O grazia ineffabile! O degnazione ammirabile! O amore immenso dato in modo così singolare all'uomo! Che cosa renderò al Signore per questa grazia, per un amore tanto eccelso? Nulla posso fare di più degno che offrire tutto il cuore al mio Dio e intimamente a lui congiungermi. Allora esulterà tutto il mio essere, quando la mia anima sarà compiutamente unita a Dio. Allora egli mi dirà: Se tu vuoi essere con me, io voglio essere con te. E io gli risponderò: Degnati, Signore, di rimanere con me, poiché io voglio essere con te. Questo è tutto il mio desiderio, che il mio cuore a te soltanto sia unito. Capitolo 14 - L'ardente desiderio 1 - Voce del discepolo " Quant'è grande, Signore, l'abbondanza della benignità che tieni in serbo per quelli che ti temono! " ( Sal 31,20 ). Quando penso, Signore, ad alcune anime fedeli che si accostano al tuo Sacramento con tanta devozione e fervore, mi confondo in me stesso e arrossisco, perché io mi presento al tuo altare, alla mensa della santa Comunione con tanta tiepidezza, con tanta freddezza, e rimango così arido e senza un palpito del cuore dinanzi a te, mio Dio; non sono così infiammato, non sono attratto e commosso con tale veemenza come lo furono molti i quali, per l'ardente desiderio della Comunione e per la sensibile tenerezza d'amore, non potevano trattenersi dalle lacrime, anzi con l'anima insieme col corpo dal loro intimo anelavano a te. Dio, fonte viva, non potendo altrimenti temperare o saziare la loro fame se non ricevendo il tuo Corpo con ogni delizia e spirituale avidità. 2 - Argomento dimostrativo Oh, quanto sincera e ardente la loro fede, argomento dimostrativo della tua sacra reale presenza! Essi davvero conoscono il loro Signore " nello spezzar del pane " ( Lc 24,35 ), tanto è ardente il fuoco che divampa nel loro cuore per Gesù che cammina con essi. Sovente è lontano da me un tale sentimento, una tale devozione, un amore e un ardore così struggente. Siimi propizio, Gesù buono, dolce e benigno, e concedi a questo povero mendico che almeno qualche volta abbia a sentire nella santa Comunione un po' di quel fuoco di amore che brucia ogni cuore. Così che la mia fede si fortifichi, aumenti la speranza nella tua bontà, e la carità una buona volta si accenda perfettamente, né mai si spenga avendo io gustato la manna celeste. 3 - Questa grazia desiderata La tua misericordia ha tanta potenza da accordarmi questa grazia desiderata e da visitarmi in spirito di ardore e clemenza quando verrà il giorno che a te piace. Quantunque io non arda delle interne brame di alcuni fortunati tuoi devoti, tuttavia; con la tua grazia io sospiro di possedere le loro grandi fiamme di anelito verso di te, pregando e desiderando di fare anch'io parte di quei tuoi fervorosi amatori e di essere associato alla loro santa compagnia. Capitolo 15 - La grazia della devozione 1 - Voce del Diletto Bisogna che tu chieda la grazia della devozione con insistenza, che la cerchi con viva brama, che l'aspetti con pazienza e con fiducia, che l'accolga con gratitudine, che la conservi con umiltà, che vi cooperi con diligenza, che ti rimetta a Dio per il tempo e il modo della visita suprema, finché essa venga. Ti devi soprattutto umiliare quando internamente senti poca o nessuna devozione; ma non abbatterti soverchiamente, né contristarti con esagerazione. Dio da spesso in un breve istante quello che aveva negato per lungo tempo; alle volte da alla fine quanto al principio dell'orazione aveva differito. 2 - Non sarebbe in grado di sostenerla Se desse sempre e subito la grazia a seconda del nostro desiderio, l'uomo tanto debole non sarebbe in grado di sostenerla. Perciò la si deve aspettare con ferma speranza e con umile pazienza. Incolpa te e i tuoi peccati quando non ti è data, o magari ti è tolta senza che tu te n'avveda. Alle volte un piccolo ostacolo impedisce o nasconde la grazia, se pure si può dire cosa da poco o non piuttosto grave quella che ci priva di tanto bene. E se questo stesso inciampo, piccolo oppure grave, riuscirai ad allontanare e a vincere del tutto, otterrai quanto avevi chiesto. 3 - I vasi vuoti Appena ti sarai dato a Dio con tutto il cuore e non cercherai più questo o quello secondo il tuo capriccio o il tuo volere, ma interamente ti rimetterai a lui, ti sentirai subito raccolto e tranquillo, perché nulla ti darà gusto e piacere come la conformità al volere divino. Ognuno dunque che con cuore semplice avrà innalzato la sua intenzione a Dio e si sarà sbarazzato di ogni amore disordinato o dell'avversione a qualsiasi creatura, sarà ben disposto a ricevere la grazia e degno del dono della devozione. Il Signore infatti infonde le sue benedizioni dove trova vasi vuoti. E quanto più perfettamente l'uomo rinuncia alle cose terrene e più muore a sé stesso col disprezzo di sé, tanto più presto viene in lui la grazia, più copiosamente lo penetra e più in alto gli solleva il cuore. 