Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se il nostro intelletto possa raggiungere la conoscenza delle sostanze immateriali mediante la conoscenza delle realtà materiali

In 4 Sent., d. 49, q. 2, a. 7, ad 12; C. G., III, c. 41; De Verit., q. 18, a. 5, ad 6; De anima, a. 16; In De Trin., q. 6, aa. 3, 4; In 1 Post., lect. 41; In De Causis, lect. 7

Pare che il nostro intelletto possa raggiungere la conoscenza delle sostanze immateriali mediante la conoscenza delle realtà materiali.

Infatti:

1. Scrive Dionigi [ De cael. hier 1,3 ] che « non è possibile alla mente umana assurgere alla contemplazione immateriale delle gerarchie celesti se non facendosi condurre per mano dalla realtà materiale ».

Resta dunque stabilito che le realtà materiali ci possono condurre come per mano alla conoscenza delle sostanze immateriali.

2. La scienza risiede nell'intelletto.

Ora, noi abbiamo scienze e definizioni intorno alle sostanze immateriali: infatti il Damasceno [ De fide orth. 2,3 ] dà una definizione dell'angelo; e sempre sugli angeli vengono impartite delle lezioni, tanto nelle discipline teologiche quanto in quelle filosofiche.

Quindi noi possiamo conoscere le sostanze immateriali.

3. L'anima umana appartiene al genere delle sostanze immateriali.

Ma essa può venir conosciuta da noi mediante l'atto col quale conosce la realtà materiale.

Quindi potremo conoscere anche le altre sostanze immateriali mediante le loro operazioni sulla realtà materiale.

4. Partendo dagli effetti è impossibile comprendere la causa solo se questa sorpassa i suoi effetti all'infinito.

Ma quest'ultima prerogativa appartiene a Dio solo.

Quindi le altre sostanze immateriali create possono essere conosciute da noi per mezzo delle realtà materiali.

In contrario:

Dionigi [ De div. nom 1 ] insegna che « le entità intelligibili non possono essere apprese mediante quelle sensibili, né le semplici mediante le composte, né le incorporee mediante le corporee ».

Dimostrazione:

Come riferisce Averroè [ De anima 3, comm. 36 ], un certo Avempace pensò che noi, attraverso la conoscenza delle sostanze materiali, possiamo arrivare all'intellezione di quelle immateriali in base ai soli princìpi della filosofia.

Infatti il nostro intelletto, essendo fatto per astrarre l'essenza delle realtà materiali dalla materia, se in tale essenza riscontrasse ancora qualcosa di materiale, potrebbe nuovamente astrarre: e poiché tale processo non può ripetersi all'infinito, arriverà finalmente a un'essenza del tutto depurata dalla materia.

Cioè verrà a conoscere una sostanza immateriale.

Ora, l'argomento sarebbe valido se le sostanze immateriali fossero le forme o le specie di questi esseri materiali, come pensavano i Platonici.

Ma scartata questa ipotesi, e stabilito invece che le sostanze immateriali sono di tutt'altra natura che le essenze corporee, allora, per quanto il nostro intelletto possa astrarre l'essenza delle realtà materiali dalla materia, non arriverà mai a un'entità simile alla sostanza immateriale.

Quindi attraverso le sostanze materiali non potremo mai comprendere perfettamente le sostanze immateriali.

Analisi delle obiezioni:

1. Dalle realtà materiali noi possiamo salire a una certa conoscenza degli esseri immateriali, ma non a una conoscenza perfetta: poiché non esiste un adeguato termine di paragone tra le realtà materiali e quelle immateriali, e le similitudini prese talora dal mondo materiale per capire le realtà immateriali presentano delle fortissime dissomiglianze, come nota Dionigi [ De cael. hier. 2,2 ].

2. Quando nelle scienze si tratta degli esseri superiori si procede soprattutto per via di negazione: Aristotele [ De caelo 1,3 ], p. es., ci dà una nozione dei corpi celesti mediante la negazione delle proprietà dei corpi inferiori.

Molto meno dunque potremo conoscere le sostanze immateriali fino al punto di comprenderne la quiddità, ma la scienza umana si limita a impartire insegnamenti intorno ad esse per via di negazione, o in base a certi loro rapporti col mondo corporeo.

3. L'anima umana conosce se stessa mediante la propria intellezione, che essendo il suo atto specifico ne dimostra perfettamente la virtù e la natura.

Questo atto però, e quant'altro si trova nelle realtà materiali, non può servire a conoscere perfettamente la virtù e la natura delle sostanze immateriali, poiché tutte queste cose non adeguano la loro virtù.

4. Le sostanze immateriali create non convengono certamente in qualche genere naturale con quelle corporee, poiché la potenza e la materia non vi si trovano nello stesso modo; convengono però nel genere logico, poiché anche le sostanze immateriali sono comprese nel predicamento sostanza, non essendo la loro essenza identica al loro essere.

Dio, al contrario, non ha in comune con le realtà materiali né il genere naturale né il genere logico: egli infatti in nessuna maniera è racchiuso in un genere, come fu già dimostrato [ q. 3, a. 5 ].

Quindi mediante le analogie tratte dalle realtà materiali possiamo cogliere delle nozioni positive generiche, non però specifiche, sugli angeli, mentre su Dio non possiamo averne in alcun modo.

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