Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se Dio sia perfetto

1 Cont. Gen., c. 28; De Verit., q. 2, a. 3, ad 13; Compend. Theol., c. 20; De Div. Nom., c. 13, lect. 1

Pare che essere perfetto non convenga a Dio.

Infatti:

1. Dire perfetto è come dire totalmente fatto.

Ora, non conviene a Dio di essere fatto.

Quindi neppure di essere perfetto.

2. Dio è il principio delle cose.

Ma i principi delle cose pare che siano imperfetti: infatti il principio degli animali e delle piante è il seme.

Quindi Dio è imperfetto.

3. Sopra [ q. 3, a. 4 ] abbiamo dimostrato che la natura di Dio è l'essere stesso.

Ma pare che l'essere sia una cosa imperfettissima, essendo ciò che vi è di più generico e ricettivo delle determinazioni di tutte le cose.

Quindi Dio è imperfetto.

In contrario:

È scritto [ Mt 5,48 ]: « Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli ».

Dimostrazione:

Come riferisce Aristotele [ Met. 12,7 ], alcuni antichi filosofi, cioè i Pitagorici e Speusippo, non attribuirono al primo principio la bontà e la perfezione assoluta.

E la ragione è che gli antichi filosofi considerarono soltanto la causa materiale, e la causa materiale è la più imperfetta.

La materia infatti, in quanto tale, è in potenza, per cui la prima causa materiale è per necessità massimamente in potenza, e quindi sommamente imperfetta.

Dio va invece posto come causa prima non materiale, ma nell'ordine delle cause efficienti, e una tale causa è necessariamente perfettissima: poiché come la materia, in quanto tale, è in potenza, così l'agente, in quanto tale, è in atto.

Quindi il primo principio attivo deve essere attuale al massimo grado, e per conseguenza sommamente perfetto, poiché un essere è detto perfetto in proporzione alla sua attualità: perfetta infatti si dice quella realtà a cui non manca nulla, tenuto conto del grado della sua perfezione.

Analisi delle obiezioni:

1. Come dice S. Gregorio [ Mor. 5,36; 29,1 ], « noi parliamo delle grandezze di Dio balbettando come possiamo: a rigore infatti ciò che non è stato fatto non può essere detto perfetto ».

Siccome tuttavia tra le cose che vengono fatte si dice perfetta quella cosa che è passata dalla potenza all'atto, si usa lo stesso termine perfetto per indicare qualsiasi cosa alla quale nulla manchi della pienezza del suo essere, sia che abbia ciò in base all'essere stata fatta, sia che non lo abbia.

2. Il principio materiale, che viene riscontrato sempre imperfetto, non può essere il primo in modo assoluto, ma è procedente da qualcosa di perfetto.

Infatti il seme, sebbene sia il principio dell'animale generato dal seme, tuttavia presuppone un animale o una pianta da cui si è distaccato.

Bisogna infatti che prima dell'essere in potenza ci sia l'essere in atto, poiché l'ente in potenza non passa all'atto se non per mezzo di un ente in atto.

3. Fra tutte le cose l'essere è la più perfetta, poiché verso tutte sta in rapporto di atto.

Nulla infatti ha l'attualità se non in quanto esiste: perciò l'essere stesso è l'attualità di tutte le cose, anche delle stesse forme.

Quindi esso non sta in rapporto alle altre cose come il ricevente al ricevuto, ma piuttosto come il ricevuto al ricevente.

Se infatti di un uomo, di un cavallo o di qualsiasi altra cosa dico che esiste, l'essere stesso è considerato come principio formale e come elemento ricevuto, non come ciò a cui conviene l'esistenza.

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