Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio )

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Presenza di Dio

Il Santo de La Salle insisté moltissimo, nei suoi scritti per i « Fratelli », sopra la presenza di Dio.

Nel « Metodo di Orazione » si diffonde lungo parecchie pagine a dire i modi diversi di immergersi in questa divina presenza, per prepararsi ai santi colloqui, esemplificando abbondantemente.

E dà l'avvio a una duplice usanza, tipicamente lasalliana, valida quanto mai a inculcare nel più profondo il senso di questa immancabile presenza di Colui che è l'Immenso.

La prima usanza riguarda i soli « Fratelli », ai quali chiede di inginocchiarsi per qualche momento ad adorare il Signore presente in qualunque luogo della Casa nel quale debbono trattenersi, escluso il refettorio e il parlatorio.

e fu notato il profondo raccoglimento con cui Fratel Teodoreto si poneva in terra a due ginocchi, anche vecchio, scoprendosi il capo e curvando leggermente in pia lenta assaporata adorazione.

L'altra usanza è per gli alunni, uno dei quali è invitato, al suono dell'orologio, a dire spiegatamente: « Ricordiamoci che siamo alla santa presenza di Dio »; al che i compagni, smessa ogni occupazione, rispondono in coro: « Adoriamolo ».

E sostano un attimo, adorando, rioffrendo a Dio il cuore e l'azione presente ...

Richiamo di efficacia insostituibile, al quale è da deplorare moltissimo che in alcune classi lasalliane - specialmente per la presenza di professori esterni non sempre preparati a queste forme di riprese interiori - si sia venuti meno ...

Non vi mancò certo il Fratel Teodoreto, il quale anzi, per estensione, usava fare il richiamo alla divina presenza perfino durante i passeggi, quando a lui venivano affidati gruppi di giovani religiosi in formazione.

Diceva allora facetamente: « Facciamo un po' di erre » ( Ricordiamoci ); ed era una erre che, per lo spirito, valeva i tre famosi erre degli Inglesi: reading, writing, reckon ( « leggere, scrivere, far di conto » ).

Da questo suo rinnovato contatto col pensiero del Signore, Fratel Teodoreto traeva il frutto di un raccoglimento esemplare, nel quale si trovava abitualmente immerso ...

Ecco quanto attesta il Fratel Arrigo di Maria:

"Ho conosciuto il caro Fratel Teodoreto in parecchi anni di convivenza al Collegio S. Giuseppe.

L'impressione mia più profonda e viva quella di trovarmi dinanzi a un uomo tutto di Dio.

Non era più lui che parlava e agiva, ma il Signore che si era impossessato interamente dell'anima sua.

Ci si rendeva conto di questo, in modo speciale, dall'atteggiamento che assumeva durante la preghiera o l'assistenza alla S. Messa e nell'accostarsi alla S. Comunione.

Il suo era un intimo e affettuoso colloquiare con il Signore, che impressionava moltissimo.

Anche durante l'intera giornata, nel semplice e monotono succedersi delle comuni azioni, il Fratel Teodoreto era tutto preso dall'attenzione a Dio.

Lo si sarebbe detto sempre in preghiera.

E questo suo stato mistico non gl'impediva di occuparsi del suo lavoro, perché fu sempre uomo attivo e fedele nelle sue cose, laborioso fino agli ultimissimi giorni della sua santa vita".

Ma il Fratel Teodoreto non era raccolto solo in cappella e nei corridoi di casa, ove la cosa pare più semplice; bensì lungo le stesse vie tumultuose della grande città.

Le testimonianze su questo punto vennero inviate spontaneamente numerosissime, a documentare un'impressione universalmente ricevuta.

Faccio qualche citazione letterale, perché varii almeno la forma sulla identità del fondo.

Il Fr. Dario Luigi: "Che il Fr. Teodoreto recitasse la corona per le strade è cosa risaputa da tutti Io ebbi occasione più volte di notarlo per le vie di Torino, sul tram, nei corridoi.

Nel tratto dal Collegio alla Chiesa della Madonna degli Angeli questo spettacolo fu assai spesso di edificazione per me e per molte altre persone".

Fratel Costanzo, scendendo al particolare aneddotico, racconta:

"Una volta, ricordo, andavo dal Collegio alla Villa; ero giovane religioso.

Allora i tram cittadini portavano fino alla Gran Madre, e là si cambiava, per salire su un vecchio tram guidato da un manovratore più vecchio ancora.

Quando salgo, c'era già sopra il Fratel Teodoreto; lo vedo e lo saluto.

Era talmente raccolto, talmente assorto in Dio, che non si avvide della mia presenza se non quando, giunti al termine della corsa, scendemmo e ci avviammo insieme alla Villa".

Fratel Armando porta la testimonianza d'un suo cugino, il dott. Lanfranco, del quale dice: "Più d'una volta fu tentato di fermarlo e salutarlo, ma si trattenne sempre.

Lo vedeva con gli occhi bassi, tutto composto e con le labbra atteggiate alla preghiera.

A fermarlo temeva di rompere l'incanto che produce l'andatura di un santo".

Il Fr. Filippo afferma: "Quando il Direttore del Noviziato voleva esortarci al raccoglimento, ci ripeteva sovente: "Guardate il Fratel Teodoreto, osservatelo dappertutto.

Vi accorgerete che il pensiero di Dio è davvero il suo cibo di ogni momento".

Infatti il suo volto ispirava santi pensieri a chiunque l'incontrasse".

E prosegue narrando:

"Un giorno doveva recarsi da Rivalta a Torino.

Approfittando di una gita della Comunità, prese posto sul pulman, che lo depose in Piazza Statuto.

Nel pulman regnava l'allegria più spensierata.

Mentre riprendeva la corsa, qualcuno osservò: " Eccolo là! Anche nelle piazze!"

Era ritto sul marciapiede, gli occhi bassi, come se quel frastuono non esistesse affatto.

Per lui il modo migliore di aspettare il tram era di recitare la Corona e di tuffarsi nella presenza di Dio".

C'è anche il casetto ameno narrato in disteso da Fr. Andrea Bozzalla, e che si riferisce al tempo in cui, negli ultimi anni dell'altro secolo, tutti e due giovanissimi Fratelli, facevano scuola al Carmine ( Via Deposito ).

Nell'andare e nel tornare fra casa e scuola, recitavano alternatamente il rosario, secondo la prescrizione delle Regole.

Come usa, per non destare l'ammirazione dei passanti, marcavano un po' la voce sulle prime parole d'ognio ripresa: « Ave Maria ... » « Sancta Maria ... » mormorando le altre a voce bassa.

Ma siccome Fr. Teodoreto, oltre la voce, aveva bassi anche gli occhi, accadde che, nel camminare, i nostri rosarianti si trovarono accanto ad una giovane signora, che faceva la medesima strada.

Costei cercò di affrettare il passo per scompagnarsi; lo stesso pensiero ebbe Fratel Teodoreto, che solo dopo qualche tempo, non sentendo più rispondere alle sue fervide invocazioni, si volse a guardare il compagno diventato ostinatamente silenzioso, e si accorse d'esser guardato anche lui, ma non già da Fr. Andrea, che seguiva divertito a vari passi, bensì da una viandante ... muta per stupore ed edificazione!

Forse nella modestia di Fratel Teodoreto c'era allora l'esagerazione del neofita; ma non critichiamolo facilmente: per l'equilibrio universale delle forse, ci vuole almeno qualcuno che esageri da quella parte e in quel senso! ...

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