Summa Teologica - I

Indice

Articolo 3 - Se l'angelo parli a Dio

In Iob., c. 1, lect. 2

Pare che l'angelo non parli a Dio.

Infatti:

1. Si parla per manifestare qualcosa agli altri.

Ma l'angelo non può manifestare nulla a Dio, il quale sa tutto.

Quindi l'angelo non parla a Dio.

2. Parlare è indirizzare il proprio pensiero ad altri, come si è detto [ a. 1 ].

Ma l'angelo indirizza sempre il proprio pensiero a Dio.

Se quindi egli parlasse a Dio una volta, gli parlerebbe sempre: cosa questa che talora non pare possibile, poiché qualche volta gli angeli parlano tra di loro.

Quindi pare più verosimile che l'angelo non parli mai a Dio.

In contrario:

Sta scritto [ Zc 1,12 ]: « Allora l'angelo del Signore disse: "Signore degli eserciti, sino a quando rifiuterai di aver pietà di Gerusalemme? " ».

Quindi l'angelo parla a Dio.

Dimostrazione:

Come abbiamo spiegato [ aa. 1,2 ], la locuzione angelica consiste nell'indirizzare il concetto della mente verso un soggetto diverso.

Ora, un cosa può essere così indirizzata per due scopi.

Primo, per essere comunicata all'altro: come nel mondo fisico il principio attivo è ordinato al principio passivo, e nella locuzione umana l'insegnante è ordinato all'alunno.

E sotto questo aspetto l'angelo non può parlare a Dio in nessun modo, né di quanto appartiene alla verità oggettiva, né di quanto dipende dalla volontà creata: poiché Dio è principio e causa di ogni verità e di ogni volontà.

- Secondo, una cosa può essere indirizzata verso un soggetto estraneo per riceverne qualcosa: come nel mondo fisico il principio passivo è ordinato al principio attivo, e nella locuzione umana l'alunno all'insegnante.

Ed è in questo modo che l'angelo parla a Dio, o consultando la volontà divina sul da farsi, o ammirando la sua eccellenza che egli non può mai comprendere totalmente: per cui S. Gregorio [ Mor. 2,7 ] fa osservare che « gli angeli parlano a Dio quando, riguardando al di sopra di sé, escono in sentimenti di ammirazione ».

Analisi delle obiezioni:

1. Il parlare non ha sempre lo scopo di manifestare ad altri qualcosa, ma talora ha lo scopo finale di ricevere una manifestazione: come quando l'alunno chiede spiegazioni al suo insegnante.

2. Gli angeli non cessano mai di parlare a Dio con la lode e con l'ammirazione.

La locuzione invece con cui consultano la divina sapienza sul da farsi si limita a quelle circostanze in cui essi devono compiere qualcosa di nuovo, su cui desiderano essere illuminati.

Indice