Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se l'angelo possa conoscere simultaneamente molte cose

In 2 Sent., d. 3, q. 2, a. 4; C. G., II, c. 101; De Verit., q. 8, a. 14

Pare che l'angelo non possa conoscere simultaneamente molte cose.

Infatti:

1. Dice il Filosofo [ Topic. 2,10 ] che « si possono sapere molte cose, ma non se ne può intendere che una sola ».

2. Non si può intendere cosa alcuna se non in quanto l'intelletto riceve una forma dalla specie intelligibile, come il corpo la riceve dalla sua figura.

Ma un unico corpo non può ricevere simultaneamente diverse figure.

Quindi un unico intelletto non può conoscere simultaneamente diversi intelligibili.

3. L'intellezione è anch'essa un moto.

Ma nessun moto può avere di mira diversi termini.

Non è quindi possibile intendere molte cose simultaneamente.

In contrario:

S. Agostino [ De Gen. ad litt. 4,32 ] insegna: « La potenza spirituale della mente angelica può comprendere con molta facilità e simultaneamente tutte le cose che vuole ».

Dimostrazione:

Come per l'unità del moto si richiede l'unicità del termine, così per l'unità dell'operazione si richiede l'unicità dell'oggetto.

Ora, ci sono delle cose che possono essere prese come molteplici, oppure come una cosa sola: p. es. le parti di una quantità continua.

Se infatti si prende ogni parte a sé, allora sono realtà molteplici: e così il senso e l'intelletto non le possono cogliere con una sola operazione, né simultaneamente, come osserva Aristotele [ De anima 3,6 ].

Se invece vengono prese nell'altro modo, in quanto cioè formano una cosa sola nel tutto, allora esse sono conosciute simultaneamente e con una sola operazione, tanto da parte del senso quanto da parte dell'intelletto perché allora, come nota ancora Aristotele [ l. cit. ], la quantità continua viene considerata come un tutto.

E così anche il nostro intelletto intende simultaneamente il soggetto e il predicato in quanto sono parti di una sola proposizione; come pure conosce i due termini di un paragone in quanto sono uniti dal paragone stesso.

È chiaro quindi che realtà molteplici, in quanto sono distinte, non possono essere conosciute simultaneamente; possono però esserlo in quanto si uniscono a formare un solo oggetto intelligibile.

Ora, ogni realtà è intelligibile perché una specie rappresentativa di essa si trova nell'intelletto.

Tutte le cose perciò che si possono conoscere per mezzo di una sola specie intelligibile, essendo apprese come un solo intelligibile, sono conosciute simultaneamente.

Quelle invece che sono conosciute per mezzo di più specie intelligibili, sono apprese come più oggetti intelligibili.

Dunque gli angeli, mediante la conoscenza con la quale vedono le cose nel Verbo, percepiscono tutto con una sola specie intelligibile, che è l'essenza divina.

Quindi in forza di tale conoscenza conoscono simultaneamente tutte le cose: come anche nella patria, al dire di S. Agostino [ De Trin. 15,16.26 ], « i nostri pensieri non saranno volubili, passando e ripassando da una cosa all'altra, ma abbracceremo con un solo sguardo tutta la nostra scienza ».

- In forza invece di quella conoscenza che permette agli angeli di apprendere le cose per mezzo delle specie innate, essi possono conoscere con un solo atto d'intellezione tutte quelle realtà che possono essere colte con una sola specie; non invece quelle che richiedono specie diverse.

Analisi delle obiezioni:

1. Intendere molte cose come [ se fossero ] una sola è, in un certo senso, lo stesso che conoscere una cosa sola.

2. L'intelletto è informato dalla specie intelligibile che possiede in se medesimo.

Quindi con una sola specie intelligibile può intuire molte cose; proprio come un corpo può assomigliare a molti altri in forza di una sola figura.

3. Si risponde come alla prima obiezione.

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