Appunti del Catechista Giovanni Baiano

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Appendice

Alcuni appunti personali

[foglio n. 2]

9.35 - Il segreto della vittoria su questo nostro campo di battaglia: udite la S. Messa, fate la S. Comunione.

Che cosa è la S. Messa? A che cosa serve la S. Messa? Quali sono i nostri doveri a riguardo della S. Messa?

La S. Messa è lo stesso sacrificio del Calvario portato, sopra i nostri altari, dalla sapienza, potenza e carità infinita di N.S.G.C.

Ogni chiesa è una nuova Gerusalemme. Ogni chiesa allora è un nuovo Calvario.

Le ... del sacerdote sono i legami della croce che sostengono il divin Redentore.

L'ostia e il vino sono la carne ed il sangue di Gesù Crocifisso. ...

Serve a pagare i grossi debiti che noi abbiamo con la divina giustizia: debiti di adorazione, di riparazione, di ringraziamento e di impetrazione.

Per noi, che di nostro abbiamo solo peccati e miserie, la S. Messa è proprio un tesoro di infinito valore, a nostra completa disposizione per pagare i debiti di adorazione a Dio, creatore del cielo e della terra, nostro Creatore.

Perciò a lui dobbiamo cantare l'inno che compendia quello di tutta la natura.

E lo faremo giungere fino a Dio per mezzo della S. Messa di Gesù che adora per noi.

- Inno di riconoscenza, di ringraziamento per quanti benefici riceviamo da Dio: tutto quello che è attorno è dono Suo, perciò gli dobbiamo riconoscenza.

E come faremo e con quale mezzo arriveremo fino a Lui? Col sacrificio della S. Messa.

- Di riparazione - Con Gesù. Quante iniquità si commettono nel mondo!

Quante ingiustizie, scandali, corruzione, rovina e distruzione di virtù, tutti i giorni offendono Dio.

A questi si aggiungono ancora i nostri peccati. La giustizia di Dio domanda una riparazione.

Come facciamo a riparare tutti i mali, con quale mezzo?

Con la S. Messa, per mezzo di Gesù, vittima per noi di riparazione.

- Di impetrazione, di domanda. Chi siamo noi sopra la terra?

Siamo mendicanti del Buon Dio, viviamo di elemosina del Padre Celeste.

"Dacci oggi il nostro pane quotidiano". Tutti abbiamo bisogno della carità di Dio.

Da Lui scende la sua Provvidenza. Uniamoci a Gesù e Lui sarà il nostro intercessore.

Le nostre suppliche le possiamo deporre nelle mani di Gesù e presentate da Lui saremo sempre esauditi d Dio.

La S. Messa è un tesoro di infinito valore. Ditelo ai vostri giovani quando insegnate il catechismo.

Quali sono i nostri doveri? - Ringraziare Dio di averci donato la S. Messa.

- Renderla frequente, possibilmente quotidiana.

- Sentirla bene e fruttuosamente: non dobbiamo essere superflui spettatori, ma celebranti col sacerdote.

Anche noi celebriamo la S. Messa, accompagnando il sacerdote.

Offritevi con Gesù al S. Padre come vittime per la salvezza delle anime.

- Col messalino ravvivare la nostra fede.

Immaginatevi di essere ai piedi di Gesù morente sulla croce, guardiamo ai nostri peccati, chiediamogli perdono.

Pensiamo alla passione e morte di Gesù. E fate devotamente la S. Comunione.

[foglio n. 4]

- dovrei dedicare più tempo per la vita spirituale, per l'apostolato, per il mio perfezionamento - e pensare che il lavoro ogni giorno mi inghiottisce di più, reclama cure dedizione ogni giorno di più, col crescere dello sviluppo crescono le esigenze le pretese. Cosa devo fare?

- ho scelto ( per lo meno Dio mia ha chiamato ) l'Unione per servirlo meglio, per sfuggire al mondo, e poi mi trovo legato con filo doppio.

Volevo essere tutto di Dio ed invece mi trovo proprio incatenato al mondo.

[foglio n. 5]

Meditazione - Imitazione di Cristo. Renderla più regolare e quotidiana.

Messalino: lettura quotidiana insistendo sull'offerta quotidiana

Confessione: stabilire un contatto regolare. Stabilire una volta tanto la scelta del confessore.

Lettura spirituale: concretizzare e renderla stabile.

Visita al SS.mo: non perderla mai.

Esame particolare: sfruttarlo bene.

Giaculatorie, Angelus più ferventi e regolari.

Colloquio: regolare e prepararmi.

Mastrino: presentarlo mensilmente!

