Summa Teologica - I-II

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Articolo 2 - Se la beatitudine dell'uomo consista negli onori

C. G., III, c. 28; In 1 Ethic., lect. 5

Pare che la beatitudine dell'uomo consista negli onori.

Infatti:

1. La beatitudine o felicità, al dire di Aristotele [ Ethic. 1,9 ], è « il premio della virtù ».

Ma gli onori sembrano essere in modo speciale il premio della virtù, come lo stesso Filosofo ha scritto [ Ethic. 4,3 ].

Quindi la beatitudine consiste specialmente negli onori.

2. La beatitudine deve consistere soprattutto in un bene riservato a Dio e alle persone più eccellenti.

Ma tale è l'onore, come dice il Filosofo [ ib. ].

Anzi, anche l'Apostolo [ 1 Tm 1,17 ] scrive: « A Dio solo onore e gloria ».

Quindi la beatitudine consiste nell'onore.

3. La beatitudine è la cosa più desiderata dagli uomini.

Ma nulla più dell'onore sembra essere desiderato da essi: poiché gli uomini soffrono qualsiasi perdita nelle altre cose pur di non compromettere l'onore.

Quindi la beatitudine consiste nell'onore.

In contrario:

La felicità deve trovarsi in chi è felice.

Invece l'onore non è in colui che è onorato ma, come scrive il Filosofo [ Ethic. 1,5 ], è « piuttosto nell'onorante », che rende a lui omaggio.

Quindi la beatitudine non consiste negli onori.

Dimostrazione:

È impossibile che la beatitudine consista negli onori.

Infatti l'onore viene tributato a qualcuno per il suo valore, e quindi è un segno e una testimonianza dell'eccellenza che si trova in chi è onorato.

Ma l'eccellenza di un uomo è data proprio dalla beatitudine, che è il suo bene perfetto, e dagli elementi di essa, cioè da quei beni in cui si trova una partecipazione della beatitudine.

Quindi l'onore può derivare dalla beatitudine, ma non può esserne il costitutivo.

Analisi delle obiezioni:

1. Nel luogo indicato [ Ethic. 4,3 ] il Filosofo aggiunge che l'onore non è il premio per cui agiscono gli uomini virtuosi, ma al posto del premio essi ricevono l'onore degli uomini « come da gente che non ha nulla di meglio da offrire ».

Il vero premio della virtù è invece la beatitudine stessa, per la quale gli onesti agiscono.

Se infatti agissero per gli onori non ci sarebbe più la virtù, ma piuttosto l'ambizione.

2. L'onore è dovuto a Dio e alle persone più eccellenti come segno o testimonianza di un'eccellenza preesistente, ma non è l'onore a rendere eccellenti.

3. Dal desiderio naturale della beatitudine alla quale, come si è detto [ nel corpo ], è connesso l'onore, deriva il fatto che gli uomini siano così gelosi di esso.

Per cui essi desiderano soprattutto di essere onorati dai saggi, in base al cui giudizio credono di essere eccellenti o felici.

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