Diario di Cesone

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25 giugno 1922

Umiltà ( 119 - 120 )

Rileggendo sul Bollettino "L'amore a Gesù Crocifisso" ( Luglio - Settembre 1922 ) la relazione fatta dal Fratel Norberto di v. m. sulla festa annuale della nostra Unione, mi pare di rivedere la scena del cortile di Via delle Rosine addobbato a gran festa e gremito di pubblico: benefattori, parenti, catechisti ed allievi della Scuola Arti e Mestieri.

Presiedeva S. E. il Card. Agostino Richelmy, in quel giorno molto stanco, il quale era circondato da folto nucleo di autorità: il Conte Alessandro Arborio Mella, dal Presidente della R. O. M. I., da Mons. Maritano, dal Rev. P. Vallaro O. F. M., dal Rev. P. Maccono ecc.

Oratore della festa era il Rev.mo p. Reginaldo Giuliani, eroico cappellano militare ed ex allievo dei Fratelli.

Il bollettino riporta i concetti illustrati dal valoroso Cappellano sull'importanza della educazione dei giovani operai, ma non dice ( si vede che la censura fu inesorabile ) che il Padre Reginaldo verso la fine del suo appassionato discorso fece tale elogio pubblico e solenne del Fratel Teodoreto, suo maestro, che il pubblico scattato in piedi, con caloroso battimano chiamò alla ribalta il pio Direttore, che si era nascosto e fu poi costretto dai suoi Confratelli a salire il palco, per Lui i quel momento ferale.

Rosso in viso, quasi piangente s'inginocchiò ai piedi del Cardinale Arcivescovo e fu benedetto.

L'assemblea allora si placò e sospese i battimani e noi catechisti che eravamo fra i più feroci crocifissori, gongolavamo di gioia per il trionfo tributato a Fratel Teodoreto.

Però finita la funzione, salutati tutti i convenuti, senza dir niente a nessuno Egli dovette ritirarsi in cella ( ed era veramente una cella che prendeva luce da un finestrino dall'alto ) e per quattro giorni fu soggetto a febbre altissima.

Saputa la cosa i Catechisti capirono il loro sbaglio e proposero fi evitare per l'avvenire di ripetere tali emozioni al caro Direttore, che era stato così provato nella sua grande umiltà.

In fede: G. Cesone

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