Studio del catechismo

- Lavoro poco con la testa ( nel senso spirituale mi lascio troppo materializzare dagli impegni di lavoro ) in modo che mi manca il tempo si può dire in ogni cosa: nel riposo, nelle pratiche di pietà, nello stesso lavoro, negli intervalli per la preparazione dell'apostolato.

- Perciò si tratta di spiritualizzare e avvalorare quello che già faccio e in che modo? Abbandonarmi nella direzione dei superiori; offrire tutto a N. S.

- Quando non riesco nei miei doveri o quando mi trovo provato in difficoltà mi viene la tentazione di lasciare il mondo per una vita più interiore, separarmi, allontanarmi. Nello stesso tempo mi pare di pretendere troppo, di imboscarmi, di vivere di rendita.

- Altre volte, quando il lavoro mi si fa pesante e tende a schiacciarmi, sento in me una ribellione e vorrei... non so neppure io, mi sembra di non essere al mio posto, mi sembra di non essere nella mia via.

- Se penso ai beni ricevuti da Dio ed a quello che faccio mi vien voglia di piantar lì; e poi cosa fare? Sono io che non sono capace a liberarmi .

Mi devo convincere che è lì il mio posto e che lì devo compiere il mio dovere.

Ma se devo essere staccato dai beni della terra, come faccio a pensare di perfezionarli ogni giorno?

In me succede sovente questa alternativa di slancio e di indecisione.

- Quello che desidero, saper valutare il mio posto, è superbia, ambizione? Non so.

Eppure in me è una continua lotta tra il sì ed il no.

Devo amare la povertà e nello stesso tempo difendere un patrimonio, trascurare le comodità e nel contempo tendere continuamente a perfezionarle, a migliorarle.

[foglio n. 6]

Vivendo a casa nostra potrebbe capitare di lasciare rammollire il nostro tenore di vita spirituale.

La vita religiosa dev'essere un desiderio continuo di santità.

Ha fame e sete di questo, chi prega volentieri e devotamente.

E non dura questa fame e sete a chi non prega.

Se fossimo dei veri cristiani non ci capiterebbero certe miserie.

Necessità di riparare e di fare del bene per l'umanità.

Desiderio di fare dell'apostolato.

Colui che ha fede in Gesù non si sazierà delle cose delle mondo, perché tali cose non sazieranno mai, ma si volgerà a Colui che regna in eterno.

Soltanto così anche in mezzo alle difficoltà non si perderà, ma gioirà con Gesù.

Il mondo ha bisogno di penitenti, noi dobbiamo essere dei santi penitenti: questo è il punto che ci fa beati.

Le tribolazioni consideriamole cristianamente.

Le difficoltà non devono abbatterci, né renderci tristi.

Soffrire per piacere a Gesù.

Non si può arrivare al paradiso in mezzo a tante delizie.

La gioia del mondo è fugace.

Soffrire per amore della giustizia.

Prima settimana. Oggetto: puntualità. Ore 23 a letto - ore 6 alzata.

[foglio n. 7]

Alzata: non è pronta per la stanchezza; non è a ora fissa: alla sera non mi corico ad ora fissa.

La retta intenzione: dovrò invocarla con più fervore, non soltanto mentalmente.

Esempio, manifestarla col segno di croce e genuflessione alla presenza di Dio.

S. Messa: maggior diligenza per assisterla completa e col messalino.

Occorre che trovi un po' di tempo per lo studio del catechismo, per la preparazione alla lezione di catechismo, per la lettura spirituale, per l'esame di coscienza ed il bilancio quotidiano, periodicamente un confronto con quanto sentito e propositi nei ritiri.

Meditazione: fissare un determinato tempo ed il testo l'Imitazione.

Per risolvere il problema del lavoro: lo sento pesante e tedioso e invadente.

Talvolta mi dà delle preoccupazioni, dei fastidi.

Cosa devo fare: per risolvere una volta tanto questo problema dovrei porre una base forte che gli dia valore, con una visuale esatta, precisa granitica, dimodoché quando abbia dei momenti di debolezza abbia di che attaccarmi, perché il problema lavoro è problema della vita spirituale, è insuccesso o successo della mia vocazione.

Devo perciò considerare il lavoro come una esplicazione della mia vocazione.

[foglio n.8]

8 preghiera in cappella

8.15 S. Messa - Predica - Comunione - Divozione

9.15 Colazione

9.30 Predica - Esposizione SS.mo

10.45 in Cappella S. Rosario con Litanie

11.15 Conferenzina di Fratel Teodoreto e Tessitore - riflessione

12 in Cappella Via Crucis, Angelus

12.30 pranzo, sollievo

14 vespri

15 conf. Tessitore - riflessione

16.15 S. Rosario

16.30 Predica P. Miss. - riflessione

17.30 Litanie dei Santi - Benedizione

18.10 termine - commiato

Siamo di Dio - Viviamo con Dio - Eravamo servi, schiavi del peccato.

