Diario di Cesone

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7 ottobre 1928

Fede - Umiltà ( 214 - 215 )

Avvisi del Sig. Direttore.

Pregate con fervore e nel canto non "sìano impresse nel mio cuore" non "siàno e miò".

Non lasciar passare le parole del predicatore e non dire di no al signore.

Ricordate gli invitati dal padre di famiglia ...

Oggi il Signore domanda qualche cosa da noi e ci dice: "Devi andare avanti nella perfezione.

Ricordati però che molti sono i chiamati e pochi gli elett"i.

Dobbiamo pertanto corrispondere a tutte le grazie e domandare quella di essere un vero socio dell'Unione.

abbiamo ottenuto da Dio santi benefici che non possiamo enumerarli.

Attribuire perciò tutto a Dio che ci ha fatto tante grazie.

Senza tali grazie saremmo molto peggiori di quelli che sono nel mondo.

Rimanere umili e dire sempre di si.

Ravvivare la fede col dire: Signore aiutate la mia fede.

Mi volete bene e tutto quello che mi capita è per il mio meglio".

Fate tutto con la mira a Dio e vedete le cose con gli occhi di Dio.

Come Dio stima la ricchezza?

Come la povere, infatti il Signore l'oro l'ha sepolto nella terra.

Dovremmo allora adorare la terra.

Come vede Dio gli onori?

Come fumo che acceca, perciò non li ha cercati e per trent'anni visse nascosto.

Noi invece vogliamo primeggiare.

Come i Piaceri?

Si ridusse ad avere nulla, nenache una culla.

Questo è vedere le cose come le vede Iddio.

Fare tutte le cose con la mira a Dio.

Perciò tu lavora non per la paga degli uomini, infatti oi dobbiamo servire Dio e non le ( ... ).

Io lavoro per Iddio, perciò il mangiare, il dormire sia con la mira a Dio.

Ciò vuol dire trasformare tutto in tesoro.

Fare tutto l'ordinario in modo straordinario.

Ricevere tutto dalle mani di Dio, specialmente le sofferenze.

Riflettere perciò e domandarsi: Vedo il denaro, il divertimento, il piacere con gli occhi di Dio?

Tratto il mio corpo con gli occhi ( ossia la vista ) di Dio?

S. Alfonso affermava che in una buona società, temperante, garantisce la vita.

Siate attenti al verme della superbia: non attribuire a se quelllo che è di Dio, non rubiamo a Dio.

Molti il Signore ha messo fuori dell'Unione per questa ragione: si credevano qualcosa.

Dobbiamo perciò ripeterci: io non vedo le mie deficienze e conosco neanche la centesima parte dei miei difetti.

Io sono un povero cieco.

Molti cristiano non vedono più niente e sbagliano i loro giudizi, li cambieranno in punto di morte.

Ringraziate il Signore della luce che vi dà, e dite: senza l'aiuto di Dio sarei peggio degli altri.

Ricordate l'ammonimento di S. Paolo: chi sta in piedi badi di non cadere.

Le parole che il Signore vi dirà sono le più efficienti.

Afferrate le buone parole che ci fa dire il Signore, del resto, come castigo, al più poco non parlerà più.

Egli vuole che noi siamo generosi.

Facciamoci dunque coraggio: il Signore è con noi.

Egli ci dice, come a Fra Leopoldo: Tu pensa a me, Io penso a te.

Quelli del mondo ci portano invidia.

Vorranno seguirvi, invidiano la vostra innocenza.

Conservate dunque il vostro tesoro e non dimenticate di far tutto con la mira a Dio.

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