4 - Così è benedetto l'uomo Allora vedrà e sarà nell'abbondanza e resterà ammirato e si sentirà dilatare in sé stesso, perché la mano di Dio sta sopra di lui che si è posto totalmente e per sempre nelle sue mani. " Ecco di quali beni sarà benedetto l'uomo che teme il Signore " ( Sal 128,4 ) e " non ha l'anima incline alle vanità " ( Sal 23,4 ). Egli, ricevendo la santa Eucaristia, merita la grazia della divina unione, perché non ha di mira la propria devozione e consolazione, ma sopra ogni devozione e consolazione l'onore e la gloria di Dio. Capitolo 16 - Le nostre necessità e la grazia di Cristo 1 - Voce del discepolo O dolcissimo e amantissimo Signore, che ora desidero devotamente ricevere, tu conosci la mia debolezza e le necessità che mi angustiano, in quante colpe e vizi sono immerso, quanto spesso sono angosciato e tentato, turbato e intossicato. Per avere rimedio vengo a te e te prego per avere conforto e sostegno. Parlo a colui che sa tutto, al quale è noto tutto il mio intimo, il solo che compiutamente mi può consolare e aiutare. Tu conosci di quali beni sopra tutti io abbia bisogno e come sia povero di virtù. 2 - Tu sei tutto il mio bene Ecco, sto davanti a te, povero e nudo, chiedendo grazia, implorando misericordia. Ristora il tuo povero mendico che ha fame, riscalda la mia freddezza col fuoco del tuo amore, illumina la mia cecità con la chiara luce della tua presenza. Converti in amarezza tutte le cose terrene, in esercizio di pazienza tutte quelle che sono pesanti e contrarie, muta tutte le cose vili e contingenti in disprezzo e dimenticanza. Innalza il mio cuore a tè in cielo e non permettere che io vaghi sulla terra. D'ora in avanti tu solo siimi dolce per sempre, perché tu solo sei il mio cibo e la mia bevanda, il mio amore e la mia gioia, la mia soavità e tutto il mio bene. 3 - L'amore che purifica Oh, se con la tua presenza io tutto mi accendessi, mi abbruciassi e in te mi tramutassi per divenire con te un solo spirito per la grazia dell'interna unione e per lo struggimento di un ardente amore! Non permettere che, digiuno e freddo, parta da te, ma opera con misericordia in me come spésso mirabilmente hai fatto coi tuoi santi. Quale meraviglia sarebbe se tutto di te fossi acceso e mi annullassi in me stesso, perché tu sei il fuoco che sempre arde e mai si consuma, l'amore che purifica i cuori e illumina le intelligenze. Capitolo 17 - Amore e desiderio 1 - Voce del discepolo Con somma devozione e con ardente amore, con tutto l'affetto e il fervore del cuor mio desidero riceverti, Signore, così come desiderarono riceverti nella Comunione molti santi e molte devote persone che sommamente ti piacquero per la santità della vita e l'ardentissima loro devozione. Oh, mio Dio, Amore eterno, mio unico Bene, felicità senza limiti, io bramo riceverti col più intenso desiderio, con la reverenza più profonda che mai nessun santo ebbe o poté provare. 2 - Nulla voglio riservare per me E benché io sia indegno di avere tutti quei sentimenti di devozione, tuttavia offro a te tutto l'amore del mio cuore, come se io solo avessi tutti quei dolcissimi infocati desideri. Ti presento e ti porgo con somma venerazione e con intimo fervore tutto quello che un'anima devota può concepire e desiderare. Nulla voglio riservare per me, ma sono contentissimo di immolare a te spontaneamente me stesso e tutte le cose mie. O Signore, Dio mio, mio Creatore, mio Redentore, oggi anelo di riceverti con tale affetto, reverenza, lode e onore, con tale riconoscenza, nobiltà e amore, con quella fede, speranza e purezza con cui ti accolse e ti desiderò la tua santissima Madre, la gloriosa Vergine Maria, quando all'Angelo che le annunziava il mistero dell'Incarnazione umilmente e devotamente rispose: " Ecco l'ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola " ( Lc 1,38 ). 