Summa Teologica - I

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Articolo 3 - Se lo Spirito Santo proceda dal Padre per il Figlio

In 1 Sent., d. 12, q. 1, a. 3; C. err. Graec., p. 2, c. 9

Pare che lo Spirito Santo non proceda dal Padre per il Figlio.

Infatti:

1. Ciò che procede dal suo principio per [ mezzo di ] qualche altra cosa non procede da esso immediatamente.

Se dunque lo Spirito Santo procede dal Padre per il Figlio non procede immediatamente dal Padre.

Cosa questa che non si può ammettere.

2. Se lo Spirito Santo procede dal Padre per il Figlio, non procederà dal Figlio se non in forza del Padre.

Ma ciò in forza di cui un soggetto è tale, lo è maggiormente [ Anal. post. 1,2 ].

Quindi lo Spirito Santo procederà più dal Padre che dal Figlio.

3. Il Figlio ha l'essere per generazione.

Se dunque lo Spirito Santo procedesse dal Padre per mezzo del Figlio, prima dovrebbe essere generato il Figlio e poi procedere lo Spirito Santo.

E così la processione dello Spirito Santo non sarebbe eterna.

Ma questa è un'eresia.

4. Quando si dice che uno opera per un altro si può anche invertire la frase: come diciamo infatti che il re agisce per il suo ministro, così diciamo pure che questi agisce per il re.

Ma in nessun modo si può dire che il Figlio spiri lo Spirito Santo per il Padre.

Quindi non si può neppure dire che il Padre spiri lo Spirito Santo per il Figlio.

In contrario:

Dice S. Ilario [ De Trin. 12,57 ]: « Conserva, te ne prego, incontaminato questo voto ardente della mia fede: che io possieda sempre il Padre, te, voglio dire; e adori assieme a te il Figlio tuo; e meriti il tuo Spirito Santo, che procede da te per il tuo Unigenito ».

Dimostrazione:

In ogni espressione in cui si dice che uno opera per un altro, la preposizione per indica nel complemento la causa o il principio di quell'atto.

Ma siccome l'azione sta tra l'agente e l'effetto, il complemento a cui è unito il per alcune volte esprime la causa dell'azione secondo che questa deriva dall'agente.

E allora determina l'agente ad agire: in qualità o di causa finale, o di causa formale, o di causa efficiente o motiva.

Finale quando, p. es., diciamo che un artigiano opera per desiderio del danaro; formale se diciamo che opera per [ conformità a ] la sua arte; motiva se diciamo che opera per comando di altri.

Altre volte invece il complemento a cui è unita la preposizione per indica la causa dell'azione in quanto questa ha come termine l'effetto: come quando diciamo che un artigiano opera per il martello.

Infatti con tale espressione non si vuol dire che il martello abbia determinato l'artigiano ad agire, ma che è stata la causa che ha portato l'artefatto a derivare dall'artigiano; e che anche questa causalità l'ha avuta dall'artigiano.

- E ciò corrisponde alla spiegazione di quanti insegnano che la preposizione per alcune volte indica l'autorità, come nell'espressione: il re opera per il suo ministro, mentre invece altre volte indica l'autorità indirettamente, come in quest'altra espressione: il ministro opera per il re.

Ora, siccome il Figlio ha dal Padre di essere principio dello Spirito Santo, si può dire che il Padre per il Figlio spira lo Spirito Santo; oppure, ed è la stessa cosa, che lo Spirito Santo procede dal Padre per il Figlio.

Analisi delle obiezioni:

1. In ogni azione si deve badare a due cose, cioè al soggetto agente e alla virtù per cui esso agisce: al fuoco, p. es., e al calore per cui riscalda.

Se dunque nel Padre e nel Figlio si considera la virtù per cui essi spirano lo Spirito Santo, allora non si dà alcun intermediario: poiché questa virtù è la stessa e identica [ in ambedue ].

Se invece si considerano le persone spiranti, allora, siccome lo Spirito Santo procede ugualmente dal Padre e dal Figlio, si trova che lo Spirito Santo deriva immediatamente dal Padre in quanto procede da lui, e ne deriva mediamente in quanto procede dal Figlio.

E in questo senso si dice che procede dal Padre per mezzo del Figlio.

Come, p. es., Abele derivò immediatamente da Adamo in quanto questi ne fu il padre, e mediatamente in quanto Eva, che ne fu la madre, procedeva da Adamo.

Però questo esempio di una processione materiale è evidentemente poco adatto a significare la processione immateriale delle persone divine.

2. Se il Figlio avesse una sua virtù di spirare lo Spirito Santo numericamente distinta da quella del Padre, ne verrebbe che egli sarebbe come la causa seconda e strumentale [ di tale spirazione ]: e allora si dovrebbe dire che [ lo Spirito Santo ] procede più dal Padre che dal Figlio.

Essendo però questa virtù spirativa numericamente la stessa nel Padre e nel Figlio, lo Spirito Santo procede ugualmente dall'uno come dall'altro.

Qualche volta però questa processione viene attribuita principalmente e in proprio al Padre, dato che il Figlio vi partecipa in virtù del Padre.

3. Come la generazione del Figlio è coeterna al generante, poiché il Padre non esisteva prima che generasse il Figlio, così la processione dello Spirito Santo è coeterna al suo principio.

Quindi non fu generato il Figlio prima che procedesse lo Spirito Santo, ma tanto la generazione quanto la processione sono eterne.

4. Non è vero che quando si dice che uno opera per un altro si possano sempre invertire i termini: infatti non possiamo dire che il martello opera per l'artefice.

Diciamo invece che il ministro agisce per il re perché il ministro è padrone dei suoi atti, mentre il martello non opera, ma è solo adoperato: perciò non se ne parla altro che come di uno strumento.

Si usa dire dunque che il ministro opera per il re, quantunque questa preposizione per indichi mezzo, perché quanto più un soggetto è elevato nell'ordine dell'agire, tanto più diviene immediato il suo potere sull'effetto: è infatti proprio l'efficacia della causa prima che fa raggiungere il suo effetto alla causa seconda; per cui anche nelle scienze dimostrative i primi princìpi si dicono immediati.

E così, se si bada alla coordinazione dei soggetti che agiscono, si dirà che il re opera per il ministro; se invece si bada all'ordine dei loro poteri si dirà che il ministro opera per il re, poiché è il potere del re a far sì che l'azione del ministro raggiunga l'effetto.

- Ora, tra il Padre e il Figlio non vi è subordinazione di poteri, ma solo di soggetti [ o persone ].

Quindi si dice che il Padre spira per il Figlio e non viceversa.

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