Diario di Cesone

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22 marzo 1931

Zelo ( 460 - 461 - 462 )

Noviziato dei Catechisti

Conferenza del Fr. Teodoreto

Lo spirito di zelo è lo spirito animato dalla carità, cioè dallo Spirito Santo.

É impossibile amare Dio e non adoperarsi per la Sua gloria.

L'amore ardente di Dio suscita il desiderio di fargli piacere.

Considerando poi il male che fanno i cattivi, cerca tutti i mezzi per far conoscere e amare Iddio.

La perdita di tutto ciò che possiede le sembrerebbe un guadagno se con ciò potesse conquistare a Dio un'anima sola.

Lo zelante non si stanca mai di fare il bene.

Sa che Dio ama le anime che sono la Sua immagine e che sono destinate alla Sua gloria.

Iddio non esitò a mandare il Figlio Suo a riscattare le anime.

Fece di esse il soggiorno delle sue delizie, le unì nel corpo mistico di G. C., le fece templi dello S. S., volle fra esse la perpetua dimora dell'Eucaristia e dello Spirito Santo.

La salvezza delle anime è opera di Gesù, ma Egli la divise in due parti e ne riservò una agli uomini, suoi cooperatori.

Il Cielo è accessibile a tutti, per merito di Gesù, ma occorre che altri uomini lo indichino ai loro fratelli.

La Fede e la Grazia vengono da G. C. ma sono distribuite da uomini.

Essere cooperatori di Gesù è grande onore; a questi Egli dice: "Se mi ami abbi cura dei tuoi fratelli".

Gesù insiste di più sull'apostolato a favore della gioventù, perché:

I - Allevare cristianamente la gioventù è andare alla sorgente del bene, colpire il male alla radice, preparare una migliore generazione.

II - I fanciulli son quei figli degli uomini in cui G. C. trovò le sue delizie.

III - L'eternità si decide ordinariamente negli anni della fanciullezza.

L'adolescente, incominciata la sua strada non se ne allontanerà più.

IV - Per la gioventù tutto è insidia e seduzione: il mondo, di cui non sospetta la perfidia; il demonio, i cattivi compagni, gli esempi malvagi, i nemici della Chiesa.

Che sperare per un uomo il quale non conosce la felicità della virtù, non spera nei beni futuri?

V - Bonum est viro, cum portaverit jugum ab adolescentiam suam.

Erit sicut lignum quod planctatu secur decursum acquarum-

VI - Quante difficoltà per ricondurre a Dio i peccatori!

Nel fanciullo invece c'è solo la leggerezza.

É un terreno vergine che atende solo il lavoro per dare il centuplo.

É una pianta tenera la quale prende la piega che le viene data.

Il suo cuore è puro.

Crede nell'autorità, fa suoi i sentimenti del maestro.

Il vecchio, anche se si converte, avrà perso tutta la sua vita; ma il fanciullo, ben formato sarà buono per tutta la vita.

VII - Nessun ufficio è tanto vantaggioso quanto l'educazione della gioventù, perché:

a) si ha la parte migliore del bene fatto ai discepoli;

b) si hanno grazie più abbondanti, perché Dio concede i suoi doni in proporzione del ben che dobbiamo fare agli altri.

Il Suo amore per i fanciulli è la misura della sua liberalità verso di noi.

Chi miete riceve mercede e frutto per la vita eterna.

VIII - Le prime impressioni sono come i caratteri incisi sulla scorza di un alberello.

É opportuno perciò lavorare per estirpare dai giovani l'egoismo e l'ambizione, ricordando che il cuore è capace soltanto di due movimenti: dilatarsi o restingersi, cioè sacrificio oppure egoismo.

IX - Coltivando presto il desiderio di imparare, si riuscirà a far amare dal giovane la scienza della religione, le buone letture, a difenderlo dalla sua naturale leggerezza.

X - Le famiglie, le Parrocchie, le nazioni, non possono essere risanante se non per mezzo della buona educazione della gioventù.

XI - Istruire i giovani è imitare Gesù stesso.

S. Gregorio Magno trovava tempo per i giovani; S. Cirillo di Gerusalemme e S. Agostino lasciarono scritti i loro catechismi.

XXI - Insegnare il catechismo è un gran mezzo per farsi dei meriti.

Sono immerso nelle consolazioni in mezzo a tutte le tribolazioni.

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