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XVI - Falsità delle altre religioni

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Falsità delle altre religioni.

Maometto privo di autorità.

Le sue ragioni dovrebbero dunque essere ben robuste, non confidando che nella loro forza.

Cosa dice?

Che bisogna credere.

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Falsità delle altre religioni.

Essi non hanno testimoni.

Questi ne hanno.

Dio sfida le altre religioni a produrre segni simili. ( Is 43,9; Is 44,8 )

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Se c'è un solo principio di tutto, un solo fine di tutto - tutto da e tutto per lui - è dunque necessario che la vera religione ci insegni a non adorare e a non amare che lui.

Ma trovandoci noi nell'incapacità di adorare ciò che non conosciamo e di amare qualcosa al di fuori di noi, bisogna che la religione che ci ammaestra su questi doveri ci ammaestri anche su queste forme d'impotenza, e ci indichi i rimedi.

Essa ci insegna che a causa di un uomo tutto è stato perso e si è rotto il legame tra Dio e noi, e che quel legame, sempre a causa di un solo uomo, è stato riparato.

Fin dalla nascita siamo così avversi all'amore di Dio, pure così necessario, che inevitabilmente o nasciamo colpevoli o Dio è ingiusto.

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Rem viderunt, causam non viderunt.

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Contro Maometto.

Il Corano non appartiene a Maometto più di quanto il Vangelo a san Matteo.

Esso è citato da molti autori in ogni secolo.

Gli stessi avversari, Celso e Porfirio, non l'hanno mai negato.

Il Corano dice che san Matteo era un uomo di bene, dunque esso era un falso profeta, o perché chiamava gente di bene i malvagi, o perché non accettava quello che essi hanno detto di Gesù Cristo.

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« Possiamo camminare rassicurati al chiarore di queste luci celesti.

E dopo avere. »

Cosa hanno saputo fare gli uomini senza queste divine conoscenze, se non o insuperbire nell'intimo sentimento che rimane loro della passata grandezza, o abbattersi alla vista della debolezza presente?

Non abbracciando la verità intera, non hanno potuto arrivare a una virtù perfetta.

Alcuni giudicano la natura incorrotta, altri come non rimediabile, non hanno potuto sfuggire all'orgoglio o all'ignavia, che sono le due sorgenti di tutti i vizi, perché non possono che abbandonarvisi per debolezza o uscirne per orgoglio.

Quando infatti riconoscevano l'eccellenza dell'uomo ne ignoravano la corruzione, così che evitavano certamente l'ignavia ma si perdevano nella superbia, e quando riconoscevano l'infermità della natura ne ignoravano la dignità, così che evitavano la vanità ma solo per precipitare nella disperazione.

Da qui vengono le diverse scuole degli stoici e degli epicurei, dei dogmatici, degli accademici, ecc.

Solo la religione cristiana ha potuto guarire questi due vizi, non già cacciandoli entrambi con la semplicità del Vangelo.

Essa infatti insegna ai giusti, che eleva fino a partecipare della divinità stessa, che anche in questa sublime condizione essi portano ancora in sé la fonte di ogni corruzione che, per tutta la vita, li rende soggetti all'errore, alla miseria, alla morte, al peccato.

Essa grida ai più empi che anch'essi sono capaci della grazia del loro redentore.

Così, suscitando tremore in quelli che rende giusti, e consolando quelli che condanna, essa addolcisce con tanto equilibrio il timore con la speranze, per mezzo di questa duplice capacità della grazia e del peccato che è comune a tutti, che sa abbassare infinitamente di più di quanto non sappia fare la ragione, ma senza disperazione, ed innalza infinitamente di più dell'orgoglio naturale, ma senza superbia, con ciò dimostrando che lei sola è esente dall'errore e dal vizio, e dunque solo a lei tocca istruire e correggere gli uomini.

Chi dunque può rifiutarsi di credere e di adorare queste luci celesti?

Non è forse più chiaro del giorno che sentiamo in noi stessi i segni incancellabili dell'eccellenza, e non è altrettanto vero che ad ogni istante sperimentiamo gli effetti della nostra deplorevole situazione?

Cosa ci gridano dunque questo caos e questa mostruosa confusione se non la verità di queste due condizioni, con voce così potente che è impossibile resisterle?

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Differenza tra Gesù Cristo e Maometto.

Maometto non predice, Gesù Cristo predice.

Maometto uccide, Gesù Cristo lascia uccidere i suoi.

