Gesù Cristo rivelazione dell'uomo

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Capitolo secondo - V

V. Nuovo tipo di apologetica e dialettica nuova

L'apologetica di Pascal rappresenta qualcosa di inedito.38

La sua impresa non è subordinata ne a una filosofia ne a una scienza particolare.

Essa è tuttavia di tipo filosofico: è esattamente una antropologia.

In un universo in cui l'uomo è alla deriva, mistero ai suoi occhi, e mistero per gli altri, Pascal cerca di dimostrare come la religione cristiana da un senso a un'esistenza apparentemente assurda: è un'antropologia di carattere teologico.

La chiave del mistero dell'uomo è in Cristo, totalità del significato, che permette, non solo di decifrare la condizione umana, ma anche di recarvi un rimedio.

Oggi si direbbe volentieri dell'apologetica di Pascal che è un'ermeneutica, cioè una ricerca del senso, meno preoccupata di prove che di segni.

Descrive l'esistenza umana che si sforza di interpretare come un testo.

Al di là delle differenze, delle opposizioni, delle fratture, delle discontinuità, delle frantumazioni.

Pascal cerca di « decifrare » la condizione umana.39

Perciò l'apologetica di Pascal non segue un ordine lineare: essa è piuttosto multidirezionale e multidimensionale.

Essa è la ricerca e la scoperta di un significato a partire da osservazioni e figure che si possono distribuire e classificare in modo diverso.

La ricerca del significato passa attraverso l'analisi del paradosso della condizione umana e la scoperta di un vertice che le assume e le illumina.

Il paradosso, che è forma privilegiata della dialettica di Pascal, non e in lui una semplice tecnica di stile, un gioco di antitesi letterarie: propone i termini della realtà umana, stessa.

Il paradosso consiste nella coesistenza e anche nell'alleanza dei contrari: amplifica i contrari senza tuttavia risolverli.

L'urto che caratterizza gli scritti pascaliani, mettendo in contrasto i termini di miseria-grandezza, finito-infinito, tempo-eternità, carne-spirito appartiene a Pascal, come appartiene al Vangelo e a San Paolo, e descrive il movimento stesso dell'esistenza umana: « Conosci, dunque, superbo, quel paradosso che sei tu stesso » ( B434 C 438 ).

L'intelligenza del paradosso non è da cercare in un equilibrio in cui i contrari, messi a confronto, finirebbero per annullarsi.

Non è un equilibrio, ne una simmetria, che si deve cercare, ma un senso che viene da un vertice più alto capace di illuminare e di ordinare vedute divergenti.

Questo vertice che permette di decifrare l'enigma della condizione umana, il cristianesimo lo offre, specialmente tramite il dogma del peccato originale e quello della redenzione.

Il dogma cristiano non abolisce tuttavia i termini del paradosso, li fa piuttosto apparire in una luce più folgorante.

Cristo è un punto di rottura più che di equilibrio.

Mistero lui stesso, illumina il mistero dell'uomo mediante un passaggio a un ordine superiore: quello della carità rivelata attraverso la croce.

Solo Cristo decifra la condizione umana.

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38 J. MESNARD, Pascal. L'Homme et l'oeuvre, Paris, 19562, pp. 139-140.
39 P. MAGNARD, 'Nature et Histoire dans l'Apologétique de Pascal, Paris, 1975, p. 64.