La venuta del Redentore ci guadagnò a Lui, ci aprì gli spazi gioiosi del paradiso, dopo questo pellegrinaggio nella valle di lacrime.

Noi siamo membra di Cristo e dobbiamo essere membra vive.

Gesù vive in noi come Gesù visse nel seno purissimo di Maria, come quando lo riceviamo nell'Eucariestia vive in noi con la sua grazia.

Gesù, sorgente di ogni nostra attività.

Noi dobbiamo disporci a ben ricevere questa grazia.

Raccoglierci per purificarci, per riprenderci.

È nella solitudine che Gesù ama parlare alla nostra anima.

Gesù stesso ci diede l'esempio, con frequenti parentesi di solitudine e di preghiera.

Attenti che le opere buone non si compiano nel chiasso, nel frastuono, ma nell'umiltà, nella preghiera, nell'unione con Dio.

Nessuno può dare ciò che non ha.

La nostra vita unita a Cristo compierà azioni apostoliche per la nostra santificazione.

... Dovremo abituarci e sforzarci ad avere intimo il pensiero di Dio, l'unione con Dio.

Cominciamo dalla nostra famiglia. Ritradurre in senso cristiano il modo di agire.

Agire personalmente, a tu per tu nel seno della famiglia per il trionfo di Cristo.

Nel lavoro avere visioni aperte, quel senso di arrendevolezza alle cose che non hanno valore spirituale.

Unire molta carità, tollerare e sopportare tutto ad espiazione del peccato.

Conoscerli personalmente con la carità.

Abbassarsi alla semplicità, alla mentalità dei giovani.

Bisogna uscire ed andare verso le anime, per fare del bene anche a noi.

11.15 - Fratel Teodoreto

Tutti i santi che sono saliti in cielo hanno lasciato il loro punto di vista per pigliare quello di nostro Signore.

Rinunciare al nostro modo di vedere.

Vedere e pensare secondo Dio.

Tutto è possibile con la grazia di Dio, con la quale con formiamo con amore la nostra purezza.

Poi lo spirito di fede apprezza le cose come le apprezza Dio.

Agire secondo Dio. Non deviamo la nostra azione secondo il nostro retto o meno retto pensiero.

Non è difficile se sapremo tenerci uniti a Gesù ed a Maria.

Non perdersi mai di coraggio.

Tempriamoci in questa giornata di ritiro.

Cerchiamo il nostro punto più debole e rafforziamolo.

Poi seguiamo anche le indicazioni del S. Padre.

Preghiamo e preghiamo molto; senza la preghiera non raggiungeremo la nostra perfezione.

11.25 - Tessitore

La verità è come la vede Dio e se noi saremo capaci di sostituire al nostro modo di vedere quello di Dio, noi avremo stabilito un equilibrio perfetto tra il nostro pensare ed agire.

Dio, il Perfettissimo, che non ha bisogno di niente e di nessuno, Colui che basta a se stesso.

Quando si offre qualche cosa a Dio si annienta, si distrugge, perché Lui non ha bisogno di nulla.

Mentre se offriamo qualcosa ad una persona, ci guardiamo bene dal distruggerla.

"Quando avrete fatto tutto quello che sta da voi, non avrete fatto nulla", sono parole di Gesù.

Perché noi siamo peccatori, siamo servi inutili, e come peccatori meriteremmo di essere cacciati da Suo servizio e se ce lo consente è perché vuole che noi ci salviamo.

Questo concetto del nostro merito davanti a Dio non ci deve spaventare, ma piuttosto aiutarci a trovare la verità, per conoscere la nostra vera posizione davanti a Dio.

Beati quelli a cui Dio ha chiesto molto. Molto, per la nostra salvezza.

Io sono un servo inutile, ma è Gesù che vuole che faccia questo e se invece avessimo da gloriarci ricordiamoci che siamo servi inutili, che Gesù di noi non ne ha bisogno.

La nostra vita è irta di difficoltà, ma riteniamoci onorati.

Siamo inutili, ma onorati dal compimento di questa grande missione.

Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia.

L'uomo in sé non ha nulla che lo soddisfi.

Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e il resto vi sarà dato in soprappiù.

La sete è un desiderio dell'uomo.

Per giustizia dobbiamo intendere tutte le virtù al massimo grado.

Perciò cercare di fare la volontà di Dio.

Ha fame e sete di giustizia chi davvero attende alla propria santità.

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