Maometto proibisce di leggere, gli apostoli ordinano di leggere.

Le cose sono così opposte che, se Maometto ha preso la via del successo umano, Gesù Cristo ha preso quella di morire umanamente.

E invece di concludere che, poiché Maometto ha avuto successo, anche Gesù Cristo poteva avere successo, bisogna dire che dal momento che Maometto ha avuto successo, Gesù Cristo doveva morire.

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Per natura tutti gli uomini si odiano reciprocamente.

Ci si è serviti fin dove si è potuto della concupiscenza per asservirla al bene comune.

Ma si tratta pur sempre di una menzogna e di una falsa immagine della carità, perché al fondo non c'è che l'odio.

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Dalla concupiscenza sono state tratte e fondate norme ammirevoli di governo, di morale e di giustizia.

Ma il fondo, questo volgare fondo dell'uomo, questo figmentum malum, è solo occultato.

Non è tolto.

198

Gesù Cristo è un Dio a cui ci si avvicina senza orgoglio e davanti al quale ci si abbassa senza disperazione.

199

« Dignior plagis quam osculis, non timeo quia amo ».

200

Il segno della vera religione consiste nell'obbligare ad amare il proprio Dio.

Pur essendo una cosa giusta, nessuna religione, tranne la nostra, l'ha ordinato.

La vera religione deve riconoscere la concupiscenza e l'impotenza, come ha fatto la nostra. Deve sapervi portare rimedio, come con la preghiera.

Nessuna religione ha chiesto a Dio di amarlo e di seguirlo.

201

Dopo aver compreso tutta la natura dell'uomo bisogna, perché una religione sia vera, che essa abbia conosciuto la nostra natura.

Essa deve aver riconosciuto la grandezza e la bassezza e le ragioni dell'una e dell'altra.

Qualcuno le ha conosciute al di fuori della religione cristiana?

202

La vera religione ci ammaestra sui nostri doveri, sulla nostra impotenza, sull'orgoglio e sulla concupiscenza, ma anche sui rimedi, sull'umiltà, sulla mortificazione.

203

Alcune figure sono chiare ed esaurienti, ma altre sembrano un po' tirate per i capelli, e non servono da prova se non per coloro che sono già persuasi.

Sono simili a quelle degli apocalittici.

Ma la differenza è che essi non ne hanno di indubitabili, al punto che non vi è nulla di così ingiusto come quando pretendono che le loro siano altrettanto ben fondate delle nostre.

Il confronto non è alla pari.

Non bisogna equiparare e confondere queste cose solo perché per un verso sembrano essere simili, mentre sono così diverse per un altro.

In fatto di cose divine, è sulla base di quelle chiare che dobbiamo rispettare quelle oscure.

« È come per quelli che usano tra loro un gergo oscuro, quelli che non lo conoscono capiranno solo sciocchezze. »

204

Non voglio giudicare Maometto per quelle oscurità che potrebbero far pensare al mistero, ma per quanto c'è in lui di chiaro, per il suo paradiso e per il resto.

In questo egli è ridicolo.

Ed è per questo che non è giusto prendere le sue oscurità per dei misteri, dal momento che le cose chiare sono ridicole.

Le cose vanno diversamente per la Scrittura.

Certamente ci sono delle oscurità altrettanto bizzare di quelle di Maometto, ma ci sono anche cose chiare in modo esemplare e profezie evidentemente realizzate.

Il confronto non è alla pari.

Non dobbiamo mettere sullo stesso piano cose che si assomigliano solo per quanto vi è di oscuro e non per quella chiarezza che riscatta l'oscurità stessa.

205

Le altre religioni, come quelle pagane, sono più popolari, perché sono esteriori, esse non valgono per i più sottili.

Una religione puramente intellettuale sarebbe più adatta per gli spiriti sottili, ma risulterebbe inservibile per il popolo.

Solo la religione cristiana è adatta a tutti, mescolando l'interiorità e l'esteriorità.

Essa eleva il popolo verso l'interiorità e abbassa i superbi verso l'esteriore, e la sua perfezione consiste in emtrambe, perché è necessario che il popolo comprenda lo spirito della lettera e che i dotti sottomettano il loro spirito alla lettera.

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Nessuna religione ha proposto di odiare se stessi, nessun'altra religione dunque può piacere a coloro che si odiano e che sono alla ricerca di un essere veramente degno di amore.

E costoro, anche se non avessero mai sentito parlare della religione di un Dio umiliato, l'abbraccerebbero immediatamente.

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