Fratel Teodoreto Prof. Giovanni Garberoglio

Indice

Il noviziato in Savoia

Prima di parlare della sua vita di apostolo, è bene che ci soffermiamo un momento sul suo anno di noviziato.

Dovette compierlo con uno slancio grandissimo e provarne le più dolci ed intime gioie e consolazioni spirituali, che costituirono un ricordo gradito e rimpianto per tutta la vita.

Lo dirà egli stesso più d'una volta " Quando io penso alla tua sorte, o Bartolomeo caro, - così scriveva a suo nipote, lo stesso che un giorno aveva preparato alla prima comunione - quella cioè di incominciare il noviziato, sento in me un desiderio grande di incominciarlo anch'io, se fosse possibile... Procura di corrispondere a tanta grazia e mira a farti Santo... ".

E in un'altra lettera: " Oh! quanto sarei felice se potessi rifare quell'anno di noviziato che passò purtroppo come vento! Oh!, quanto spesso accade che non si conosce il pregio delle cose se non quando non si hanno più " !

Ma egli conobbe l'importanza di quei giorni e non ne sciupò neppure un istante.

Un anno prima della sua morte, quando era al Collegio S. Giuseppe di Torino, venne messa in pubblico, nella sala di comunità, una vecchia pubblicazione a stampa con le fotografie della casa e dei luoghi del suo noviziato.

Quasi nessuno vi badò, ma Fratel Teodoreto si sentì commosso al dolce ricordo di quei santi giorni, e chiese il permesso di poterla conservare.

Troppo profondo era il segno che essi avevano lasciato nel suo animo.

Purtroppo non abbiamo testimonianze del suo Direttore di noviziato Fratel Natalius, uomo austero e cordiale nello stesso tempo, pieno di comprensione e di premure per gli italiani, in cui lasciò un così vivo ricordo di sé.

Ma ci sono altre voci che parlano di Fratel Teodoreto, quelle di due suoi compagni, i fratelli Andrea ed Elisio. Ascoltiamoli.

" Spiccava su tutti gli altri per il buon carattere e l'ottima condotta. Era silenzioso e obbediente, studioso e pio, irreprensibile sotto ogni aspetto. Sempre sorridente, cercava di non emergere, ma di nascondersi e di fare il meglio possibile senza attirare l'attenzione degli altri ".

" Fui compagno di noviziato di Fratel Teodoreto. In tutto il tempo lo vidi costantemente composto, esatto, servizievole in sommo grado. Splendeva sempre un bei sorriso sul suo volto, ne mai intesi il minimo biasimo contro chicchessia ".

Quando, terminato il Noviziato, rientrò in Italia per completare i suoi studi, egli aveva oramai impostato la sua vita religiosa su basi salde e sicure, sulle quali giorno per giorno innalzerà l'edificio della sua personale santificazione.

Indice