3 - Che tu sia degnamente lodato da tutti E come il tuo beato precursore, il più eccelso tra i santi, Giovanni Battista, alla tua presenza esultò nel gaudio dello Spirito Santo, mentre ancora era chiuso nel grembo materno, e più tardi, vedendo Gesù che camminava fra gli uomini, con grande umiltà e con pietà disse: " L'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, gioisce quando ode la voce dello sposo " ( Gv 3,29 ), così anch'io bramo di sentirmi infiammato di quei nobili e santi desideri e di offrirmi a te con tutto il mio cuore. Pertanto ti offro e presento i trasporti di giubilo, gli ardenti affetti, le estasi, le illuminazioni soprannaturali, le visioni celesti di tutti i devoti, insieme con tutte le virtù e le lodi che furono e saranno celebrate da ogni creatura in cielo e in terra, per me e per tutti quelli che si sono raccomandati alle mie preghiere, affinché da tutti tu sia degnamente lodato e in perpetuo glorificato. 4 - In tutti i singoli giorni Accogli i miei voti, Signore, Dio mio, e il desiderio di tributarti lode senza fine, e le benedizioni senza misura che di diritto ti si devono per l'immensità della tua indicibile grandezza. Tutto questo ti rendo e bramo di renderti in tutti i singoli giorni e i momenti del tempo; e con preghiera affettuosa, invito e supplico a ringraziarti e a lodarti con me tutti gli spiriti celesti e tutti i tuoi fedeli. 5 - Tutte le nazioni e tutte le lingue " Te lodino tutti i popoli, le nazioni e le lingue " ( Dn 7,14 ) e glorifichino il tuo santo e soavissimo nome con immensa esultanza e fervente devozione. E quanti con reverenza e devozione celebrano il tuo sublime Sacramento e con piena fede lo ricevono, possano trovare grazia e misericordia presso di tè e ti preghino supplichevoli per me peccatore. E quando avranno conseguito la devozione desiderata e la gioiosa unione con tE e partiranno dalla sacra mensa ricolmi della tua consolazione e meravigliosamente ristorati, si degnino di ricordarsi anche di me poverello. Capitolo 18 - La ragione sia sottomessa alla fede 1 - Voce del Diletto Tu devi astenerti dal desiderio curioso e inutile di scrutare questo profondissimo Sacramento, se non vuoi essere sommerso nei gorghi dei dubbi. " Chi si fa scrutatore della Maestà sarà oppresso dalla gloria " ( Pr 25,27 ). È più potente Dio nell'operare che non l'uomo nel comprendere. È però consentita la pia e umile ricerca della verità, pronta sempre a lasciarsi ammaestrare e desiderosa di camminare dietro la sana dottrina dei Padri. 2 - Assoggettati dunque a Dio Beata la semplicità che evita le difficili questioni e segue la strada liscia e pura dei divini comandamenti. Molti hanno perduto la devozione " per aver voluto indagare ciò che sorpassava la loro forza " ( Sir 3,22 ). Da te si esige la fede e una vita innocente, non acutezza di intelligenza ne profonda cognizione dei misteri di Dio. Se non intendi e non comprendi quelle cose che stanno sotto di te, di ordine naturale, come comprenderai quelle che stanno sopra, di ordine soprannaturale? Assoggettati dunque a Dio, umilia i tuoi sensi alla fede. Allora ti verrà dato il lume della scienza, quanto ti può essere utile e necessario. 3 - Credi alle parole di Dio Alcuni sono gravemente tentati circa la fede in questo Sacramento, ma non ne hanno responsabilità; la colpa è piuttosto da imputarsi al nemico. Non dartene pena, non discutere coi tuoi pensieri, non rispondere ai dubbi che il demonio ti suggerisce, ma credi alle parole di Dio, credi ai profeti e ai santi suoi, e il perfido avversario fuggirà da te. Spesso giova molto al servo di Dio sostenere queste prove. Perché il demonio non tenta gli infedeli e i peccatori, avendoli già in sicuro possesso; fa invece oggetto delle sue tentazioni e molestie i fedeli devoti. 4 - La vera fede non può ingannarsi mai Procedi dunque con semplice e incrollabile fede, e con supplice reverenza accostati al Sacramento. Tutto quello che non riesci a comprendere, affidalo con piena tranquillità a Dio onnipotente. Dio non ti inganna; si inganna invece chi troppo crede a sé stesso. Dio cammina coi semplici e si rivela agli umili che " comprendono la sua parola " ( Sal 119,130 ). Alle anime pure dischiude la mente, mentre nasconde la grazia ai curiosi e ai superbi. La ragione umana è debole e può fallire, ma la vera fede non può ingannarsi mai. 5 - La fede e l'amore Ogni ragionamento, ogni ricerca naturale deve seguire la fede, non precederla né contraddirla. La fede e l'amore soprattutto hanno il primato, e in occulti modi operano in questo santissimo e sublimissimo Sacramento dell'altare. Dio è eterno e immenso, di potenza infinita, " autore di opere grandiose e insondabili " ( Gb 5,9 ) in cielo e in terra, e non è dato di investigare le sue meraviglie. Se le opere di Dio fossero tali che facilmente la ragione umana le comprendesse, non si potrebbero dire mirabili ne ineffabili. Amen. Sono finiti i libri della Imitazione di Cristo Lode a Dio