Articoli per il processo ordinario informativo

Della giustizia eroica

151 Fr. Teodoreto osservò la giustizia somma rendendo a Dio l'onore e la gloria che gli sono dovuti; trattando con carità il prossimo; non offendendo né diritti, né onore, né persone, né beni d'alcuno, e dedicandosi con tutte le sue forze alla salvezza delle anime, perché ne considerava il gran prezzo pagato da Gesù col versare tutto il suo sangue per salvarle.

152 Trattò con ogni giustizia i parenti, cercando il loro bene spirituale in primo luogo, pregando per essi, lasciando loro i suoi beni patrimoniali.

Obbedì al papà che ostacolava la sua vocazione, e attese la sua morte prima di entrare al Noviziato.

Cercò di persuadere la mamma che, facendosi religioso, faceva il maggior bene proprio e di lei.

In morte della mamma non fu tranquillo e continuò i suffragi, e rimase in ansia fino a che l'amico Fra Leopoldo gli comunicò, da parte di Gesù Crocifisso, di stare in pace, perché tutto era concluso bene per la mamma.

153 Mantenne e dimostrò animo schietto e franco.

Parlò apertamente quando lo giudicò conveniente, per es. nei Capitoli dei voti, nella repressione delle irregolarità e nella condanna delle colpe pubbliche, come nello sdebitare da colpevolezza nei casi di mancanze formali.

154 Ebbe una somma deferenza verso i Superiori ecclesiastici e religiosi e anche verso le autorità civili.

155 Provvide perché l'insegnamento nelle classi venisse fatto con la massima regolarità e con la maggior perfezione possibile, al fine di rendere al completo il servizio che dalle Scuole attendono il pubblico e le famiglie.

Il Sindaco di Torino riconobbe pubblicamente il merito di Fr. Teodoreto visitando, in qualità di primo cittadino, la sua salma, quando venne a morire, e decretando che i suoi funerali venissero fatti a spese pubbliche.

156 Anche il Cardinale Arcivescovo di Torino che lo aveva visitato la vigilia della morte, tornò a visitarne la salma nella camera ardente per testimoniare che tutta la Diocesi era stata da lui favorita grandemente dalla sua dedizione e dalle opere spirituali promosse con tanta abnegazione.

157 Per senso di giustizia verso la Congregazione dei Fratelli ne parlò sempre con ogni ammirazione, la onorò con le eminenti virtù, cercò di attirare ad essa il maggior numero di vocazioni che poté, si interessò paternamente dei giovani Fratelli in formazione e in esercizio perché perseverassero, fece quanto fu in suo potere per sostenere le vocazioni vacillanti, e non temette di parlare apertamente perché venissero allontanati quei membri che abusavano della grazia, nuocevano alla regolarità e allo spirito dell'Istituto, e pregiudicavano l'efficacia delle opere di educazione e formazione giovanile.

158 Si impegnò con tutto l'amore a far conoscere il Santo Fondatore, a penetrarne lo spirito, a imitarne le virtù, e a estendere la sua protezione di Santo sui Catechisti e sulle loro attività scolastiche in favore degli operai.

159 Ritenendosi legato da doverosa riconoscenza verso coloro che lo avevano aiutato, o che gli avevano fatto qualche favore o piacere, li ringraziava umilmente e ripetutamente, pregava fervorosamente per essi, e richiamava il favore ancora a distanza di tempo.

In modo particolare dimostrava la riconoscenza verso i Superiori: così a Fr. Candido Chiorra Assistente Generale che lo aveva attirato nell'Istituto dei Fratelli, così a Fr. Francesco, Assistente generale che aveva favorito l'Unione, così al Fr. Alcime-Marie, Procuratore Generale che si prestava a svolgere le pratiche dell'Unione presso la Santa Sede.

160 Fr. Teodoreto ebbe la preoccupazione di osservare la giustizia anche nel correggere e nel punire.

Moderò sempre la parola e gli interventi secondo la gravità delle mancanze, in modo da restare piuttosto un poco più al di qua che troppo al di là.

Punendo, si faceva un dovere di persuadere il colpevole affinché riconoscesse la colpa e riparasse il male fatto e lo scandalo dato.

161 Nell'amministrare i beni della Comunità fu di una lodevole precisione.

In tempi in cui la povertà dei Fratelli di Santa Pelagia era estrema, fece i passi voluti presso l'Amministrazione della R.O.M.I. perché gli stipendi dei Fratelli venissero debitamente pagati, aumentati convenientemente, e venissero consegnati gli arretrati dovuti.

Teneva esatto conto delle menome spese, e ne rendeva conto al Fr. Visitatore Provinciale nella visita regolare annuale senza tenere nulla nascosto.

Non ricorse mai a sotterfugio di sorta.

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